Uso di
triazine e presenza di Nitrati nelle acque di falda
di Cinzia Manchi
Comunemente
si definisce pesticida una qualunque sostanza utilizzata per prevenire,
allontanare o uccidere un insetto, fungo, roditore, erbaccia, ecc.
I pesticidi possono essere semplici sostanze inorganiche come zolfo,
cloro, arsina, arsenicato di rame, bromuro di potassio, oppure composti
organometallici, o
composti organici
volatili (VOC) come il tetracloruro di carbonio, il bromuro
di metile, il naftalene, o composti organici semivolatili (SVOC) come
pentaclorofenolo, diazinone, o, infine composti organici non volatili (NVOC).
I pesticidi più comuni sono rappresentati soprattutto dai composti
organici semivolatili (SVOC) e dai composti organici non volatili (NVOC).
Il D.Lgs
194/95 definisce come prodotti fitosanitari “le sostanze
attive ed i preparati contenenti una o più sostanze attive, presentati
nella forma in cui sono forniti all'utilizzatore”.
Le
problematiche che rendono necessario l’utilizzo dei pesticidi nella
produzione dell’ortofrutta sono molteplici, e partono dalla preparazione
del terreno per la semina con l’uso di erbicidi e disinfettanti,
(costituendo peraltro un problema ambientale, diversi corsi d’acqua
della provincia di Latina sono interessati dalla presenza di tali
sostanze), al proteggere la pianta da attacchi di parassiti in modo da
non avere ripercussioni sul rendimento della produzione, si usano spesso
fitoregolatori per aumentare la produzione, proteggere il frutto
da attacchi di parassiti o per facilitarne la raccolta. Qualche esempio
è rappresentato dal Trifluralin nelle carote, o il Clorpofam nelle
patate o anche alcuni ormoni che favoriscono la caduta del frutto prima
della maturazione come avviene nella produzione delle olive da
spremitura.
Lo
stoccaggio ed il trasporto rappresentano un altro punto in cui trovano
impiego i fitofarmaci soprattutto gli antifungini come ad esempio l’etossichina
nelle pomacce.
L’Eptacloroepossido
e Dieldrin usati per disinfestare la palude dell’Agro Pontino, si
ritrovano anche se in tracce ancora nei terreni della zona.
Della classe
dei fitoregolatori fanno parte:
1)
Azotorganici
2)
Fosforganici
3)
Fenossicarbossilici
4)
Giberelline
Gli
Azotorganici
vengono
anche dette Triazine e sono oggetto del presente studio in quanto un
tempo molto utilizzati in alcune zone della provincia di Latina. Dal
2004 si sta effettuando il monitoraggio dei metaboliti delle triazine
(nitrati) che sono la causa principale dell’inquinamento delle acque di
falda. Le triazine sono composti eterociclici azotati, formati da un
anello esa-atomico con alternanza di atomi di carbonio e azoto con
gruppi sostituenti in posizione 2 (un atomo di cloro, un gruppo S-CH3,
OH oppure O-CH3) e in posizione 4 e 6 con gruppi alchilici (etilammina,
isopropilammina, terbutilammina).
Uno dei
composti più pericolosi è l’Atrazina,
introdotta nel 1958 come diserbante e utilizzata prevalentemente nelle
coltivazioni di mais, sorgo e canna da zucchero. E' un erbicida ad
adsorbimento radicale e, in misura minore, fogliare.
Atrazina
Il suo
impiego è stato vietato su tutto il territorio nazionale dal 1992 (con
Decreto del Ministero della Sanità del 18 marzo 1992, n.705/910) dopo
diversi episodi di contaminazione di falde idriche, ma viene ancora
prodotta ed utilizzata in molti paesi Europei e negli Stati Uniti (più
di 38 milioni di Kg venduti ogni anno).
L’atrazina ha una elevata persistenza ambientale con conseguente
inquinamento sia di acque superficiali che di falda. Questo è dovuto sia
alle elevate dosi con cui è stata impiegata (1,5-2 Kg per ettaro per
ogni applicazione) sia alla capacità di stabilire dei legami forti con i
colloidi organici presenti nella frazione argillosa del terreno. Ciò
determina il lento e continuo rilascio della sostanza e il suo
rinvenimento nelle acque anche a distanza di anni dal suo impiego. Anche
gli organismi biodecompositori fanno difficoltà a metabolizzare queste
sostanze.
La
Simazina è un erbicida
selettivo, utilizzato in pre- emergenza nel controllo di infestanti a
foglia larga e di erbe annuali in molte colture tra cui viti, diversi
tipi di verdure, piante ornamentali e soprattutto cereali. Impiegata
anche per il controllo di alghe e altre infestanti in acquari e
allevamenti di pesci. E' moderatamente persistente nell'ambiente, ha un
tempo di dimezzamento che va dai 30 ai 150 giorni e può essere adsorbita
in terreni argillosi.
