ESEMPI LOCALI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
di Sara Bonati
(Gen.2009)
Secondo le stime dell’Ipcc (1990), l’aumento di
temperatura a cui abbiamo assistito negli ultimi anni porterebbe a un
innalzamento del livello del mare di 8-29 cm entro il 2030 e di un metro
entro il 2100. Tutto questo a causa dello scioglimento dei ghiacci,
dell’alterazione delle precipitazioni e della dilatazione termica delle
molecole di acqua. Le conseguenze di questo evento comprenderebbero
l’inondazione permanente di centinaia di chilometri quadrati di costa
bassa tra l’Oceano Atlantico e la costa del Golfo del Messico. Più di 90
milioni di persone in Cina, Bangladesh ed Egitto potrebbero diventare
senza tetto. Moltissime isole basse, soprattutto nel Pacifico,
potrebbero inabissarsi per sempre.
Il valore economico di questo danno è stimabile tra US$
42 e 75 miliardi.
Spese ingenti saranno prese per costruire costose misure
di ingegneria (vd. Tokyo, Venezia, NY, Miami). Questo perché l’aumento
dell’evaporazione conseguente all’innalzamento delle temperature porterà
con sé un aumento dei fenomeni climatici.
A
conseguenza di questo possibile scenario si è sollevato l’interesse
internazionale. Nel 1992 la Conferenza di Rio de Janeiro ha portato
all’adozione dell’Agenda 21, concretizzazione del concetto di
sostenibilità ambientale introdotto nel 1987 dal rapporto Brundtland.
Nuovi
concetti del linguaggio mediatico e politico, quali «sviluppo
sostenibile» e «impatto ambientale», sono nati allo scopo di migliorare
la relazione delle imprese e della collettività con la natura al fine di
raggiungere «l’equità sociale, l’efficienza economica e l’integrità
dell’ecosistema». Il rapporto Brundtland ha definito lo sviluppo
sostenibile «uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza
compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i
propri». Le dimensioni della sostenibilità
sono state contate in sei livelli: economica, sociale, ambientale,
geografica, demografica, culturale. La vastità delle componenti toccate
dimostra che il lavoro di “restauro” dell’ambiente coinvolge l’intera
comunità internazionale a tutti i suoi livelli.
Uno
sforzo in questa direzione è stato rappresentato dal lancio del
Millennium Project, che ha previsto la realizzazione di 10 goals
finalizzati al raggiumento dello sviluppo sostenibile in tutte le sue
dimensioni. Tra queste ha trovato spazio anche la sostenibilità
ambientale, che corrisponde al Goal numero 7: «Ensure
Environmental Sustainability». Il punto in questione ha previsto il
raggiungimento di dieci obiettivi, tra cui la prevenzione di fronte ai
cambiamenti climatici. Il rapporto inoltre ha riconosciuto come causa
delle mutazioni ambientali l’attività umana e in particolare l’attività
industriale dei paesi avanzati, mentre ha identificato i paesi più
poveri e in via di sviluppo come principali vittime dei fenomeni
catastrofici scatenati dall’inquinamento e dal consumo eccessivo di
risorse naturali.
Al’interno
di questa nuova realtà di coscienza globale del problema “ambiente” si
sono collocate negli ultimi anni alcune scelte politiche finalizzate
alla tutela del territorio. La regione Lombardia, ad esempio, in data 1
marzo 2005, ha emanato una legge regionale (pubblicata sul C.U.R.L. in
data 16 marzo 2005) allo scopo di ridefinire il concetto di
pianificazione del territorio. Oggi i diversi comuni della regione sono
chiamati ad elaborare un proprio PGT che tenga in considerazione le
nuove direttive previste dalla legge del 2005. Dunque, quali sono questi
nuovi principi a cui oggi bisogna guardare? Nel Titolo I, che definisce
l’oggetto e i criteri ispiratori della medesima, si può leggere la
presenza del criterio di sostenibilità. Al punto 2°) dello stesso titolo
si legge che la legge ha lo scopo di definire «gli indirizzi di
pianificazione atti a garantire processi di sviluppo sostenibili»,
nonché la diffusione della «cultura della sostenibilità ambientale» e
della «contabilità delle risorse». La regione, in questo modo, intende
promuovere «la sostenibilità e la compatibilità urbanistica, la tutela
dell’ambiente e gli aspetti socio-economici». Dunque, la regione
«promuove il recupero e la riqualificazione delle aree degratade o
dismesse».
