Gli Idea Store – L’idea nuova tra Biblioteca e Libreria
di Roberto Rizzo
Gli Idea Store nascono nel
1998 nell’East End londinese dall’iniziativa del Tower Hamlets Borough
di Londra. Vedendo che le biblioteche municipali non raccoglievano la
giusta utenza, erano spesso vuote e non offrivano servizi adeguati, ci
si è posti l’interrogativo, tra tutti gli operatori del settore e poi di
aprire il dibattito all’utenza stessa, su come affrontare il problema
nei 32 comuni di Londra.
L’ideatore del progetto è
Sergio Dogliani, torinese che si è trasferito a Londra ed è riuscito a
far accettare il suo progetto, denominato appunto Idea Store. In questo
modo è nata una vera e propria inchiesta di mercato, investendo cospicui
fondi. La scelta della parola Store non è casuale: infatti in inglese ha
una doppia valenza, sia commerciale (magazzini) sia culturare
(immagazzinare il sapere). La scelta della valenza commerciale è
soprattutto perché risulta facilmente riconoscibile dalla gente comune e
da chi non è un assiduo frequentatore di biblioteca. In italiano Idea
Store viene tradotto come “Magazzino delle Idee” e questo rispecchia
l’idea di base di tutto questo progetto.
Gli Idea Store sono delle
vere e proprie biblioteche, con una ricca collezione di libri, dvd e
altro materiale multimediale, ma allo stesso tempo sono anche dei centri
dove si possono fare tantissime altre attività, come ad esempio
partecipare ad incontri con autori, frequentare un corso che permette di
imparare un lavoro (idraulico, elettricista) o imparare una lingua o per
i più piccoli permette di fare i compiti con l’aiuto di insegnanti.
Molto spesso vengono presentati dei libri da autori emergenti, delle
nuove pubblicazioni e vengono anche fatti dei corsi di editoria, su come
scrivere un libro e quali processi risultano essere fondamentali.
Citando un paio di numeri,
possiamo dire che ci sono oltre 900 corsi tenuti ogni anno nei vari Idea
Store londinesi, dove si recano utenti di ogni ordine e grado. In pochi
anni gli utenti degli Idea Store si sono quadruplicati, oggi infatti si
contano quasi due milioni di visite annuali. L’Idea Store di White
Chapel è il più grande, aperto sette giorni alla settimana, e registra
circa 2 mila presenze giornaliere, con un grado di soddisfazione
dell’utenza intorno al 90%. Inoltre, come abbiamo già accennato,
all’interno degli stessi Idea Store sono presenti, bar, caffetterie e
gallerie d’arte. Tutto questo grazie ai cospicui finanziamenti pubblici
(solo l’1% è un contributo dato da una fondazione).
Ad esempio per i
primi 4 Idea Store sono stati stanziati 35 milioni di euro, di cui 24
milioni dal governo ed il resto derivante dalla vendita di vecchi
edifici comunali. Il personale è di circa 170 unità a tempo pieno, tutti
con un posto di lavoro a tempo indeterminato. Il personale permette di
avere, 71 ore di apertura, suddivisi in 7 giorni alla settima per 357
giorni all’anno. Stiamo parlando di una nuova politica, che permette di
incentrare nell’utente il fine ultime dei servizi proposti. La Mission
degli Idea Store è quella di allargare il bacino di utenza che partecipa
attivamente nella vita della comunità e della biblioteca stessa,
rimuovendo le barriere che prima dell’avvento degli Idea Store
impedivano questo tipo di partecipazione.
Altro aspetto importante è
che questi Idea Store sono nati in quei quartieri non proprio
benestanti, dove la maggioranza di abitanti erano immigrati, che spesso
non parlavano l’inglese, avevano difficoltà ad aggregarsi, erano senza
lavoro. L’Idea Store è riuscito a far diventare questi quartieri “a
rischio” dei quartieri dove la disoccupazione è davvero bassa, un alto
livello di cultura generale e una forte aggregazione anche tra etnie
diverse. Quindi gli Idea Store rappresentano dei servizi pubblici
davvero innovativi, che hanno come scopo quello di colmare quella
distanza tra i vari servizi bibliotecari e l’utenza.
Inoltre questo
progetto ha dato modo di sostituire nell’immaginario tradizionale la
parola biblioteca, inteso come il luogo dove vengono conservati libri,
in un immagine moderna che riguarda soprattutto servizi all’utenza e
alla comunità.
Quindi non più un luogo
chiuso, dove si entrava soltanto quando esisteva un bisogno, ma un luogo
aperto a tutti, dove ci si può integrare, collaborare e far fronte ai
problemi quotidiani con dei semplici gesti. La conclusione dell’indagine
di mercato, che è stata fatta come base preponderante per la creazione
degli Idea Store, sta nel fatto che per l’utente contemporaneo il tempo
è un bene davvero prezione, e che spesso non si vuole recarsi in
biblioteca a meno di specifiche motivazioni. Partendo da questo punto si
è pensato a far entrare nella vita quotidiana degli utenti la
biblioteca, intesa col termine più futuristico di sempre che corrisponde
al nome di Idea Store. Questa nuova idea dimostra che anche nel settore
pubblico c’è spazio per il “marchio”, mettendo insieme l’idea di trarre
un approccio commerciale rimando però in contatto con la sensibilità
dell’utenza. In questo modo si prendono gli aspetti “positivi” del
linguaggio commerciale mischiandolo ai principi del servizio pubblico,
accessibile a tutti. Tutto questo corrisponde alla esigenze di un
pubblico multiculturale,
innovativo che fa dell’integrazione il suo principio cardine. Gli Idea
Store riscuotono davvero successo, oltre ai servizi già elencati, per
via della posizione davvero centrale nel quartiere, questo permette di
ricoprire il ruolo di “cuore pulsante” del quartiere stesso, dove tutti
gli abitanti se ne sentono parte e riescono a dare il loro contributo,
facendo si che la frequentazione sia una cosa normalissima. Senza dubbio
gli Idea Store sono la risposta alla crisi delle librerie. In questo
nuovo modo di pensare, anche gli editori ne sono entrati a far parte,
cambiando anche loro in modo tale da non rimanere esclusi dal progresso.
Questa nuova linea
adottata dagli editori sta portando ottimi frutti, visto che vengono
presentati, presso gli spazi espositivi dei vari Idea Store, libri di
autori emergenti, messi in vetrina e quindi creando una buona
pubblicità, sia all’autore sia all’editore (non solo) grazie alla vasta
utenza che frequenta questi luoghi di aggregazione. L’Idea Store si
propone dunque come anello di congiunzione tra le biblioteche e le
librerie, creando un qualcosa di nuovo, che sembra
piacere agli utenti. Da qui possono nascere molte collaborazioni tra
editori, autori e questo bacino di utenza che prima, in un modo o
nell’altro, andava perduto.
Roberto Rizzo
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