Altre
cloro-triazine utilizzate in pre emergenza contro le infestanti sono la
terbutilazina
(nelle colture di agrumi, vite, olivo, orzo, mais, segale ) e in misura
minore la cianazina
(nelle colture del mais e del frumento).
Cianazina
I
Nitrati
sono
composti naturalmente presenti nell’ambiente, in quanto sono una delle
forme che l’azoto assume nel suo ciclo di vita. I nitrati (NO3)
sono
sostanze composte da azoto (N) ed ossigeno (O) normalmente presenti in
natura e derivano dall’acido nitrico.
La loro
presenza è essenziale per la crescita dei vegetali che grazie alla
luce solare,
utilizzano l'azoto per sintetizzare le loro strutture proteiche.
La loro presenza nell’acqua potabile ha
apporti naturali (dal terreno) piuttosto modesti, la maggior parte
deriva da attività umane.
Il problema dei nitrati
in Italia ha un’origine prevalentemente agricola, per l’uso
indiscriminato di fertilizzanti in agricoltura. Purtroppo però, i
nitrati hanno in molti casi addirittura origine fognaria. Dove la rete
fognaria è in cattivo stato o in zone dove abbondano fosse biologiche e
altre forme di dispersione dei liquami, può verificarsi una
contaminazione della falda o di alcuni pozzi proprio a causa dei liquami
L'essere
umano è così riuscito ad inquinare degli elementi fondamentali per la
sua sopravvivenza: le falde acquifere con i fertilizzanti azotati ma
anche gli alimenti con i conservanti artificiali sempre a base di N.
I
NITRATI di per sé sono innocui ma in particolari condizioni possono
trasformarsi in
nitriti che hanno la
capacità di legarsi all'emoglobina
(la proteina del sangue che trasporta l'ossigeno nel nostro organismo)
trasformandola in
metaemoglobina
e riducendo di conseguenza il trasporto di ossigeno ai tessuti.
Questo
aspetto è particolarmente pericoloso per i bambini ed i neonati che
assorbono maggiori quantitativi di nitriti dall'alimentazione. La scarsa
ossigenazione può, in questi casi, provocare asfissia e difficoltà
respiratorie.
La capacità
dei nitriti di combinarsi con le ammine (composti organici presenti
soprattutto negli alimenti proteici, come carne, salumi e
formaggi)
genera sostanze
cancerogene
chiamate nitrosamine.
L'ente
Americano Food and Drug Admistration ha definito le nitrosamine come
"...uno dei più potenti gruppi di sostanze
cancerogene
mai scoperto" Il dottor William Lijinsky riportando i risultati dei suoi
studi condotti introducendo nitrosamine nell'alimentazione di alcuni
animali ha scritto: "nel giro di sei mesi si è riscontrata la presenza
di tumori nel 100% delle cavie. Le manifestazioni cancerose sono
presenti in ogni parte del corpo: nel cervello, nei
polmoni,
nel
pancreas
, nello stomaco, nel
fegato
e negli intestini."
La
concentrazione di nitrati negli alimenti di origine vegetale è
particolarmente elevata in alcuni ortaggi. In particolare la loro
presenza dipende da quantità e qualità di fertilizzanti impiegati; per
questo motivo i vegetali provenienti da colture biologiche e/o non
intensamente concimate contengono una percentuale inferiore di nitrati.
L’acqua può
arricchirsi di nitrati in seguito al loro assorbimento dai terreni, o
perché particolarmente ricca di
batteri in grado di produrre nitriti a partire da nitrati. E’
importante conoscere il grado di biodegradabilità dei pesticidi sia nei
riguardi del lavoratore sia nei riguardi dei consumatori che utilizzano
alimenti trattati con pesticidi ovviamente maggiore è la
biodegradabilità e minore è l’esposizione per l’agricoltore mentre per
il consumatore è minore la probabilità di comprare un alimento che abbia
ancora residui di trattamento.
Considerando
113 comuni Italiani, Lega ambiente ha stilato una graduatoria relativa
alla quantità di Nitrati presenti nelle acque di falda; nonostante nella
provincia di Latina, soprattutto negli anni 90 ci sia stato un grande
uso di fertilizzanti, i rapporti presentati nel 2009 sono confortanti:
presentato valori medi intorno a 2.3 mg/l. Ricordando che il valore
soglia consigliato è 5 mg/ml ed il valore massimo ammesso è 50 mg/ml, è
possibile affermare che la situazione delle nostre acquee di falda è
assolutamente buona. Il monitoraggio dei nitrati nella provincia pontina
è tutt’ora in atto.
Cinzia Manchi |