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Energie Rinnovabili in
Italia: l'uso delle biomasse come alternativa a eolico e solare
di Giuseppe Vizzari
Riferendoci alle energie rinnovabili
intendiamo tutte quelle forme di energia che derivano da fonti
rigenerabili o non esauribili il cui utilizzo non pregiudica la
disponibilità di energia per le generazioni future. La loro
caratteristica peculiare è quella di essere alternative alle fonti di
energia fossili. Per la legislazione italiana si devono considerare
rinnovabili :” il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse
geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia
elettrica dei prodotti vegetali, o dei rifiuti organici ed inorganici”
(D.L. 16/03/99, n. 79). In base a tale definizione verrebbe da pensare
che anche tutti rifiuti urbani entrano a far parte della categoria
“fonti rinnovabili”, ma per la Commissione Europea, ai sensi della
direttiva 2001/77/CE, solo la frazione biodegradabile dei rifiuti può
considerarsi una fonte energetica rinnovabile.
Storicamente la forma di energia rinnovabile
più utilizzata è stata quella idroelettrica, numerosi sono gli impianti
idroelettrici sull'arco alpino e sulla dorsale appenninica tutt'ora
attivi, ed altri vengono costruiti. La centrale idroelettrica di per se
è una centrale “pulita” per quanto riguarda le emissioni, di contro vi è
un considerevole impatto ambientale nella costruzione dei bacini di
accumulo dell'acqua, sia per le emissioni e la cementificazione durante
la costruzione, sia per l'allagamento di vaste aree durante l'accumulo
del bacino.
Un altra fonte di energia classicamente
considerata come rinnovabile è quella geotermica, che sfrutta il calore
terrestre, generato dai movimenti convettivi del magma o tramite acque
di profondità, ma anche qui vi sono delle considerazioni da fare,
infatti è noto che un “campo geotermico” può modificarsi nel tempo ed
avere delle diminuzioni anche considerevoli fino ad un terzo in un
decennio. Altre fonti rinnovabili che negli ultimi anni vengono sempre
più utilizzate, anche a fronte di campagne di incentivazione, sono
quella solare e quella eolica. Nel caso dell'energia eolica molti dubbi
e pareri discordanti si fanno sentire.
Basti pensare che ogni parco eolico per
venire allestito richiede l'uso di ingenti quantità di cemento, per non
parlare del danno ambientale e paesaggistico che si viene a creare sulle
zone all'uopo destinate. Sull'argomento è di attualità la civile lotta
proposta e portata avanti dal Prof. Vittorio Sgarbi, il quale evidenzia
proprio lo scempio ambientale che l'installazione di un parco eolico
comporta a fronte di ingenti difficoltà oggettive nella posa in opera,
grandi differenze tra l'energia elettrica effettivamente prodotta
rispetto quella preventivata, la difficoltà dei collegamenti alla rete
di distribuzione nazionale.
Argomentazioni che, anche se in misura
minore, sarebbero estendibili anche alle installazioni dei parchi
fotovoltaici. Anche in questo caso molti metri quadrati di terreno
vengono ricoperti da cemento e pannelli solari, si assiste a fenomeni di
disboscamento incontrollato, e molti terreni che prima erano destinati
alla coltivazione ora sono coperti da pannelli di silicio. In questo
caso però l'impatto ambientale sarebbe minore se si cominciassero a
sfruttare meglio le superfici dei tetti delle costruzioni civili ed
industriali.
È un difficile equilibrio quello che si deve
trovare per evitare la selvaggia deturpazione dell'ambiente nel nome
dell'energia “pulita” . In questo senso l'utilizzo delle biomasse
potrebbe essere una valida alternativa.
La biomassa non è altro che materiale
organico di origine vegetale o animale, possono essere alberi, residui
forestali, residui agricoli, residui industriali, rifiuti zootecnici,
rifiuti urbani. Una vera e propria risorsa anche per un miglioramento
delle condizioni ambientali, in quanto si viene a creare un ciclo chiuso
della CO2 che, prodotta dagli impianti di produzione di
energia, viene riciclata dall'ambiente per produrre biomassa. Inoltre
può essere utilizzata non solo per la produzione di energia elettrica o
calore, in Brasile per esempio l'uso di carburanti derivanti da
biomassa, insieme allo sfruttamento dei propri giacimenti, ha portato il
paese alla autonomia petrolifera. Punto di forza di questa “fonte” di
energia è la sua disponibilità praticamente illimitata, rispetto alla
domanda. Varie sono le tecnologie già utilizzate a livello industriale o
utilizzabili dopo ulteriori sperimentazioni per produrre energia da
biomassa.
