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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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L’IDROSFERA E L’ACQUA

di Valeria Caddeo

 

L’idrosfera, in geografia fisica, rappresenta tutte le acque presenti nel sottosuolo o nella superficie di un pianeta. L’idrosfera occupa circa i due terzi della superficie terrestre e permette, attraverso il ciclo dell’Acqua, lo scambio di energia e sostanze fra gli ecosistemi.  L’acqua si distribuisce in differenti corpi idrici, fra le acque dolci, le acque salate e le acque di transizione. 

Tutti i corpi idrici permettono e sostengono la vita degli organismi viventi, animali e vegetali e costituiscono sistemi complessi, sede di interscambi tra le acque, i sedimenti, il suolo e l’aria. L’acqua si distribuisce in differenti corpi idrici: fiumi e torrenti; laghi e invasi; acque sotterranee; le acque di transizione (zone di foce dei fiumi,lagune, stagni); acque marine. L’acqua presente sulla superficie terrestre evapora e raggiunge l’atmosfera, si condensa formando le nuvole, cade sulla Terra sotto forma di pioggia, grandine, neve e sulla Terra segue diversi percorsi: se precipita in mare evapora nuovamente, mentre se precipita sulla terra penetra nel terreno fino alle acque sotterranee, finché non riaffiora nei fiumi o nelle sorgenti. La parte che non si infiltra evapora o viene assorbita dalla vegetazione.

L’idrosfera può essere divisa in due ambienti differenti: i bacini d’acqua salata e quelli di acqua dolce. La principale caratteristica che differenzia l’acqua salata da quella dolce è il loro elevato contenuto salino. Oltre il 97% di tutta l’acqua presente sulla Terra è rappresentata da acqua salata, e in essa sono disciolti numerosi Sali minerali tra cui cloruro di sodio, cloruro di magnesio, solfato di magnesio, solfato di calcio, solfato di potassio, carbonato di calcio e bromuro di magnesio. L’acqua salata rappresenta una risorsa energetica potenzialmente inesauribile.

Le acque dolci rappresentano solo il 3% scarso di tutta l’acqua presente sulla Terra e sono distribuite in maniera molto diversificata: ghiacciai e calotte polari, acque sotterranee, laghi, umidità atmosferica, fiumi, serbatoi artificiali e wetlands. I ghiacciai e le calotte polari contengono circa il 70% circa dell’acqua dolce mondiale e sono concentrati in Groenlandia e nell’Antartico. Le acque sotterranee o freatiche rappresentano circa il 29% dell’acqua dolce, si trovano immagazzinate nei pori tra le particelle sedimentarie e nelle fenditure delle rocce compatte, possono raggiungere la superficie terrestre attraverso le sorgenti o essere raggiunte attraverso i pozzi, tendono ad essere meno contaminate dagli scarichi e dai microrganismi patogeni e quindi vengono  frequentemente utilizzate come riserve idropotabili; i laghi contengono lo 0.3% dell’acqua dolce disponibile, si formano quando le acque meteoritiche e quelle che sgorgano spontaneamente dal sottosuolo si raccolgono in una depressione della superficie terrestre; sono masse di acqua che apparentemente non scorrono, possono essere di diversa conformazione e più o meno estesi in funzione della tipologia di cavità originaria; l’evoluzione dei laghi è legata all’azione morfogenetica dei fiumi, che tende sia ad erodere lo sbarramento che li limita a valle, sia a colmarli con la deposizione  dei sedimenti che il fiume trasporta durante il suo percorso.

L’umidità atmosferica consta nello 0.2% dell’acqua totale. I fiumi contengono solo lo 0.003% di acqua dolce, sono alimentati dalle precipitazioni, dalle sorgenti e dai ghiacciai e sono un insieme di ambienti biologici che presentano caratteristiche diverse in funzione di più variabili fisico chimiche come pendenza, velocità della corrente, temperatura, ossigeno disciolto, natura del substrato ecc; I serbatoi artificiali sono laghi artificiali prodotti mediante la costruzione di barriere lungo il corso dei fiumi e sono considerati significativi tutti i canali artificiali che restituiscano almeno in parte le proprie acque in corpi idrici naturali superficiali;  e i wetlands sono costituite da paludi, sabbie mobili lagune e fanghi; queste possono essere definite acque di transizione, tipiche delle zone costiere in cui le acque dolci e quelle salate si mischiano; per la loro posizione sono considerate ecosistemi unici e molto produttivi attorno ai quali gravitano numerose attività antropiche. La quantità di acqua dolce disponibile pro capite diminuisce sensibilmente con il passare degli anni a causa di tre fenomeni: l’aumento della popolazione mondiale che determina una vertiginosa crescita della domanda; l’inquinamento dell’acqua che proviene da varie fonti e per i cambiamenti climatici globali.  In generale ciascun corpo idrico sostiene la vita di specie animali e vegetali e costituisce un sistema complesso.

