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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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Il futuro è bio

Dalle alghe il biocarburante che si scopre essere un potenziale energetico e un aiuto per l’ambiente

di Cosimo Guardavaccaro 

 

L’idea di salvaguardare l’ambiente è sempre vigente nella nostra mente, in quanto ci riguarda molto da vicino per via della salute, dello star bene e del vivere spensierati; ormai  siamo divenuti , nel corso degli anni, un popolo molto più sensibile alla raccolta differenziata, compriamo prodotti eco-sostenibili e stiamo attenti a non sprecare acqua e a risparmiare energia.

Se volessimo  rappresentar oggi queste nostre abitudini in un dipinto, di certo non lo faremmo come Il Caravaggio, il quale  ci mostrò, nelle sue doti più soavi, una natura morta ma opteremmo per altre soluzioni più ecologiche partendo in primis dalla scelta del materiale utilizzato nella composizione del quadro, per poi finire allo spennellamento di una natura viva e ricca di colori.

Le nostre abitudini oggi, ci portano alla consapevolezza di esser non solo cittadini di una nazione ma principalmente cittadini del mondo, ecco per giunta, un’ultima scoperta realizzata da un  gruppo di ricerca inglese dell’università di Aberystwyth, che arriva direttamente dall’ambiente più diffuso sul pianeta con il suo volume più vasto rispetto ad altre condizioni paesaggistiche,l’oceano.

L’ illuminazione è avvenuta esaminando un tipo di alga, chiamata scientificamente Laminaria Digitata, dalla quale si è dimostrato che è particolarmente adatta alla realizzazione di biocarburanti, in quanto la sua composizione chimica, riferita a campioni di alghe raccolti sulle coste del Galles, ha dimostrato che i concentrati di zuccheri da convertire in etanolo nei processi di fermentazione, sono più alti in estate, in particolare nel mese di luglio poiché i metalli che possono impedire i lieviti sono bassi.

Le alghe marine si possono ritenere un'alternativa interessante alle piante destinate alla produzione di biocombustibili in quanto fino ad ora i ricercatori hanno lavorato su piante coltivate sulla terraferma, quest’ultime hanno il serio svantaggio di sottrarre terre coltivabili all'agricoltura per produrre cibo, richiedendo più acqua e aumentando il bilancio delle emissioni di carbonio.

L’Avevate mai immaginata un’alga al posto del vostro combustibile? Benvenuti nel paradiso terrestre, in un mondo più vivibile, in un ambiente più maturo consapevole dei buoni propositi dove pensiamo con una mente verde per immaginare un mondo migliore, e non un luogo popolato da dee dell’acqua o di altri esseri  frutto di fantasia dove tutto prende vita solo in un sogno.

La terra è madre, la terra è femmina sempre gravida, ecco perché va rispettata e misurata nel cogliere i frutti che ci offre ogni giorno, in ogni momento tra i suoi colori energici e i suoi profumi intensi, perché senza tutto questo l’uomo non si nutrirebbe per accrescere se stesso.

 

La cultura della salvaguardia ambientale

 

Saremo mai in grado di andare avanti e vivere in  maniera sostenibile? Riusciremo mai a riappropriarci  di ritmi, sapori, profumi e sensazioni che fanno parte di noi? Forse si, abbattendo il muro del dualismo uomo-natura potremmo evitare molti di quei comportamenti lesivi della biosfera, riuscendo cosi a sentirci parte del’ambiente e a creare una interazione con quest’ultimo.  

Ad oggi chi ha causato e di conseguenza delineato il quadro dei ruoli e delle responsabilità nell’influenzare le scelte e i comportamenti degli individui, sono stati i settori della pubblicità, del marketing, della comunicazione pubblica e sociale, le quali hanno offuscato se non sconvolto le menti di ognuno di noi portandoci a ragionare come consumatori di prodotti e non individui attenti e consapevoli della realtà che ci circonda.

Per terminare questa violenza non bastano le azioni di pochi ma è necessaria una diffusione di conoscenze ambientali che non ignorino le problematiche legate allo sviluppo tecnologico, alle differenze tra ritmi biologici e tecnologici, l’importante sarà creare questo equilibrio, questa interazione tra la cultura dell’ uomo e i fattori della natura, per poter salvare e tutelare il mondo in cui viviamo.

Non basta amare la natura ma bisogna cercare di conoscerla, vedere i suoi confini e percepire gli elementi essenziali della sua complessità; un primo passo si dovrebbe fare negli ambienti educativi, la dove l’uomo si pone in ascolto, la dove tutto si tocca con mano per percepire e capire la consistenza, perciò è bene che questi ambienti risultino veri ambienti di vita.

Sarà dunque un’ ambiente dove bimbo e bimba, ragazzo e ragazza, uomo e donna possano vivere esperienze dirette d’interazione con i diversi fattori dell’ambiente stesso e apprendere concretamente i comportamenti che permettono loro di adattarsi con successo, dove i fattori che porteranno al cambiamento si identificheranno in responsabilità, partecipazione, spirito di adattamento.

Bisogna considerare, quindi aver ben presente, l’idea dell’ambiente come mezzo  e come fine, cioè come educazione attraverso l’ ambiente e come educazione all’ambiente, cercando di creare un rapporto fra ambiente e sviluppo sintetizzato in una sfida dello sviluppo sostenibile.

Dunque oggi dovremmo compiere un percorso inverso rispetto al passato, dovremmo riscoprire quell’intimità con la natura, affinché essa possa esser davvero vissuta come ambiente educativo; siamo insomma, di nuovo nel cambiamento, con un cammino che presenta delle salite e un futuro confuso, con all’orizzonte delle frontiere d’attraversare. Dobbiamo imparare a calpestare l’erba con i nostri piedi e non limitarci a sentirne parlare.

 

Cosimo Guardavaccaro

 


 

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