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Motocross in divisa: gli
atleti fiamme e oro tengono alto il prestigio della Polizia di Stato
di Davide Murgano
Corridore o motore questo è il dilemma.
negli sport motoristici conta più il pilota o il mezzo ? E, nel caso sia
quest’ ultimo a prevalere, ha senso parlare di un vero e proprio sport ?
Di certo
la tecnologia di oggi fornisce un valido aiuto a chi si mette, ad
esempio, al volante dei bolidi di Formula 1, sebbene, per sopportare
velocità quasi proibite per il corpo umano, sia importante una buona
preparazione fisica.
Ma quest’
ultima è sicuramente fondamentale, basilare, per un’ altra disciplina
sportiva che è si fondata sul motore ma che richiede un preponderante
componente umana: il motociclismo. Infatti qui il pilota, oltre ad avere
una sana dose di follia che lo porta ad affrontare curve a più di 200
allora toccando quasi con il ginocchio l’ asfalto e ad effettuare, nel
motocross, salti di vari metri in alto e in lungo, deve essere un vero e
proprio atleta per mantenere saldo e stabile un mezzo meccanico
potentissimo. Si potrebbe dire che l’ Italia sia il Paese delle due
ruote; infatti è da qui che vengono i più grandi campioni: basti
ricordare Giacomo Agostini, con i suoi 15 titoli mondiali, o, in tempi
più recenti Alex Puzar, nel motocross, ed il trio tricolore Max Biaggi,
Loris Capirossi e Valentino Rossi che, ancora oggi, sono l’ anima dei
circus mondiali delle due ruote.
Una
tradizione che, dunque, parte da lontano e da una passione che da sempre
caratterizza il nostro popolo. Fu proprio la passione per i motori che
nel 1954 spinse un perfetto Aligi Razzoli, a fondare nella Capitale il
primo Moto club Fiamme oro, dapprima con due sole discipline, quella
della regolarità (diventata poi enduro) e del motocross, che poi, dopo
lo spostamento della sede a Milano due anni dopo (sotto la direzione del
maresciallo Dante Mattioli che durerà più di trent’ anni), vennero
affiancate da tutte le altre specialità. Si potrebbe pensare che quello
del motociclismo sia solamente un settore “di nicchia” del nostro Gruppo
sportivo, ma basta dare un’occhiata al palmarès delle vittorie dei
centauri in maglia cremisi, per capire come non si possa parlare di una
nicchia, ma di un settore che con 6 titoli mondiali, 24 europei e ben
111 nazionali è tra i più titolati e vincenti della Polizia di Stato.
Il gruppo
sportivo Fiamme oro motociclismo di Milano è incardinato nel locale
compartimento della polizia stradale ed è diretto dal vicepresidente
vicario Simonetta Lo Brutto che si avvale della collaborazione di un
coordinatore, Gianangelo Croci (due volte campione europeo, 4 mondiali a
squadre e 4 titoli italiani nella specialità enduro), di un direttore
tecnico, Angelo Signorelli ( un campionato Europeo e due volte campione
nel trial (un campionato e europeo e due volte campione italiano nel
trial),e di numerosi tecnici ed allenatori, molti dei quali ex campioni
a livello mondiale e nazionale, ripartiti nelle diverse discipline che,
caratterizzate da regole e mezzi tecnici diversi tra loro, scopriremo
qui di seguito.
L’ enduro È la disciplina che ha dato i
natali al Gruppo sportivo ed è anche quella che ha portato i maggiori
successi alle Fiamme oro del settore motociclismo: 85 titoli ripartiti
in 4 mondiali, 24 europei e 57 italiani nella categoria senior.
