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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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FIAT: Passato e Futuro

di Lorenzo Scocciolini

 

L’11 luglio 1899 a Palazzo Bricherasio in Torino, nelle mani del notaio della Real Casa Ernesto Torretta, viene firmato l’atto di costituzione della “Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili”, poi denominata Fiat (Fabbrica Italiana Automobili Torino), da Emanuele Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti, fondatori dell’Automobile Club d’Italia (ACI), Roberto Biscaretti di Ruffia, Alfonso Ferrero di Ventimiglia, Carlo Racca, Luigi Damevino, Michele Ceriana-Mayneri e Lodovico Scarfiotti che coinvolge all’ultimo momento un suo amico ed ex commilitone, il possidente Giovanni Agnelli, a seguito del ritiro di Michele Lanza. Questo gruppo di notabili torinesi, appassionati di motori, si riunivano di solito presso il famoso caffè Burello e sottoscrissero per la società un capitale di 800.000 lire (10 milioni di euro).

Col sostegno del torinese Banco di Sconto e Sete, nell’originario stabilimento di Corso Dante vengono prodotte, tra il 1899 e il 1900, le prime automobili modello 3/12 HP senza retromarcia su disegno di un precedente prototipo detto “Welleyes” dell’ing. Aristide Faccioli costruito dalla rilevata Fiat “Accomandita Ceirano & C.” del costruttore meccanico Giovanni Battista Ceirano.

Nel 1902 emerge la figura intraprendente di Giovanni Agnelli che diviene amministratore delegato. Le esportazioni Fiat raggiungono l’America e l’Australia grazie a modelli come la 24 HP, la S7, la 40 HP e alle imprese automobilistiche di Lancia, Storero, Nazzaro, Miller e dello stesso Agnelli.

Nel 1903 con 103 vetture prodotte, assieme ad autocarri, veicoli commerciali, mezzi marini, motori avio, autobus e tram, c’è il debutto in Borsa e nel 1904 viene ideato da Biscaretti il primo logo Fiat. Nel 1906 Agnelli fonda la “Roberto Incerti & C. Villar Perosa” (RIV) per i cuscinetti a sfera ed altre attività metallurgiche (carrozzerie, radiatori). Esce la “Fiat 1 Fiacre”, il primo taxi italiano.

Tra il 1908 e il 1909 nasce negli USA a Pougkeepsie (New York) la Fiat Automobile Co, mentre fino al 1911 si producono modelli HP, dall’1 al 6, (la Tipo 3) con batteria e trasmissione a cardano e vetture da corsa come la Fiat 300 HP Record che sfiorava i 300 km/h con 29.000 cc e 290 cv.

La visita di Agnelli agli stabilimenti Ford di Detroit nel 1912 porta al lancio della prima vettura di massa, la “tipo Zero”. Il rapporto con lo Stato italiano viene inaugurato con le commesse militari durante la Grande Guerra con la Fiat 501 per il Regio Esercito, anche se la società investe pure nell’elettricità, nelle ferrovie e nei lubrificanti creando Fiat Lubrificanti con filiali persino in Russia.

Nel 1916 nasce lo stabilimento del “Lingotto”, la fabbrica più grande d’Europa, con cinque piani, catena di montaggio e l’avveniristica pista sul tetto, ultimato nel 1922 da Giacomo Mattè Trucco. Nel 1919 la Fiat, al centro degli scontri per l’occupazione delle fabbriche, fonda la compartecipata Magneti-Marelli, produce la Fiat 501 ad uso civile, la 505, la 510 e il primo trattore, il 702.

Il 1920 si apre con la presidenza della Fiat affidata a Giovanni Agnelli che nel 1923 ne diventa quasi integralmente proprietario assieme alla Juventus, affidata al figlio Edoardo, nonché Senatore del Regno. Di questi anni possiamo ricordare il primato nell’utilizzo dell’alluminio per le teste dei motori, la prima locomotiva diesel elettrica del mondo, il biplano AL, la Fiat 519, la “Super Fiat”, la 509, prima auto a quattro posti, la 503 con parti in legno, la lussuosa berlina 529 con freni su tutte le ruote e volante regolabile, la 520 con guida a sinistra, la 514, la 525, la 806, il furgoncino 1014 e l’autocarro 505 F. Vengono anche create la SAVA (1925) e l’IFI (1927), “cassaforte” di famiglia.

Nel 1926 Agnelli acquista dal senatore Alfredo Frassati il quotidiano torinese “La Stampa” e nel 1928, anno in cui perde la figlia Aniceta, il senatore realizza la prima stazione sciistica italiana al Sestriere mentre la Fiat intensifica l’impegno nelle opere sociali per i dipendenti.

L’autarchia, conseguente alla Grande Crisi del 1929 e poi all’impresa etiopica del 1935-36, limita la produzione al mercato nazionale con la prima automotrice detta “Littorina” e l’uscita nel 1932 della Balilla 508 con cambio a 3 e poi a 4 marce (110.000 unità) presentata a Benito Mussolini.

Nel 1935 Edoardo Agnelli, figlio del senatore e suo successore, muore in un tragico incidente aereo.

