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LA GESTIONE DEI RIFIUTI
di
Andrea Puma
Prima
di tutto è necessario definire il concetto di rifiuto, termine con li
quale si identifica tutto ciò che risulta di scarto o avanzo alle più
svariate attività umane. Abbastanza recentemente, la Comunità Europea,
con la Direttiva n.2008/98/Ce del 19 novembre 2008 (Gazzetta Ufficiale
Europea L312 del 22 novembre 2008) definisce i rifiuti come
sottoprodotti ed, in particolare, qualsiasi sostanza od oggetto di cui
il detentore si disfi o abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi. In
qualsiasi forma di società, più o meno sviluppata, è impossibile non
produrre rifiuti perché questi sono dunque il prodotto della stessa
esistenza e delle attività umane.
Nel
mondo occidentale, in particolare in Europa, si producono oltre 1,3
miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno, alle quali vanno aggiunte le
ingentissime quantità di rifiuti agricoli. Tuttavia, a fronte di quanto
precedentemente citato, è opportuno precisare che quando si parla di
rifiuti non ci si riferisce esclusivamente ai rifiuti urbani, esistono
infatti anche altri rifiuti derivanti dalle differenti attività:
estrattive, manifatturiere, edilizie ed energetiche. I rifiuti urbani in
Europa rappresentano il 14% del totale, per una quota pari a 198 milioni
di tonnellate. Questo significa che, considerando la popolazione europea
prossima a 375 milioni di abitanti, ogni cittadino europeo produce
mediamente 527 kg di rifiuti all’anno.
Il
principale problema derivante dalla produzione dei rifiuti è quello del
loro smaltimento secondo le modalità di minor impatto ambientale e nel
rispetto delle norme sanitarie. Certamente la soluzione ideale sarebbe
quella del totale recupero e riciclaggio dei rifiuti, ma tale operazione
è nella pratica, impossibile. Ad oggi lo smaltimento in discarica
rappresenta la soluzione più gettonata, con oltre il 50% dei rifiuti che
segue tale via. Il rimanente 50% dei rifiuti viene riciclato, avviato al
compostaggio o agli impianti di incenerimento con o senza recupero di
energia (termovalorizzatori) sottoforma di calore o elettricità. In
Italia, ogni anno, vengono prodotte oltre 30 milioni di tonnellate di
rifiuti solidi urbani, la maggior parte dei quali, come nel resto
d’Europa, viene smaltita in discariche. Solo circa il 25% dei rifiuti
urbani viene riciclato, mentre solamente una percentuale inferiore al
10% del totale viene destinata all’incenerimento e/o alla
termovalorizzazione.
Chi
smaltisce i rifiuti in modo non conforme alle leggi e alle normative,
commette reati ambientali.
Anche
la Comunità Europea, mediante la Direttiva 2008/99/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 sulla tutela penale
dell’ambiente, ha istituito un elenco minimo di reati ambientali
considerati gravi, per i quali è prevista la rilevanza penale in tutti i
paesi della UE, lasciando agli stati membri la facoltà di stabilire
norme penali più stringenti e un sistema di sanzioni proporzionate e
dissuasive. L’Italia, che in tema di monitoraggio ambientale è da
considerarsi all‘avanguardia, ha persino istituito nelle ultime quattro
legislature una Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei
rifiuti e sulle attività illecite connesse.
Inoltre, esistendo quattro grandi settori ambientali, esistono anche
quattro fattispecie di reati ambientali: i reati attinenti all’aria,
all’acqua, allo smaltimento dei rifiuti e alla rumorosità.
Nel
2009, su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare, è stato istituito il SISTRI (Sistema di controllo
della tracciabilità dei rifiuti). Questo sistema rientra nel programma
di modernizzazione della Pubblica Amministrazione e permette
l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello
nazionale (e dei rifiuti urbani per la Regione Campania).
Il
Sistema serve a garantire maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione
dell'illegalità.
La
gestione del SISTRI è stata affidata al Comando Carabinieri per la
Tutela dell’Ambiente.
I
rifiuti possono essere divisi in diverse tipologie, ciascuna delle quali
necessita di opportuna raccolta e congruo smaltimento. I rifiuti possono
essere sommariamente classificati in: rifiuti urbani, domestici ed
ingombranti, da spazzamento di strade, rifiuti vegetali, industriali,
commerciali e di recupero. A questi vanno poi aggiunti i rifiuti
derivanti da attività sanitarie, dallo smaltimento di macchinari
obsoleti, veicoli, batterie, medicinali, apparecchiature contenenti cfc
(clorofluorocarburi), rifiuti speciali pericolosi, chimici e
petroliferi.
Smaltire i rifiuti senza tenere in considerazione la possibilità di
recuperarli, vuol dire gettar via anche l'energia consumata per produrre
gli oggetti ormai destinati allo smaltimento. Ecco dunque che la
raccolta differenziata rappresenta un’importante sfida, grazie alla
quale non solo si deve cercare di recuperare la maggior quantità di
materie prime, ma anche risparmiare energia. Così facendo si frena lo
sfruttamento di preziose risorse, in molti casi già scarse in natura, ed
inoltre si contribuisce a ridurre la massa dei rifiuti da smaltire, non
riciclabili, e che sono di per sé un problema.
La
carta, per esempio, è materia indispensabile per la produzione di libri,
riviste, giornali e imballaggi. Essa può essere riciclata almeno 7
volte. Se si considera che per la produzione di una tonnellata di carta
nuova servono 15 alberi d'alto fusto, 400.000 litri d'acqua e moltissima
energia elettrica, il riciclo quasi totale garantirebbe un minor
disboscamento, un risparmio dell’acqua, dell’energia, delle fonti
combustibili necessarie a produrla e della CO2 derivante dai processi
industriali ed energetici. Oggi, in Italia, si raccolgono in un anno
oltre 1.750.000 tonnellate di carta da macero, ma la quota potrebbe
essere notevolmente aumentata.
