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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • PIACERE. QUESTO E' IL MIO CURRICULUM!

  • LA VITA È MERAVIGLIOSA, IL CELEBRE FILM DI FRANK CAPRA

    di Marco Palagi

In mezzo a cotechini e cotillon scopriamo chi tradisce il marito, chi ha preso un brutto voto e chi ha perso il lavoro...

È tempo di feste! Tra Natale, Capodanno ed Epifania ci ritroveremo spesso con le gambe sotto un tavolino a consumare pranzi natalizi e cene dalle molteplici portate.

Ma questa è la parte piacevole dello stare insieme in famiglia.

La parte più spiacevole potrebbe verificarsi se, facendo attenzione a espressioni e movimenti, ci accorgessimo che nostro cognato tradisce la sorella che vediamo due volte l’anno oppure se dovessimo sforzarci di tenere all’oscuro gli altri commensali che abbiamo perso il lavoro e siamo in un mare di guai.

Volti e movimenti non esprimono parole ad alta voce, ma possono darci segnali di qualcosa che non va. Questi segnali, mentre state tutti consumando un pasto in famiglia, potete trovarli quando...

 

Una faccia stressata è tesa e leggermente distorta, fronte corrugata e sopracciglia aggrottate. Un argomento di cui non vorreste si parlasse è venuto fuori nella conversazione.

L’‘effetto tartaruga’ potreste osservarlo nel piccolo Andrea che ha preso brutti voti a scuola, spalle rialzate verso le orecchie, e dimostra inoltre mancanza di fiducia in se stessi. Anche mangiarsi le unghie dimostra insicurezza.

Durante la conversazione due persone si inclinano inconsciamente in direzioni opposte dimostrando di non essere d’accordo o a disagio l’uno con l’altra. Vecchi rancori tornano a galla?

Nonno Bruno mette le dita sugli occhi e si tocca le orecchie, per mostrare costernazione, incredulità o disaccordo verso ciò che vede e sente tra i suoi figli e nipoti. Ai suoi tempi certe cose...

Una donna quando è insicura, impaurita o a disagio si copre la fossetta del collo (o forchetta sternale) o giocherella con la collana. Se si strofina la fronte è molto a disagio e combattuta se intervenire o meno in una conversazione.

Un uomo che si aggiusta ripetutamente la cravatta mostra lo stesso tipo di disagio o insicurezza; non a caso il nodo della cravatta è proprio sopra la forchetta sternale. Se volete nascondere il fatto che avere perso il lavoro, meglio togliersi giacca e cravatta. Diffidate da chi tiene sempre le mani sotto il tavolo: nasconde (forse) qualcosa.

Una nipote di nonno Bruno porta la mano sul collo, segno di dubbio, disagio o insicurezza. Oppure si tocca la guancia o il volto per smorzare il nervosismo e la preoccupazione.

 

Cosa fare per lenire lo stress di pasti con famiglia e persone che vediamo raramente e che ci fanno il 3° grado, senza destar sospetti?

Gli uomini possono massaggiarsi o accarezzarsi il collo; è una zona ricca di nervi che se massaggiati diminuiscono la pulsazione e quindi lo stress.

Le donne, invece, possono ’pulire’ i palmi sulle gambe, per calmarsi quando si sentono a disagio. Oppure toccarli, inumidire le labbra, massaggiarsi il lobo dell’orecchio con pollice e indice e giocherellare coi capelli.

Per i piccoli nipoti, invece: niente bugie!

 

Se, al contrario, notate soltanto sorrisi genuini, contatti tra commensali, prossimità, braccia e mani sopra il tavolo e piacevoli conversazioni... forse la vostra è una famiglia perfetta!

(M.P.)


PIACERE. QUESTO È IL MIO CURRICULUM!

 

“Voglio un lavoro ben pagato. Non ho immaginazione, sono asociale, senza fantasia e priva di talento.”

