L'IMPATTO
AMBIENTALE E IL "VIAGGIO SOSTENIBILE" VERSO IL FUTURO
di
Marcello Grimaldi
La
Dichiarazione di Berlino del 1997, sul “Turismo durevole e sviluppo
sostenibile”, afferma che il turismo durevole è caratterizzato da un
ragionevole sfruttamento della diversità biologica e da una gestione
accorta delle risorse, e può essere realizzato soprattutto con la
collaborazione delle istituzioni e delle popolazioni locali, che devono
essere le prime a trarre vantaggio da quest’attività.
Il
termine “sviluppo sostenibile” compare agli occhi di tutti per la prima
volta intorno agli anni Ottanta, qualche anno dopo la guerra tra Israele
e i paesi arabi e la conseguente crisi petrolifera che colpì l’Occidente
e che condusse diversi paesi del mondo scossi da tale fenomeno a
interrogarsi sulle problematiche derivanti dalle risorse limitate del
pianeta. L’emergente riflessione portò, per la prima volta, alla
focalizzazione sulle risorse rinnovabili e al loro utilizzo in
alternativa ai combustibili fossili.
In
uno scenario globale passato, ma soprattutto presente e futuro, è
necessario considerare l’interezza degli elementi che hanno indebolito e
purtroppo tuttora indeboliscono l’ambiente. I mutamenti climatici e i
rischi ambientali degli ultimi decenni devono rappresentare i segnali di
un trend pericoloso che interessa il mondo intero, da frenare con
tutti i mezzi possibili, coinvolgendo gli aspetti sociali, economici e
culturali dell’essere umano, nonché attraverso politiche mirate alla
rivisitazione degli stili di vita e di produzione su cui si basa la
nostra società attuale.
L’idea e l’attuazione di uno sviluppo sostenibile rappresentano una
soluzione a tali problematiche ambientali e le azioni concrete di
possibile attuazione sono numerose. In tal senso fra gli strumenti atti
a garantire l’attuazione di uno sviluppo sostenibile, assumono un ruolo
importante la VIA e la VAS:
·
la VAS, Valutazione ambientale strategica, serve a
valutare la sostenibilità delle previsioni inserite nei piani e nei
progetti urbanistici:
·
la VIA, Valutazione di impatto ambientale, riguarda la
valutazione dei probabili effetti sull’ambiente di uno specifico
progetto.
A tal
proposito per impatto ambientale si intende l’insieme degli effetti
diretti, indiretti, secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e
lungo termine, permanenti e temporanei, a piccola e grande distanza,
positivi e negativi indotti da un insieme o da singoli interventi
sull’ambiente.
Sono
tanti i settori posti sotto la lente d’ingrandimento dello sviluppo
sostenibile e della valutazione dell’impatto ambientale ma quello che
verrà analizzato in tale lavoro è il turismo, che è stato al centro di
numerose discussioni in seguito alla sottoscrizione del trattato di
Kyoto (1997), il cui obiettivo riguarda la riduzione dei gas effetto
serra.
Il turismo
inteso come viaggio per scopi di vacanza non è un bisogno strettamente
necessario e la questione che contribuisca al consumo di carburante
fossile usato per il trasporto delle persone è stata analizzata con
attenzione. I mezzi di trasporti utilizzati per il turismo rappresentano
il 75% circa delle emissioni di CO2, il 40% dei quali è a
carico dell’aviazione. Migliorando l’efficienza energetica dei mezzi di
trasporto si può stimare di generare una riduzione del 32% di emissioni
per passeggero-chilometro tra il 2005 e il 2032.
Tuttavia la quantità di emissioni varia a seconda dei modi utilizzati
per il trasporto.
Tale
questione è ovviamente alquanto spinosa perché il turismo ha
un’importanza internazionale e il suo ruolo nella società è
fondamentale: è altamente improbabile che si possa rinunciare al viaggio
turistico sia sotto il profilo economico, dato che gli interessi delle
destinazioni turistiche riguardano molti governi, sia sotto il profilo
sociologico, visto che, nonostante molte persone pensino “verde”, dubito
che possano rinunciare alla propria vacanza per diminuire le emissioni
di carbonio.
