PER UN
FUTURO ECO-SOSTENIBILE: L'EMERGENZA RIFIUTI
di Salvatore
Falletta
Non è
semplice parlare in maniera generica di tematiche che riguardano
l'ambiente anche perchè nella parola "ambiente" è racchiuso tutto
il vivere quotidiano e soprattutto il futuro di ogni essere vivente e
dell'intero globo terrestre.
Il
benessere personale di ciascuno di noi è in stretta relazione con la
salute dell'ambiente che ci circonda. Oggi più che mai siamo molto
attenti ai nostri bisogni, al benessere ed alle comodità della vita di
tutti i giorni ma abbiamo scordato i sostanziali bisogni della terra e
dell'ambiente nel quale tutti viviamo e di cui siamo ospiti.
Tra i
tanti problemi che gravano sull'ambiente non si può non evidenziare:
·
"la distruzione del suolo" dovuta ai vari motivi quali
l'inquinamento, il disboscamento, la desertificazione e deforestazione;
·
"l'inquinamento delle acque" che sta rendendo
inutilizzabili i grandi serbatoi di acqua diventati il deposito dei
rifiuti che produciamo;
·
"l'inquinamento atmosferico" che sta rendendo l'aria
sempre meno respirabile e sempre più un miscuglio di gas tossici;
·
"l'effetto serra" che minaccia lo scioglimento dei
ghiacciai, l'impoverimento delle terre emerse con l'ampliamento di zone
aride e desertiche e forti variazioni sul clima con effetti devastanti
quali violenti cicloni ed uragani;
·
"le piogge acide" che causano la morte della vegetazione,
della fauna e della flora acquatica, la corrosione di monumenti, case,
ponti e opere edilizie e il degrado artistico in genere;
·
"buco dell'ozono" che permette ai raggi UV di arrivare
indisturbati sulla superficie terrestre con gravi pericoli per la vita
del pianeta e di tutti gli essere viventi, uomo compreso.
La
prima causa di questa carenza di rispetto a mio avviso è la mancanza di
formazione ed informazione ambientale che stanno alla base della
creazione di una coscienza ambientalista che dovrebbe sensibilizzare e
rendere consapevoli che ad ogni azione corrisponde un effetto
sull'ambiente che ci circonda.
Fra i
comportamenti sbagliati dell'uomo verso l'ambiente, particolare
importanza rivestono gli enormi sprechi e la produzione di
un'inverosimile quantità di rifiuti.
La
legislazione europea e quella italiana hanno definito in maniera univoca
tre grandi categorie di rifiuti suddividendoli in:
·
rifiuti solidi urbani (RSU) tra i quali vanno annoverati
i rifiuti ingombranti provenienti dalle abitazioni, originati dalle
pulizie delle strade e dalle aree verdi, i rifiuti abbandonati nelle
aree pubbliche sulle strade, sulle spiagge, lungo i corsi d'acqua, ...;
·
rifiuti speciali (RS) ossia quei rifiuti prodotti dalle
attività industriali, agricole, artigianali, commerciali, di servizio
sanitario, o da attività di demolizione, costruzione e scavi, da
macchinari e apparecchiature deteriorati o vecchi, da veicoli e o da
loro parti, ...;
·
rifiuti pericolosi (RP) ovvero contaminati da sostanze
pericolose come arsenico, mercurio, solventi, pesticidi, composti
farmaceutici, acidi, amianto, ...
Soffermiamoci sui primi, ossia tutte quelle sostanze ed oggetti che
vengono scartati dall'uomo una volta utilizzati la cui produzione è
aumentata vertiginosamente nell'ultimo ventennio. Infatti la produzione
di RSU nei paesi dell'Unione Europea è pari a circa 200 milioni di
tonnellate annue che equivale ad una media annua di circa 527 kg
pro-capite. In Italia è pari a circa 30 milioni di tonnellate annue che
equivale ad una media annua di circa 515 kg pro-capite; ciascuno di noi
produce 1,5 kg di rifiuti al giorno.
