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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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ESEMPI LOCALI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

 di Sara Bonati

(Gen.2009)

 

Secondo le stime dell’Ipcc (1990), l’aumento di temperatura a cui abbiamo assistito negli ultimi anni porterebbe a un innalzamento del livello del mare di 8-29 cm entro il 2030 e di un metro entro il 2100. Tutto questo a causa dello scioglimento dei ghiacci, dell’alterazione delle precipitazioni e della dilatazione termica delle molecole di acqua. Le conseguenze di questo evento comprenderebbero l’inondazione permanente di centinaia di chilometri quadrati di costa bassa tra l’Oceano Atlantico e la costa del Golfo del Messico. Più di 90 milioni di persone in Cina, Bangladesh ed Egitto potrebbero diventare senza tetto. Moltissime isole basse, soprattutto nel Pacifico, potrebbero inabissarsi per sempre.

Il valore economico di questo danno è stimabile tra US$ 42 e 75 miliardi.

Spese ingenti saranno prese per costruire costose misure di ingegneria (vd. Tokyo, Venezia, NY, Miami). Questo perché l’aumento dell’evaporazione conseguente all’innalzamento delle temperature porterà con sé un aumento dei fenomeni climatici. A conseguenza di questo possibile scenario si è sollevato l’interesse internazionale. Nel 1992 la Conferenza di Rio de Janeiro ha portato all’adozione dell’Agenda 21, concretizzazione del concetto di sostenibilità ambientale introdotto nel 1987 dal rapporto Brundtland.

Nuovi concetti del linguaggio mediatico e politico, quali «sviluppo sostenibile» e «impatto ambientale», sono nati allo scopo di migliorare la relazione delle imprese e della collettività con la natura al fine di raggiungere «l’equità sociale, l’efficienza economica e l’integrità dell’ecosistema»[1]. Il rapporto Brundtland ha definito lo sviluppo sostenibile «uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri»[2]. Le dimensioni della sostenibilità sono state contate in sei livelli: economica, sociale, ambientale, geografica, demografica, culturale. La vastità delle componenti toccate dimostra che il lavoro di “restauro” dell’ambiente coinvolge l’intera comunità internazionale a tutti i suoi livelli.

Uno sforzo in questa direzione è stato rappresentato dal lancio del Millennium Project, che ha previsto la realizzazione di 10 goals finalizzati al raggiumento dello sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni. Tra queste ha trovato spazio anche la sostenibilità ambientale, che corrisponde al Goal numero 7: «Ensure Environmental Sustainability»[3]. Il punto in questione ha previsto il raggiungimento di dieci obiettivi[4], tra cui la prevenzione di fronte ai cambiamenti climatici. Il rapporto inoltre ha riconosciuto come causa delle mutazioni ambientali l’attività umana e in particolare l’attività industriale dei paesi avanzati, mentre ha identificato i paesi più poveri e in via di sviluppo come principali vittime dei fenomeni catastrofici scatenati dall’inquinamento e dal consumo eccessivo di risorse naturali.

Al’interno di questa nuova realtà di coscienza globale del problema “ambiente” si sono collocate negli ultimi anni alcune scelte politiche finalizzate alla tutela del territorio. La regione Lombardia, ad esempio, in data 1 marzo 2005, ha emanato una legge regionale (pubblicata sul C.U.R.L. in data 16 marzo 2005) allo scopo di ridefinire il concetto di pianificazione del territorio. Oggi i diversi comuni della regione sono chiamati ad elaborare un proprio PGT che tenga in considerazione le nuove direttive previste dalla legge del 2005. Dunque, quali sono questi nuovi principi a cui oggi bisogna guardare? Nel Titolo I, che definisce l’oggetto e i criteri ispiratori della medesima, si può leggere la presenza del criterio di sostenibilità. Al punto 2°) dello stesso titolo si legge che la legge ha lo scopo di definire «gli indirizzi di pianificazione atti a garantire processi di sviluppo sostenibili», nonché la diffusione della «cultura della sostenibilità ambientale» e della «contabilità delle risorse». La regione, in questo modo, intende promuovere «la sostenibilità e la compatibilità urbanistica, la tutela dell’ambiente e gli aspetti socio-economici». Dunque, la regione «promuove il recupero e la riqualificazione delle aree degratade o dismesse».