La risorsa idrica è soggetta a modificazioni di composizione per cause naturali e per effetto delle attività antropiche che spesso determinano fenomeni di inquinamento sempre più rilevanti e talvolta irreversibili. La loro funzionalità intrinseca consente loro di “metabolizzare” apporti di sostanze chimiche naturali e sintetiche e modificazioni delle condizioni fisiche e morfologiche ripristinando le condizioni che garantiscono un pieno recupero. Il superamento di certe soglie di alterazione compromette la capacità di ripristino e determina uno scadere dello stato di qualità ambientale del corpo idrico, con una minore capacità di auto depurazione, diminuzione o alterazione della biodiversità locale e minore disponibilità della risorsa per la vita degli ecosistemi associati e per gli usi necessari all’uomo.

In Italia l’uso delle risorse idriche è molto elevato, siamo infatti tra le prime nazioni per il prelievo dell’acqua per abitante all’anno. Circa il 70% dell’acqua prelevata è impiegata in agricoltura, soprattutto nel Sud e nelle Isole; il 20% viene utilizzata nell’industria; il 9% viene usata nelle forniture per uso potabile quindi per usi civili e domestici e la  restante parte viene destinata per fini energetici. L'acqua non è disponibile nella stessa quantità in tutte le parti d'Italia. L'interazione fra caratteristiche climatiche, idrologiche ed orografiche e gli insediamenti umani determina una grande variabilità di situazioni. Mentre le regioni del Nord possono godere di risorse abbondanti e regolarmente disponibili, al Sud tale disponibilità è ridotta: sia in termini di precipitazioni (Puglia, Sicilia e Sardegna ricevono il 40-50% in meno delle precipitazioni delle regioni più piovose), sia in termini di risorse disponibili. Le regioni del Nord ne hanno in abbondanza e con regolarità, il doppio di quanto serva.

Il Sud ne ha metà di quanto gliene occorra; Puglia, Sicilia e Sardegna registrano una piovosità che è meno della metà della quantità annua di pioggia che cade in Veneto e in Lombardia. Il Nord utilizza solo il 50% delle sue disponibilità idriche. Sicilia e Sardegna e Puglie coprono appena il 10/20% del proprio fabbisogno d'acqua. Per ciò che concerne l'uso delle risorse idriche in Italia, al Nord la domanda è maggiore (66%) a causa di una prevalente attività agricola e zootecnica a carattere intensivo e di un'accentuata concentrazione industriale, mentre nel Sud si riscontra una cronica carenza d'acqua per tutti gli usi. L'acqua comunque prelevata (dai corsi d'acqua, dai laghi, dal sottosuolo) viene utilizzata in Italia per oltre il 50% per uso agricolo, per circa il 20% per uso industriale e per circa il 20% per usi civili. L'acqua per uso agricolo viene prelevata per circa il 28% da pozzi e sorgenti, per circa il 6% da invasi e per circa il 66% da corsi d'acqua. L'elevato consumo di acqua per uso agricolo dovrebbe portare a considerare la necessità di una opportuna normativa concernente il possibile riutilizzo agricolo delle acque reflue civili. I consumi idrici industriali sono fortemente diversificati in relazione al tipo di attività industriale e in relazione al tipo specifico di utilizzo dell'acqua nei vari cicli industriali. Per quanto riguarda l'acqua utilizzata per il raffreddamento, l'impiego di acqua dolce tende a essere sostituito da quello di acqua marina e salmastra. Comunque la totalità dell'acqua prelevata per il raffreddamento viene restituita dopo l'impiego.

Ciò vale, anche se in misura più ridotta, per le acque di processo e di servizio prelevate dall'industria. Va però rilevato che l'acqua restituita dalle industrie presenta generalmente caratteristiche di qualità significativamente peggiori rispetto all'acqua prelevata, il che rende l'acqua restituita utilizzabile soltanto dopo opportuni trattamenti.

Un altro dato peculiare relativo all'uso industriale dell'acqua è che il trend dei consumi idrici industriali è in diminuzione percentuale rispetto agli altri usi dell'acqua. Il fenomeno sarebbe dovuto, soprattutto in Italia, allo sviluppo maggiore delle industrie leggere rispetto a quelle pesanti (forti consumatrici di acqua) e al sempre più diffuso impiego del riciclo dell'acqua nelle attività industriali. Il maggior problema posto dagli usi civili dell'acqua è costituito dal fatto che l'approvvigionamento idrico delle abitazioni (che costituisce la parte più rilevante degli usi civili) viene effettuato mediante il prelievo, l'adduzione e la distribuzione di un solo tipo di acqua da parte dell'acquedotto. Dovendo l'acqua erogata essere utilizzata anche per scopi potabili, essa dovrà ovviamente soddisfare i requisiti più esigenti della potabilità anche se, in massima parte, viene impiegata per altri usi (igienici, innaffiamento giardini, lavatrici, eccetera) che non richiedono requisiti di qualità elevati come l'uso potabile.

Ciò comporta che l'acqua fornita dagli acquedotti deve essere prelevata da fonti sotterranee opportunamente protette o, nel caso di uso di acque di superficie, l'acqua deve essere sottoposta a opportuni trattamenti di potabilizzazione. Questo uso improprio di acque potabili anche per usi non potabili (i quali costituiscono oltre il 90% del consumo dell'acqua distribuita dagli acquedotti) costituisce la causa principale del progressivo impoverimento della disponibilità di acque sotterranee e, di conseguenza, delle situazioni di carenza idrica. Un possibile correttivo a questa situazione è stato più volte ipotizzato, ma, di fatto, non è stato mai realizzato.

 

Valeria Caddeo

 


 

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