Ciò
implica il grosso problema dello smaltimento dei rifiuti, nonché la
saturazione delle discariche e gli indiscriminati abbandoni sul
territorio di ogni tipo di rifiuto, diventati vere e proprie emergenze
sociali oltre che ambientali.
L'informazione e la conoscenza del rifiuto prodotto è di fondamentale
importanza per iniziare un processo di sensibilizzazione, per esempio
non tutti conoscono i tempi di biodegradabilità dei rifiuti che ogni
giorno produciamo e che a volte inconsciamente vengono gettati
nell'ambiente.
Ad
esempio un chewing-gum impiega 5 anni per decomporsi, un mozzicone di
sigaretta 2 anni, un fazzolettino di carta 4 settimane, un giornale 6
settimane, una rivista 10 mesi, un contenitore di polistirolo 50 anni,
una lattina di alluminio 100 anni, una bottiglia di plastica impiega
sino a 1000 anni.
Quindi è chiaro che ogni azione anche la più comune come ad esempio
leggere il giornale o bere una bevanda produce inquinamento se
consideriamo che ogni giorno vengono stampate milioni di pagine e
costruite milioni di bottiglie in plastica e lattine in alluminio con
conseguente abbattimento di milioni di alberi e con il consumo di
milioni di litri di petrolio e quindi produzione di milioni di chili di
CO2 immessi in atmosfera.
I
rifiuti prodotti possono avere diverse destinazioni: finire nelle
discariche; essere bruciati (con o senza recupero di energia utile);
essere raccolti in maniera differenziata, per subire i necessari
trattamenti che consentano il loro reinserimento nel ciclo produttivo
(riciclaggio).
La
destinazione in discarica é la scelta peggiore, anche se oggi é la fine
che spetta ancora a moti rifiuti solidi urbani (RSU) prodotti nel
nostro Paese. É la soluzione peggiore perché rappresenta, innanzitutto,
un grande spreco di materiali e di energia e poi perché le discariche
occupano grossi spazi, ed è sempre più difficile trovare luoghi adatti
nei quali collocarle. Un tempo, le discariche erano solo degli accumuli
di materiali, realizzati nelle buche scavate nel terreno, e questo
discorso vale, purtroppo, ancora per le discariche abusive. Oggi le
discariche sono impianti controllati, dotati di sistemi di
impermeabilizzazione che proteggono il suolo e le acque sotterranee
dall'inquinamento, e di sistemi che recuperano il gas prodotto dalla
fermentazione dei rifiuti.
I
rifiuti possono anche essere inceneriti in forni speciali, recuperando
il calore per produrre il vapore che farà funzionare una turbina, o per
scopi di riscaldamento. Questi impianti, detti termovalorizzatori, per
funzionare bene, devono trattare i rifiuti con un elevato potere
calorifico, cioè quelli che producono molto calore quando bruciano,
come la carta, il legno e la plastica, ma non i rifiuti organici (ad
esempio, i rifiuti alimentari). Inoltre devono avere degli adeguati
sistemi di depurazione dei fumi.
La
raccolta differenziata dei rifiuti consiste nel dividerli, al momento
della loro produzione, nelle varie componenti ricuperabili e in quelle
pericolose per l'ambiente.
Le
varie tipologie dei rifiuti già divisi (carta, vetro, plastica ... )
possono essere raccolte separatamente dal servizio di nettezza urbana,
trattate ed inviate:
·
alle industrie che le recuperano: é il caso del la carta,
del vetro, della plastica, del ferro, dell'alluminio ...;
·
agli impianti di riciclaggio per la trasformazione in
concime per l'agricoltura (compost): é il caso dei residui alimentari
di cucina, dell'erba tagliata dei giardini ...;
·
ai forni inceneritori con recupero di energia
(termovalorizzatori).
I
rifiuti pericolosi invece (pile, farmaci...) sono destinati a speciali
trattamenti di recupero, dove possibile, o sono resi inerti in modo da
non inquinare l'ambiente.
