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IN FRANCIA
PIU' PEDALI PIU' GUADAGNI
di
Giovanni Minieri
I benefici legati all’uso della bici sono noti a tutti, e
non parliamo solo di quelli connessi alla propria salute, ma anche a
quelli che si ripercuotono sull’intera società. Pedalare fa bene al
cuore, così da prevenire eventuali problemi cardiovascolari, diminuendo
sensibilmente le probabilità di ricorrere anche alle visite mediche.
Pedalare fa bene anche al proprio umore, una giornata grigia e uggiosa
diventa meno greve se la si affronta inforcando la propria bicicletta.
Ma usare la bici fa benissimo all’ambiente intero. Più bici si traduce
subito in meno auto in circolazione, e allora meno smog, strade libere e
senza traffico, meno probabilità di essere coinvolti in un incidente i
cui costi, come ben sappiamo, si riverberano su tutta la comunità. Tutto
ciò sembra però non bastare. Sono ancora pochissimi gli italiani che
decidono di lasciare nel box la propria quattro ruote e prendere la due
ruote a pedali.
E allora cosa potrebbe spingerci a cambiare questa
malsana abitudine. Da sempre il solo ed unico incentivo capace di
smuovere le coscienze, anche quelle da sempre con le gambe inamovibili,
è il Dio danaro. Sarà stato proprio questo il ragionamento fatto da
Segolene Royal, il ministro francese dell’ecologia. So che la curiosità
è tanta e volete conoscere cosa si sarà mai inventato la Royal.
Semplice: 25 cent di euro ogni chilometro percorso sulla bici. Tanti?
Pochi? Facciamo due conti. Ipotizzando un percorso casa-lavoro di 5
chilometri, per un totale andata e ritorno pari a 10 chilometri,
tradotti in euro fanno 2,5 euro in un giorno. Calcolando 20 giorni
lavorativi al mese, arriviamo a 50 euro, che in un anno fanno 600 euro.
Direi che si tratta di una cifra di tutto rispetto. Con 600 euro ci si
può pagare l’assicurazione della propria utilitaria, oppure il tagliando
annuale della propria auto, quella che è rimasta chiusa nel box. O
ancora usare quella somma, questa sì realmente “sudata”, per versare
l’acconto all’agenzia di viaggi dove di solito si prenotano le vacanze.
Ma in Italia questo incentivo potrebbe realmente
funzionare. Qualche dubbio esiste, i timori sono legati soprattutto alla
sicurezza dei ciclisti. Ad oggi sono ancora pochissime le piste
ciclabili. Si pensi che gli spagnoli hanno fatto passi da gigante, negli
ultimi anni la mobilità sulla bici è aumentata di 11 volte, passando da
seimila a settantamila ciclisti. Il balzo in avanti è dovuto ad una
seria politica di tutela degli utenti che utilizzano la bicicletta che
ha visto la realizzazione di piste ciclabili lì dove prima erano
inesistenti, prevedendo la realizzazione di veri e propri muri che
delimitano le piste ciclabili dal resto della carreggiata. E allora
direi che sarebbe giunta l’ora di spronare la nostra classe politica ad
abbattere il muro mentale che non consente loro di vedere tutti quei
benefici fin qui esposti di cui gioverebbero i cittadini e l’ambiente.
G. M.
SOSTANZE PSICOTROPE: RISCHIO
IDENTIFICAZIONE AI CONTROLLI SU STRADA
di Giovanni Minieri
Nella prevenzione degli incidenti stradali provocati da
conducenti che guidano la propria auto sotto gli effetti di alcol e
droga sono impegnati non solo la Polizia Stradale, ma anche il
laboratorio di Tossicologia Forense dell’Università di Firenze, in prima
linea insieme ad altre sei Università, Roma, Napoli, Pavia, Verona,
Catania e Sassari e il supporto delle principali associazioni Asaps,
Moige, Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, tutti in stretta sinergia
per tentare di ridurre sensibilmente il tasso di mortalità legato agli
incidenti stradali. L’ Asaps ci fornisce i seguenti dati: nell’ultimo
trimestre, su 7.419 conducenti sottoposti a controlli, il 5,6% è
risultato positivo all’alcoltest (cioè con un tasso alcolemico superiore
al limite consentito pari a 0,5 g/l) mentre l’1,5% è risultato positivo
ad almeno una sostanza stupefacente nei test preliminari su strada, dove
i controlli per guida sotto effetto di sostanze psicoattive sono stati
uno ogni dieci controlli alcoltest. Quello che si sta cercando di fare è
lavorare per individuare proprio le nuove sostanze psicoattive.
I responsabili di Life Street, No Drugs, segnalano quanto
sia orami non più procrastinabile l’incremento del numero dei drug test,
ma soprattutto occorre mettere a disposizioni degli operatori della
sicurezza stradale nuovi strumenti con i quali poter riconoscere subito
le Nuove Sostanze Psicoattive (Nps). Uno dei responsabili di Life
Street, No Drugs afferma: “I drug test eseguiti annualmente sono molto
pochi rispetto a quelli che si dovrebbero eseguire e questo è dovuto
anche alla deficitaria esistenza di materiali e metodi che possano
essere utilizzati su strada con buoni risultati ed attendibilità nonché
validità medico legale”.
A rendere difficoltosa l’identificazione delle Nuove
Sostanze Psicotrope è la continua evoluzione delle molecole - principio
attivo delle sostanze stesse, con laboratori clandestini che lavorano
alacremente per immettere sul mercato del consumo nuove pasticche.
La prof.ssa Elisabetta Bertol della cattedra di
Tossicologia Forense di Firenze sostiene: “Con nuovi metodi si possono
superare le intrinseche difficoltà nell’eseguire controlli su strada.
Metodi di facile esecuzione da poter poi confermare tempestivamente in
laboratorio, con garanzie di scientificità, rispettosi dei diritti dei
guidatori e validi in tribunale. Per questo si è costruita una rete su
tutta Italia di laboratori qualificati per supportare il lavoro della
Polizia Stradale nei controlli antidroga su strada”. I laboratori di
tossicologia forense sparsi in tutta Italia saranno sette e daranno
supporto al lavoro svolto dalla Stradale fornendo una maggiore validità
forense.
Giovanni Minieri
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