La
plastica è impiegata per la produzione di moltissimi contenitori tra cui
bottiglie, flaconi di cosmetici, prodotti per la casa o detersivi. È
certamente un materiale molto versatile, con il quale è possibile
produrre di tutto. Se si considera che ad oggi in Italia solo il 15%
delle materie plastiche impiegate sono riciclate, e se si considera che
i processi di recupero e riciclo sono estremamente semplici, è possibile
fare molto di più.
Il
vetro, con il quale si possono fabbricare molti oggetti come bottiglie,
bicchieri, specchi, cristalli delle auto, è un materiale che, una volta
ripulito, frantumato e lavorato, può essere recuperato infinite volte
per la produzione di nuovi oggetti. Il recupero del vetro consente di
risparmiare oltre il 25% dell'energia e di tutte le materie prime
necessarie per produrlo. Tradotto in numeri, significa risparmiare
l’equivalente di decine di migliaia di tonnellate di petrolio ogni anno,
altrettante di sabbia e minerali.
Su
oltre 650.000 tonnellate di vetro riciclato annualmente nelle vetrerie
italiane la metà proviene dalla raccolta differenziata.
I
rifiuti organici cosiddetti "umidi" costituiscono circa il 40% dei
rifiuti solidi urbani. Una volta raccolti separatamente, vengono
successivamente trasformati in concimi di alta qualità che vengono
impiegati in agricoltura, vivaistica e floricoltura.
Alla
luce di quanto citato ne consegue che la raccolta differenziata
rappresenta un sistema di gestione integrata dei rifiuti, che consente
di diminuirne il flusso da avviare allo smaltimento. I motivi per i
quali la raccolta differenziata va incentivata ed incrementata sono
molteplici: innanzitutto per un senso civico di rispetto dell’ambiente e
delle risorse naturali, ma anche per un motivo economico. L’attuale
legislazione in materia di rifiuti, spinge la collettività ad
incrementare la raccolta differenziata. I comuni infatti, qualora non
raggiungessero gli obiettivi minimi di raccolta differenziata,
potrebbero incorrere in una penalizzazione che produrrebbe un
inevitabile incremento delle tariffe pagate dai cittadini per lo
smaltimento dei rifiuti.
I
comuni Italiani stanno dunque incentivando la raccolta mediante
operazioni di sensibilizzazione dei cittadini, insegnando loro che i
rifiuti vanno classificati, selezionati e smaltiti nei rispettivi
contenitori, affinchè possano essere diretti alle aziende deputate al
loro recupero. Alcuni comuni, specialmente se piccoli, stanno portando
avanti la raccolta “porta a porta”, per assecondare le esigenze dei
cittadini che, o per pigrizia, o per il poco spazio a disposizione nelle
abitazioni, non attuano la raccolta differenziata.
Vi
sono inoltre dei comuni che incentivano la raccolta differenziata
offrendo dei vantaggi di tipo economico ai cittadini. Questa strategia
contribuisce ad innescare “competizioni” virtuose tra cittadini, che
hanno benefici sulla intera collettività.
Di
recente alcuni comuni hanno cominciato ad addestrare pattuglie di agenti
di polizia locale in modo tale che siano in grado di valutare se i
cittadini smaltiscono i rifiuti in modo corretto. Chiunque venisse colto
in flagranza di reato può incorrere in sanzioni. I rifiuti non
riciclabili possono infine essere impiegati come risorsa dalla quale
ottenere energia tramite appositi impianti che producono corrente
elettrica o calore utilizzato per il teleriscaldamento.
La
maggior parte dei circa 3,5 milioni di tonnellate di combustibile da
rifiuti italiani viene incenerita in impianti del Nord. A Brescia, in
prossimità della città, c'è uno dei termovalorizzatori più grandi
d'Europa ( qui vengono smaltite circa 750 000 tonnellate l'anno, ovvero
il triplo di quello di Vienna) che soddisfa il 30% del fabbisogno di
calore dell'intera città, 1100 GWh/anno.
Il
termovalorizzatore di Brescia, nell'ottobre 2006 è stato proclamato
«migliore impianto del mondo» dal WTERT (Waste-to-Energy Research and
Technology Council), un’ associazione formata da tecnici, scienziati ed
industrie di tutto il mondo. Si noti che la produzione di rifiuti solidi
urbani della provincia di Brescia è minore della capacità dell'impianto,
per cui per far funzionare a pieno regime i forni devono essere reperite
circa 200 000 tonnellate l'anno di rifiuti di altra provenienza, in
particolare dalle provincie vicine. A Trezzo sull'Adda, in provincia di
Milano, c'è uno dei più moderni termovalorizzatori in esercizio in
Europa mentre nel resto del settentrione sono diffusi principalmente
piccoli impianti a scarso livello tecnologico e con basso rendimento. In
alcune aree d’Italia la gestione dei rifiuti è più problematica che in
altre.
Vi
sono regioni nelle quali l'infiltrazione della criminalità, associata a
difficoltà nella gestione della cosa pubblica, hanno portato nel corso
del tempo a soluzioni scorrette di smaltimento dei rifiuti, inefficaci e
soprattutto dannose per l’ambiente e per la salute. In queste aree sia
la raccolta differenziata che l’impiego di inceneritori sono a tutt'oggi
a livelli marginali e la stessa realizzazione di discariche a norma ha
presentato problemi e rallentamenti. Tale precaria situazione ha portato
a numerose emergenze sul fronte smaltimento dei rifiuti specialmente in
Campania e nella città di Napoli.
Andrea Puma |