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LA FINE DEI LUOGHI COMUNI

I diesel ad alta potenza specifica

 

di Roberto Maurelli

 

Dopo anni di battutacce nei bar, finalmente anche i propulsori alimentati a nafta sono riusciti a conquistare un posto di rilievo nelle competizioni sportive internazionali. Come dimenticare quel giorno in cui gli appassionati hanno visto un'Audi diesel tagliare per prima il traguardo della prestigiosa 24 Ore di Le Mans? Come cancellare le immagini delle Seat Leon Tdi, protagoniste del WTCC? 

Il mondo cambiato. Oggi la nafta non serve più a lavare i motori benzina nelle officine. Oggi il motore diesel riesce a sovvertire l'ordine immutabile delle cose e a trasformarsi in un campione di prestazioni. 

Come è stato possibile tutto ciò? Come si è riusciti a raggiungere e a superare i ben più blasonati motori a benzina? Di tutto questo proveremo a parlare adesso, spaziando dalle modifiche meccaniche fino all'evoluzione elettronica.

Per prima cosa sarà necessario partire dall'analisi della combustione. Mentre i motori benzina sono dotati di accensione comandata, nei diesel la massa aria/gasolio si accende istantaneamente e spontaneamente quando viene iniettato del gasolio nella camera di scoppio.

Ciò è possibile a causa degli altri valori di pressione e temperatura presenti nel cilindro. In passato l'iniezione del gasolio era indiretta, ossia avveniva in una precamera al fine di ridurre il picco di pressione che determinava rumorosità, vibrazioni e un ridotto regime di rotazione.

L'evoluzione tecnologica dei sistemi di iniezione oggi consente, invece, di far entrare una quantità di gasolio notevolmente nebulizzato direttamente nella camera di scoppio, ricavata nel cielo del pistone, senza alcuna perdita rispetto al passato. Anzi… 

I sistemi di iniezione diretta possono essere di due tipi: common rail ed iniettore pompa. Quest'ultimo si caratterizza per la presenza di un iniettore e di una pompa per ciascun cilindro, azionato da un albero a camme. Il vantaggio di questo tipo di dispositivo è l'elevata pressione di iniezione, che consente di raggiungere potenze più elevate rispetto al common rail. Il common rail è un sistema che prevede un condotto comune a tutti gli iniettori attraverso il quale è possibile disporre di più iniezioni per ogni ciclo di funzionamento. È evidente che ciò consente di abbassare le emissioni inquinanti e ridurre i consumi.

 

Non va dimenticato neppure il ruolo del turbocompressore che, grazie alla geometria variabile, permette di aumentare la massa d'aria immessa nel cilindro senza generare fenomeni di turbo lag (ossia ritardi nella risposta). L'enorme sforzo a cui sono sottoposte le turbine fa sì che la loro durata media sia compresa tra i 50.000 e i 100.000 km; un tempo considerevole ma comunque limitato rispetto alle percorrenze teoriche del resto del propulsore. Ecco perché un automobilista attento non deve mai attendere la rottura di queste componenti ma effettuare una revisione preventiva! 

Tutt'altro discorso va fatto invece per l'intercooler che, se adeguatamente dimensionato, garantirà l'ottimale raffreddamento per tutta la vita della vettura.

Nella rincorsa verso potenze specifiche sempre più elevate, si è dovuto necessariamente intervenire drasticamente anche dal punto di vista elettronico, elaborando programmi delle centraline sempre più avanzati sia a livello di gestione dell'iniezione che di funzionamento del turbocompressore. Grazie questi interventi oggi è possibile conseguire, anche nelle vetture stradali, incrementi di potenze e di coppia nell'ordine del 30-35%, senza con ciò compromettere l'affidabilità complessiva del propulsore. 

L'apporto fondamentale dell'elettronica si rinviene nella gestione della portata del gasolio, della pressione di sovralimentazione e degli anticipi di iniezione.

Sia il getto di gasolio che la sua pressione vengono, infatti, regolati in maniera variabile tenendo conto delle esigenze del motore per ogni regime di rotazione e per le diverse posizioni dell'acceleratore. Molto complessi sono poi gli interventi sugli anticipi di iniezione: essi consentono di evitare ruvidità nell'erogazione, tipiche dei diesel più spinti. 

Come per tutti i motori, comunque, è sempre consigliabile usare gasolio di qualità, effettuare cambi d'olio frequenti ed evitare tirate freddo. Inoltre, ogni volta che si spegne il motore, è buona regola lasciarlo girare qualche istante al minimo per raffreddare il turbocompressore. 

Rispettare queste poche elementari regole vi consentirà di mantenere sempre in perfetta forma la vostra creatura.

E ciò vi tornerà utile quando qualcuno al bar tenterà di fare il gradasso…

Roberto Maurelli


 

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