GRAN TURISMO OMOLOGATA
La genesi della superba Ferrari 250 GTO
di Roberto Maurelli
Si
era agli inizi degli anni Sessanta. La Ferrari, a quei tempi, spopolava
sui campi di gara tanto con le vetture di Formula quanto con le vetture
Sport derivate dalla serie.
Considerato il massimo dell’epoca in fatto di prestazioni, il mitico V12
di Maranello aveva visto la sua completa maturazione nella versione da 3
litri montata sulla 250 Testa Rossa. Per chi non lo sapesse, alcune
componenti degli attuali V12 made in Maranello sono ancora quelli che
equipaggiavano questa unità…
La fame di vittorie del Commendatore, però, era insaziabile e,
nonostante i tanti successi già ottenuti, già pensava a come ottenere la
vittoria che non aveva conseguito, quella che lui definiva “la più
bella”.
Si pensò, così, di progettare una nuova vettura stradale, concepita
direttamente per la partecipazione alle competizioni automobilistiche.
Il progetto fu affidato a Giotto Bizzarrini, ingegnere capo, che avrebbe
dovuto installare il portentoso V12 della Testa Rossa in un corpo
vettura che fosse l’evoluzione estrema di quello della 250 GT SWB. In
realtà, dopo pochi mesi, il progetto fu affidato ad un giovanissimo
Mauro Forghieri e al progettista Scaglietti, che raccolsero il testimone
del loro predecessore, ormai bandito dalla factory a seguito di una lite
con Enzo Ferrari poi ribattezzata la “Rivolta di palazzo”.
Gli interventi di upgrade riguardarono praticamente tutte le aree
possibili. Il motore fu rivisto ed ottimizzato in ogni suo componente,
fino a raggiungere la potenza di 300 cv a 7500 giri al minuto. Furono
installati nuovi freni anteriori di maggiori dimensioni e con più
elevata resistenza al fading. Le sospensioni divennero più rigide e più
facilmente regolabili. Venne abbassato il centro di gravità collocando
il sedile di guida più vicino al pavimento. Ogni elemento ritenuto
superfluo fu sacrificato in nome della leggerezza e delle prestazioni.
La stupenda carrozzeria fu studiata in galleria del vento, nell’ottica
di garantire le migliori prestazioni velocistiche e non solo una superba
linea.
E
le prestazioni misurate in un giorno di test a Monza furono
effettivamente strabilianti: 280 km/h di velocità massima, accelerazione
da 0 a 100 km/h in soli 5.4 secondi, il quarto di miglio coperto in 13.1
secondi!
Ci sarebbero ancora molti dati da elencare, ma da soli non basterebbero
a descrivere il carattere unico di questa vettura, che riusciva a
rendere vincenti anche piloti di caratura non troppo elevata. Certo,
andava trattata con i guanti; ricordiamoci che a quei tempi non
esistevano tutti i dispositivi elettronici che oggi consentono un più
facile controllo della potenza in gioco… Non era possibile, insomma,
sfidare le leggi della fisica, ma senza dubbio era possibile togliersi
numerose soddisfazioni, molto più di quanto non avvenisse con precedenti
modelli estremi del Cavallino Rampante!
Il nome scelto, 250 GTO, richiamava la cilindrata unitaria, ossia la
capacità di ciascun cilindro, e sottolineava come si trattasse di una
Gran Turismo con una spiccata vocazione pistaiola.
Già nel 1962, il Campionato Mondiale fu vinto da questa fantastica
creatura. Addirittura, al termine della prestigiosa gara di Le Mans, la
Ferrari riuscì a piazzare le sue vetture in seconda e terza posizione
nella classifica generale. Questo dimostrava che la 250 GTO, pur
nascendo sulla base di un progetto stradale, poteva misurarsi (e
vincere…) con vetture della categoria Prototipi.
I
successi furono confermati anche nelle successive stagioni 1963 e 1964.
La concorrenza era praticamente umiliata. Fu così che alla Ford decisero
che era venuto il momento di vendicarsi, anche perché era fallito il
tentativo di acquisizione della Casa italiana da parte di quella
americana. Verso la fine del 1964 fecero la loro comparsa le Shelby
Daytona, vetture estremamente competitive che avviarono lentamente la
250 GTO al pensionamento. Ma questa è un’altra storia…
Nel 2008, uno dei 39 esemplari di 250 GTO costruiti è stato venduto per
la cifra da capogiro di 20 milioni di euro. Sembra impossibile, ma, per
un vero collezionista, il criterio di scelta va ben oltre la valutazione
delle prestazioni!
In effetti, ancora oggi,
molti ritengono che la 250 GTO sia l’auto più speciale di tutti i tempi.
Lo stesso Enzo Ferrari diceva che fosse la vettura migliore che avesse
mai costruito; e si sa, il Commendatore dava per scontato che le Ferrari
fossero sempre le vetture migliori del mondo…
Roberto Maurelli |