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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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GESTIONE DEI RIFIUTI

        

di Michela Miceli

 

La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione  e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo dei beni d cui originano i rifiuti, nonché al principio comunitario “chi inquina paga”.

A tal fine la gestione dei rifiuti è effettuata secondo criteri di efficacia , efficienza, economicità e trasparenza. I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Le pubbliche amministrazioni perseguono iniziative dirette a favorire la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti.

Ai fini, quindi di una corretta gestione dei rifiuti le autorità competenti favoriscono la riduzione dello smaltimento finale, attraverso:

·        Riutilizzo, riciclo o altre forme di recupero;

·        Impiego dei materiali di recuperati dai rifiuti;

·        Utilizzazione dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energie. Lo smaltimento dei rifiuti è effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti. I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume, potenziando la prevenzione e le attività  di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero. Lo smaltimento dei rifiuti è attuato attraverso una rete integrata e adeguata d’impianti di smaltimento al fine di:

·        Realizzare l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali;

·        Permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini ai luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi.

·        Utilizzare i metodi e le tecnologie più idonee a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica.

Per rifiuto si intende:

qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'obbligo di disfarsi (CEE 751442; termine per l'attuazione luglio1977), o qualsiasi sostanza od oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali, abbandonato o destinato all'abbandono (DPR 915/82).

I rifiuti sono classificati:

·        Secondo l’origine: rifiuti urbani e rifiuti speciali;

·        Secondo le caratteristiche di pericolosità: rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.

I Rifiuti Urbani

• I rifiuti domestici anche ingombranti

• I rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade

• I rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche

• I rifiuti vegetali provenienti dalle aree verdi, quali giardini, parchi ed aree cimiteriali

 

I Rifiuti Speciali

• I rifiuti da lavorazioni industriali;

• I rifiuti da attività̀ commerciali;

• I rifiuti derivanti dall’attività̀ di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque, dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;

• I rifiuti derivanti da attività̀ sanitarie;

• I macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;

• I veicoli a motore, i rimorchi e simili fuori uso e loro parti;

• I Rifiuti Urbani Pericolosi;

• Le pile;

• I medicinali scaduti;

• Apparecchiature contenenti etc. (clorofluorocarburi), come

frigoriferi e affini;

• Le batterie;

• Prodotti etichettati con T e/o F (bombolette spray);

Sono costituiti da tutta quella serie di rifiuti che, pur avendo un'origine civile contengono al loro interno un'elevata dose di sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei rifiuti urbani normali.

 

I Rifiuti Speciali Pericolosi

Sono quei rifiuti che contengono al loro interno un’elevata concentrazione di sostanze inquinanti e devono quindi essere sottoposti a un trattamento che ne riduca drasticamente la pericolosità̀.

• Derivanti da industria chimica, metallurgica, fotografica, conciaria e tessile;

 

• Derivanti da raffinazione del petrolio;

• Provenienti da ospedali, case di cura e affini;

• Oli esauriti e solventi;

• Derivanti da raffinazione del petrolio.

Alcuni rifiuti sono raccolti per essere riutilizzati, altri invece sono raccolti perché se lasciati abbandonati nel terreno, provocano grossi danni rilasciando sostanze dannose.

La classificazione dei rifiuti pericolosi è indispensabile ai fini del corretto recupero/smaltimento. La normativa identifica come pericoloso il rifiuto del quale si può dimostrare che “possiede una o più delle caratteristiche di pericolosità.

(classe H).

 

Tipologia di pericolosità:

·   Pericoloso per le caratteristiche chimico-fisiche;

·   Pericoloso per l’effetto sulla salute umana;

·   Pericoloso per l’effetto sull’ambiente.

La sua classificazione si basa sull’ORIGINE del rifiuto pericoloso, perché la pericolosità è insita nello stesso ed in particolare deriva dalla sua origine riconducibile al fatto che questi rifiuti presentano caratteristiche pericolose, e dal suo CONTENUTO di sostanze pericolose sono identificati pericolosi con riferimento specifico o generico a sostanze pericolose, solo se raggiungono determinate concentrazioni tali da conferire al rifiuto uno più delle caratteristiche di pericolo . In linea di principio qualsiasi rifiuto non domestico, sia speciale che urbano, può essere classificato come rifiuto pericoloso. Lo scopo della classificazione è quello di stabilire se, il rifiuto è pericoloso o non  pericoloso e quindi viene associato a un corrispondente codice.

 

Michela Miceli

 


 

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