Pensiamo che, se non differenziati, i farmaci in
discarica
possono dar luogo ad emanazioni tossiche ed inquinare il
percolato;
inoltre, la presenza di antibiotici nei rifiuti può favorire la
selezione di ceppi batterici resistenti agli stessi antibiotici.
Educarci alla raccolta differenziata, abituarci a valorizzare e a
considerare una risorsa i rifiuti che produciamo ridurrebbe gran parte
le risorse energetiche atte alla produzione ex novo e diminuirebbe
l'inquinamento conseguente.
II
recupero e il riciclo dei rifiuti rispondono in primo luogo a una
esigenza di tutela ambientale e sanitaria. I rifiuti, di consumo o di
produzione, se abbandonati o smaltiti in maniera impropria possono
essere spesso fonte di gravi danni per gli ecosistemi e per la stessa
salute umana. Ciò vale per l'insieme del rifiuti urbani e speciali. La
stessa raccolta e trattamento dei rifiuti urbani risponde a una primaria
esigenza di tutela sanitaria e ambientale. Il beneficio derivante da
queste attività é proprio il "danno ambientale evitato". Alcuni rifiuti
sono pericolosi e tossici. Gli oli minerali usati, ad esempio, oltre
all'idrocarburo, contengono residui di combustione e vari metalli.
Se
vengono rilasciati nell'ambiente si possono trasformare in un potente
inquinante: sul terreno si creano accumuli di metalli che vengono
assorbiti dalle piante ed entrano nel ciclo alimentare di cui l'uomo é
l'ultimo anello. Il recupero e la rigenerazione degli oli usati non
solo consente un risparmio di risorse e di energia, ma evita forme di
smaltimento molto pericolose.
Un
altro caso é quello delle batterie: il piombo e le altre sostanze
contenute nelle batterie, se rilasciati nell'ambiente in forma non
controllata, sono estremamente tossici. Il piombo, ad esempio, é una
sostanza che può provocare il cancro. Il recupero delle batterie usate,
oltre ai benefici ambientali ed energetici legati all'impiego del
piombo secondario, risponde in primo luogo a una esigenza di tutela
ambientale.
Un
ragionamento simile vale per il recupero dei rifiuti elettrici ed
elettronici, dai frigoriferi ai computer, il cui riciclo consente di
evitare il rilascio nell'ambiente di fluidi refrigeranti molto dannosi
per l'ozono (e anche per il clima) o di metalli pesanti molto tossici.
Anche
il recupero e il riciclo degli imballaggi associa ai benefici energetici
e di riduzione del consumo di risorse quello di un corretto
smaltimento. Anche questi materiali, oltre a un danno estetico, possono
determinare inquinamenti: é il caso della combustione incontrollata di
plastica, cavi elettrici, cartone o legno trattato.
Facciamo alcuni esempi pratici con delle cifre per aver chiari alcuni
concetti tra produzione e consumi o il semplice ciclo di riciclaggio per
i principali rifiuti:
·
Carta:
per produrre una tonnellata di "carta vergine" occorrono 15 alberi,
440.000 litri d'acqua e 7.600 kwh di energia elettrica ed invece per
produrre una tonnellata di "carta riciclata" bastano 1.800 litri d'acqua
e 2.700 kwh di energia elettrica. Ma è anche da sottolineare che non
verrebbe abbattuto neanche un albero che contribuisce a contrastare la
deforestazione. Scatole, contenitori per bevande, cartoni, sacchetti di
carta, giornali, riviste, libri, quaderni, opuscoli vengono raccolti in
appositi cassonetti, successivamente prelevati e portati in piattaforme
di selezione dove vengono separati dalle frazioni estranee. Il materiale
selezionato viene pressato e spedito alle cartiere che lo sminuzzano e
lo mettono in uno spappolatore con acqua fino ad ottenere un impasto
fluido ed omogeneo. Questo alimenta un macchinario da cui si ricavano le
bobine che arrivano successivamente alle cartotecniche che preparano i
fogli per ottenere i nuovi imballaggi ed altri prodotti finiti.
