“Energia, inquinanti e climalteranti”
di Vera
Ianiro
Premessa
Uno dei potenziali
fattori di rischio per l’ambiente e la salute è legato sicuramente alla
qualità dell’aria che respiriamo. Lo sviluppo delle attività antropiche
ha comportato, nel corso degli anni, un rilevante aumento di emissioni
di inquinanti in atmosfera ma anche di climalteranti, causando effetti
sia diretti che indiretti dannosi per l’uomo e per le varie matrici
ambientali. L’uso razionale dell’energia e la produzione della stessa
con sistemi meno impattanti potrà mitigare tali effetti, e contribuire
all’ottenimento di una vita più sostenibile.
Analisi dei fattori
alteranti
Inquinamento atmosferico
L’alterazione della
composizione chimica dell’aria è causata da elementi inquinanti che, da
letteratura, possono essere classificati in base alla loro natura così
come segue:
·
di origine
antropica (derivanti dall’utilizzo dei combustibili fossili, attività di
produzione industriale, estrazione dei minerali, incenerimento dei
rifiuti, attività agricola);
·
naturali
(derivanti da fenomeni naturali).
L’inquinante di origine
antropica, dunque, può derivare da processi di combustione, piuttosto
che da lavorazioni industriali o ancora direttamente dal traffico
veicolare e ogni elemento, così come testimoniato dalle risultanze di
numerosi studi condotti in merito, è associato a impatti più o meno
gravi sull’ambiente e sulla salute. Nella tabella che segue si riportano
in dettaglio gli inquinanti, la fonte e l’impatto.
Alterazione del clima
L'Intergovernmental
Panel on Climate Change delle Nazioni Unite (IPCC) ha dichiarato che la
temperatura del pianeta Terra è aumentata di circa 0,56 – 0,92 °C
durante gli ultimi 100 anni (1906-2005), riscontrando che "la maggior
parte dell'incremento osservato delle temperature medie globali a
partire dalla metà del XX secolo è molto probabilmente da attribuire
all'incremento osservato delle concentrazioni di gas serra
antropogenici". Si tratta di una tesi sostenuta da oltre trenta
associazioni scientifiche internazionali.
L’effetto serra è un
fenomeno naturale determinato dalla capacità dell’atmosfera di
trattenere sotto forma di calore parte dell’energia che proviene dal
sole.
Le emissioni in
atmosfera di grandi quantità di gas serra, dovute alle attività umane,
stanno generando un effetto serra aggiuntivo a quello naturale.
Esse derivano per la
maggior parte dal consumo e dalla combustione di fonti fossili, da
alcune produzioni industriali, dall’agricoltura , dall’allevamento e
dalla gestione dei rifiuti. I potenziali rischi ambientali, sociali ed
economici connessi con il riscaldamento globale possono essere numerosi,
quali il ritiro dei ghiacciai, e il conseguente aumento del livello dei
mari tra i 2 e i 6 metri (il che causerebbe inondazioni), le modifiche
nella distribuzione e nella quantità delle piogge con il connesso
aumento del numero e dell'intensità degli uragani, ma ancora l’aumento
della diffusione di malattie (es. malaria), la diminuzione delle scorte
di acqua dolce causata dall’innalzamento dei mari e le enormi migrazioni
di massa dalle zone colpite.
Come mitigare
l’inquinamento atmosferico e i mutamenti climatici
L’inquinamento
atmosferico a l’alterazione del clima possono essere accomunate
dall’emissione in atmosfere di sostanze derivanti da settori quali la
produzione di energia elettrica, i processi industriali in genere e il
traffico veicolare. Di seguito si riportano, in dettaglio, le emissioni
di CO2, SO2 e NOx, per gli ambiti
appena menzionati.
Come si evince dai dati
indicati, il settore dell’energia è la maggiore causa di emissioni in
atmosfera sia di inquinanti sia di anidride carbonica, essendo
fortemente basato sull’utilizzo di combustibili fossili, ovvero sullo
sfruttamento di gas naturale, carbone e derivati petroliferi, che
soddisfano oltre l’80% del fabbisogno energetico mondiale (World
Resours Istitute –www.earthtrends.wri.org).
La riduzione della
dipendenza da tali fonti si rende fattibile solo coadiuvando una serie
di operazioni che vanno dalla produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili al risparmio energetico, dalla riqualificazione delle
centrali termoelettriche alla ricerca di soluzioni tecnologiche meno
inquinanti.
L’utilizzo delle fonti
rinnovabili rappresenta già un notevole contributo alla riduzione di
inquinanti e di climalteranti.
Tali fonti comprendono
l’energia solare che investe la terra e quelle che da essa derivano,
ovvero l’energia idraulica, del vento, delle biomasse, delle onde e
delle correnti, ma anche l’energia geotermica e l’energia dissipata
sulle coste dalle maree, dovute all’influenza della luna.
Alcune di queste fonti
posso essere sfruttate in microgenerazione, ovvero nella produzione di
energia elettrica o termica a mezzo di impianti tali da soddisfare il
bisogno energetico di piccole o medie utenze (es. microidroelettrico,
microeolico, impianti fotovoltaici o solari di piccola taglia).
Si deve comunque
ricordare che non è ancora noto se sia effettivamente possibile coprire
l'attuale fabbisogno energetico mondiale a mezzo del solo il potenziale
da fonte rinnovabile; vi sono ad esempio problemi connessi con
l'aleatorietà e la non programmabilità di molte fonti, o ancora con
l’utilizzo delle stesse nel settore dei trasporti, che dovrebbero
spingere la ricerca verso sistemi alternativi di stoccaggio e
combustione.