Riprendendo il rapporto Bruntland, la legge del 2005 al Titolo II capo I
art. 2 stabilisce che i piani teritoriali debbano uniformarsi al
criterio della sostenibilità «intesa come la garanzia di uguale
possibilità di crescita del benessere dei cittadini e di salvaguardia
dei diritti delle future generazioni».
La
valutazione ambientale, come richiesta dall’art. 4, è stabilita «al fine
di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello
di protezione dell’ambiente». Il documento di piano, nella fase di
definizione degli obiettivi, deve, dunque, tenere sempre in forte
considerazione «la riqualificazione del territorio, e la minimizzazione
del consumo del suolo in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle
risorse territoriali».
Lo
sviluppo sostenibile è, dunque, opportunità di crescita, intesa come
rispetto del territorio, utilizzo appropriato delle risorse ambientali,
e sviluppo di realtà imprenditoriali alternative. Infatti sempre più
importante è la necessità di dare spazio a nuove forme di imprenditoria
che si occupino della diffusione di fonti energetiche alternative, ossia
che abbiano un impatto ambientale limitato.
Dunque la tutela del clima non deve essere percepita come limitazione
allo sviluppo industriale ed economico, ma anzi come nuovo
reindirizzamento di questa realtà verso nuove possibilità e fonti di
sopravvivenza per il sistema medesimo, garantendo un miglioramento della
qualità e soprattutto fondandosi su fonti energetiche più sicure.
All’interno del PGT della regione lombardia è nata una serie di
iniziative finalizzate a garantire e salvaguardare alcune aree
specifiche ritenute importanti a livello turistico, culturale-storico,
ambientale. Tra queste possiamo citare il recente Piano territoriale
regionale d’area, approvato in data 13 giugno 2008, che ha come soggetto
i Navigli lombardi. Il PTRA si configura come «strumento di governance»
al fine di tutelare e valorizzare le potenzialità del territorio
interessato, in sintonia con la necessità di garantire uno sviluppo
sostenibile (miglioramento della qualità della vita locale e
riequilibrio ambientale). Con l’approvazione del Piano è stata prevista
anche la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), introdotta da legge
comunitaria e necessaria per definire in modo adeguato la situazione di
un luogo sottoposto a trasformazione o conservazione, sulla base di
indicatori ambientali predefiniti.
Allo
stesso modo quest’anno la regione Lombardia ha previsto l’introduzione
di incentivi finanziari (già adottati anche in passato) finalizzati a
promuovere la «cultura della sostenibilità», come si legge nella legge
del 2005.
Gli
enti locali lombardi, di fatto, hanno la possibilità di ottenere
contributi regionali per la realizzazione di progetti di
rifacimento-adeguamento di impianti di illuminazione pubblica esterna
già esistenti o da realizzarsi. Inoltre è stato rinnovato il contributo
economico per quei cittadini che decidono di demolire la propria
autovettura diesel allo scopo di acquistare un’auto econologica nuova.
Venti auto a idrogeno e gad naturali sono state previste da un accordo
tra Regione e Gruppo Sapio, insieme alla realizzazione di due stazioni
di rifornimento adeguate, al fine di promuovere l’uso di veicoli
ecocompatibili (vd. Sito regione Lombardia
www.regione.lombardia.it). Le
province di Como, Lecco e Varese, sempre in collaborazione con la
Regione, hanno previsto un «Piano energia», con lo scopo di ridurre le
emissioni inquinanti, diminuire i costi e promuovere nuove forme di
imprenditoria ecologica.
«Integrate the
principles of sustenable development into country policies and
programs and reverse the loss of environmental resources»,
http://www.mdgasiapacific.org/,
Millennium Development Goals Asia Pacific
Sara Bonati |
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