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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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“Energia, inquinanti e climalteranti”

di Vera Ianiro 

 

Premessa

Uno dei potenziali fattori di rischio per l’ambiente e la salute è legato sicuramente alla qualità dell’aria che respiriamo. Lo sviluppo delle attività antropiche ha comportato, nel corso degli anni, un rilevante aumento di emissioni di inquinanti in atmosfera ma anche di climalteranti, causando effetti sia diretti che indiretti dannosi per l’uomo e per le varie matrici ambientali. L’uso razionale dell’energia e la produzione della stessa con sistemi meno impattanti potrà mitigare tali effetti, e contribuire all’ottenimento di una vita più sostenibile.

 

Analisi dei fattori alteranti

Inquinamento atmosferico

L’alterazione della composizione chimica dell’aria è causata da elementi inquinanti che, da letteratura, possono essere classificati in base alla loro natura così come segue:

·        di origine antropica (derivanti dall’utilizzo dei combustibili fossili, attività di produzione industriale, estrazione dei minerali, incenerimento dei rifiuti, attività agricola);

·        naturali (derivanti da fenomeni naturali).

 

 


 

        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’inquinante di origine antropica, dunque, può derivare da processi di combustione, piuttosto che da lavorazioni industriali o ancora direttamente dal traffico veicolare e ogni elemento, così come testimoniato dalle risultanze di numerosi studi condotti in merito, è associato a impatti più o meno gravi sull’ambiente e sulla salute. Nella tabella che segue si riportano in dettaglio gli inquinanti, la fonte e l’impatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Alterazione del clima

L'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite (IPCC) ha dichiarato che la temperatura del pianeta Terra è aumentata di circa 0,56 – 0,92 °C durante gli ultimi 100 anni (1906-2005), riscontrando che "la maggior parte dell'incremento osservato delle temperature medie globali a partire dalla metà del XX secolo è molto probabilmente da attribuire all'incremento osservato delle concentrazioni di gas serra antropogenici". Si tratta di una tesi sostenuta da oltre trenta associazioni scientifiche internazionali.

L’effetto serra è un fenomeno naturale determinato dalla capacità dell’atmosfera di trattenere sotto forma di calore parte dell’energia che proviene dal sole.

 

 

 

 

 

 


 

 

Le emissioni in atmosfera di grandi quantità di gas serra, dovute alle attività umane, stanno generando un effetto serra aggiuntivo a quello naturale.

Esse derivano per la maggior parte dal consumo e dalla combustione di fonti fossili, da alcune produzioni industriali, dall’agricoltura , dall’allevamento e dalla gestione dei rifiuti. I potenziali rischi ambientali, sociali ed economici connessi con il riscaldamento globale possono essere numerosi, quali il ritiro dei ghiacciai, e il conseguente aumento del livello dei mari tra i 2 e i 6 metri (il che causerebbe inondazioni), le modifiche nella distribuzione e nella quantità delle piogge con il connesso aumento del numero e dell'intensità degli uragani, ma ancora l’aumento della diffusione di malattie (es. malaria), la diminuzione delle scorte di acqua dolce causata dall’innalzamento dei mari e le enormi migrazioni di massa dalle zone colpite.

 

Come mitigare l’inquinamento atmosferico e i mutamenti climatici

L’inquinamento atmosferico a l’alterazione del clima possono essere accomunate dall’emissione in atmosfere di sostanze derivanti da settori quali la produzione di energia elettrica, i processi industriali in genere e il traffico veicolare. Di seguito si riportano, in dettaglio, le emissioni di CO2, SO2 e NOx, per gli ambiti appena menzionati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

Come si evince dai dati indicati, il settore dell’energia è la maggiore causa di emissioni in atmosfera sia di inquinanti sia di anidride carbonica, essendo fortemente basato sull’utilizzo di combustibili fossili, ovvero sullo sfruttamento di gas naturale, carbone e derivati petroliferi, che soddisfano oltre l’80% del fabbisogno energetico mondiale (World Resours Istitute –www.earthtrends.wri.org).

La riduzione della dipendenza da tali fonti si rende fattibile solo coadiuvando una serie di operazioni che vanno dalla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili al risparmio energetico, dalla riqualificazione delle centrali termoelettriche alla ricerca di soluzioni tecnologiche meno inquinanti.

L’utilizzo delle fonti rinnovabili rappresenta già un notevole contributo alla riduzione di inquinanti e di climalteranti.

Tali fonti comprendono  l’energia solare che investe la terra e quelle che da essa derivano, ovvero l’energia idraulica, del vento, delle biomasse, delle onde e delle correnti, ma anche l’energia geotermica e l’energia dissipata sulle coste dalle maree, dovute all’influenza della luna.

Alcune di queste fonti posso essere sfruttate in microgenerazione, ovvero nella produzione di energia elettrica o termica a mezzo di impianti tali da soddisfare il bisogno energetico di piccole o medie utenze (es. microidroelettrico, microeolico, impianti fotovoltaici o solari di piccola taglia).

