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IL RAGIONIERE
La storia di Niki Lauda
di Roberto Maurelli
Andreas
Nikolaus Lauda, detto Niki, nacque a Vienna il 22 febbraio 1949 da una
ricca famiglia di industriali. Nonostante un futuro spianato
nell’azienda paterna, Niki comprese ben presto che il suo destino era
sulle piste del mondo, inseguendo le orme del suo idolo Jochen Rindt,
suo connazionale.
L’esordio in F1 avviene nel GP di casa, in Austria, al volante di una
March. In gara parte in ultima fila, non può fare molto, e un guaio allo
sterzo lo costringe al ritiro. La March gli offre ancora un sedile per
il 1972, e per l’intero campionato. Purtroppo sarà un’annata sfortunata,
costellata di ritiri e insoddisfazioni.
Nel circus, però, si comincia a parlare della meticolosità con cui
questo giovane austriaco mette a punto un mezzo non irresistibile, della
sua costanza nei tempi sul giro, della sua determinazione nelle fasi più
concitate della gara.
Ecco allora che, per il 1973, non fu difficile trovare un accordo con la
BRM.
L’aria nuova porta i primi punti iridati grazie in Belgio. La conferma
del suo talento cristallino si ha nel celeberrimo Gran Premio di Monaco
dove al volante della sua BRM ottiene un fantastico sesto posto in
griglia in qualifica e si distingue per tutta la gara fino allo
sfortunato ritiro. In Canada, ancora, in formidabile stato di grazia, si
esibisce, sotto la pioggia, in 19 giri pazzeschi che lo porteranno al
comando fino a quando, per problemi di trasmissione, la sua andatura
sarà notevolmente compromessa, tanto da portare al ritiro al 62°
passaggio. Ormai, però, anche il pubblico dagli spalti aveva capito che
sotto quel casco rosso si celava un campione in erba.
Fu già la prestazione di Monaco, comunque che convinse Enzo Ferrari ad
offrire un volante al giovane austriaco per la stagione successiva.
Ingaggio che purtroppo portò all’esclusione dell’italiano
Arturo Merzario
non senza un vistoso strascico di polemiche
Ancora una volta, però, il Commendatore aveva visto giusto e Lauda
riesce a ricambiare la fiducia accordatagli dimostrandosi subito molto
competitivo, cogliendo vittorie in
Spagna
e
Olanda
e ben nove pole position e arrivando anche a giocarsi il titolo prima di
commettere qualche errore di inesperienza. Enzo Ferrari, difendendo il
suo pilota dagli attacchi della stampa, ebbe a dire che non si poteva
rimproverare un pilota, specie se così giovane, per il fatto di aver
osato. La ricerca del limite è nell’indole di chi corre in auto e spesso
quel limite può essere varcato; chi l’avrebbe detto che negli anni a
venire Lauda si sarebbe meritato il nomignolo di ragioniere per la sua
freddezza in gara…
Nel
1975
la velocità di Niki, unita alla competitività della Ferrari 312T,
rappresentano un binomio quasi invincibile, che conquistò il titolo
mondiale, in anticipo, nella
gara casalinga di
Monza davanti ad un pubblico estasiato. Erano anni che la
Ferrari non conquistava il titolo, appannaggio delle scuderie inglesi.
Ora sembrava davvero di poter aprire un ciclo!
Ed infatti la
stagione
successiva sembrava già essere scontata, con una sequenza di
vittorie e piazzamenti che lasciavano pochi dubbi sull'esito finale del
campionato. Il 1 agosto 1976, però, durante il
Gran Premio di
Germania, corso nell’inferno verde del
Nürburgring,
Lauda ebbe un gravissimo incidente, rimanendo intrappolato nella vettura
in fiamme. Grazie al coraggio dei colleghi
Harald Ertl,
Guy Edwards
e
Arturo Merzario
che scesero dalle loro vetture per soccorrerlo, riuscì a salvarsi, anche
se le sue condizioni rimasero gravissime sia per le gravi ustioni subite
che per aver inalato i velenosi fumi della benzina.
Dopo solo 40 giorni Lauda era di nuovo in pista, ancora con le bende che
coprivano ustioni, pronto a difendere la sua leadership dall’assalto di
un arrembante
James Hunt,
su McLaren. Con un’incredibile prova di coraggio, Niki si classificò
quarto al Gran Premio di Italia, martoriato dalle ferite, alcune ancora
sanguinanti, Niki giunse 4° in gara, raccogliendo punti importanti per
la lotta per il titolo. All'ultimo appuntamento, il
Gran Premio del
Giappone, sul circuito del Fuji, la pioggia torrenziale mise
fine alle aspettative mondiali di Lauda che, nel corso del secondo giro,
preferì ritirarsi. A freddo avrebbe poi detto che ci sono cose più
importanti della conquista del titolo… Hunt vinse il titolo, con un
punto soltanto di vantaggio sul ferrarista, ma l’anno successivo Lauda
si dimostrò veramente un ragioniere della guida, ottenendo il secondo
titolo con diverse gare d'anticipo.
Dopo la rottura con la Ferrari, che non gli aveva perdonato il ritiro al
Fuji, Lauda si trasferì alla
Brabham-Alfa
Romeo, dove però ottenne solo due vittorie, complice la
superiorità tecnica delle Lotus. Si ritirò nel 1979, ma nel
1982
ritornò alle competizioni con la
McLaren,
con la quale vinse il suo terzo ed ultimo titolo nel
1984.
Si ritirò dalle corse l’anno dopo per dedicarsi alla sua compagnia
aerea, la Lauda Air.
Roberto Maurelli |