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La Giapponese Honda Jazz e contro l’ Italiana Lancia Musa: gara di
comfort su quattroruote
di Davide Murgano
(Mag.2009)
La nuova Jazz 1.4 Vtec mantiene le caratteristiche del primo
modello lanciato nel 2000:corpo da monovolume, ingombri da utilitaria e
versatilità interna grazie al sedile posteriore con sedute sollevabili
che liberano un grande volume di carico. Mantenendo questa impostazione,
il nuovo modello è stato rivisto nella corporatura: pochi cm in più di
lunghezza, ma soprattutto una linea più filante e ruote più grandi (con
cerchi a partire dai 15"), ne hanno cambiato del tutto l'aspetto,
rendendolo più moderno e aggraziato. In più sulle versioni al top (ma
si può avere anche sulle altre) è di serie il dispositivo Dual Trunk, un
doppio fondo con divisorio pieghevole che si può agganciare sopra i
passaruota per formare un ripiano superiore dotato di reticella di
contenimento: comodo e pratico, ha il solo difetto di sottrarre un po'
di volume al bagagliaio a causa della sporgenza dei duomi dei passaruota
che servono ad ancorarlo. La Lancia Musa, considerata la sorella
elegante della Fiat Idea, va in tutt'altra direzione rispetto alla Jazz.
Più lunga di 15 cm e decisamente più alta, oltre 1,66 metri, non lascia
dubbi sulla sua identità, e veste particolarmente bene la calandra
classica e le finiture vezzose che il restyling, arrivato nel 2008, ha
messo ancor più in evidenza.
La
modifica più importante ha interessato il posteriore, con suggestive
luci a led e un portellone ridisegnato con profilo abbassato per
facilitare il carico, mentre a modulare lo spazio provvede il divano
scorrevole di serie su quasi tutti i modelli. La versione Poltrona Frau
è disponibile da qualche mese ed è ovviamente al top della gamma: basata
sul livello Platino che già include Esp, braccioli anteriore e
posteriori, radio con comandi al volante e il tetto panoramico Granluce,
è arricchita dai rivestimenti interni e cerchi da 16" con pneumatici
205/50 che a richiesta, ma senza sovrapprezzo in questo caso, possono
essere anche bicolori. Ben undici, infine, le vernici disponibili tra
metallizzate, micalizzate ed extraserie, comprese tre combinazioni a
due tinte. Peccato che accanto a tutto ciò si debbano pagare come extra
inezie quali il ruotino di scorta, gli agganci Isofix per i seggiolini
dei bambini e i sensori per l'attivazione automatica di fari e
tergicristalli. Per la ]azz i livelli di equipaggiamento sono tre e fra
essi l'Executive della vettura provata è l'intermedio. Comprende fari
fendinebbia, alzacristalli elettrici anche posteriori, vano
portaoggetti refrigerato, cerchi in lega, comandi radio al volante e
porta Usb, a un costo di soli 800 euro più del modello base Elegance.
Con la versione Exclusive al top di gamma si aggiungono poi cruise
control, sensori per fari e tergicristalli, cerchi da 16”, tetto
apribile e braccioli. La plancia e gli strumenti devono molto al design
della Civic, a cui ispirano nelle linee elaborate e futuristiche e nella
scelta di raggruppare i comandi per “aree tematiche” posizionandoli su
vari pannelli e sporgenze, a onor del vero tutti ben visibili
all'economia ottimale, anche se la potenza è comunque salita fino a
sfiorare i 100 CV. Nonostante gli ottimi livelli di emissioni ( 128
g/km di C02), l'omologazione al momento è ancora Euro 4.
Oltre al cambio manuale a 5 marce di serie, sono disponibili le varianti
i-Shift con un robotizzato a 6 rapporti che ha sostituito il CVT con
modalità sequenziale a 7 marce della prima generazione. Quanto alla
sicurezza attiva, con il motore 1.4 è di serie il VSA, controllo di
trazione e stabilità che in presenza del cambio automatico include anche
una funzione antiar-retramento per le soste in salita. Sulla Musa, il
1.6 Mjt da 120 CV è arrivato da poco ad affiancare per poi sostituire
progressivamente il 1.9 di pari potenza (rimasto a listino ma non
disponibile per la Poltrona Frau) come già successo su parecchi modelli
del gruppo Fiat a cominciare dalla Bravo.
Più
leggero e dotato di una coppia massima più elevata, ha il filtro
antiparticolato di serie, intervalli di manutenzione di 35.000 km ed è
prossimo a ricevere l'omologazione Euro 5, visto che soddisfa i
parametri sin dalla nascita. Sulla Musa è però abbinato ad un cambio a
sole 5 marce e solo manuale.
Come
vanno:
A prima
vista, la ]azz appare più dinamica e la Musa più paciosa, ma sono
giudizi che cambiano leggermente all'atto pratico. La giapponesina,
sofisticata come di consueto per il marchio, è estremamente silenziosa.
Il motore quasi non si sente e la percezione di solidità è notevole,
così come la praticità dei comandi e del computer di bordo. Le
prestazioni sono modeste e l'intero set up va nella direzione
dell'economia di marcia. Non a caso c'è anche l'indicatore di cambiata
che, tramite due freccine verdi nel quadro strumenti, suggerisce di
passare alla marcia successiva sulla soglia dei 2.000 giri (o poco oltre
in salita) e di scalare solo sotto i 1.000. Il cambio non è fluidissimo
negli innesti ma svolge discretamente il suo compito, mentre è
decisamente migliorabile lo sterzo, che tende a rimanere un po’ pesante
in manovra, denuncia un certo ritardo di risposta nell’ impostazione
delle curve sul misto e un fastidioso vuoto al centro sul dritto.
La
visibilità davanti è buona, dietro invece il taglio finestrini laterali
toglie qualche grado di angolo. Apprezzabile la presenza della
regolazione in profondità del volante, ancora piuttosto rara sulle auto
piccole. La Musa, in contrasto con il look per nulla aggressivo, dispone
di una verve notevole grazia alla coppia del nuovo turbo diesel. La
contropartita è una certa rumorosità, accompagnata da vibrazioni al
pedale che potrebbero essere meglio filtrate. L’ assetto morbido è
accentuato dal baricentro alto. Sull’ asfalto sconnesso la Musa non è
esente comunque da sobbalzi e la precisione di guida, malgrado le ruote
larghe, non esalta, anche per effetto di uno sterzo un po’ gommoso. L’
altezza da terra e la buona visibilità danno un senso di sicurezza,
anche se la posizione di guida ideale, pur con tutte le regolazioni
disponibili non si trova con immediatezza., e non bisogna trascurare la
comodità del servo sterzo elettrico a due tarature. Migliorabili alcuni
comandi come devioluci e leva del cruise control, massicce e vicine tra
loro, tanto che si rischia di azionare la freccia al posto del
regolatore di velocità. I consumi sono complessivamente molto contenuti
su entrambe le vetture: la Jazz con una guida non particolarmente
accorta si mantiene su una percorrenza media di 15 km/litro, mentre la
Musa fa registrare la media effettiva di 17 km/litro. Viste le
caratteristiche del motore 1.6, però riteniamo s possa fare di meglio,
magari adottando lo stesso cambio a 6 marce che consente alla Bravo di
superare i 20 Km/litro.
Davide Murgano |