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INDOVINA CHI MENTE A CENA
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PIACERE. QUESTO E' IL MIO CURRICULUM!
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LA VITA È MERAVIGLIOSA, IL CELEBRE
FILM DI FRANK CAPRA
di Marco
Palagi
In
mezzo a cotechini e cotillon scopriamo chi tradisce il marito, chi ha
preso un brutto voto e chi ha perso il lavoro...
È
tempo di feste! Tra Natale, Capodanno ed Epifania ci ritroveremo
spesso con le gambe sotto un tavolino a consumare pranzi natalizi e
cene dalle molteplici portate.
Ma questa è la parte piacevole dello stare insieme in
famiglia.
La parte più spiacevole potrebbe verificarsi se,
facendo attenzione a espressioni e movimenti, ci accorgessimo che
nostro cognato tradisce la sorella che vediamo due volte l’anno
oppure se dovessimo sforzarci di tenere all’oscuro gli altri
commensali che abbiamo perso il lavoro e siamo in un mare di guai.
Volti e movimenti non esprimono parole ad alta voce, ma possono darci
segnali di qualcosa che non va. Questi segnali, mentre state tutti
consumando un pasto in famiglia, potete trovarli quando...
Una faccia stressata è
tesa e leggermente distorta, fronte corrugata e sopracciglia aggrottate.
Un argomento di cui non vorreste si parlasse è venuto fuori nella
conversazione.
L’‘effetto tartaruga’
potreste osservarlo nel piccolo Andrea che ha preso brutti voti a
scuola, spalle rialzate verso le orecchie, e dimostra inoltre mancanza
di fiducia in se stessi. Anche mangiarsi le unghie dimostra insicurezza.
Durante la conversazione
due persone si inclinano inconsciamente in direzioni opposte dimostrando
di non essere d’accordo o a disagio l’uno con l’altra. Vecchi rancori
tornano a galla?
Nonno Bruno mette le
dita sugli occhi e si tocca le orecchie, per mostrare costernazione,
incredulità o disaccordo verso ciò che vede e sente tra i suoi figli e
nipoti. Ai suoi tempi certe cose...
Una donna quando è
insicura, impaurita o a disagio si copre la fossetta del collo (o
forchetta sternale) o giocherella con la collana. Se si strofina la
fronte è molto a disagio e combattuta se intervenire o meno in una
conversazione.
Un uomo che si aggiusta
ripetutamente la cravatta mostra lo stesso tipo di disagio o
insicurezza; non a caso il nodo della cravatta è proprio sopra la
forchetta sternale. Se volete nascondere il fatto che avere perso il
lavoro, meglio togliersi giacca e cravatta. Diffidate da chi tiene
sempre le mani sotto il tavolo: nasconde (forse) qualcosa.
Una nipote di nonno
Bruno porta la mano sul collo, segno di dubbio, disagio o insicurezza.
Oppure si tocca la guancia o il volto per smorzare il nervosismo e la
preoccupazione.
Cosa fare per
lenire lo stress di pasti con famiglia e persone che vediamo raramente e
che ci fanno il 3° grado, senza destar sospetti?
Gli uomini possono
massaggiarsi o accarezzarsi il collo; è una zona ricca di nervi che se
massaggiati diminuiscono la pulsazione e quindi lo stress.
Le donne, invece,
possono ’pulire’ i palmi sulle gambe, per calmarsi quando si sentono a
disagio. Oppure toccarli, inumidire le labbra, massaggiarsi il lobo
dell’orecchio con pollice e indice e giocherellare coi capelli.
Per i piccoli nipoti,
invece: niente bugie!
Se, al contrario, notate
soltanto sorrisi genuini, contatti tra commensali, prossimità, braccia e
mani sopra il tavolo e piacevoli conversazioni... forse la vostra è una
famiglia perfetta!
(M.P.)
PIACERE.
QUESTO È IL MIO CURRICULUM!
“Voglio un lavoro ben
pagato. Non ho immaginazione, sono asociale, senza fantasia e priva di
talento.”
Avete una probabilità su
un milione che qualcuno vi contatti per un lavoro se, come una ragazza
di Stoccolma ha realmente fatto, pubblicate un annuncio del genere.
