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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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IL MARE NEL CONTESTO AMBIENTALE DI TARANTO

di Angelo Lucariello

 

P R E S E N T A Z I O N E

Taranto è un sito inquinato di interesse nazionale. A livello regionale la città ha la maggiore incidenza di tumori. Per ottenere una maggiore opera di prevenzione ed anche perché ci sia maggiore assistenza terapeutica per un problema che ha una grandissima rilevanza sociale, i cittadini hanno persino fondato associazioni ambientalistiche.
Le polveri minerali ricadono da decenni sulle abitazioni e su chi ci vive ed in particolare ne rione Tamburi è capitato che le soffitte venissero svuotate di quintali di materiale metallico e che le persone chiedessero sconti sul prezzo dell'acqua per potere almeno risparmiare sui bucati e sulla pulizia delle case, laddove polmoni e territorio e mare non possono essere ripuliti. Il Mar piccolo, un tempo vivaio naturale e quasi incubatrice spontanea della fauna ittica, oggi rischia la morte biologica per eccesso di sostanze inquinanti. Eppure potrebbe costituire una risorsa importante per attività produttive come la piscicoltura e la miticoltura eccellenti per qualità e quantità e soprattutto a basso impatto ambientale. Eppure le sue coste e le sue acque pulite e salvate dal degrado potrebbero offrire bellezza, sport e persino salute a turisti in cerca di suggestioni. La litoranea, poi, e parte del territorio sono rovinate da discariche abusive e se è importante organizzare la gestione dei rifiuti, se bisogna formulare un piano articolato di recupero e pulizia della costa e realmente attuarlo in tempi umani, ancora più decisiva appaiono l'opera di sensibilizzazione dei cittadini sulla tutela dell'ambiente ed anche quella di controllo sulle condotte dannose e sbagliate. Si ritiene che ciò che può davvero riscattare la difficile condizione dell'ambiente tarantino sia la comune presa di coscienza, da parte dei cittadini e da parte degli amministratori, dell'assoluta necessità di invertire la tendenza degli ultimi decenni.

 

IL MARE E L’INQUINAMENTO

Quando si parla di mare purtroppo non si può  non ricordare quanto questo sia inquinato. Per citare solo alcune stime: riversando ogni giorno nel bacino del Mediterraneo 360 milioni di tonnellate di idrocarburi e ricoprendo una superficie pari appena ad appena lo 0,7% della superficie acquea del Pianeta, il traffico marittimo in questo mare costituisce di per sé un fattore di forte impatto ambientale! Si è calcolato che ogni anno il Mediterraneo è oggetto di immissioni di idrocarburi per circa 600.000 tonnellate di origine terrestre e marina. Di queste circa un terzo sono addebitabili ad eventi connessi alla navigazione commerciale: scarichi operazionali, scarichi accidentali, sinistri. Gli scarichi operazionali sono le immissioni volontarie di prodotti inquinanti in mare connesse all’esercizio della navigazione stessa, gli scarichi accidentali sono quelli dovuti a colpa o negligenza nella gestione delle navi, i sinistri marittimi  (collisioni, incagli, esplosioni) sono meno frequenti, ma i danni ambientali connessi a questi incidenti sono sempre di consistente gravità. Per ciò che concerne Taranto, a queste stime bisogna aggiungere una serie di minacce che incombono sull’ambiente marino, segnatamente il continuo e incessante movimento delle navi, lo scarico illegale di rifiuti, le perdite e i versamenti, anche attraverso le immissioni in atmosfera, di sostanze inquinanti di varia natura, il degrado dell’habitat dovuto al dragaggio dei fondali e agli scarichi civili ed industriali di oli minerali, di detergenti, di mercurio, di piombo, di fosfati e a cui si aggiungono plastiche e materiali non biodegradabili ed industriali.

 

IL MARE NEL CONTESTO AMBIENTALE DI TARANTO  

Si è rivelato praticamente impossibile non sentirsi coinvolti su quasi tutti gli argomenti ambientali. Certamente ciò non vuole rappresentare alcun tentativo di primeggiare sulla scena, ma costituisce la naturale risposta da parte degli organi di vigilanza, i cui fini istituzionali non possono che qualificarsi “principali”. Quando si parla di mare, infatti, non si può prescindere dal trattare argomenti che spaziano dal turismo all’innovazione tecnologica, dallo sviluppo industriale e distretti produttivi alla mobilità, dalla riqualificazione dei beni dell’ambiente  marittimo. Ma, certamente, per la grande attualità ed importanza che rivestono le tematiche ambientali nel territorio e per la grande incidenza, purtroppo in termini negativi, che le stesse esercitano su ogni ipotesi di progettualità e sviluppo in qualsiasi settore, che pone alla base dei propri fini la diffusione della cultura della prevenzione come strumento per la salvaguardia dell’ambiente e per lo sviluppo di attività ecocompatibili, non poteva davvero sottrarsi al compito, quantomeno, di richiamare tutti i soggetti coinvolti nel programma di prevenzione e vigilanza  ad operare una attenta e concreta riflessione sulla importanza delle questioni ambientali e della loro incidenza sul processo di pianificazione territoriale in corso, con particolare riguardo, ovviamente, alle risorse mare e coste.

