L’Estinzione e il pericolo di scomparsa delle
Tigri – Save the Tiger
Il
rischio di estinzione, le cause ed il pericolo di scomparsa
delle tigri
di
Maria Grazia De Biasio
Il
pianeta sta vivendo una profonda crisi che fa riferimento a una
riduzione notevole del numero di singole specie di animali. Ogni ora si
assiste alla scomparsa di tre specie di animali, in particolar modo per
i mammiferi, è quanto dichiara Maria Voronćova, direttore della
rappresentanza a Mosca del Fondo mondiale per la natura (WWF):
Sono a rischio di estinzione i rinoceronti,
elefanti e tigri. Nel mondo sono rimaste soltanto duemilasettecento
tigri. Nell’Estremo Oriente russo abitano
tigri dell’Amur, sono non più di quattrocento. Vi abita una magnifica
specie di leopardo, di cui sono rimasti 30-40 esemplari. Nello stesso
tempo si è drasticamente ridotta la popolazione di saiga, che una
ventina d’anni fa contava circa due milioni. Nel territorio della Russia
si è conservata una mandria di 3-5 mila saiga, ed in tutto sono 180
mila. Evidentemente, si sta riducendo anche il numero dei orsi bianchi e
dei trichechi che abitano nel Mare di Laptev.
Questo fenomeno accade in tutto il mondo.
Secondo i dati della World Conservation Union, negli ultimi cinquecento
anni si sono completamente estinti più di ottocentoquaranta specie di
animali. Analizzando i vari dati, l’estinzione avviene a una velocità
quasi mille volte in più rispetto ai ritmi del normale processo
evoluzionistico.
Tra le principali minacce al rischio di
estinzione, il riscaldamento globale che porta cambiamenti climatici
irreversibili e l’azione dell’uomo, infatti, l’occupazione di territori
e i tagli massicci dei boschi fa allargare le terre agricole e di
conseguenza si riducono gli animali presenti su quelle terre. Per non
parlare dei traffici illegali e di quello che è definito il “mercato
nero”.
Maria Voronćova dice:
È diminuito drasticamente il numero di
elefanti. Ogni anno bracconieri uccidono in Africa fino a 60 mila
elefanti. Li uccidono per avere l’avorio molto apprezzato nel Sud-Est
asiatico e in Cina. Li uccidono innanzitutto per ottenere soldi al fine
di mantenere organizzazioni terroristiche. Recentemente terroristi hanno
occupato un centro commerciale a Nairobi. L’organizzazione che
l’ha occupato proviene dalla
Somalia. Si ritiene che fino al 40% del denaro usato da
quest’organizzazione per
l’attività terroristica provenga dal commercio illegale di avorio e dal
bracconaggio in cui i terroristi sono attivamente coinvolti.
In Russia non solo si lotta contro i
bracconieri ma sono realizzati anche diversi progetti atti a conservare
specie rare di animali e di uccelli.
Con il processo di estinzione si fa
riferimento alla scomparsa di una determinata specie di organismi
viventi: è contrapposta alla speciazione, il processo opposto per cui
una nuova specie nasce da una preesistente.
Le cause del rischio di estinzione sono
diverse tra di loro, ma tutte molto comuni: un mutamento improvviso
dell'ambiente in cui vive la specie, e il mancato adattamento della
stessa; la comparsa di una specie concorrente (per il cibo) o di una
specie predatrice. In particolareil rischio di estinzione di una specie
è dovuto alla diminuzione dello spazio vitale, quindi allo
stravolgimento dell’habitat, e alla diminuzione del numero di esemplari
della specie stessa. In linea di massima, una popolazione di 5.000
esemplari e/o un habitat limitato a solo uno o due siti sono considerati
i limiti di sotto ai quali una specie corre un serio rischio di
estinzione.
Ci sono degli animali deboli, che vivono
soltanto di un particolare cibo, come ad esempio il panda, o che
sopravvivono solo su determinate isole, come le tartarughe giganti delle
Galapagos, specie per le quali i rischi vitali sono elevati, perché non
riescono ad adattarsi in habitat differenti; allo stesso tempo ci sono
animali onnivori, come i topi, le mosche e gli scarafaggi ed anche gli
uomini che invece si adattano facilmente in ogni ambiente.
Il tasso di estinzione è calcolato come
numero di famiglie biologiche d’invertebrati marini
e invertebrati estinte in un milione di anni. Normalmente tale tasso
rimane su 2-5 famiglie, ma si sono osservati almeno cinque grandi picchi
di estinzione, definiti appunto "estinzione di massa" o "transizione
biotica".