Questo è il motivo per
cui la produzione di energia da rinnovabili non è sufficiente ai fini
della riduzione della dipendenza da fonti fossili (e dunque degli
alteranti in atmosfera). Indispensabili sono, dunque, tutte quelle
azioni atte a ridurre i consumi energetici umani, siano essi di natura
elettrica o termica, ovvero il perseguimento del risparmio energetico.
Si può risparmiare
energia sia ricorrendo a dispositivi o sistemi ad alta efficienza
energetica, sia migliorando le prestazioni degli involucri edilizi, o
ancora razionalizzando l’utilizzo dell’energia con una serie di
accorgimenti comportamentali.
Varie sono le soluzioni
possibili per conseguire un risparmio adottando dei dispositivi che
“consumino” meno energia.
In riferimento al
settore civile, sicuramente gli interventi più immediati sono relativi
al sistema di illuminazione, di riscaldamento e alla scelta degli
elettrodomestici.
L’illuminazione
Per quanto concerne
l’illuminazione, si ricorda che in Italia tale carico rappresenta
all’incirca il 13,5% della quota totale spesa di energia elettrica. Tale
percentuale è destinata sicuramente a scendere, grazie all’intervento
del legislatore europeo che, a partire da settembre 2009, provvederà a
vietare, gradualmente, la vendita delle vecchie lampade a incandescenza
a filamento, obbligando all’acquisto delle lampade fluorescenti ed
alogene. Queste ultime, infatti, garantiscono rispettivamente un
consumo inferiore del 75% e del 25% a quello relativo alle lampade a
incandescenza.
Il
riscaldamento
L'energia spesa per il
riscaldamento e per la produzione di acqua calda nel settore
residenziale rappresenta in Italia il 20% circa dei consumi nazionali.
La riduzione di tale aliquota, oltre che su interventi sulla struttura
da riscaldare per i quali si rimanda alle pagine seguenti, può essere
realizzata tramite:
-
adozione di caldaia
ad alto rendimento;
-
adozione di impianti
di riscaldamento;
-
utilizzo di valvole
termostatiche.
Le caldaie ad alto
rendimento sono essenzialmente quelle a premiscelazione e quelle a
condensazione. Le prime hanno un rendimento costante e superiore al 90%
grazie all’adozione di un particolare bruciatore; le seconde permettono
di raggiungere un rendimento elevatissimo (104-105 %) grazie al recupero
di una parte dei gas di scarico sotto forma di vapore acqueo. Le caldaie
a condensazione migliorano di molto le prestazioni se combinate
all’installazione di impianti funzionanti a bassa temperatura, come i
pannelli radianti.
Gli
elettrodomestici
Gi elettrodomestici
rappresentano in Italia, con l’illuminazione, il 23% circa del consumo
elettrico totale. L’utilizzo di elettrodomestici con alta efficienza
energetica porterebbe ad una cospicua riduzione di tale aliquota nonché
un considerevole risparmio in termini di denaro.
L’incentivo all’utilizzo
di elettrodomestici più efficienti nasce in Europa formalmente con
l’emanazione della Direttiva Europea 92/7CEE, che ha stabilito la
necessità di applicare un’etichetta energetica ai principali
elettrodomestici.
Facendo seguito a tale
Direttiva, in Italia, a partire dal 1998, è stata resa obbligatoria
l’etichettatura energetica per frigoriferi e congelatori e poi, negli
anni a seguire, anche per gli altri elettrodomestici.
L’etichetta consente di
conoscere le caratteristiche energetiche degli elettrodomestici al
momento dell’acquisto: su ogni prodotto viene infatti indicata una
lettera alla quale corrisponde un certo consumo, seguendo la scala
riportata qui a fianco. Di recente è stata approvata dalla Commissione
Europea una nuova etichetta che includerà anche gli elettrodomestici con
efficienza energetica superiore alla classe A.
Miglioramento delle prestazioni degli involucri edilizi
Sono evidenti i vantaggi
nel valutare, sin dalla fase di progettazione di un edificio, la
sostenibilità energetica, in modo da limitare i consumi e le emissioni
nocive nell’ambiente ad essi associate; questo vuol dire progettare
strutture nelle quali sia garantita la qualità abitativa, sfruttando al
meglio le tecnologie disponibili e gli apporti energetici naturali al
fine di ottenere un livello di comfort ugualmente soddisfacente.
Se non previsto in fase
di progettazione, la limitazione dei consumi energetici è conseguibile
anche in termini di riqualificazione energetica degli edifici
esistenti, intervenendo sulle dispersioni delle pareti, del tetto, delle
finestre e installando caldaie e impianti di riscaldamento ad alta
efficienza.
Tali accorgimenti
possono ridurre il consumo di combustibile in un ambiente domestico del
40 % con conseguente risparmio anche in termini di denaro.
Razionalizzare l’uso dei
combustibili fossili, investire nella ricerca, utilizzare fonti
rinnovabili, risparmiare energia: queste sono le parole chiave per
rendere il pianeta più sostenibile.
Bibliografia
Patroni E., Tiberio G., Ianiro V. - Energia e sostenibilità
ambientale. ARPA Molise, Maggio 2009.
Vera Ianiro |