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EUTROFIZZAZIONE ED ECOSISTEMA

di Angela Ingegnoso

 

Per eutrofizzazione si intende un arricchimento eccessivo di sostanze nutritive nelle acque e nei suoli. La deposizione al suolo di composti di azoto favorisce la crescita delle foreste in quanto l’azoto è un nutriente, ma contemporaneamente porta alla distruzione di un gran numero di ecosistemi sia sulla terra che nel mare, con l’esito di impoverire la biodiversità, mi piacerebbe trattare l’argomento sugli ecosistemi marini.

Gli ecosistemi marini sono molteplici.

Si va dagli ecosistemi costieri, che l'uomo riesce con la sua azione a modificare maggiormente perché i punti di contatto sono facilmente raggiungibili, agli ecosistemi oceanici e abissali che al contrario sono poco antropizzati e dunque riescono a mantenere ambienti più equilibrati, perché gli organismi che vivono al loro interno seguono soltanto le leggi della natura, senza che l'uomo possa intervenire con la sua -spesso distruttiva- azione. Questa complessità e varietà degli ecosistemi marini fa sì che lo studio del ciclo vitale e dei comportamenti degli organismi che ci vivono sia molto più difficile che negli ecosistemi terrestri.

Spesso è difficile anche catalogare tutti gli organismi, molti dei quali restano ancora sconosciuti all’uomo. Uno dei problemi più preoccupanti è il fatto che i diversi ecosistemi marini stiano mutando il loro equilibrio a causa dei cambiamenti climatici e delle navi che sempre più spesso provocano dissesti, trasportando delle specie di pesci da un ecosistema all'altro, e causando alterazioni nella catena alimentare. Per fare un esempio, è da alcuni anni che l'ecosistema mediterraneo si sta tropicizzando, questo significa che molte specie esotiche, che normalmente non appartengono ad un ambiente come quello dei mari del mediterraneo, sta alterando l’equilibrio fra le specie autoctone.

Anche la pesca eccessiva causa disequilibri, perché causa lo spopolamento di specie necessarie alla sopravvivenza di un intero ecosistema, alterando tutti i livelli della catena alimentare. Per bloccare questo problema, periodicamente molte aree sono sottoposte fermo biologico, con il divieto di pesca, in modo che la zona si possa ripopolare e non si crei ulteriore danno all’ecosistema marino.

Negli ambienti di acqua dolce l’eutrofizzazione è quasi sempre originata dalla presenza di fosfati, in quanto il fosforo è in genere la sostanza che limita la crescita biologica degli organismi vegetali nelle acque dolci. Sul suolo e nel mare, invece, nella maggior parte dei casi è l’azoto il fattore limitante. Di conseguenza la deposizione di azoto – che si origina dalle emissioni di ossidi di azoto e ammoniaca – agisce come un fertilizzante in questi contesti. Ciò favorisce alcune specie vegetali che possono utilizzare con facilità l’azoto in eccesso, ma generalmente accade a spese di altre specie. L’impoverimento degli ecosistemi a causa della deposizione di azoto è un problema molto serio in gran parte dell’Europa.

A causa dei danni dovuti ai fenomeni dell’acidificazione e dell’eutrofizzazione, che si originano dall’emissione di inquinanti dell’aria che viaggiano spesso per migliaia di chilometri prima di depositarsi sul suolo o sulle acque, nel 1979 a Ginevra 34 Paesi e la Comunità Europea hanno firmato la Convenzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza La Convenzione è stato il primo strumento legalmente vincolante che ha affrontato il problema dell’inquinamento atmosferico su larga scala. Oltre a definire i principi generali di cooperazione internazionale per la lotta  integra le attività di ricerca con le discipline politiche. Con il termine eutrofizzazione si intende l'eccessivo accrescimento di piante acquatiche, dal greco eutrophia (eu = buona, trophòs = nutrimento), in origine indicava, in accordo con la sua etimologia, una condizione di ricchezza in sostanze nutritive (nitrati e fosfati) in ambiente acquatico; per effetto della presenza nell'ecosistema acquatico di dosi troppo elevate di sostanze nutritive come azoto o fosforo o zolfo provenienti da fonti naturali o antropiche (come i fertilizzanti, alcuni tipi di detersivo, gli scarichi industriali, ma anche civili), e il conseguente degrado dell'ambiente divenuto privo di vita.

L'accumulo di elementi come l'azoto e il fosforo causa il fenomeno dell'eutrofizzazione, cioè la proliferazione di alghe microscopiche che, non essendo smaltite dai consumatori primari, determinano una maggiore attività batterica; aumenta così il consumo di ossigeno, che viene a mancare ai pesci provocandone la morte. Il loro aumento numerico presso la superficie dello specchio d'acqua comporta una limitazione degli scambi gassosi (e quindi anche del passaggio in soluzione dell'ossigeno atmosferico O2).

Inoltre, quando le alghe muoiono vi è una conseguente forte diminuzione di ossigeno a causa della loro decomposizione ed i processi di putrefazione e fermentazione associati liberano grandi quantità di ammoniaca, metano e acido solfidrico, rendendo l'ambiente inospitale anche per altre forme di vita. Al posto dei microrganismi aerobici (che hanno bisogno di ossigeno) subentrano quelli anaerobici (che non hanno bisogno di ossigeno) che sviluppano sostanze tossiche e maleodoranti.

Nei processi di eutrofizzazione si assiste, all’inizio, a un’altissima produzione vegetale, che dà luogo al fenomeno delle “fioriture” di microalghe; in concomitanza con favorevoli condizioni fisiche (alte temperature, stratificazione delle masse d’acqua), si verifica anche la produzione di essudati organici, causata dallo spropositato apporto di sostanze nutritive provenienti dai terreni agricoli (sottoposti a frequenti lavorazioni meccaniche e concimazioni) e dalle acque di scarico inquinanti riversate nei laghi, nei fiumi e in mare. Anche gli effluenti rilasciati dagli impianti di depurazione contengono spesso elevate quantità di fosforo, poiché solo in alcuni casi questo elemento viene rimosso con un apposito trattamento finale.

Tra i maggiori responsabili dell’eutrofizzazione vi sono i detergenti che contengono fosfati tali composti vengono aggiunti per diminuire la durezza delle acque urbane che, per la presenza di ioni Ca++, rendono il detersivo meno efficiente. In Italia, per legge, la percentuale di composti di fosforo contenuti nei detersivi non può superare il 6,5%. Per contrastare l'eutrofizzazione sono necessari interventi che riducano gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici (riduzione dei fertilizzanti in agricoltura, depurazione degli scarichi civili e industriali trattamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed impianti di fitodepurazione).

La fitodepurazione è un sistema naturale di depurazione delle acque di scarico costituito da un bacino impermeabilizzato riempito con materiale ghiaioso e vegetato da piante acquatiche. La depurazione avviene mediante l'azione combinata tra substrato ghiaioso, piante, refluo e microorganismi presenti. Il sistema funziona in assenza di energia aggiunta e quindi di parti elettromeccaniche. Ciò permette di definire l’impianto ecocompatibile. Gli impianti di fitodepurazione opportunamente dimensionati e realizzati consentono un abbattimento del carico organico del refluo in entrata superiore al 90% e comunque conforme ai limiti di legge del D.Lgs 152/06.

 

Angela Ingegnoso

 


 

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