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Anno XIV num.5
Set./Ott. 2015

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IN FRANCIA PIU' PEDALI PIU' GUADAGNI

di Giovanni Minieri

 

I benefici legati all’uso della bici sono noti a tutti, e non parliamo solo di quelli connessi alla propria salute, ma anche a quelli che si ripercuotono sull’intera società. Pedalare fa bene al cuore, così da prevenire eventuali problemi cardiovascolari, diminuendo sensibilmente le probabilità di ricorrere anche alle visite mediche. Pedalare fa bene anche al proprio umore, una giornata grigia e uggiosa diventa meno greve se la si affronta inforcando la propria bicicletta. Ma usare la bici fa benissimo all’ambiente intero. Più bici si traduce subito in meno auto in circolazione, e allora meno smog, strade libere e senza traffico, meno probabilità di essere coinvolti in un incidente i cui costi, come ben sappiamo, si riverberano su tutta la comunità. Tutto ciò sembra però non bastare. Sono ancora pochissimi gli italiani che decidono di lasciare nel box la propria quattro ruote e prendere la due ruote a pedali.

E allora cosa potrebbe spingerci a cambiare questa malsana abitudine. Da sempre il solo ed unico incentivo capace di smuovere le coscienze, anche quelle da sempre con le gambe inamovibili, è il Dio danaro. Sarà stato proprio questo il ragionamento fatto da Segolene Royal, il ministro francese dell’ecologia. So che la curiosità è tanta e volete conoscere cosa si sarà mai inventato la Royal. Semplice: 25 cent di euro ogni chilometro percorso sulla bici. Tanti? Pochi? Facciamo due conti. Ipotizzando un percorso casa-lavoro di 5 chilometri, per un totale andata e ritorno pari a 10 chilometri, tradotti in euro fanno 2,5 euro in un giorno. Calcolando 20 giorni lavorativi al mese, arriviamo a 50 euro, che in un anno fanno 600 euro. Direi che si tratta di una cifra di tutto rispetto. Con 600 euro ci si può pagare l’assicurazione della propria utilitaria, oppure il tagliando annuale della propria auto, quella che è rimasta chiusa nel box. O ancora usare quella somma, questa sì realmente “sudata”, per versare l’acconto all’agenzia di viaggi dove di solito si prenotano le vacanze.

Ma in Italia questo incentivo potrebbe realmente funzionare. Qualche dubbio esiste, i timori sono legati soprattutto alla sicurezza dei ciclisti. Ad oggi sono ancora pochissime le piste ciclabili. Si pensi che gli spagnoli hanno fatto passi da gigante, negli ultimi anni la mobilità sulla bici è aumentata di 11 volte, passando da seimila a settantamila ciclisti. Il balzo in avanti è dovuto ad una seria politica di tutela degli utenti che utilizzano la bicicletta che ha visto la realizzazione di piste ciclabili lì dove prima erano inesistenti, prevedendo la realizzazione di veri e propri muri che delimitano le piste ciclabili dal resto della carreggiata. E allora direi che sarebbe giunta l’ora di spronare la nostra classe politica ad abbattere il muro mentale che non consente loro di vedere tutti quei benefici fin qui esposti di cui gioverebbero i cittadini e l’ambiente.

G. M.


 

SOSTANZE PSICOTROPE: RISCHIO IDENTIFICAZIONE AI CONTROLLI SU STRADA

di Giovanni Minieri

 

Nella prevenzione degli incidenti stradali provocati da conducenti che guidano la propria auto sotto gli effetti di alcol e droga sono impegnati non solo la Polizia Stradale, ma anche il laboratorio di Tossicologia Forense dell’Università di Firenze, in prima linea insieme ad altre sei Università, Roma, Napoli, Pavia, Verona, Catania e Sassari e il supporto delle principali associazioni Asaps, Moige, Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, tutti in stretta sinergia per tentare di ridurre sensibilmente il tasso di mortalità legato agli incidenti stradali. L’ Asaps ci fornisce i seguenti dati: nell’ultimo trimestre, su 7.419 conducenti sottoposti a controlli, il 5,6% è risultato positivo all’alcoltest (cioè con un tasso alcolemico superiore al limite consentito pari a 0,5 g/l) mentre l’1,5% è risultato positivo ad almeno una sostanza stupefacente nei test preliminari su strada, dove i controlli per guida sotto effetto di sostanze psicoattive sono stati uno ogni dieci controlli alcoltest. Quello che si sta cercando di fare è lavorare per individuare proprio le nuove sostanze psicoattive.

I responsabili di Life Street, No Drugs, segnalano quanto sia orami non più procrastinabile l’incremento del numero dei drug test, ma soprattutto occorre mettere a disposizioni degli operatori della sicurezza stradale nuovi strumenti con i quali poter riconoscere subito le Nuove Sostanze Psicoattive (Nps). Uno dei responsabili di Life Street, No Drugs afferma: “I drug test eseguiti annualmente sono molto pochi rispetto a quelli che si dovrebbero eseguire e questo è dovuto anche alla deficitaria esistenza di materiali e metodi che possano essere utilizzati su strada con buoni risultati ed attendibilità nonché validità medico legale”.

A rendere difficoltosa l’identificazione delle Nuove Sostanze Psicotrope è la continua evoluzione delle molecole - principio attivo delle sostanze stesse, con laboratori clandestini che lavorano alacremente per immettere sul mercato del consumo nuove pasticche.

La prof.ssa Elisabetta Bertol della cattedra di Tossicologia Forense di Firenze sostiene: “Con nuovi metodi si possono superare le intrinseche difficoltà nell’eseguire controlli su strada. Metodi di facile esecuzione da poter poi confermare tempestivamente in laboratorio, con garanzie di scientificità, rispettosi dei diritti dei guidatori e validi in tribunale. Per questo si è costruita una rete su tutta Italia di laboratori qualificati per supportare il lavoro della Polizia Stradale nei controlli antidroga su strada”. I laboratori di tossicologia forense sparsi in tutta Italia saranno sette e daranno supporto al lavoro svolto dalla Stradale fornendo una maggiore validità forense.

 

Giovanni Minieri


 

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