 

TUTELA DEL MARE

Per ciò che concerne la tutela del mare alcuni riferimenti normativi sono d’obbligo. L’Italia è uno degli Stati che ha ratificato la Convenzione di Barcellona sulla tutela del mare mediterraneo, e  si attiene a quelle che sono le linee guida della convenzione di Marpol sull’inquinamento dei mari attraverso le sostanze tossiche ed inquinanti. La normativa italiana in materia è rappresentata dalla Legge 31 dicembre 1982,  n. 979 che prevede il divieto assoluto per le navi italiane di scarico in mare di idrocarburi e di altre sostanze nocive indicate dalla stessa legge. Peraltro il controllo dello stato delle zone marine è stato rafforzato con l’adozione della recente Legge 8 febbraio 2006, n. 61 sulla istituzione di zone di protezione ecologica, da costituirsi con decreto del Presidente della Repubblica. Nell’articolo 2, comma secondo, della Legge viene previsto  che «entro le zone di protezione ecologica si applicano, anche nei confronti di navi battenti bandiera straniera e delle persone di nazionalità straniera, le norme di diritto italiano, del diritto dell‘unione Europea e dei trattati internazionali in vigore per l’Italia in materia di prevenzione  e repressione di tutti i tipi di inquinamento marino, ivi compresi l’inquinamento da navi e da acque di zavorra, l’inquinamento di immersione di rifiuti, l’inquinamento da attività di esplorazione e di sfruttamento dei fondi marini e l’inquinamento di origine atmosferica, nonché in materia di protezione dei mammiferi, della biodiversità e del patrimonio archeologico e storico» . Questa previsione rappresenta, oltre che una novità,  un grosso passo avanti nella difesa del Mare e di tutto  ciò che (flora, fauna, patrimonio archeologico, etc...) è connesso ad esso.

 

TARANTO E IL MAR JONIO

Per quello che riguarda  Taranto, città bagnata dal Mar Jonio e  terzo porto italiano,  la questione presenta profili di notevole complessità. Una località come Portofino è facile che venga considerata una zona protetta. Ma in un città come Taranto, emblema del commercio, del lavoro, dello sviluppo, le speranze di risanamento delle acque e del territorio vanno pur sempre contemperate con le esigenze di sviluppo del Sud. Ed è per questo motivo che Taranto oggi è chiamata ad applicare il principio dello sviluppo sostenibile. Infatti la rapida riduzione della biodiversità marina, dovuta in particolare all’inquinamento, agli impatti del cambiamento climatico e a una pesca indiscriminata, è un segnale d’allarme che non possiamo ignorare.

Oggi abbiamo l’esigenza di una politica marittima tesa a sviluppare in maniera ecologicamente sostenibile un’economia marittima prospera. Tale politica deve poter contare sull’eccellenza nel settore della ricerca scientifica marina, della tecnologia e dell’innovazione. In secondo luogo occorrerà preservare e migliorare lo stato delle aree fisiche presso cui sono allocate le attività marittime, vale a dire il Mar Grande e il Mar Piccolo.

Bisogna comprendere, ancora, che il mare produce reddito anche grazie al turismo.

Molte destinazioni turistiche devono la loro popolarità al fatto di essere vicine al mare e alla sua qualità ambientale. Un’elevata tutela delle zone costiere e dell’ambiente marino è quindi essenziale per garantire la sostenibilità dell’intero settore e in particolare del crescente comparto dell’ecoturismo. Un ambiente marino sano rappresenta una condizione indispensabile per poter sfruttare pienamente le potenzialità dell’intero territorio ionico.

Preservare la risorsa di base consentirà di migliorare la competitività di

tutta la provincia tarantina, la crescita a lungo termine e l’occupazione.  Il deterioramento dell’ambiente marino riduce il potenziale del mare di generare reddito e occupazione.  La nuova politica marittima deve essere tesa ad instaurare una comprensione reciproca e una visione comune tra responsabili e gli attori dei vari settori: trasporto marittimo e porti, pesca, gestione integrata delle zone costiere, politica regionale, politica energetica, ricerca marina e tecnologie del mare. Lo sviluppo comporta inevitabilmente pressioni sullo spazio e sull’ambiente.

Lo sviluppo sostenibile può contribuire allo sviluppo delle zone costiere e delle isole migliorando la competitività delle imprese, rispondendo alle esigenze sociali e valorizzando il patrimonio naturale e culturale e gli ecosistemi locali. Poiché devono mantenere o migliorare le loro attrattive, sono sempre più numerose le destinazioni turistiche che adottano pratiche e politiche più sostenibili e rispettose dell’ambiente.   Gran parte dell’inquinamento che colpisce l’ambiente marino proviene infatti da fonti terrestri: concimi agricoli, effluenti urbani e industriali, pesticidi, idrocarburi e sostanze chimiche.

 

CONCLUSIONI

Un Territorio così splendido, crocevia di popoli, culture ed etnie, ha un immensa risorsa: il mare! Un elemento che non solo lambisce e delimita l’intera area tarantina, ma perfino la attraversa rendendola per questo unica e suggestiva. Esso rappresenta solo un lato  dell’intero Paesaggio; ma è forse l’unico verso il quale vale ancora la pena di volgere lo sguardo!

 

Angelo Lucariello

 

 


 

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