Si va dai processi biochimici di digestione
aerobica ed anaerobica con cui si ricavano rispettivamente calore,
sfruttato mediante l'utilizzo di particolari strumenti detti
“scambiatori a fluido”, e biogas. È da notare che alla fine del processo
anaerobico gli scarti possono essere utilizzati come ottimi
fertilizzanti naturali. Un altro trattamento tipico delle lavorazioni
delle biomasse è la “fermentazione alcolica”, mediante la quale si
ottiene il bioetanolo. Un altro processo cui possono venire sottoposte
le biomasse di natura legnosa e cellulosica è quello della
“carbonizzazione”, da cui si ottiene carbone. Inoltre abbiamo la
combustione diretta della biomassa, con cui si produce energia termica
che viene utilizzata direttamente o convertita in altri tipi di energia,
ad esempio elettrica.
La biomassa tipicamente utilizzata a tale
scopo è rappresentata da legnami, residui di raccolta di cereali e
legumi, residui da potature e di industrie agrarie, e cosi di seguito.
Un ulteriore processo cui vengono destinate
le biomasse è quello della estrazione di olii per la produzione di
biodisel, tipicamente utilizzando piante oleaginose quali soia,
girasole, colza, etc.. Anche in questo caso gli scarti della
lavorazione, essendo ricchi di proteine, dopo l'estrazione della parte
oleica, possono essere riutilizzati producendo mangimi per animali. Gli
olii estratti possono essere direttamente utilizzati oppure complessati
in molecole più pesanti mediante processi di esterificazione. L'utilizzo
come combustibile delle biomasse consente di ottenere varie forme di
energia; elettrica, termica e termodinamica (biocarburanti), sostituendo
i combustibili fossili. Inoltre in molti casi gli scarti della
lavorazione possono essere riutilizzati o come fertilizzanti o
nell'alimentazione animale.
Tra gli altri vantaggi che l'utilizzo delle
biomasse può portare, possiamo considerare il fatto che con le
riforestazioni si recuperano terreni in zone semi-desertiche abbandonate
e di conseguenza si aumenta il “verde” del territorio interessato
migliorando la qualità dell'aria e dell'ambiente. Sviluppare campi
destinati a biomassa porta anche ad una stabilizzazione di molti terreni
che per via della mancanza di alberi si trovano in condizioni di forte
pericolo idrogeologico. Non ultimo si riduce la dipendenza dalle
importazioni di energia dall'estero, il che rappresenta un aspetto
economico molto importante. Un ulteriore punto a favore è che si ha un
modo pulito e conveniente di smaltire una gran quantità di scarti di
lavorazioni sia di tipo industriale che civile, tenendo ben fermo però
il fatto che biomassa, come già detto, non è sinonimo di rifiuto, la cui
termodistruzione è un altro aspetto.
Bisogna sempre aver presente che le biomasse
sono esclusivamente materiali di origine vegetale, che non devono essere
confusi con gli scarti delle attività umane, quali i rifiuti solidi
urbani non biodegradabili. Comunque rimane il fatto che la conversione
per utilizzare la biomassa come combustibile nelle attuali centrali
termodinamiche, può essere fatta con investimenti relativamente bassi a
fronte di vantaggi indiscutibili. Ad oggi l'utilizzo della biomassa per
produrre elettricità e calore consente di soddisfare le necessità di una
città. La ricerca sull'utilizzo delle biomasse oltre che nel migliorare
le attuali applicazioni, si sta concentrando soprattutto sullo sviluppo
e perfezionamento dei sistemi di gassificazione e di bioraffinazione.
Ottenere metano e biocarburanti partendo da
scarti di coltivazioni può essere la svolta per affrancarsi finalmente
dai combustibili fossili cosi dannosi per la salute e per l'ambiente.
Sarebbe l'ideale su cui puntare, anche se oggi molti sono i problemi che
circondano l'utilizzo di queste forme di produzione di energia, come la
scarsità di tecnologie adeguate per rendere la combustione della
biomassa pulita e ad alto rendimento, la carenza di infrastrutture, la
mancanza di una precisa strategia nazionale che indichi gli obbiettivi e
per implementare lo sviluppo, la mancanza di un adeguata legislazione
che elimini le lungaggini burocratiche, da sempre croce della nazione, e
dia regole certe e adeguati finanziamenti sia pubblici che privati, e
non ultimo, la mancanza di un collegamento di intenti tra ricerca,
industria e Stato. Si fa tanto parlare di attenzione per l'ambiente, di
ricercare fonti alternative di energia, abbiamo tutto quello di cui
abbiamo bisogno, manca solo la volontà di utilizzarlo correttamente.
Sfruttando al meglio queste tecnologie quello che ieri rappresentava un
costo anche salato per il Paese, domani può essere un eccezionale volano
per uno sviluppo sostenibile della Nostra economia.
Giuseppe
Vizzari |