GESTIONE DEI RIFIUTI
di Michela Miceli
La gestione
dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è effettuata
conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di
proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i
soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo
e nel consumo dei beni d cui originano i rifiuti, nonché al principio
comunitario “chi inquina paga”.
A tal fine
la gestione dei rifiuti è effettuata secondo criteri di efficacia ,
efficienza, economicità e trasparenza. I rifiuti devono essere
recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e
dell’ambiente.
Le pubbliche
amministrazioni perseguono iniziative dirette a favorire la prevenzione
e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti.
Ai fini,
quindi di una corretta gestione dei rifiuti le autorità competenti
favoriscono la riduzione dello smaltimento finale, attraverso:
·
Riutilizzo, riciclo o altre forme di
recupero;
·
Impiego dei materiali di recuperati dai
rifiuti;
·
Utilizzazione dei rifiuti come
combustibile o come altro mezzo per produrre energie. Lo smaltimento dei
rifiuti è effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce la fase
residuale della gestione dei rifiuti. I rifiuti da avviare allo
smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti sia in massa
che in volume, potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo,
di riciclaggio e di recupero. Lo smaltimento dei rifiuti è attuato
attraverso una rete integrata e adeguata d’impianti di smaltimento al
fine di:
·
Realizzare l’autosufficienza nello
smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali
ottimali;
·
Permettere lo smaltimento dei rifiuti in
uno degli impianti appropriati più vicini ai luoghi di produzione o
raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi.
·
Utilizzare i metodi e le tecnologie più
idonee a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della
salute pubblica.
Per rifiuto
si intende:
qualsiasi
sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'obbligo di
disfarsi (CEE 751442; termine per l'attuazione luglio1977), o qualsiasi
sostanza od oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali,
abbandonato o destinato all'abbandono (DPR 915/82).
I rifiuti
sono classificati:
·
Secondo l’origine:
rifiuti urbani e rifiuti speciali;
·
Secondo le caratteristiche di pericolosità:
rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.
I Rifiuti Urbani
• I rifiuti
domestici anche ingombranti
• I rifiuti
provenienti dallo spazzamento delle strade
• I rifiuti
di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree
pubbliche
• I rifiuti
vegetali provenienti dalle aree verdi, quali giardini, parchi ed aree
cimiteriali
I Rifiuti Speciali
• I rifiuti
da lavorazioni industriali;
• I rifiuti
da attività̀ commerciali;
• I rifiuti
derivanti dall’attività̀ di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi
prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque,
dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;
• I rifiuti
derivanti da attività̀ sanitarie;
• I
macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;
• I veicoli
a motore, i rimorchi e simili fuori uso e loro parti;
• I Rifiuti
Urbani Pericolosi;
• Le pile;
• I
medicinali scaduti;
•
Apparecchiature contenenti etc. (clorofluorocarburi), come
frigoriferi
e affini;
• Le
batterie;
• Prodotti
etichettati con T e/o F (bombolette spray);
Sono
costituiti da tutta quella serie di rifiuti che, pur avendo un'origine
civile contengono al loro interno un'elevata dose di sostanze pericolose
e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei rifiuti
urbani normali.
I Rifiuti
Speciali Pericolosi
Sono quei
rifiuti che contengono al loro interno un’elevata concentrazione di
sostanze inquinanti e devono quindi essere sottoposti a un trattamento
che ne riduca drasticamente la pericolosità̀.
• Derivanti
da industria chimica, metallurgica, fotografica, conciaria e tessile;
• Derivanti
da raffinazione del petrolio;
•
Provenienti da ospedali, case di cura e affini;
• Oli
esauriti e solventi;
• Derivanti
da raffinazione del petrolio.
Alcuni
rifiuti sono raccolti per essere riutilizzati, altri invece sono
raccolti perché se lasciati abbandonati nel terreno, provocano grossi
danni rilasciando sostanze dannose.
La
classificazione dei rifiuti pericolosi è indispensabile ai fini del
corretto recupero/smaltimento. La normativa identifica come pericoloso
il rifiuto del quale si può dimostrare che “possiede una o più delle
caratteristiche di pericolosità.
(classe H).
Tipologia di pericolosità:
·
Pericoloso per le caratteristiche
chimico-fisiche;
·
Pericoloso per l’effetto sulla salute
umana;
·
Pericoloso per l’effetto sull’ambiente.
La sua
classificazione si basa sull’ORIGINE del rifiuto pericoloso,
perché la pericolosità è insita nello stesso ed in particolare deriva
dalla sua origine riconducibile al fatto che questi rifiuti presentano
caratteristiche pericolose, e dal suo CONTENUTO di sostanze
pericolose sono identificati pericolosi con riferimento specifico o
generico a sostanze pericolose, solo se raggiungono determinate
concentrazioni tali da conferire al rifiuto uno più delle
caratteristiche di pericolo . In linea di principio qualsiasi rifiuto
non domestico, sia speciale che urbano, può essere classificato come
rifiuto pericoloso. Lo scopo della classificazione è quello di stabilire
se, il rifiuto è pericoloso o non pericoloso e quindi viene associato a
un corrispondente codice.
Michela Miceli |