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MUOVERSI SENZA INQUINARE
di Isabella Dallapiccola (mag.2008)
Il pianeta scoppia. Gli imputati principali sono: CO2 e PM10 ovvero
anidride carbonica e particelle sottili. Il primo in quanto causa
primaria dell’effetto serra e de cambiamenti climatici a cui stiamo
assistendo. Il secondo perché uccide. Lo dice uno studio condotto
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2006, secondo il quale
sarebbero 8.200 i decessi in Italia imputabili al particolato
atmosferico.
Ormai è chiaro che la crescita della nostra società, sempre
che decidiamo di farla sopravvivere, dovranno necessariamente passare
per una de-crescita di consumi di energia.
In prima fila in questa battaglia troviamo l’Unione Europea, che ha
fissato, entro il 2020, una riduzione dei consumi energetici almeno del
20%.
Non si tratta di banali campagne ambientaliste ma della sopravvivenza
del pianeta terra.
Tra i fattori più critici di pressione ambientale c’è il trasposto di
passeggeri e merci su strada che non accenna a diminuire, anzi. Stando
infatti all’ultimo rapporto dell’Istituto Sviluppo Sostenibile Italia
(ISSI) il numero degli automezzi è cresciuto, negli ultimi 15 anni, non
meno del 30%.
La Commissione Europea, lo scorso anno, ha varato un paino per limitare
entro il 2012 le emissioni di CO2 delle automobili a 120grammi per
chilometro, ovvero circa il 25% in meno rispetto ai livelli attuali ed
inoltre preme affinché gli Stati membri indirizzono gli automobilisti
verso acquisti di mezzi rispettosi dell’ambiente.
Le case automobilistiche poi, se non si adegueranno al rispetto ei
parametri prefissati, verranno fatte multe salatissime.
Per l’industria automobilistica la sfida è decisamente chiara: devono
assolutamente ridurre le emissioni inquinanti a partire proprio da PM10
e dal CO2 i cui livelli dovranno essere comunicati molto chiaramente
affinchè il consumatore non si trovi ad acquistare un auto che diventi
ambientalmente obsoleta nel giro di pochi mesi.
In Europa, lo scorso anno, il mercato più dinamico, sotto questo punto
di vista, è stato quello italiano grazie agli incentivi sulla
rottamazione. Incentivi che, secondo un recente studio, hanno prodotto
una riduzione delle emissioni pari al 30% per quanto concerne il C02 e
del 40% per il articolato.
Purtroppo i costi delle ibride e delle elettriche sono tutt’altro che
popolari: lo scorso anno infatti se ne sono vendute solo 22.
Il vero
boom invece, si è registrato per le auto a metano, con 65.000
immatricolazioni, pari al 134% in più rispetto all’anno precedente. Per
il 2008 sono previste, in Italia, altre 80.000 nuove immatricolazioni di
veicoli alimentati a gas naturale.
A trainare la domanda di questo tipo di carburante, non è soltanto
accresciuta sensibilità ambientalista, ma anche il notevole risparmio
economico.
Isabella Dallapiccola |