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EYE IN THE SKY
di Gioia Magliozzi
Nel mese di ottobre 2011
la NASA ha lanciato dalla Base Aerea di Vandenberg in California il
nuovo satellite di osservazione della Terra per la misurazione dei
cambiamenti climatici e delle variabili meteorologiche: il “National
Polar-orbiting Operational Environmental Satellite System Preparatory
Project (NPP)”. La missione è il risultato di una partnership fra NASA,
NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration),
Dipartimento della Difesa americana, settore privato e ricerca
universitaria.
E’ del 24 gennaio 2012,
invece, il battesimo del satellite, in occasione del meeting annuale
della Società Meteorologica Americana: è stato chiamato “Suomi NPP”, in
onore del meteorologo Verner Suomi (1915-1995), considerato il padre
della meteorologia satellitare.
Le sue ricerche e
invenzioni hanno migliorato radicalmente le previsioni meteo e la nostra
comprensione della meteorologia globale. Una su tutte, la “spin-scan
camera”, sistema di acquisizione di immagini che ci ha fornito le prime
fotografie dell’intero globo terrestre: proprio come quelle che vediamo
in televisione durante le previsioni meteo.
I dati del Suomi NPP, in
orbita polare a 824 chilometri dalla Terra e attualmente in fase
preparatoria, verranno trasmessi, a partire da marzo prossimo, a una
stazione terrestre nelle isole Svalbard, in Norvegia, e rilanciati agli
U.S.A. via cavo in fibra ottica. Strumenti e sensori ad hoc
forniranno dati critici utili sia ai meteorologi per migliorare le
previsioni meteo a breve termine, sia agli scienziati per comprendere le
dinamiche dei modelli climatici a lungo termine. Fra gli altri scopi
della missione vi è la misurazione dello strato di ozono, delle terre
emerse e della copertura di ghiaccio.
Gli scienziati useranno
i dati del Suomi NPP per compiere un passo avanti nella conoscenza della
Terra, ampliando e integrando i dati già acquisiti attraverso i
precedenti sistemi satellitari, grazie ai quali si sono avute intuizioni
determinanti riguardo alle dinamiche dell'intera biosfera terrestre,
incluse quelle di nubi, oceani, vegetazione, ghiaccio, terra solida e
atmosfera. L'incremento e l'integrazione delle rilevazioni satellitari
produrrà il materiale necessario per individuare e quantificare i
cambiamenti climatici globali.
«I am the
eye in the sky looking at you», cantava Alan Parsons.
Ora un occhio nel cielo
lo abbiamo davvero: non legge nel pensiero, come quello, ma leggerà i
segni di cielo e terra per consegnarci la chiave di un futuro a
dimensione d'uomo.
Gioia Magliozzi |
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