Riprendendo il rapporto Bruntland, la legge del 2005 al Titolo II capo I art. 2 stabilisce che i piani teritoriali debbano uniformarsi al criterio della sostenibilità «intesa come la garanzia di uguale possibilità di crescita del benessere dei cittadini e di salvaguardia dei diritti delle future generazioni».

La valutazione ambientale, come richiesta dall’art. 4, è stabilita «al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente». Il documento di piano, nella fase di definizione degli obiettivi, deve, dunque, tenere sempre in forte considerazione «la riqualificazione del territorio, e la minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali».

Lo sviluppo sostenibile è, dunque, opportunità di crescita, intesa come rispetto del territorio, utilizzo appropriato delle risorse ambientali, e sviluppo di realtà imprenditoriali alternative. Infatti sempre più importante è la necessità di dare spazio a nuove forme di imprenditoria che si occupino della diffusione di fonti energetiche alternative, ossia che abbiano un impatto ambientale limitato.

Dunque la tutela del clima non deve essere percepita come limitazione allo sviluppo industriale ed economico, ma anzi come nuovo reindirizzamento di questa realtà verso nuove possibilità e fonti di sopravvivenza per il sistema medesimo, garantendo un miglioramento della qualità e soprattutto fondandosi su fonti energetiche più sicure.

All’interno del PGT della regione lombardia è nata una serie di iniziative finalizzate a garantire e salvaguardare alcune aree specifiche ritenute importanti a livello turistico, culturale-storico, ambientale. Tra queste possiamo citare il recente Piano territoriale regionale d’area, approvato in data 13 giugno 2008, che ha come soggetto i Navigli lombardi. Il PTRA si configura come «strumento di governance» al fine di tutelare e valorizzare le potenzialità del territorio interessato, in sintonia con la necessità di garantire uno sviluppo sostenibile (miglioramento della qualità della vita locale e riequilibrio ambientale). Con l’approvazione del Piano è stata prevista anche la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), introdotta da legge comunitaria e necessaria per definire in modo adeguato la situazione di un luogo sottoposto a trasformazione o conservazione, sulla base di indicatori ambientali predefiniti.

Allo stesso modo quest’anno la regione Lombardia ha previsto l’introduzione di incentivi finanziari (già adottati anche in passato) finalizzati a promuovere la «cultura della sostenibilità», come si legge nella legge del 2005.

Gli enti locali lombardi, di fatto, hanno la possibilità di ottenere contributi regionali per la realizzazione di progetti di rifacimento-adeguamento di impianti di illuminazione pubblica esterna già esistenti o da realizzarsi. Inoltre è stato rinnovato il contributo economico per quei cittadini che decidono di demolire la propria autovettura diesel allo scopo di acquistare un’auto econologica nuova. Venti auto a idrogeno e gad naturali  sono state previste da un accordo tra Regione e Gruppo Sapio, insieme alla realizzazione di due stazioni di rifornimento adeguate, al fine di promuovere l’uso di veicoli ecocompatibili (vd. Sito regione Lombardia www.regione.lombardia.it). Le province di Como, Lecco e Varese, sempre in collaborazione con la Regione, hanno previsto un «Piano energia», con lo scopo di ridurre le emissioni inquinanti, diminuire i costi e promuovere nuove forme di imprenditoria ecologica.

 


[1] Rapporto Brundtland, 1987, definizione di sviluppo sostenibile

[2] Obiettivi dello sviluppo sostenibile, come previsti nel rapporto Brundtland del 1987, documento adottato dalla Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Wced 1983-86) e successivamente ripreso nell’Agenda 21 (Rio 1992)

[3] «Integrate the principles of sustenable development into country policies and programs and reverse the loss of environmental resources», http://www.mdgasiapacific.org/, Millennium Development Goals Asia Pacific

[4] «improve small-scale agricultural production systems (1), promote forest management for protection and sustainable production (2), combact threats to freshwater resources and ecosystems (3), address the threats to fisheries and marine ecosystems (4), address the drivers of air and water pollution (5), mitigate the anticipated effects of global climate change (6), strengthen institutions and governance (7), correct market failures and distorsions (8), improve access to and use of scientific and indigenous knowledge (9), buid environmental sustainability into all development project proposals (10)», ibidem


 

Sara Bonati

 
 

 

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