·
Alluminio:
per la produzione di 1 kg di alluminio, occorrono circa 15 kwh di
energia elettrica ed un impianto di estrazione di bauxite, invece per
produrre 1 kg di alluminio da materiale
riciclato,
occorrono invece 0,8 kwh di energia e, soprattutto, nessun impianto di
estrazione di bauxite, che tra l'altro non esiste in Italia. Lattine per
bibite, bombolette, vaschette, coperchi di yogurt, scatole per carne,
ecc ..., vengono raccolti in appositi contenitori e portati in specifici
centri di selezione. Qui, grazie ad un particolare metodo a correnti
indotte, l'alluminio è separato dagli altri materiali, raccolto e
pressato in balle per il facile trasporto. In fonderia queste vengono
pre-trattate a 500° e poi fuso a 800° per ottenere alluminio liquido da
cui si ottengono lingotti e placche. Questo viene impiegato
nell'industria automobilistica, nell'edilizia, nei casalinghi, per nuovi
imballaggi. Pensiamo che occorrono 150 lattine per costruire una
bicicletta da competizione, o 130 per costruire un monopattino.
·
Oli lubrificanti:
l'olio minerale usato è per la quasi totalità recuperabile, da 100 kg di
olio usato si ottengono 68 kg di olio nuovo. Se l'olio non può essere
rigenerato viene impiegato dai cementifici come combustibile perchè ha
un alto contenuto energetico.
·
Vetro:
nella produzione di vetro "nuovo", per ogni 10% di rottame di vetro
inserito nei forni si ottiene un risparmio del 2,55% di
energia,
equivalente ad oltre 130 litri di petrolio risparmiato per ogni
tonnellata di vetro riciclato usato. Si stima che l'industria vetraria
registri ogni anno un risparmio energetico, grazie alla raccolta
differenziata, pari a 400.000 tonnellate di
petrolio.
Bottiglie, bicchieri, vasi e vasetti, barattoli e flaconi vengono
raccolte in appositi contenitori e portati in centri di selezione dove
viene separato da ogni altro corpo estraneo. Il vetro recuperato e
ridotto in piccole pezzature viene spedito in vetreria e qui fuso in
appositi forni ad una temperatura di circa 1500° ottenendo una pasta
spalmabile. Il vetro fuso viene modellato e raffreddato dando vita a
nuovi contenitori.
·
Plastica:
con il recupero di 1.000 tonnellate di plastica si ottiene il
risparmio
di circa 3.500 tonnellate di petrolio. Sacchetti, vaschette, bottiglie,
flaconi per detersivi o shampoo andrebbero prima schiacciati per ridurre
l'ingombro e poi conferiti negli appositi cassonetti di raccolta. Questi
vengono prelevati e portati in impianti di selezione dove avviene la
separazione dalle altre frazioni o dalle impurità. La plastica poi viene
suddivisa per tipologia di polimero (PE, PET, PVC, altre plastiche) e
viene compressa in balle per facilitare il trasporto. Negli impianti per
il riciclo della plastica il materiale viene lavorato per ottenere
scaglie e granuli con i quali si ottengono i nuovi oggetti in plastica.
Dalla plastica riciclata si ottengono nuovi flaconi, tappi, sacchi per
la spazzatura, vasi per fiori, imbottiture, parchi giochi, panchine,
ecc. Pensiamo per esempio che con 45 vaschette di plastica si può fare
una panchina o con 150 bottiglie uno scivolo per bambini.
·
Il legno:
in Europa circa il 40% del legno recuperato è destinato al riciclo ed il
35% al recupero energetico. In Italia il legno recuperato è soprattutto
utilizzato dall'industria dei mobili. Le principali applicazioni del
legno riciclato sono i pannelli truciolari per la realizzazione di
mobili ed elementi di arredo, o per la fabbricazione della pasta di
cellulosa e di blocchi di legno-cemento per l'edilizia. Cassette per la
frutta e verdura, bancali per il trasporto, imballaggi di
elettrodomestici, di cristalli, di vini, ecc..., vengono consegnate in
centri di raccolta che preparano gli imballi o vengono ridotti
attraverso pressatura o triturazione. Il materiale viene trasportato
nelle aziende per la lavorazione dove subisce le operazioni di pulizia e
successivamente ridotto in scaglie, frantumato e ridotto in chips. I
chips ulteriormente lavorati, vengono amalgamati con apposite resine e
pressati per ottenere i pannelli truciolari. Pensiamo che con soli 4
pellets si può costruire una scrivania.