Sebbene lei sia stata la milionesima, ci sono dei basilari e semplici
accorgimenti che potreste adottare quando vi presentate per un colloquio
di lavoro, in tempi in cui già ottenere un incontro è un gran
privilegio.
1. L’attesa.
Vi trovate nell’atrio dell’azienda in attesa, ci sono sedie, poltrone,
riviste e un distributore di caffè. Rimanete in piedi, sebbene vi
invitino a mettervi comodi, ponetevi in una posizione che denoti
sicurezza (mani congiunte dietro la schiena) e aspettate. Lasciate
cappotti o altro che non sia il vostro curriculum o portfolio
all’ingresso.
2. L’entrata.
Vi
chiamano, il capo o il responsabile risorse umane è pronto per voi. Le
grandi aziende spesso hanno anche una persona che rimane sempre in
silenzio e valuterà il vostro linguaggio del corpo e l’atteggiamento che
avrete in quei brevi minuti di colloquio: tranquilli, non morde. Per
questo entrate decisi dentro l’ufficio e dirigetevi verso chi vi
aspetta.
3. La prima impressione e l’approccio.
Posate il curriculum e
sedetevi. Palmo dritto e stringete la mano con la stessa forza
dell’altro. Non parlate mai per più di trenta secondi per volta, non
deve essere un vostro monologo e non raccontate la vostra vita. Ogni
tanto, soprattutto all’inizio, ripetete il nome del capo tipo: “La
ringrazio sig. Rossi dell’opportunità…” oppure “La mia esperienza, sig.
Rossi, in questo settore…”
4. Seduti!
La sedia su cui siete seduti sarà sicuramente più bassa di quella
dell’interlocutore e non orientabile. Sistematevi a circa 45° rispetto a
quest’ultimo spostando il corpo. Evitate di sedervi su divani, dove
sprofondereste, o su poltrone in pelle umana come quelle dei film di
Fantozzi. Sulla sedia non rimanete sul bordo, dareste l’impressione di
volervene andare il prima possibile perché vi sentite a disagio.
5. I movimenti e i gesti.
Non gesticolate in modo eccessivo, se proprio dovete fate movimenti
chiari e semplici, che rispecchino ciò di cui state parlando. Come tra
innamorati, se necessario e se non siete convinti che possiate
piacergli, imitate sempre la gestualità e le espressioni dell’altro come
pappagalli, senza esagerare.
6.
A distanza.
Dopo la stretta di mano e quindi il contatto e la distanza ravvicinata,
allontanatevi. Rispettate lo spazio personale. Se il colloquio lo tiene
una donna non gradirà uomini troppo invadenti e si allontanerà, se lo
tiene un uomo per lui sarà naturale accostarsi maggiormente alle donne.
Meglio comunque lasciare che sia l’interlocutore ad avvicinarsi.
7. È l’ora di andare.
Il colloquio è finito, raccogliete il curriculum o portfolio o
quant’altro avete portato con voi, stringete la mano e uscite, sempre
con passo svelto e sicuro. Se la porta era chiusa, richiudetela. Per
gli uomini: controllate scarpe e vestito quando uscite di casa
perché saranno l’ultima cosa che vedranno ed è meglio che siano puliti e
stirati; per le donne: è probabile che vi squadrino il sedere,
l’uomo per… lo sapete perché e la donna per gelosia o disprezzo quindi,
prima di uscire, voltatevi e lasciate che sia il vostro sorriso l’ultima
cosa che ricorderanno. E in bocca al lupo!
(M.P.)
LA
VITA È MERAVIGLIOSA, IL CELEBRE FILM DI FRANK CAPRA
George Bailey è un uomo
che ha passato tutta la sua vita al servizio del prossimo in una piccola
cittadina di provincia. La vigilia di Natale, però, suo zio Billy perde
una grossa somma di denaro, di vitale importanza per salvare la loro
cooperativa edilizia, ereditata dal padre. Infatti, il cinico e spietato
capitalista Potter vuole mettere le grinfie sulla loro attività e non si
fermerà davanti a nessuno. Nemmeno a Natale. George, disperato, decide
di uccidersi gettandosi da un ponte, in modo che l’assicurazione sulla
vita copra i debiti. Viene salvato da un ’aspirante’ angelo, Clarence,
che deve compiere una buona azione per meritarsi le ali. Comincia così
un viaggio onirico-realistico durante il quale Clarence mostra a George
come sarebbero andate le cose se lui non fosse mai nato. Attraverso
questa sofferta rimembranza George riacquista speranza e grazie
all’aiuto degli amici e dei vicini trova una via d’uscita evitando la
bancarotta. Sarà una dura lotta ma il Natale porterà nuovamente speranza
e gioia nella sua casa.
