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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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Uso di triazine e presenza di Nitrati nelle acque di falda

di Cinzia Manchi

 

Comunemente si definisce pesticida  una qualunque sostanza utilizzata per prevenire, allontanare o uccidere un insetto, fungo, roditore, erbaccia, ecc.
I pesticidi possono essere semplici sostanze inorganiche come zolfo, cloro, arsina, arsenicato di rame, bromuro di potassio, oppure composti organometallici, o composti organici volatili (VOC) come il tetracloruro di carbonio, il bromuro di metile, il naftalene, o composti organici semivolatili (SVOC) come pentaclorofenolo, diazinone, o, infine composti organici non volatili (NVOC). I pesticidi più comuni sono rappresentati soprattutto dai composti organici semivolatili (SVOC) e dai composti organici non volatili (NVOC).

Il D.Lgs 194/95 definisce come prodotti fitosanitarile sostanze attive ed i preparati contenenti una o più sostanze attive, presentati nella forma in cui sono forniti all'utilizzatore”.

Le problematiche che rendono necessario l’utilizzo dei pesticidi nella produzione dell’ortofrutta sono molteplici, e partono dalla preparazione del terreno per la semina con l’uso di erbicidi e disinfettanti, (costituendo peraltro un problema ambientale, diversi corsi d’acqua della provincia di Latina sono interessati dalla presenza di tali sostanze),  al proteggere la pianta da attacchi di parassiti in modo da non avere ripercussioni sul rendimento della produzione, si usano spesso fitoregolatori per aumentare la produzione, proteggere il frutto da attacchi di parassiti o per facilitarne la raccolta. Qualche esempio è rappresentato dal Trifluralin  nelle carote, o il Clorpofam nelle patate o anche alcuni ormoni che favoriscono la caduta del frutto prima della maturazione come avviene nella produzione delle olive da spremitura.

Lo stoccaggio ed il trasporto rappresentano un altro punto in cui trovano impiego i fitofarmaci soprattutto gli antifungini come ad esempio l’etossichina nelle pomacce. 

L’Eptacloroepossido e Dieldrin usati per disinfestare la palude dell’Agro Pontino, si ritrovano anche se in tracce ancora nei terreni della zona. 

Della classe dei fitoregolatori fanno parte:

1)                                               Azotorganici

2)                                               Fosforganici

3)                                               Fenossicarbossilici

4)                                               Giberelline

Gli Azotorganici vengono anche dette Triazine e sono oggetto del presente studio in quanto un tempo molto utilizzati in alcune zone della provincia di Latina. Dal 2004 si sta effettuando il monitoraggio dei metaboliti delle triazine (nitrati) che sono la causa principale dell’inquinamento delle acque di falda.  Le triazine sono composti eterociclici azotati, formati da un anello esa-atomico con alternanza di atomi di carbonio e azoto con gruppi sostituenti in posizione 2 (un atomo di cloro, un gruppo S-CH3, OH oppure O-CH3) e in posizione 4 e 6 con gruppi alchilici (etilammina, isopropilammina, terbutilammina).

Uno dei composti più pericolosi è l’Atrazina, introdotta nel 1958 come diserbante e utilizzata prevalentemente nelle coltivazioni di mais, sorgo e canna da zucchero. E' un erbicida ad adsorbimento radicale e, in misura minore, fogliare.

 Atrazina

 

Il suo impiego è stato vietato su tutto il territorio nazionale dal 1992 (con Decreto del Ministero della Sanità del 18 marzo 1992, n.705/910) dopo diversi episodi di contaminazione di falde idriche, ma viene ancora prodotta ed utilizzata in molti paesi Europei e negli Stati Uniti (più di 38 milioni di Kg venduti ogni anno).
L’atrazina ha una elevata persistenza ambientale con conseguente inquinamento sia di acque superficiali che di falda. Questo è dovuto sia alle elevate dosi con cui è stata impiegata (1,5-2 Kg per ettaro per ogni applicazione) sia alla capacità di stabilire dei legami forti con i colloidi organici presenti nella frazione argillosa del terreno. Ciò determina il lento e continuo rilascio della sostanza e il suo rinvenimento nelle acque anche a distanza di anni dal suo impiego. Anche gli organismi biodecompositori fanno difficoltà a metabolizzare queste sostanze.

La Simazina è un erbicida selettivo, utilizzato in pre- emergenza nel controllo di infestanti a foglia larga e di erbe annuali in molte colture tra cui viti, diversi tipi di verdure, piante ornamentali e soprattutto cereali. Impiegata anche per il controllo di alghe e altre infestanti in acquari e allevamenti di pesci. E' moderatamente persistente nell'ambiente, ha un tempo di dimezzamento che va dai 30 ai 150 giorni e può essere adsorbita in terreni argillosi.