Andamento stimato del tasso d'estinzione
nelle ere geologiche
Piccole estinzioni
Oltre alle grandi estinzioni vi sono stati
periodi in cui si sono verificate estinzioni di minore entità. Tra le
piccole estinzioni si possono annoverare quelle avvenute 2, 11, 35-39,
90-95 e 170 milioni di anni fa. Per spiegare queste estinzioni sono
state proposte diverse ipotesi.
-
La prima ipotesi suggerisce un ciclo
di piccole estinzioni ogni 26 -30 milioni di anni. È difficile
datare accuratamente i fossili al fine di produrre risultati
affidabili.
-
La seconda ipotesi prevede che il
fenomeno di estinzioni sia stato causato da un’ipotetica stella
binaria compagna del Solechiamata Nemesi. Essa, periodicamente,
influirebbe sulla Nube di Oro causando la deviazione di diverse
centinaia o migliaia di asteroidi e comete verso il Sole (e di
conseguenza verso la Terra) una volta ogni 26 milioni di anni.
-
Una terza ipotesi suggerisce che
l'oscillazione del sistema solare attraverso il
piano galattico provochi come risultato un anomalo e intenso flusso
cometario.
-
Le quarte e recente ipotesi ancora
sottoposta a studi e dimostrazioni, prevede un periodico e
intensissimo vulcanismo (in inglese è chiamato verne
hot) su scala planetaria, durante le quali rocce gigantesche
sarebbero lanciate su di una traiettoria sub orbitale. Le
conseguenze degli impatti sarebbero molto simili agli effetti degli
impatti di asteroidi.
-
La quinta ipotesi, collegata al
fenomeno del vulcanismo, prevede che a seguito di un periodo
d’intenso vulcanismo la percentuale di anidride carbonica presente
in atmosfera possa aumentare velocemente, sfavorendo l’assorbimento
di ossigeno da parte dei mari. Microrganismi marini produttori di
acido solfidrico normalmente abitano in prossimità del chemio clino (zona
di equilibrio tra acque sature d’acido e ricche d’ossigeno). Una
riduzione dell'assorbimento dell'ossigeno nell'oceano conduce a un
innalzamento del chemio clino. Secondo uno studio pubblicato su Le
scienze, se la percentuale di anidride carbonica presente in
atmosfera raggiungesse un valore limite, stimato intorno alle
1000 pp., lachemio clino potrebbe raggiungere la superficie
dell'oceano, rendendo anossico il mare e liberando tremende bolle di
gas venefico su tutto il pianeta. Il gas avrebbe effetti deleteri
anche sullo scudo dell’ozono, favorendo la distruzione
del fitoplancton che è alla base della catena alimentare.
Nell’immagine sopra si vedono lapidi di
animali estinti grazie all’azione dell’uomo.
La causa di estinzione recente, ai giorni
nostri è causata, infatti, dall’uomo. Oltre il 95% delle estinzioni
animali dal 1600 in poi sono state causate dalla caccia, dalla
distruzione dell'habitat, dai mutamenti climatici o dalla competizione
con specie introdotte (non originarie del luogo). Casi celebri sono la ritina
di Stellerà, estintasi 27 anni dopo la sua scoperta, oppure
il tilacino e il dodo, che oggi si sta tentando di clonare.
Ultimamente, la presa di coscienza dell'uomo
nei confronti dell'ambiente che lo circonda ha fatto sì che si
cominciasse a cercare di porre rimedio agli errori del passato: da ciò
sono nati progetti per ricreare animali come l'uro con incroci e
selezioni genetiche, come avvenne nel secolo scorso con il quagga e con
il tarpan. In più nel 2010 è stata pubblicata la resurrection list (in
inglese la lista della resurrezione) con una top 10 in cui dieci animali
estinti sono quelli con le maggiori probabilità di essere clonati con
successo e sono:
1.
Lo smilodonte.
2.
Il dodo.
3.
L'uomo di Neanderthal.
4.
Il mammuth.
5.
Il moa.
6.
Iltilacino.
7.
L'orso gigante dalla
faccia corta.
8.
L'alce irlandese.
9.
Il Glyptodon.
10.
Il Rinoceronte lanoso.
Il rischio di estinzione delle
Tigri
Ho già trattato in un articolo per
l’esercitazione, l’estinzione del gobbo rugginoso, ho voluto questa
volta approfondire ed analizzare un altro evento spiacevole, il rischio
di estinzione delle tigri.
