LA POTENZA
è NULLA SENZA CONTROLLO
Quanto contano i pneumatici!
di
Roberto Maurelli
Non
dimenticherò mai il giorno in cui, durante un corso di guida sicura,
l'istruttore fece notare a noi allievi che la superficie di contatto di
una vettura con l'asfalto è pari più o meno alla grandezza di una
cartolina.
Se ci pensate un attimo, è davvero
incredibile che tutte le sensazioni che riceviamo quando siamo al
volante, che tutte le forze che la vettura scambia con il fondo
stradale provengano da qualcosa di così insignificante. Evidentemente,
allora, nonostante possa sembrare irrilevante ai più, il ruolo dei
pneumatici è fondamentale almeno quanto quello delle sospensioni,
dell'elettronica, della rigidità torsionale e così via.
Ecco perché ho scelto di riproporre nel
titolo di questo articolo una frase che molti di voi avranno già sentito
in molte occasioni... L'obiettivo sarebbe proprio quello di spostare
l'attenzione di noi appassionati verso la cura di questo componente
essenziale delle nostre amate automobili, troppo spesso trascurato per
ignoranza o negligenza.
Guardando alla struttura tradizionale del
pneumatico, esso è costituito da una copertura (che comprende carcassa,
cordoli, battistrada) e dagli elementi di tenuta dell’aria (valvola e
camera d’aria).
Essendo la vera e propria ossatura del
pneumatico, la carcassa agisce nel supportare la pressione di gonfiaggio
e il carico verticale della vettura, soprattutto in caso di shock
(dossi, salti, buche, ecc.); pertanto deve essere dotata di notevoli
proprietà di elasticità e, allo stesso tempo, di rigidità.
Fisicamente è collocata sul lato interno
della telatura, protetta solo da un sottile rivestimento interno.
I cordoli, o talloni, invece sono quegli
elementi posti alla fine della tela che permettono al pneumatico di
aderire al cerchio. Il cordolo deve essere formato in modo da essere
leggermente stretto lungo il cerchio, così da scongiurare l'uscita del
pneumatico dal cerchio in caso di improvvisa caduta della pressione di
gonfiaggio.
Il battistrada, infine, è la parte in
diretto contatto con il fondo stradale. Certamente si tratta
dell'elemento distintivo più appariscente di un pneumatico, dal momento
che la variazione del disegno contraddistingue i vari modelli sul
mercato. Il disegno, tuttavia, ha notevoli ripercussioni sulle
caratteristiche tecniche: influenza sia la rumorosità sia la capacità di
smaltimento dell'acqua nella marcia su fondi bagnati, essenziale per
allontanare il rischio di aquaplaning. Si considera in qualche modo
parte del battistrada anche la spalla, ossia quella parte del pneumatico
che collega la superficie del battistrada con i fianchi del pneumatico.
Quanto maggiore sarà la sua estensione maggiore sarà anche la
deformazione che subirà durante la percorrenza in curva, a tutto
svantaggio della precisione di guida.
I componenti esaminati finora, però, non
avrebbero alcuna utilità pratica se non fossero presenti anche gli
elementi di tenuta dell'aria di cui si diceva sopra. La camera d'aria,
collegata ad una valvola di tenuta, garantisce che la pressione di
gonfiaggio si mantenga più o meno costante, nonostante le variazioni
climatiche e le sollecitazioni subite durante le lunghe percorrenze. Nei
sempre più diffusi pneumatici “tubeless”, tuttavia, non c’è più la
camera d’aria e la tenuta è assicurata da un sottile rivestimento di
gomma impermeabile che ricopre tutta la parte interna della copertura e
dal tallone.
La soluzione costruttiva adottata per
realizzare i pneumatici consiste nella sovrapposizione di una o più tele
gommate, tagliate e disposte fra loro secondo angoli differenti. Possono
essere utilizzate fibre tessili, oppure fili metallici. I pneumatici con
carcasse diagonali tessili presentano una maggiore isteresi (più
rigidità) rispetto a quelli con struttura radiale metallica. L'isteresi
è uno dei parametri più importanti, insieme al disegno degli intagli del
battistrada, per ridurre la resistenza al rotolamento dei pneumatici. Il
fatto che negli ultimi vent'anni la resistenza al rotolamento dei
pneumatici sia calata di oltre il 40% è uno dei motivi per cui si sono
avute sensibili riduzioni nel consumo di combustibile.
Ovviamente, però, non si può pensare di
costruire un pneumatico, sopratutto se destinato ad un uso sportivo, con
caratteristiche di isteresi troppo elevate. L’intera struttura, infatti,
deve essere dotata di notevole elasticità e di resistenza alla fatica
perché a ogni giro della ruota corrisponde una flessione di ogni sezione
della carcassa e a questa sollecitazione vanno aggiunti tutti gli sforzi
longitudinali (accelerazioni e frenate), quelli trasversali (tenuta
laterale, curve) e gli urti contro le asperità della strada.
Se siete riusciti con
questi pochi cenni a rappresentarvi quanto siano preziose le calzature
che equipaggiano la vostra auto, sicuramente non trascurerete la loro
manutenzione e adopererete maggiore attenzione al momento di recarvi dal
gommista per un pit stop!
Roberto Maurelli |