L’AMERICA VIAGGERA’
ITALIANO
A
tirare la volata la 500
di
Giuseppe Capitanio
La collaborazione e la
fusione tra rami d’azienda della FIAT e della Chrysler hanno innescato
un effetto domino, di indubbia soddisfazione per il made in Italy. Molte
sono state le levate di scudi all’epoca del probabile accordo tra le due
case automobilistiche, e le ragioni degli uni erano supportate da validi
argomenti quanto però quelle degli altri.
All’epoca la FIAT aveva
ricevuto consistenti aiuti di stato ed ai più sembrò che proprio con
quei soldi la FIAT si stesse appropinquando ad acquistare la Chrysler ed
a salvarla dal fallimento.
L’Italietta stava
correndo in aiuto del gigante americano. Non so ma non penso che il
Governo Italiano abbia concesso aiuti alla FIAT senza vincoli ben
precisi, quegli aiuti servivano a salvaguardare i posti di lavoro degli
operai italiani e credo o almeno mi auspico che i controlli siano stati
effettuati da chi di competenza.
La piccola 500 sarebbe
andata a soppiantare i molleggiati macchinoni degli States, altra
piacevole circostanza impensabile non dico decenni ma solo pochi anni
fa. A rimorchio della FIAT anche altre aziende del gruppo stanno
concludendo accordi nel settore dell’automotive.
Si apprende così che i
veicoli commerciali FIAT Ducato e IVECO Daily rimpiazzeranno la Dodge
Sprinter che altro non era che il furgone Sprinter della Mercedes
commercializzato con marchio Dodge. La partenership tra la Mercedes e
la Dodge è infatti in fase di risoluzione e le aziende italiane ne
stanno prendendo il posto. E’ un orgoglio per il made in Italy tutto,
sembrano lontani anni luce i tempi in cui negli Stati Uniti ed in Canada
i soli veicoli europei degni di apprezzamento erano i marchi tedeschi
con Mercedes e BMW in preferenza, in quanto ritenute sinonimo di
robustezza ed affidabilità.
Le uniche auto italiane
che facevano eccezione, ed a buon ragione, erano le Ferrari.
E’ ovvio che il mercato
statunitense farà da traino anche per il Canada, innescando un processo
virtuoso in tutto il continente americano. Potremmo ben dire che
l’ingegneria, lo stile e la creatività italiana sono alla riscossa e
stanno recuperando il tempo perduto e guadagnando il posto che spetta
loro nel mondo.
Giuseppe Capitanio |