Altre cloro-triazine utilizzate in pre emergenza contro le infestanti sono la terbutilazina (nelle colture di agrumi, vite, olivo, orzo, mais, segale ) e in misura minore la cianazina (nelle colture del mais e del frumento).   

           Cianazina

 

I Nitrati sono composti naturalmente presenti nell’ambiente, in quanto sono una delle forme che l’azoto assume nel suo ciclo di vita. I nitrati (NO3)

 

sono sostanze composte da azoto (N) ed ossigeno (O) normalmente presenti in natura e derivano dall’acido nitrico.

La loro presenza è essenziale per la crescita dei vegetali che grazie alla luce solare, utilizzano l'azoto per sintetizzare le loro strutture proteiche. La loro presenza nell’acqua potabile ha apporti naturali (dal terreno) piuttosto modesti, la maggior parte deriva da attività umane.

Il problema dei nitrati in Italia ha un’origine prevalentemente agricola, per l’uso indiscriminato di fertilizzanti in agricoltura. Purtroppo però, i nitrati hanno in molti casi addirittura origine fognaria. Dove la rete fognaria è in cattivo stato o in zone dove abbondano fosse biologiche e altre forme di dispersione dei liquami, può verificarsi una contaminazione della falda o di alcuni pozzi proprio a causa dei liquami

L'essere umano è così riuscito ad inquinare degli elementi fondamentali per la sua sopravvivenza: le falde acquifere con i fertilizzanti azotati ma anche gli alimenti con i conservanti artificiali sempre a base di N.

 

I NITRATI di per sé sono innocui ma in particolari condizioni possono trasformarsi in nitriti che hanno la capacità di legarsi all'emoglobina (la proteina del sangue che trasporta l'ossigeno nel nostro organismo) trasformandola in metaemoglobina e riducendo di conseguenza il trasporto di ossigeno ai tessuti.

Questo aspetto è particolarmente pericoloso per i bambini ed i neonati che assorbono maggiori quantitativi di nitriti dall'alimentazione. La scarsa ossigenazione può, in questi casi, provocare asfissia e difficoltà respiratorie.

La capacità dei nitriti di combinarsi con le ammine (composti organici presenti soprattutto negli alimenti proteici, come carne, salumi e formaggi) genera sostanze cancerogene chiamate nitrosamine.

L'ente Americano Food and Drug Admistration ha definito le nitrosamine come "...uno dei più potenti gruppi di sostanze cancerogene mai scoperto" Il dottor William Lijinsky riportando i risultati dei suoi studi condotti introducendo nitrosamine nell'alimentazione di alcuni animali ha scritto: "nel giro di sei mesi si è riscontrata la presenza di tumori nel 100% delle cavie. Le manifestazioni cancerose sono presenti in ogni parte del corpo: nel cervello, nei polmoni, nel pancreas , nello stomaco, nel fegato e negli intestini."

 

La concentrazione di nitrati negli alimenti di origine vegetale è particolarmente elevata in alcuni ortaggi. In particolare la loro presenza dipende da quantità e qualità di fertilizzanti impiegati; per questo motivo i vegetali provenienti da colture biologiche e/o non intensamente concimate contengono una percentuale inferiore di nitrati.

L’acqua può arricchirsi di nitrati in seguito al loro assorbimento dai terreni, o perché particolarmente ricca di batteri in grado di produrre nitriti a partire da nitrati. E’ importante conoscere il grado di biodegradabilità dei pesticidi sia nei riguardi del lavoratore sia nei riguardi dei consumatori che utilizzano alimenti trattati con pesticidi ovviamente maggiore è la biodegradabilità e minore è l’esposizione per l’agricoltore mentre per il consumatore è minore la probabilità di comprare un alimento che abbia ancora residui di trattamento.

 

Considerando 113 comuni Italiani, Lega ambiente ha stilato una graduatoria relativa alla quantità di Nitrati presenti nelle acque di falda; nonostante nella provincia di Latina, soprattutto negli anni 90 ci sia stato un grande uso di fertilizzanti, i rapporti presentati nel 2009 sono confortanti: presentato valori medi intorno a 2.3 mg/l. Ricordando che il valore soglia consigliato è 5 mg/ml ed il valore massimo ammesso è 50 mg/ml, è possibile affermare che la situazione delle nostre acquee di falda è assolutamente buona. Il monitoraggio dei nitrati nella provincia pontina è tutt’ora in atto.

 

Cinzia Manchi

 


 

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