·
Gli pneumatici:
in Italia è stato calcolato che il 65% dei pneumatici finisce nelle
discariche.
La gomma è un combustibile e, quando nella discarica avvengono
combustioni non controllate, si liberano, soprattutto a causa dei
pneumatici, fumi densi molto inquinanti.
Il recupero dei pneumatici usati avviene, per esempio, con la
triturazione:
alla temperatura di 100° sotto zero raggiunta tramite l'impiego di azoto
liquido, la triturazione meccanica diventa semplice e la successiva
separazione automatica dei vari componenti assicura un riciclo pressoché
totale dei materiali, che vengono utilizzati come sottostrati
anti-rumore per strade ed autostrade, piste da corsa e campi sportivi,
ecc. Oppure possono essere utilizzate per la ricostruzione del
battistrada di gomme lisce anche se può essere effettuato una sola volta
nel ciclo vitale di un pneumatico.
·
I rottami ferrosi:
è molto più economico lavorare il rottame ferroso, ossia fonderlo in
appositi forni piuttosto che estrarre il metallo dai suoi minerali e con
complesse operazioni siderurgiche.
Quindi è possibile dare un copioso contributo al problema
dell'inquinamento iniziando a ridurre la quantità di rifiuti riducendo a
monte i nostri consumi, o consumando oggetti e materiali il cui scarto
non sia eccessivo o sia il meno voluminoso possibile. Si pensi ai
nostri acquisti in confezioni, scatole, buste, lattine, bottiglie,
imballaggi. . . inutilizzabili, ingombranti e superflui. E ancora,
giornali, riviste, libri e quaderni buttati; piatti, bicchieri,
tovaglioli e tutti gli oggetti che appartengono alla categoria dell'usa
e getta. La cultura dell'usa e getta si é talmente diffusa che siamo
schiavi delle abitudini deleterie del consumismo e dello spreco.
Sarebbe utile riutilizzare il più possibile ciò che acquistiamo
scegliendo innanzitutto prodotti che abbiano la maggiore durata
possibile, riparando invece di buttare ciò che si rompe, riutilizzando
sacchetti, borse e contenitori, regalando vestiti, borse o altri oggetti
ancora in buono stato.
È
tuttavia indispensabile riciclare i rifiuti imparando a considerarli non
come cose da eliminare e basta, ma come qualcosa da rielaborare e
utilizzare come fonte di materie prime. Nella massa di rifiuti é
presente di tutto: avanzi di cibo, plastica, carta, lattine, stracci,
vetro, pile scariche, medicinali scaduti, parti metalliche di vari
oggetti. Cosi mescolati sono solo rifiuti, ma se li separiamo per la
raccolta differenziata, potrebbero essere riutilizzati, ovvero riciclati
contribuendo a salvaguardare l'ambiente e a risparmiare risorse
preziose. Molti Comuni hanno gi promosso la raccolta differenziata del
vetro, della plastica, delle lattine, oltre a quella della carta, delle
pile e dei medicinali scaduti, ma è necessario che tutti noi
collaboriamo selezionando in prima persona i nostri rifiuti, adeguando
il nostro comportamento alle esigenze del razionale smaltimento dei
rifiuti e del loro riciclaggio.
Basterebbe quindi una corretta e lungimirante gestione dell'ambiente.
Ricordiamo però che la tecnologia e le leggi da sole non riusciranno mai
a darci un luogo così vivibile: sono indispensabili scelte rigorose da
parte delle amministrazioni pubbliche, ma anche l'educazione e la
collaborazione di tutti i cittadini.
Salvatore Falletta |