Nel 1936 nasce la prima utilitaria italiana, la 500 (la Topolino progettata da Giacosa) seguita dalla Fiat 6 cilindri 1500, dalla Fiat Nuova Balilla 1100, dalla Fiat 2800 con cofano a spartivento, dagli autocarri 621 e 634, i trattori 700 C e 40 Boghetto funzionante con diversi carburanti, l’ATR 016 col suo record di 160 km/h. Nel 1939 si inaugura il nuovo modernissimo stabilimento di Mirafiori.

Gli ultimi anni del senatore Agnelli sono funestati dalle distruzioni belliche e dall’accusa di Fascismo. Prima di morire, il 16 dicembre 1945 a Torino, Giovanni Agnelli designa il nipote Gianni alla guida della Fiat che riprende la produzione nel 1948, anche grazie agli aiuti del Piano Marshall, sotto la direzione di Vittorio Valletta con l’uscita delle 500 B e C anche in versione “Giardiniera”.

Nei primi anni Cinquanta la Fiat è ormai “motore dell’economia”, entra nel capitale della spagnola Seat, costruisce il primo aereo a reazione italiano, il G80, il caccia G91, lancia la Fiat Campagnola, la berlinetta sportiva Fiat 8V, la 500 C Belvedere, la 1900 Granluce, la 1400, prima diesel Fiat, la versione diesel dell’autocarro Fiat 615 e il Fiat 682 N (Re d’Africa). Tra il 1955 e il 1957, la 600 (4 milioni di unità), la 600 Multipla, prima monovolume, e la nuova 500 avviano la motorizzazione di massa assieme alla 1100/103 berlina, la 103 TV trasformabile, la 1200, la 500 “Giardinetta” una “station wagon” ante litteram (1960), la 1800, la 1300, la 1500, la Fiat 850 (1964).

Nel 1966 Gianni Agnelli assume la presidenza della Fiat e si assorbono altre case automobilistiche italiane come Autobianchi (1968), Lancia (1967-69), Abarth (1971). Escono le note Fiat Dino,124, 125, 128, 130, 127 (1971), 126, 132, la Fiat X1/9 (1972), 131, 133, il treno ETR 401 “Pendolino”. Nel 1975 si acquisiscono la Ferrari, la OM e la Allis Chalmers (movimento terra USA).

L’azienda si riorganizza creando la IVECO (veicoli industriali) con la OM e le acquisite Unic (francese) e Magirus Deutz (tedesca). Nel 1978-79 si creano Fiat Auto Spa, Fiat Ferroviaria, Fiat Avio, Fiat Trattori e Fiat Engineering quando esce la mitica Ritmo. Si investe perfino in Urss, e nel meridione (Cassino, Termoli, Pomigliano), si rinnova la tecnologia di produzione (il “robogate”) e si integra la meccanica delle case acquisite. In questi anni il terrorismo colpisce direttamente la Fiat.

Negli anni Ottanta il manager Vittorio Ghidella lancia modelli di successo come la Panda e la Uno (1983), disegnate da Giugiaro, a cui seguono l’Argenta, la Regata e la Croma.

Nel 1986 viene acquistata l'Alfa Romeo dall'IRI, nel 1990 l’Innocenti e la Maserati e nasce la New Holland (Fiat-Ford 1991). Escono numerosi modelli come la Fiat Tipo, la Duna, la Fiat Tempra, la Fiat Cinquecento, la Punto, la Coupé, la monovolume Ulysse, la Fiat Barchetta, le Fiat Bravo/Brava, la Marea, la Palio (e le versioni estere Fiat Siena, Albea, Strada e Perla), veicoli commerciali come il Fiorino, il Ducato, lo Scudo e il nuovo pendolino ETR 450. Continuano a nascere nuovi stabilimenti in Polonia, in Brasile e si avviano progetti in India e Cina.

Dal 1996 al 1998 la presidenza passa da Agnelli a Cesare Romiti a Paolo Fresco col rilancio della Fiat Seicento (Fiat 600 dal 2005 al 2010), della Multipla (poi 600 Multipla) e della Punto “Classic".  Dopo l’Idea e la Stilo, esclusa la nuova Cinquecento e il furgone Doblò, abbiamo modelli rinnovati delle Punto, Panda, Bravo e Croma. Recente è la produzione di apparecchi digitali ed elettronici con l’acronimo “Fabbrica Italiana Alta Tecnologia" e dal 2001 la Fiat controlla in parte la Montedison.

In piena crisi societaria, nel 2003, muore Gianni Agnelli seguito nel 2004 dal fratello Umberto che, fallita la candidatura di Giuseppe Morchio, lascia la presidenza a Luca Cordero di Montezemolo.

Dal 1°giugno 2004 il nuovo amministratore delegato Sergio Marchionne scioglie l’accordo con la General Motors (2000) e, dopo il fallito tentativo con la tedesca Opel, acquisisce l’americana Chrysler ridefinendo le prospettive e le strategie future del gruppo anche con lo scorporo, all’interno di Fiat Group Automobiles, del settore non automobilistico in Fiat Industrial da Fiat Spa.

Il 1°gennaio 2011 il nuovo presidente John Elkann, nipote di Gianni Agnelli, ha annunciato una discesa della famiglia sotto il 30% del capitale al fine di creare una società di maggiori dimensioni.

 

Lorenzo Scocciolini

 


 

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