Napoli e la storia del presepe: San Gregorio
Armeno
di Stefania Salemme
Nella via dei decumani e precisamente nell’arteria che
congiunge in maniera perpendicolare il decumano maggiore con quello
minore, tra un fitto dedalo di vicoli, nasce la via dei pastori a tutti
nota come San Gregorio Armeno.
A rendere nota questa strada fin dai tempi antichi, è la
stata la sapiente maestrìa dei mastri pastori, famiglie come i Ferrigno,
i Giannotti ed i Maddaloni, che hanno tramandato quest’arte di padre in
figlio.
Ma questa è anche la via che ha dato i natali a Gian
Battista Vico, e che ricorda con una piccola lapide la storia di
personaggi come Francesco De Sanctis.
Non c’è cittadino napoletano che si rispetti che almeno
una volta nella vita, in occasione della preparazione del Presepe, non
si sia recato in via San Gregorio Armeno per acquistare qualche pastore.
In queste minuscole botteghe, si può trovare di tutto:
dalle famose casette di sughero, ai piccoli pastori di terracotta o
ancora piccole miniature di mulini a vento, cascate di acqua, pastori
venditori di frutta, di pesce, oppure il macellaio e l’acquaio con le
loro bancarelle.
Ma non si può dimenticare il pizzaiolo che inforna le
pizze, e la Sacra famiglia con corredo di Bue ed asinello, realizzate in
mille versioni diverse.
Il presepe napoletano, “o’presebbio”, che Eduardo De
Filippo celebrava nella sua commedia “Natale in casa Cupiello” insieme
alle nenie degli zampognari rappresentano l’anima natalizia indiscussa
di Napoli e dei napoletani sparsi nel mondo.
La storia napoletana del presepe risale al 1025, e
l’appellativo presepe deriva dal latino praesepum che significa appunto,
mangiatoia.
All’inizio il presepe era composto da pochi elementi
essenziali: Maria, Giuseppe ed il bambino. Solo a partire dal 1600
vennero rappresentate scene di vita quotidiana, aumentando così
notevolmente il numero dei pastori.
La prima rappresentazione effettiva della struttura del
presepe si ha nel 1324 in casa D’Alagni ad Amalfi.
Con Carlo terzo di Borbone esso diventa un elemento
essenziale della vita quotidiana, tanto che il sovrano, “a certe
sfaccendate ore del giorno” , era solito dilettarsi a spostare di posto
i pastori, a volte creando delle vere e proprie scenette teatrali.
Durante il suo regno, ed anche nei secoli successivi, a
Palazzo Reale di Napoli il presepe raggiungeva dimensioni davvero
notevoli ed era usanza del tempo che ai sovrani fossero recapitate in
dono statuine di ogni tipo, in modo da ampliare la collezione di pastori
del re.
Alcuni studiosi affermano quindi che il presepe tragga le
sue origini da ambienti aristocratici, altri invece, sostengono che esso
sia stato concepito da un’idea di San Francesco D’Assisi, ma una cosa è
certa: che sia nobile o popolano, sacro o profano, il presepe e con esso
San Gregorio Armeno, saranno sempre l’anima indiscussa del Natale.
Stefania Salemme |