|
FIAT: Passato e Futuro
di Lorenzo Scocciolini
L’11 luglio 1899 a Palazzo Bricherasio in Torino, nelle
mani del notaio della Real Casa Ernesto Torretta, viene firmato l’atto
di costituzione della “Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili”,
poi denominata Fiat (Fabbrica Italiana Automobili Torino), da Emanuele
Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti, fondatori dell’Automobile
Club d’Italia (ACI), Roberto Biscaretti di Ruffia, Alfonso Ferrero di
Ventimiglia, Carlo Racca, Luigi Damevino, Michele Ceriana-Mayneri e
Lodovico Scarfiotti che coinvolge all’ultimo momento un suo amico ed ex
commilitone, il possidente Giovanni Agnelli, a seguito del ritiro di
Michele Lanza. Questo gruppo di notabili torinesi, appassionati di
motori, si riunivano di solito presso il famoso caffè Burello e
sottoscrissero per la società un capitale di 800.000 lire (10 milioni di
euro).
Col sostegno del torinese Banco di Sconto e Sete,
nell’originario stabilimento di Corso Dante vengono prodotte, tra il
1899 e il 1900, le prime automobili modello 3/12 HP senza retromarcia su
disegno di un precedente prototipo detto “Welleyes” dell’ing. Aristide
Faccioli costruito dalla rilevata Fiat “Accomandita Ceirano & C.” del
costruttore meccanico Giovanni Battista Ceirano.
Nel 1902 emerge la figura intraprendente di Giovanni
Agnelli che diviene amministratore delegato. Le esportazioni Fiat
raggiungono l’America e l’Australia grazie a modelli come la 24 HP, la
S7, la 40 HP e alle imprese automobilistiche di Lancia, Storero, Nazzaro,
Miller e dello stesso Agnelli.
Nel 1903 con 103 vetture prodotte, assieme ad autocarri,
veicoli commerciali, mezzi marini, motori avio, autobus e tram, c’è il
debutto in Borsa e nel 1904 viene ideato da Biscaretti il primo logo
Fiat. Nel 1906 Agnelli fonda la “Roberto Incerti & C. Villar Perosa” (RIV)
per i cuscinetti a sfera ed altre attività metallurgiche (carrozzerie,
radiatori). Esce la “Fiat 1 Fiacre”, il primo taxi italiano.
Tra il 1908 e il 1909 nasce negli USA a Pougkeepsie (New
York) la Fiat Automobile Co, mentre fino al 1911 si producono modelli
HP, dall’1 al 6, (la Tipo 3) con batteria e trasmissione a cardano e
vetture da corsa come la Fiat 300 HP Record che sfiorava i 300 km/h con
29.000 cc e 290 cv.
La visita di Agnelli agli stabilimenti Ford di Detroit
nel 1912 porta al lancio della prima vettura di massa, la “tipo Zero”.
Il rapporto con lo Stato italiano viene inaugurato con le commesse
militari durante la Grande Guerra con la Fiat 501 per il Regio Esercito,
anche se la società investe pure nell’elettricità, nelle ferrovie e nei
lubrificanti creando Fiat Lubrificanti con filiali persino in Russia.
Nel 1916 nasce lo stabilimento del “Lingotto”, la
fabbrica più grande d’Europa, con cinque piani, catena di montaggio e
l’avveniristica pista sul tetto, ultimato nel 1922 da Giacomo Mattè
Trucco. Nel 1919 la Fiat, al centro degli scontri per l’occupazione
delle fabbriche, fonda la compartecipata Magneti-Marelli, produce la
Fiat 501 ad uso civile, la 505, la 510 e il primo trattore, il 702.
Il 1920 si apre con la presidenza della Fiat affidata a
Giovanni Agnelli che nel 1923 ne diventa quasi integralmente
proprietario assieme alla Juventus, affidata al figlio Edoardo, nonché
Senatore del Regno. Di questi anni possiamo ricordare il primato
nell’utilizzo dell’alluminio per le teste dei motori, la prima
locomotiva diesel elettrica del mondo, il biplano AL, la Fiat 519, la
“Super Fiat”, la 509, prima auto a quattro posti, la 503 con parti in
legno, la lussuosa berlina 529 con freni su tutte le ruote e volante
regolabile, la 520 con guida a sinistra, la 514, la 525, la 806, il
furgoncino 1014 e l’autocarro 505 F. Vengono anche create la SAVA (1925)
e l’IFI (1927), “cassaforte” di famiglia.
Nel 1926 Agnelli acquista dal senatore Alfredo Frassati
il quotidiano torinese “La Stampa” e nel 1928, anno in cui perde la
figlia Aniceta, il senatore realizza la prima stazione sciistica
italiana al Sestriere mentre la Fiat intensifica l’impegno nelle opere
sociali per i dipendenti.
L’autarchia, conseguente alla Grande Crisi del 1929 e poi
all’impresa etiopica del 1935-36, limita la produzione al mercato
nazionale con la prima automotrice detta “Littorina” e l’uscita nel 1932
della Balilla 508 con cambio a 3 e poi a 4 marce (110.000 unità)
presentata a Benito Mussolini.
Nel 1935 Edoardo Agnelli, figlio del senatore e suo
successore, muore in un tragico incidente aereo.