Da un
punto di vista di impatto ambientale è difficile trovare un’alternativa
sostenibile alla problematica dello spostamento aereo per fini
turistici, benché una strada da poter percorrere può essere la ricerca
di altri mezzi di trasporto a basso impatto ambientale che non sfruttino
i combustibili fossili, ma altre energie alternative. Un esempio di
turismo a impatto ambientale zero è il cicloturismo, ovvero una forma di
turismo praticata in bicicletta, con le varianti “treno + bici” o con i
tour organizzati da agenzie che forniscono supporto logistico e
trasporto bagagli.
Tralasciando tale discorso, è più facile riscontrare delle azioni
concrete per migliorare la situazione ambientale, ovvero analizzando la
relazione che intercorre tra turista e l’ impatto ambientale che ha
sulla destinazione scelta.
Il
legame che esiste tra turismo e ambiente è influenzato da innumerevoli
fattori data la facile mutabilità dei bisogni che spingono i turisti
nella scelta della meta. Inoltre bisogna considerare che dietro al
turismo lavorano aziende e operatori che influenzano profondamente le
tendenze del mercato.
La
relazione tra il turismo e l’ambiente appare quindi molto complessa: il
turismo coinvolge infatti tante attività che possono avere effetti
ambientali avversi, molti dei quali sono collegati alla costruzione di
infrastrutture come strade e aeroporti, e di strutture turistiche come
ristoranti, resorts, alberghi, negozi, ecc.
Le
conseguenze dello sviluppo del turismo in una determinata area possono
gradualmente distruggere le risorse ambientali ivi presenti e dalle
quali esso dipende.
D’altronde, il turismo ha la potenzialità di creare effetti benefici
sull’ambiente contribuendo alla sua protezione e alla sua conservazione,
motivo per cui si potrebbe trovare una strada per accrescere la
consapevolezza nei valori ambientali, alimentandoli con flussi economici
volti alla protezione delle aree naturali.
Il
turismo convenzionale non controllato mette a rischio molte aree
naturali in giro per il mondo. In effetti tale fenomeno pone un’enorme
pressione sulla meta e comporta effetti quali erosione del terreno,
aumento dell’inquinamento, perdita di habitat naturali, aumento del
rischio d’estinzione per alcune specie animali e accrescimento della
vulnerabilità d’incendi forestali. Spesso possono diminuire le risorse
d’acqua e può costringere le popolazioni locali a competere per
l’utilizzo delle risorse primarie.
Se le
zone d’attrattiva turistica hanno risorse alquanto scarse, lo sviluppo
del turismo può compromettere l’equilibrio di tali zone. Si pensi ad
alcune zone aride del Mediterraneo, il problema della scarsità d’acqua
non è assolutamente futile. Strutture quali hotel con piscine e resort
spesso richiedono l’utilizzo di enormi quantità d’acqua con la
conseguente degradazione dei rifornimenti per ottenerla, senza parlare
degli sprechi di una fonte così preziosa.
Il
turismo può compromettere anche le risorse locali come energia, cibo e
altri materiali che risultano adeguate per il numero degli abitanti
originari. Infatti il turismo è un fenomeno essenzialmente stagionale
quindi molte destinazioni durante i periodi di alta stagione presentano
dieci volte il numero di abitanti che ci sono durante la bassa stagione.
Dal
punto di vista paesaggistico può esserci una deturpazione del
territorio, legata alla costruzione delle strutture necessarie per
ospitare i turisti o dei luoghi ricreativi che tendono a rovinare tali
aree. Un fenomeno spesso riscontrato è la deforestazione causata per la
raccolta del combustibile legnoso o per la spianata dei terreni.