Si deve comunque ricordare che non è ancora noto se sia effettivamente possibile coprire l'attuale fabbisogno energetico mondiale a mezzo del solo il potenziale da fonte rinnovabile; vi sono ad esempio problemi connessi con l'aleatorietà e la non programmabilità di molte fonti, o ancora con l’utilizzo delle stesse  nel settore dei trasporti, che dovrebbero spingere la ricerca verso sistemi alternativi di stoccaggio e combustione.

Questo è il motivo per cui la produzione di energia da rinnovabili non è sufficiente ai fini della riduzione della dipendenza da fonti fossili (e dunque degli alteranti in atmosfera). Indispensabili sono, dunque, tutte quelle azioni atte a ridurre i consumi energetici umani, siano essi di natura elettrica o termica, ovvero il perseguimento del risparmio energetico.

Si può risparmiare energia sia ricorrendo a dispositivi o sistemi ad alta efficienza energetica, sia migliorando le prestazioni degli involucri edilizi, o ancora razionalizzando l’utilizzo dell’energia con una serie di accorgimenti comportamentali.

Varie sono le soluzioni possibili per conseguire un risparmio adottando dei dispositivi che “consumino” meno energia.

In riferimento al settore civile, sicuramente gli interventi più immediati sono relativi al sistema di illuminazione, di riscaldamento e alla scelta degli elettrodomestici.

L’illuminazione

Per quanto concerne l’illuminazione, si ricorda che in Italia tale carico rappresenta all’incirca il 13,5% della quota totale spesa di energia elettrica. Tale percentuale è destinata sicuramente a scendere, grazie all’intervento del legislatore europeo che, a partire da settembre 2009, provvederà a vietare, gradualmente, la vendita delle vecchie lampade a incandescenza a filamento, obbligando all’acquisto delle lampade fluorescenti ed alogene.  Queste ultime, infatti, garantiscono rispettivamente un consumo inferiore del 75% e del 25% a quello relativo alle lampade a incandescenza.

Il riscaldamento

L'energia spesa per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda nel settore residenziale rappresenta in Italia il 20% circa dei consumi nazionali. La riduzione di tale aliquota, oltre che su interventi sulla struttura da riscaldare per i quali si rimanda alle pagine seguenti, può essere realizzata tramite:

  • adozione di caldaia ad alto rendimento;

  • adozione di impianti di riscaldamento;

  • utilizzo di valvole termostatiche.

Le caldaie ad alto rendimento sono essenzialmente quelle a premiscelazione e quelle a condensazione. Le prime hanno un rendimento costante e superiore al 90% grazie all’adozione di un particolare bruciatore; le seconde permettono di raggiungere un rendimento elevatissimo (104-105 %) grazie al recupero di una parte dei gas di scarico sotto forma di vapore acqueo. Le caldaie a condensazione migliorano di molto le prestazioni se combinate all’installazione di impianti funzionanti a bassa temperatura, come i pannelli radianti.   

Gli elettrodomestici

Gi elettrodomestici rappresentano in Italia, con l’illuminazione, il 23% circa del consumo elettrico totale. L’utilizzo di elettrodomestici con alta efficienza energetica porterebbe ad una cospicua riduzione di tale aliquota nonché un considerevole risparmio in termini di denaro.

L’incentivo all’utilizzo di elettrodomestici più efficienti nasce in Europa formalmente con l’emanazione della Direttiva Europea 92/7CEE, che ha stabilito la necessità di applicare un’etichetta energetica ai principali elettrodomestici.

Facendo seguito a tale Direttiva, in Italia, a partire dal 1998, è stata resa obbligatoria l’etichettatura energetica per frigoriferi e congelatori e poi, negli anni a seguire, anche per gli altri elettrodomestici.

L’etichetta consente di conoscere le caratteristiche energetiche degli elettrodomestici al momento dell’acquisto: su ogni prodotto viene infatti indicata una lettera alla quale corrisponde un certo consumo, seguendo la scala riportata qui a fianco. Di recente è stata approvata dalla Commissione Europea una nuova etichetta che includerà anche gli elettrodomestici con efficienza energetica superiore alla classe A.

Miglioramento delle prestazioni degli involucri edilizi

Sono evidenti i vantaggi nel valutare, sin dalla fase di progettazione di un edificio, la sostenibilità energetica, in modo da limitare i consumi e le emissioni nocive nell’ambiente ad essi associate; questo vuol dire progettare strutture nelle quali sia garantita la qualità abitativa, sfruttando al meglio le tecnologie disponibili e gli apporti energetici naturali al fine di ottenere un livello di comfort ugualmente soddisfacente.

Se non previsto in fase di progettazione, la limitazione dei consumi energetici è conseguibile anche in termini di  riqualificazione energetica degli edifici esistenti, intervenendo sulle dispersioni delle pareti, del tetto, delle finestre e installando caldaie e impianti di riscaldamento ad alta efficienza.

Tali accorgimenti possono ridurre il consumo di combustibile in un ambiente domestico del 40 % con conseguente risparmio anche in termini di denaro.

 

Razionalizzare l’uso dei combustibili fossili, investire nella ricerca, utilizzare fonti rinnovabili, risparmiare energia: queste sono le parole chiave per rendere il pianeta più sostenibile.

 

Bibliografia

Patroni E., Tiberio G., Ianiro V. - Energia e sostenibilità ambientale. ARPA Molise, Maggio 2009.

 

Vera Ianiro


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