al servizio della purezza
La Lotus Evora
di Roberto Maurelli
Erano
anni che la Lotus non produceva una sportiva di alta gamma degna della
migliore tradizione di Colin Chapman.
Ristrettezze
di budget, crisi dei mercati e lo scetticismo di alcuni non consentivano
al prestigioso marchio inglese di mettere a listino una vettura con le
caratteristiche tecniche che oggi possiede la Evora.
Oggi,
finalmente, la Lotus sembra avere una linfa tutta nuova. La sua
pluridecennale esperienza nella costruzione di telai leggeri in
materiali sofisticati le ha consentito di fare la differenze in un
mercato dove il rispetto dei limiti alle emissioni inquinanti sta
spingendo sempre più costruttori ad orientarsi verso queste soluzioni
progettuali. E così, da piccola fabbrica di auto, la Lotus sta
rapidamente diventando una società di consulenza per progetti altrui
all’avanguardia, una factory che produce pezzi particolari su
commissione di chi non dispone delle adeguate tecnologie e competenze
per farseli in casa.
Naturalmente
ognuna di queste consulenze ed ognuno di questi accordi si traduce in
nuove entrate per la Casa di Hethel. Proprio queste entrate hanno
consentito di progettare una nuova vettura che non fosse un compromesso,
ma una vera risposta ai desideri dei più affezionati del marchio.
La Evora si
presenta esternamente come un’auto dalle linee estremamente pulite,
dando la sensazione che il suo vestito sia cucito su misura per
abbracciare la meccanica e niente di più.
Il risultato
ottenuto dal team di designer, guidato da Russel Carr, è comunque
fantastico. Le linee morbide e decise partono dai fari e dalla bocca
centrale per proseguire in modo continuo verso la coda, suggerendo,
anche da fermi, un’idea di dinamismo in pieno stile Lotus. I benefici
di una linea così attentamente studiata si sentono anche in galleria del
vento, dove la Evora ha fatto segnare un ottimo risultato, con un Cx di
0,33.
La carrozzeria
è interamente in materiale composito ultraleggero, iniettato per
compressione all’interno dei lamierati in acciaio e poi rifinito a
macchina e, infine, a mano. Questo tipo di lavorazione consente la
consueta leggerezza dei pannelli, unita ad una rigidezza e solidità
ancora più elevate che in passato.
Quanto al
telaio nascosto sotto questo vestito, la Lotus è riuscita ancora una
volta ad ottimizzare l’uso dell’estruso di alluminio al fine di ottenere
un pianale rigido e leggero, che contribuisse alla migliore guidabilità
e tenuta di strada. La Casa ha vinto molti premi per la sua capacità
produttiva che consente, tra l’altro, anche di ottenere una notevole
versatilità per future applicazioni nonché un’eccezionale sicurezza per
guidatore e passeggero.
Aperta la
portiera e calatisi nell’abitacolo, si ha la sensazione che tutto sia
stato costruito intorno al pilota. Alla consueta ergonomia dei comandi
si aggiunge ora una qualità senza precedenti, fatta di rivestimenti in
pelle, pannelli in alluminio levigato e strumentazione futuristica.
I posti dietro
non sono proprio il massimo e si fatica a pensare che possano trovarvi
posto esseri umani con un altezza superiore ad 1,20 m. Tuttavia, non
mancano piccoli accorgimenti per rendere più confortevole il viaggio di
questi piccoli passeggeri, a testimonianza del reale impegno profuso in
fase di progettazione anche per questi dettagli.
Alla guida, le
sospensioni fanno sempre il loro dovere, complice una taratura
leggermente più morbida resa possibile dalla leggerezza del telaio
rispetto alla concorrenza. Come optional è possibile montare il sistema
di controllo adattivo delle sospensioni, studiato per rendere la guida
più sicura senza compromettere il divertimento. Ovviamente alla
sicurezza e alle prestazioni contribuiscono in modo determinante anche i
potenti freni AP, che non danno mai segni di affaticamento, ed i
controlli di stabilità e di trazione, mai però troppo invadenti quando
si vuole guidare in modo più sportivo.
La vera
sorpresa è che le fantastiche doti dinamiche, che richiamano il
comportamento della eccellente Elise, esaltano anche il comportamento
del propulsore che, sebbene rivisto nell’elettronica dalla Lotus, è pur
sempre un V6 di origine Toyota pensato per un uso meno estremo. L’unità,
un V6 di 3500 cc, esprime una potenza massima di 280 cv a 6400 giri (non
molti per la verità…) ed una coppia di 342 Nm a 4700 giri e, sulla Evora
più che su altre vetture Toyota, consente rapide accelerazioni e buone
esplosioni di coppia. D’altra parte si tratta comunque di un motore
molto leggero, che va ad esaltare ulteriormente le doti da peso piuma, e
conseguentemente le prestazioni, della nostra Evora.
Insomma,
l’unica cosa studiata a tavolino è, come di consueto nelle auto di oggi,
la sonorità allo scarico. Un male necessario a cui tutti vorremo
soggiacere pur di fare un giro su questa bellezza ed uscire
dall’abitacolo con un bel sorriso stampato in faccia!
Roberto Maurelli |