In
aree con molta concentrazione di attività turistiche e di attrazioni
naturali, il servizio di smaltimento dei rifiuti è un problema molto
serio e può risultare il maggior elemento di deterioramento ambientale.
Ad esempio si è stimato che le navi da crociera nei Caraibi producano
più di 70.000 tonnellate di rifiuti all’anno.
Alla
costruzione di hotel e delle infrastrutture turistiche è collegato anche
l’aumento dell’inquinamento delle acque reflue. Acque di scarico hanno
inquinato mari e laghi circostanti alle attrazioni turistiche,
danneggiando la flora e la fauna. Il deflusso delle acque da scolo causa
danni alla barriera corallina perché stimola la crescita delle alghe, il
che copre i filtri nutritivi dei coralli, impedendone la sopravvivenza.
Inoltre i cambi della salinità hanno un ampio spettro di effetti
negativi sull’ambiente costiero. Queste elencate sono solo alcune delle
problematiche che tale fenomeno può comportare e tutto è legato alla
scarsa utilizzazione di strumenti che possano arginarlo e indirizzarlo
verso la direzione della preservazione.
I
contributi finanziari rappresentano il primo di tali strumenti e il
settore del turismo potrebbe contribuire direttamente alla conservazione
di aree e di habitat più sensibili. Il reddito derivante dalle
commissioni che i tour operators ottengono dagli ingressi nei parchi e
altre simili risorse economiche potrebbero essere reinvestite,
specificamente nella protezione e gestione ambientale di tali aree più
sensibili e, inoltre, speciali quote per operazioni o attività di
preservazione potrebbero essere raccolte dai turisti o dai tour
operators.
Un
esempio è il Tour Operator Discovery Initiatives, membro del gruppo Tour
Operators Initiative for Sustainable Tourism Development, che
annualmente dona un contributo finanziario alla Orangutan Foundation.
Tale denaro è raccolto da solo cinque gruppi turistici composti da dieci
persone ciascuno che visitano il Parco Nazionale Tanjung Puting in
Central Kalimantan. Il parco è sotto enormi pressioni a causa della
deforestazione e dell’inquinamento del fiume dovuta alla mancata
restrizione delle miniere d’oro. La donazione finanzia direttamente il
personale del parco e i rangers, aiutando inoltre nella riabilitazione e
la cura dei oranghi.
Un
altro grande aiuto potrebbe derivare dai contributi sul reddito da parte
dei governi, molti dei quali raccolgono soldi in circostanze di vasta
portata e in vie indirette che non solo collegate a specifici parchi,
conservazione di aree o a progetti simili. Utilizzare alcune
commissioni, imposte sul reddito, quote sulla vendita o sul fitto di
attrezzature ricreative, nonché i diritti di licenza per attività come
la caccia o la pesca potrebbero provvedere ai fondi necessari per i
governi in programmi di conservazione, preservazione e gestione di
risorse naturali. Tali fondi potrebbero essere utilizzati per programmi
generali e attività, quali il pagamento dei salari dei rangers oppure
opere di manutenzione dei parchi o dei siti archeologici.
Alcuni esempi pratici sono riscontrabili in tutto il mondo:
·
le Seychelles nell’Oceano Indiano hanno introdotto una
tassa di 90$ per i viaggiatori che entrano in tale area. Le entrate sono
utilizzate alla preservazione dell’ambiente e al miglioramento delle
strutture turistiche;
·
nel West Virginia una tassa “whitewater rafting” è stata
pagata da chiunque partecipi a un percorso commerciale di rafting. La
commissione finanzia direttamente gli studi dell’impatto ambientale del
rafting. Inoltre, le compagnie di rafting organizzano periodicamente
durante l’anno azioni di pulizia dei fiumi;
·
nello stato del Belize, un tassa di partenza di 3.75$
alimenta un fondo beliziano dedicato alla conservazione delle costiere e
della foresta pluviale;
·
per il Costa Rica il turismo rappresenta
il 72% della ricchezza monetaria della nazione, genera 140.000 lavori e
produce 8.4% del Prodotto Interno Lordo. La nazione ha il 25% del
territorio classificato sotto alcuni progetti di gestione e
conservazione. Nel 1999, le aree protette hanno accolto 866.083 turisti
nazionali e stranieri, che hanno prodotto circa 2.5 milioni di dollari
in tasse di ammissione e il pagamento dei servizi.