Gli esperti della fauna selvatica americana,
hanno contato appena 3.500 tigri allo stato selvatico in dodici paesi
asiatici, compresa la Russia. Circa un secolo fa erano 100.000. Le tigri
potrebbero estinguersi nell’arco di due decenni.
Le tigri sono state uccise illegalmente
per il commercio nero di alcune parti del loro corpo, dalla carne
alla pelliccia. Un commercio che trova terreno fertile in Asia dove
nulla è regolamentato, e a rischiare di più sono proprio gli animali
selvatici. L’organizzazioneSave The Tiger, con sede a Washington,
ha stimato, coadiuvata dalla polizia internazionale Interpol, il valore
di tale mercato illegale, il quale si pensa possa valere più di 20
miliardi di dollari l’anno (13,5 miliardi di euro).
Si possono vendere le pelli come tappeti
e mantelli, in un mercato nero in cui la pelle può arrivare ad
essere valutata fino a 20.000 dollari in Paesi come la Cina.
Ma altri pericoli provengono dalla distruzione degli habitat e
dalla riduzione delle prede, altre fonti di ricchezza nel vasto
patrimonio asiatico, spiegano gli ambientalisti.
Le tigri ancora sopravvivono in Bangladesh,
Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar,
Nepal, Russia, Tailandia e Vietnam. John Seidensticker, capo scienziato
presso lo Smithsonian’s National Zoo Conservation Ecology Center, ha
detto che l’habitat della tigre è diminuito del 40% negli ultimi
dieci anni a causa della distruzione delle foreste.
La nostra sfida è
di creare dei paesaggi dove le
tigri vive rendono più prezioso un terrano pieno di tigri uccise. Penso
che abbiamo un decennio di tempo per vedere se saremo custodi o
becchini.
Secondo uno studio del WWF se le aree
in cui le tigri vivono fossero protette, le riserve asiatiche sarebbero
in grado di sostenere dieci mila esemplari. Affinché ciò si realizzi i
13 Paesi che fanno parte dell’area asiatica, sentono di assumersi questa
responsabilità.
I rappresentanti di queste nazioni del
Sud-Est asiatico si sono incontrati per trovare un accordo, si spera di
riuscire a raddoppiare il numero attuale di tigri entro il 2022.
In parte si tenterà di ridurre la deforestazione.
Inoltre sarà istituito una sorte di regime di carbon trade, in cui chi
inquina paga. A questo saranno aggiunti servizi di assorbimento della
CO2, come il piantare nuovi alberi, dove questi sono tagliati.
Nel 1900 le tigri in tutto il mondo erano
circa centomila, oggi sono appena 3.200, quasi tutte raccolte nel
territorio di questi 13 Paesi asiatici. Zone in cui si calcola siano
stati investiti 7,5 miliardi di dollari per costruire miniere, strade e
dighe, e che potrebbero contribuire alla distruzione dell’habitat di
questi animali.
Le tigri si sono rivelate un prezioso tesoro
per i bracconieri che ne bramano le pelli e parti del corpo, apprezzate
anche nella medicina tradizionale cinese.
Lo Associate
Press afferma:
Le tigri selvatiche potrebbero estinguersi
in 12 anni se i Paesi dove ancora vivono non riescono ad agire
rapidamente per proteggere i loro habitat ed intensificare la lotta
contro il bracconaggio, secondo gli esperti mondiali di fauna selvatica
al vertice sulle tigri di domenica. James Leape, direttore generale del
World Wildlife Fund, ha detto alla riunione di San Pietroburgo che, se
non fossero adottate misure adeguate di protezione, le tigri potrebbe
scomparire entro il 2022.
Ci sono anche altre specie importanti in
tutto il mondo che stanno scomparendo, e si stanno estinguendo anche più
velocemente in quello che gli scienziati hanno definito come il fenomeno
della “sesta estinzione di massa della storia”.
La tigre che è in via
d’estinzione per cause che non sono naturali. Il commercio
internazionale delle tigriè vietato dalla CITES (la Convenzione
internazionale che regola il commercio delle specie minacciate).
Pare che la Cina, utilizzi parti
di tigrecome stimolante sessuale. In aggiunta pare chele ossa
e altre parti del corpo della tigre siano usate dalla medicina
tradizionale cinese e vendute come tonificanti o cure per le artriti e i
reumatismi. Alcune parti della tigre
sono inoltre usate per la pratica dello “jinbu” che, si crede,
possa trasmettere a chi le assume le qualità dell’animale mangiato.
Insomma, lo scenario è davvero drammatico, uniamo le nostre forze nel
programma Save the Tiger.
Maria Grazia De Biasio |