Gli O.G.M.
di Gabriella M. Fornaro
Oggi più che mai rispetto all'argomento OGM,
si sa molto poco, (almeno da parte dei singoli cittadini), si hanno
poche informazioni concrete e molte opinioni contrastanti.
Si sentono dati contraddittori a riguardo
della loro sicurezza, sia a livello sanitario, sia a livello ambientale
ed esiste molta confusione sulle normative emanate in questi ultimi
anni.
Per intanto facendo un excursus della
storia,già gli antichi utilizzavano le biotecnologie tradizionali per la
produzione di bevande fermentate, tramite l'applicazione dell'attività
batterica.
Il processo veniva sfruttato senza che si
conoscesse l'esistenza dei batteri.
Gli OGM, sono organismi, le cui
caratteristiche genetiche, sono state manipolate in laboratorio e
possono essere virus, batteri, funghi, piante ed animali.
Per poter fare questo, ci si basa sul
concetto dell' universalita' del codice genetico.
I geni sono formati da DNA e perciò dalle
diverse combinazioni di quattro basi azotate:
adenina, timina,citosina,guanina :ciò è
valido per tutti gli organismi viventi; il codice genetico è universale.
Il primo OGM fu ottenuto nel 1973 da Stanley
Cohen e HebertBoyer.
Nel 1974 la comunità scientifica si auto
impose una moratoria internazionale sull'uso della tecnica del DNA
ricombinante, per avere il tempo di valutare lo stato della nuova
tecnologia ed i possibili rischi, attraverso un approccio precauzionale.
La conferenza che ha raccolto i risultati ottenuti, che si tenne
in California , concluse che gli esperimenti sul DNA ricombinante
potessero procedere a patto che rispettassero severe linee guida,
redatte poi dal National Institute of Health ed accettate dalla comunità
scientifica.
I principali sviluppi nelle applicazioni
pratiche della biotecnologia, sono stati fatti in campo vegetale,in
particolare questo tipo di biotecnologia ha preso l'avvio dalla fusione
di metodiche di coltura in vitro di cellule e/o tessuti vegetali,
con la tecnologia del DNA ricombinante.
La combinazione tra la possibilità di
rigenerare piante intere da poche cellule da un lato, e la possibilità
di modificare il contenuto e la struttura del DNA delle singole cellule
dall'altro, hanno rappresentato uno strumento che ha consentito la
produzione di piante geneticamente modificate.
Per introdurre stabilmente nel genoma di una
piante un gene di interesse sono utilizzati fondamentalmente 5 metodi,
che devono essere modificati ed adattati alle caratteristiche specifiche
della singola specie vegetale:
agrobacterium tumefaciens
utilizzo di virus come vettori
elettroporazione
metodo biolistico
trasformazione con polietilenglicole.
Nel 1994 venne autorizzata negli stati uniti
la commercializzazione del primo prodotto di una pianta transgenica.: il
pomodoro Flavrn Savr, caratterizzato da frutti che si mantenevano
compatti anche a maturazione avanzata.
Negli ultimi anni sono state autorizzate
alla coltivazione numerose piante transgeniche, appartenenti a diverse
specie, in cui l'inserimento di tratti genetici di interesse ha
determinato la presenza di caratteri quali ad esempio:
tolleranza agli erbicidi
resistenza agli insetti
maschio di sterilità
resistenza a virus
resistenza a funghi
resistenza a stress ambientali ( basse
temperature salinità)
alterazione delle vie biosintetiche (
nitrati, proteine, acidi grassi)
modificazione della morfologia
aumento della produttività.
L'ingegneria genetica si sta ora
indirizzando verso nuovi settori quali la produzione di prodotti ad alto
valore aggiunto derivati dalle piante.
Tra i nuovi biomateriali l'interesse è
rivolto al miglioramento diretto o alla modificazione dei costituenti
della pianta ed alla produzione nelle piante di composti di origine
non vegetale.
Gli approcci delle biotecnologie in campo
medico hanno il fine di migliorare la produzione di medicine e terapie.
Quindi risulta più importante migliorare l'aspetto tecnico piuttosto
che quello economico. In campo alimentare invece accade che chi fabbrica
un prodotto migliore è certamente quello che guadagna di più nel minor
tempo possibile.