Un
altro strumento utile è rappresentato dal miglioramento nella gestione
ambientale e dalla pianificazione. Attraverso una gestione ambientale
delle strutture turistiche specialmente degli alberghi, si potrebbero
incrementare i benefici per le aree naturali, il che richiede però
un’attenta e controllata pianificazione dello sviluppo, basata
sull’analisi delle risorse ambientali presenti nell’area. Pianificare
aiuta a fare scelte corrette tra usi conflittuali, o trovare vie
compatibili. Attraverso la pianificazione preventiva del turismo si
potrebbero evitare danni ed errori costosi, evitando ugualmente il
graduale deterioramento dell’ambiente sul quale si basa il turismo.
Tecniche di produzione più pulite possono essere strumenti utili per la
pianificazione e l’operatività delle strutture turistiche in modo che si
possano minimizzare i loro impatti sull’ambiente. Ad esempio la
costruzione di strutture a basso impatto ambientale, utilizzando energie
rinnovabili o alternative e materiali da costruzione non inquinanti,
nonché adeguati sistemi per le acque da scolo sono strade importanti per
una diminuzione degli impatti che il turismo ha sull’ambiente. La
gestione dei rifiuti e lo smaltimento sono spesso le questioni più
spinose con effetti a lungo termine sull’ambiente: una pianificazione
per la riduzione di tali problematiche è fondamentale.
Altro
elemento importante è la potenzialità che il turismo possiede
nell’influenzare l’opinione pubblica incrementando l’attenzione rivolta
verso la questione ambientale e aumentando la consapevolezza dei turisti
a stretto contatto con la natura e l’ambiente. Questo confronto potrebbe
amplificare la visione del valore della natura e sviluppare attività e
comportamenti a salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Infatti
attraverso l’interesse per determinati ecosistemi più fragili o aree
naturali che hanno bisogno di particolari attenzioni si potrebbe
mantenere e migliorarne l’esistenza. Tale atteggiamento volto a
proteggere e a mantenere in vita questi ecosistemi d’immenso valore si
lega all’idea di creazione di parchi naturali nazionali e riserve
naturali ad hoc.
Il
turismo potrebbe incorporare i principi e le azioni del consumo
sostenibile, giocando un ruolo chiave nell’evoluzione della mentalità
umana riguardante l’ambiente e la natura e provvedendo alle informazione
utili alla crescita della consapevolezza generale dei turisti circa le
loro azioni sul territorio. L’industria di tale ramo e tutte le altre ad
esso collegato fruiscono di una quantità enorme di servizi e beni e,
motivando e spingendo in una direzione sostenibile tutte queste
attività, sicuramente sarebbe possibile ottenere un impatto positivo
sulla salute del nostro pianeta.
Dei
concetti chiave del turismo sono la preservazione e conservazione del
territorio.