L'endurance, parola inglese da cui è stata mutuata la definizione
attuale di una disciplina che in origine si chiamava Regolarità, è
molto simile.ad un occhio profano, al motocross, ma con differenze
fondamentali: innanzitutto le motociclette (di cilindrate che variano
dai 50 ai 550 ce) derivano da quelle da cross ma omologate per andare
sutle strade normali. E non potrebbe essere altrimenti perché l'enduro
si pratica su percorsi misti di sterrato ed asfalto e con qualsiasi
condizione atmosferica. In pratica è la disciplina delle moto più
simile al rally automobilistico. Infatti, cijme nei rally, le gare di
enduro sono principalmente di durata in linea, con percorsi che variano
a seconda delle difficoltà, prove "speciali" a cronometro e partenze
scaglionate dei concorrenti. La massima espressione delle gare di durata
è-sicuramente la Parigi-Dakar, il raid africano che ogni anno (la cui
edizione del 2008 è stata annullata e quella del 2009 si è disputata
in Sudamerica, per ragioni di sicurezza antiterrorismo) raduna i
maggiori professionisti di auto, moto ed anche camion e che, purtroppo,
quasi regolarmente conta delle vittime.
Nel
motocross invece Salti spettacolari, fango, velocità ed evoluzioni sono
gli ingredienti base per una gara. Le origini di questa disciplina le
troviamo nelle cosiddette gare di scrambling inglesi e, negli
anni, ha avuto una trasformazione radicale sia nei mezzi, con il
passaggio dai motori a due tempi a quelli a quattro, che nei circuiti di
gara: inizialmente solo all'aperto e naturali ed oggi artificiali (con
le whoops, le cunette alte, fatte dall'uomo) ed anche indoor,
circuiti per i quali i palazzetti dello sport si trasformano in piste
mozzafiato da cross. Le cilindrate ammesse alle gare sono uguali a
quelle delle moto da durata, ma a differenza di queste ultime le moto da
cross non sono omologate per andare su strada (non hanno targa, fari e
frecce) ed hanno sospensioni maggiorate; anche i circuiti di gara sono
differenti in quanto sono degli anelli che vanno percorsi più volte
dagli atleti che partono tutti insieme nelle due manche previste. Al
termine di queste, per stilare la classifica finale, si sommano le
posizioni ottenute.
Il motocross cremisi ha visto tra i suoi
atleti anche Alex Pu-zar, uno dei principali attori di questa disciplina
a livello mondiale, ed ha contribuito ad arricchire la bacheca dei
trofei del Gruppo con i 28 titoli italiani nella categoria senior. Oggi
la squadra della Fiamme oro del cross è costituita dal tecnico Massimo
Contini e dai centauri Manuel Monni e Stefano Dami.
L'unico sport motoristico in cui la velocità
non è uno dei parametri importanti è il Trial. Il suo nome deriva
dall'inglese try ali, ossia "prova tutto", infatti nel trial
l'abilità del pilota, in questo caso sicuramente più importante del
mezzo meccanico, sta nel superare ostacoli impervi senza poter toccare
con i piedi per terra, per non incorrere in penalizzazioni nel
punteggio. Le gare si svolgono su circuiti all'aperto ed indoor con
moto di cilindrata tra i 50 e i 300 ce e che, sebbene alla vista simili
a quelle da cross, hanno una sella molto ridotta, un peso contenuto
(65-75 kg) ed il parafango anteriore più basso per permettere una
maggiore visibilità degli ostacoli. La squadra del trial cremisi è
formata da Diego Bosis, Fabio Lenzi (campione italiano in carica nelle
categorie senior expert e
detta
sky section). Massimo Beltrami (campione italiano nel 2006 nella
classe "sport") e Christian Ravaglia sono i piloti della Polizia di
Stato allenati da Massimo Contini.
Chiude la
carrellata delle due ruote spericolate la Superbike specialità principe
degli sport motoristici a due ruote, ma è anche quella in cui l'impegno
economico è maggiore a causa delle tecnologie in continua evoluzione e
delle trasferte in ogni parte del mondo
A Paolo Blora, campione italiano Superbike
nel1996, sono affidata le redini della specialità "velocità" della
polizia.
Davide Murgano |