Nel 1936 nasce la prima utilitaria italiana, la 500 (la
Topolino progettata da Giacosa) seguita dalla Fiat 6 cilindri 1500,
dalla Fiat Nuova Balilla 1100, dalla Fiat 2800 con cofano a spartivento,
dagli autocarri 621 e 634, i trattori 700 C e 40 Boghetto funzionante
con diversi carburanti, l’ATR 016 col suo record di 160 km/h. Nel 1939
si inaugura il nuovo modernissimo stabilimento di Mirafiori.
Gli ultimi anni del senatore Agnelli sono funestati dalle
distruzioni belliche e dall’accusa di Fascismo. Prima di morire, il 16
dicembre 1945 a Torino, Giovanni Agnelli designa il nipote Gianni alla
guida della Fiat che riprende la produzione nel 1948, anche grazie agli
aiuti del Piano Marshall, sotto la direzione di Vittorio Valletta con
l’uscita delle 500 B e C anche in versione “Giardiniera”.
Nei primi anni Cinquanta la Fiat è ormai “motore
dell’economia”, entra nel capitale della spagnola Seat, costruisce il
primo aereo a reazione italiano, il G80, il caccia G91, lancia la Fiat
Campagnola, la berlinetta sportiva Fiat 8V, la 500 C Belvedere, la 1900
Granluce, la 1400, prima diesel Fiat, la versione diesel dell’autocarro
Fiat 615 e il Fiat 682 N (Re d’Africa). Tra il 1955 e il 1957, la 600 (4
milioni di unità), la 600 Multipla, prima monovolume, e la nuova 500
avviano la motorizzazione di massa assieme alla 1100/103 berlina, la 103
TV trasformabile, la 1200, la 500 “Giardinetta” una “station wagon” ante
litteram (1960), la 1800, la 1300, la 1500, la Fiat 850 (1964).
Nel 1966 Gianni Agnelli assume la presidenza della Fiat e
si assorbono altre case automobilistiche italiane come Autobianchi
(1968), Lancia (1967-69), Abarth (1971). Escono le note Fiat Dino,124,
125, 128, 130, 127 (1971), 126, 132, la Fiat X1/9 (1972), 131, 133, il
treno ETR 401 “Pendolino”. Nel 1975 si acquisiscono la Ferrari, la OM e
la Allis Chalmers (movimento terra USA).
L’azienda si riorganizza creando la IVECO (veicoli
industriali) con la OM e le acquisite Unic (francese) e Magirus Deutz
(tedesca). Nel 1978-79 si creano Fiat Auto Spa, Fiat Ferroviaria, Fiat
Avio, Fiat Trattori e Fiat Engineering quando esce la mitica Ritmo. Si
investe perfino in Urss, e nel meridione (Cassino, Termoli, Pomigliano),
si rinnova la tecnologia di produzione (il “robogate”) e si integra la
meccanica delle case acquisite. In questi anni il terrorismo colpisce
direttamente la Fiat.
Negli anni Ottanta il manager Vittorio Ghidella lancia
modelli di successo come la Panda e la Uno (1983), disegnate da
Giugiaro, a cui seguono l’Argenta, la Regata e la Croma.
Nel 1986 viene acquistata l'Alfa Romeo dall'IRI, nel 1990
l’Innocenti e la Maserati e nasce la New Holland (Fiat-Ford 1991).
Escono numerosi modelli come la Fiat Tipo, la Duna, la Fiat Tempra, la
Fiat Cinquecento, la Punto, la Coupé, la monovolume Ulysse, la Fiat
Barchetta, le Fiat Bravo/Brava, la Marea, la Palio (e le versioni estere
Fiat Siena, Albea, Strada e Perla), veicoli commerciali come il Fiorino,
il Ducato, lo Scudo e il nuovo pendolino ETR 450. Continuano a nascere
nuovi stabilimenti in Polonia, in Brasile e si avviano progetti in India
e Cina.
Dal 1996 al 1998 la presidenza passa da Agnelli a Cesare
Romiti a Paolo Fresco col rilancio della Fiat Seicento (Fiat 600 dal
2005 al 2010), della Multipla (poi 600 Multipla) e della Punto “Classic".
Dopo l’Idea e la Stilo, esclusa la nuova Cinquecento e il furgone Doblò,
abbiamo modelli rinnovati delle Punto, Panda, Bravo e Croma. Recente è
la produzione di apparecchi digitali ed elettronici con l’acronimo
“Fabbrica Italiana Alta Tecnologia" e dal 2001 la Fiat controlla in
parte la Montedison.
In piena crisi societaria, nel 2003, muore Gianni Agnelli
seguito nel 2004 dal fratello Umberto che, fallita la candidatura di
Giuseppe Morchio, lascia la presidenza a Luca Cordero di Montezemolo.
Dal 1°giugno 2004 il nuovo amministratore delegato Sergio
Marchionne scioglie l’accordo con la General Motors (2000) e, dopo il
fallito tentativo con la tedesca Opel, acquisisce l’americana Chrysler
ridefinendo le prospettive e le strategie future del gruppo anche con lo
scorporo, all’interno di Fiat Group Automobiles, del settore non
automobilistico in Fiat Industrial da Fiat Spa.
Il 1°gennaio 2011 il nuovo presidente John Elkann, nipote
di Gianni Agnelli, ha annunciato una discesa della famiglia sotto il 30%
del capitale al fine di creare una società di maggiori dimensioni.
Lorenzo Scocciolini |