Il Gruppo
Punta Cana, un resort nella Repubblica Dominicana, offre un esempio di
come lo sviluppo del turismo di lusso e la conservazione possano essere
combinati. Il resort è nato con l’obiettivo di servire la fascia di
turismo di lusso, ma rispettando l’habitat naturale del sito. Gli
sviluppatori hanno messo da parte 10.000 ettari di terra come riserva
naturale e giardino nativo di alberi da frutto. La riserva naturale
comprende undici sorgenti di acqua dolce circondate da una foresta
subtropicale, dove molte specie insolite di flora e fauna caraibica
vivono nel loro stato naturale. Gli ospiti possono esplorare un
“sentiero natura” che porta alla spiaggia attraverso mangrovie, lagune
di sorgenti di acqua dolce e decine di specie di uccelli dei Caraibi. La
Fondazione Ecologica di Punta Cana ha iniziato la riforestazione di
alcune parti della riserva e altre politiche di protezione dell’ambiente
sono state messe in atto presso il resort, come i programmi di
protezione delle barriere coralline in mare aperto e il riciclo delle
acque reflue per l’impiego nell’irrigazione dei giardini. Inoltre il
campo da golf del resort è stato piantato di erba ibrida che può essere
irrigata con acqua di mare e richiede anche meno delle solite quantità
di fertilizzanti e pesticidi. Il resort ha anche istituito un
laboratorio di biodiversità gestito dalla Cornel Univeristy.
Attraverso il turismo, la conservazione della fauna selvatica e
l’istituzione di riserve naturali molte specie animali in via di
estinzione hanno cominciato a crescere di nuovo. Molti paesi hanno
emanato leggi severe che tutelano gli animali e attirano i turisti
amanti della natura.
Ad
esempio nella regione dei Grandi Laghi in Africa, la specie dei gorilla
di montagna, una delle specie più minacciate del mondo, svolge un
critico ruolo ecologico, economico e politico. Il loro habitat si trova
ai confini del nord-ovest del Ruanda, della Repubblica Democratica del
Congo e del sud-ovest dell’Uganda. Nonostante i dieci anni di conflitti
e guerra civile nella regione, la necessità per l’entrate del turismo
legate a queste specie ha portato tutte le parti in conflitto a
cooperare per proteggere le scimmie e il loro habitat. Ovviamente per
effettuare un percorso di osservazione dei gorilla è necessario pagare
una cifra di 250$, oltre a dover ottenere un permesso per entrare in
tale struttura. I fondi provenienti dal turismo hanno contribuito allo
sviluppo a livello locale, nazionale e regionale. La presenza di una
fonte di valore di turismo così redditizia in una foresta afro-montana
così fragile assicura che quegli habitat siano protetti, permeandoli di
un valore ecologico forte del quale usufruiscono anche le comunità
circostanti.
Misure di regolamentazione risultano necessarie sia per contribuire a
compensare gli effetti negativi sia per mantenere integro il sito
visitato. I controlli sul numero di attività turistiche e il movimento
dei visitatori all’interno delle aree protette sono solo alcune delle
azioni da prendere fortemente in considerazione. Ciò non significa
limitare i benefici che l’economia può trarre da tale attività, ma bensì
preservarla nel giusto modo, permettendo a tutti di poter godere la
bellezza. I limiti devono essere stabiliti dopo un’analisi approfondita
della portata sostenibile massima dei visitatori. Tale strategia viene
utilizzata nelle isole Galapagos, dove è limitato il numero di navi da
crociera permesso in questo remoto arcipelago e le isole da visitare
sono designate assicurando un basso impatto sull’ambiente e sugli
animali sensibili.
Gli
interessi che muovono il nostro mondo a volte non hanno orizzonti
benefici e razionali, ma bensì meramente economici. Il cambiamento è
possibile, gli strumenti fortunatamente esistono ma purtroppo la morale
il più delle volte finisce per essere dimenticata. Le motivazioni per
tale cambiamento risiedono in tutti noi e gli incentivi dovrebbero
essere più visibili. La conoscenza e l’informazione sono le prime fonti
alle quali unanimemente dovremmo attingere e non mirare semplicemente
alla ricerca dell’ultima meta scoperta. Senza dubbio scoprire territori
è un bisogno innato dell’uomo ma la preservazione è un dovere nei
confronti della natura e quindi della nostra sopravvivenza. Per me il
viaggio è scoperta ma soprattutto conoscenza delle molteplici bellezze,
sia naturali sia culturali, che ci sono state fornite. Un viaggio più
sostenibile aiuterebbe tutte le generazioni future a godere di tali
patrimoni.
Marcello Grimaldi
|