La storia narrata è
quella di un uomo comune, una di quelle persone semplici di cui oggi
sentiamo molto la mancanza, ormai soppiantate da personaggi in cerca di
gloria e celebrati di per sé.
Insieme a James Stewart
seguiamo l’infanzia del piccolo George Bailey che traccia la sua vita al
servizio degli altri, sacrificandosi. È ancora un bambino quando salva
miracolosamente il fratello caduto in uno stagno ghiacciato. Il suo
sogno è la laurea che può prendere soltanto trasferendosi fuori città. E
vorrebbe girare il mondo. Ha la valigia pronta, sta per partire quando
decide di rimanere a casa per mandare avanti la società fondata dal
padre lasciatagli in eredità pochi anni prima; una cooperativa che
fornisce case ai meno abbienti. La prima rinuncia. George non si arrende
e tira avanti. Nel frattempo conosce una splendida ragazza concittadina.
Il loro incontro è suggellato da una scena maestosa in cui George
conquista l’amore dell’amata. Memorabile una sua battuta: “Che cos’è che
vuoi, Mary? Cosa vuoi? Vuoi la luna? Di’ soltanto che la vuoi e io la
prenderò al lazzo e la tirerò giù. Hey. È un’idea graziosa. Ti darò la
luna, Mary”. I due ragazzi si sposano e vanno ad abitare in una vecchia
casa umida dove cresceranno negli anni futuri tre figli splendidi.
Billy, lo zio maldestro, mentre si trova a fare un deposito di ottomila
dollari in banca incontra il perfido finanziere Potter e per sbaglio i
soldi finiscono in mezzo alla copia di un quotidiano nelle mani dello
stesso. Comincia così il dramma della famiglia Bailey. Potter non
restituirà mai la somma.
È la vigilia di Natale,
George non ce la fa più e si avvia verso il ponte sul fiume che
attraversa la città decidendo di suicidarsi. È vicino al parapetto. Un
angelo appare improvvisamente al suo fianco con l’intento di salvarlo.
Lo conduce con sé verso tutti i luoghi familiari a George: un bar, le
strade cittadine, la propria casa… Niente è più come prima, ciò che i
due vedono è quello che sarebbe successo se George non fosse mai nato:
la città porta il nome di Potter, la cooperativa è fallita, la casa
vecchia e umida è disabitata, nessuna abitazione è stata costruita per i
meno abbienti, nessuno più lo riconosce, nemmeno sua moglie rimasta
zitella…
Ecco che il messaggio
insito nel titolo entra nel cuore di George e di noi spettatori, la vita
è meravigliosa e nessun ostacolo o disgrazia può farcela amare con meno
intensità. L’angelo ha compiuto il suo lavoro, ha aperto una breccia nel
petto dell’Uomo. Tutto quasi per magia torna come prima, George riprende
in mano la sua vita precipitandosi a casa dalla moglie riempiendola di
baci e abbracci. Un uomo nuovo è entrato in quella famiglia.
Il finale è meraviglioso
tanto quanto la vita, allegro, strappalacrime, poetico e forse un po’
scontato ma comunque riesce a regalarci emozioni che nascondiamo dentro
di noi ma che per la maggior parte della nostra vita fingiamo di non
avere. Una campanella suona, Clarence ha avuto le sue ali da Dio, adesso
è un angelo di prima categoria e noi umili spettatori forse, siamo più
consapevoli che vivere è un dono, negarne la meraviglia corrisponde a
negarne l’esistenza.
"Pensavo che
La
vita è meravigliosa fosse il più bel film che
avessi mai fatto. Era il film per la mia gente, un film per dire ai
depressi,
agli sconfortati, ai disillusi, ai barboni, ai poveracci,
alle prostitute, che nessun uomo è un fallito!
Che la vita di ogni uomo confina con la vita di molti
altri. E che se quell’uomo non ci fosse creerebbe un vuoto terribile."
(Frank
Capra).
Marco Palagi |