Le multinazionali, mediante l'applicazione
delle biotecnologie cercano di raggiungere i seguenti risultati:
1)
aumentare la quantità e le
caratteristiche dei cibi, sia di origine animale che vegetale.
2)
migliorare la conservazione
e la trasformazione delle sostanze alimentari.
Il fine è quello di ottenere, sia in campo
agricolo che zootecnico, specie sempre più selezionate
e migliori sia in termini di produzione, sia
perciò che concerne la capacità di resistere a determinate malattie.
Miglioramento della conservazione dei
prodotti, nonché delle sensazioni organolettiche.
Quali sono i rischi?
Ambientali : diffusione incontrollata
Alimentari : rischio tossicologico,
allergologico, trasferimento di geni di resistenza ad un antibiotico ai
microrganismi dell'intestino umano.
IL 13 luglio 2010, la Commissione Europea,
ha proposto di conferire agli stati membri la libertà di permettere ,
limitare o vietare la coltivazione di ogm in tutto il territorio, o solo
in parte di esso. Il pacchetto adottato, che mantiene intatto il
sistema scientifico, di autorizzazione di ogm, dell'unione europea,
consiste in una nuova raccomandazione relativa alla coesistenza di
colture ogm con colture convenzionali in un progetto di regolamento che
propone una modifica della normativa europea sugli ogm. La nuova
raccomandazione relativa alla coesistenza dagli stati membri da'
maggior flessibilità per tener conto delle loro condizioni locali,
regionali e nazionali nell'adozione e di misure di coesistenza.
Il regolamento proposto modifica la
direttiva 2001/18/CE per permettere agli stati membri di limitare o
vietare le coltivazioni di OGM sul loro territorio.
Le misure concrete adottate oggi permettono
agli stati membri di decidere liberatamente per quanto riguarda la
coltivazione degli ogm. L'esperienza acquisita fino ad oggi,riguardo gli
ogm dimostra che gli stati membri devono poter disporre di maggiore
flessibilità per organizzare la coesistenza di colture ogm con
altre colture, come quelle convenzionali ed organiche.
Gli orientamenti non vincolanti compresi
nella nuova raccomandazione sulla coesistenza riflettono meglio la
possibilità fornita dall'attuale normativa ( art. 26 bis della direttiva
2001/18/CE).
affinchè gli stati membri adottino misure
per evitare la presenza involontaria di ogm in colture convenzionali ed
organiche. Vi è spazio per misure destinate a limitare il tenore di ogm
a livelli inferiore alla soglia di etichettatura dello 0,9% per
alimenti e mangimi tradizionali.
La raccomandazione chiarisce anche gli Stati
Membri possono fissare un'area esente da ogm e nello stesso tempo
costituisce uno strumento di orientamento .
La proposta di modifica della direttiva
2001/18/CE ha lo scopo di garantire la certezza del diritto per gli
stati membri, quando questi legiferano sulla coltivazione di ogm su basi
diverse da quelle fondate sulla valutazione scientifica dei rischi
sanitari ed ambientali. A tale scopo la commissione propone di
aggiungere un nuovo articolo (26 ter), che sarà di applicazione per
tutti gli OGM autorizzati alle coltivazioni nell'Unione Europea, sia
nell'ambito della direttiva 2001/18/CEche nel regolamento (CE) n.
1829/2003.
Gli stati membri, dovranno limitare o
vietare la coltivazione degli ogm in tutto il loro territorio o in parte
di esso, senza utilizzare la clausola di salvaguardia a tale scopo.
Le loro decisioni non dovranno essere
autorizzate dalla commissione, ma gli stati membri dovranno informare
gli altri stati membri e la commissione un mese prima dell'adozione
delle misure nazionali. Gli stati membri dovranno inoltre rispettare i
principi generali dei trattati e del mercato unico e dovranno
conformarsi agli obblighi internazionali della UE.
Nello stesso tempo il sistema di
autorizzazione UE, basato sulla valutazione scientifica dei rischi
sanitari ed ambientali sarà mantenuto e ulteriormente migliorato
garantendo cosi la protezione dei consumatori e il funzionamento del
mercato interno per le sementi geneticamente modificate e quelle non
geneticamente modificate oltre che per gli alimenti ed i mangimi GM.
(Nov. 2010)
Gabriella M. Fornaro |