Avete una probabilità su un milione che qualcuno vi contatti per un lavoro se, come una ragazza di Stoccolma ha realmente fatto, pubblicate un annuncio del genere. Sebbene lei sia stata la milionesima, ci sono dei basilari e semplici accorgimenti che potreste adottare quando vi presentate per un colloquio di lavoro, in tempi in cui già ottenere un incontro è un gran privilegio.

1. L’attesa. Vi trovate nell’atrio dell’azienda in attesa, ci sono sedie, poltrone, riviste e un distributore di caffè. Rimanete in piedi, sebbene vi invitino a mettervi comodi, ponetevi in una posizione che denoti sicurezza (mani congiunte dietro la schiena) e aspettate. Lasciate cappotti o altro che non sia il vostro curriculum o portfolio all’ingresso.

2. L’entrata. Vi chiamano, il capo o il responsabile risorse umane è pronto per voi. Le grandi aziende spesso hanno anche una persona che rimane sempre in silenzio e valuterà il vostro linguaggio del corpo e l’atteggiamento che avrete in quei brevi minuti di colloquio: tranquilli, non morde. Per questo entrate decisi dentro l’ufficio e dirigetevi verso chi vi aspetta.

3. La prima impressione e l’approccio. Posate il curriculum e sedetevi. Palmo dritto e stringete la mano con la stessa forza dell’altro. Non parlate mai per più di trenta secondi per volta, non deve essere un vostro monologo e non raccontate la vostra vita. Ogni tanto, soprattutto all’inizio, ripetete il nome del capo tipo: “La ringrazio sig. Rossi dell’opportunità…” oppure “La mia esperienza, sig. Rossi, in questo settore…”

4. Seduti! La sedia su cui siete seduti sarà sicuramente più bassa di quella dell’interlocutore e non orientabile. Sistematevi a circa 45° rispetto a quest’ultimo spostando il corpo. Evitate di sedervi su divani, dove sprofondereste, o su poltrone in pelle umana come quelle dei film di Fantozzi. Sulla sedia non rimanete sul bordo, dareste l’impressione di volervene andare il prima possibile perché vi sentite a disagio.

5. I movimenti e i gesti. Non gesticolate in modo eccessivo, se proprio dovete fate movimenti chiari e semplici, che rispecchino ciò di cui state parlando. Come tra innamorati, se necessario e se non siete convinti che possiate piacergli, imitate sempre la gestualità e le espressioni dell’altro come pappagalli, senza esagerare.

6. A distanza. Dopo la stretta di mano e quindi il contatto e la distanza ravvicinata, allontanatevi. Rispettate lo spazio personale. Se il colloquio lo tiene una donna non gradirà uomini troppo invadenti e si allontanerà, se lo tiene un uomo per lui sarà naturale accostarsi maggiormente alle donne. Meglio comunque lasciare che sia l’interlocutore ad avvicinarsi.

7. È l’ora di andare. Il colloquio è finito, raccogliete il curriculum o portfolio o quant’altro avete portato con voi, stringete la mano e uscite, sempre con passo svelto e sicuro. Se la porta era chiusa, richiudetela. Per gli uomini: controllate scarpe e vestito quando uscite di casa perché saranno l’ultima cosa che vedranno ed è meglio che siano puliti e stirati; per le donne: è probabile che vi squadrino il sedere, l’uomo per… lo sapete perché e la donna per gelosia o disprezzo quindi, prima di uscire, voltatevi e lasciate che sia il vostro sorriso l’ultima cosa che ricorderanno. E in bocca al lupo!

(M.P.)


LA VITA È MERAVIGLIOSA, IL CELEBRE FILM DI FRANK CAPRA

George Bailey è un uomo che ha passato tutta la sua vita al servizio del prossimo in una piccola cittadina di provincia. La vigilia di Natale, però, suo zio Billy perde una grossa somma di denaro, di vitale importanza per salvare la loro cooperativa edilizia, ereditata dal padre. Infatti, il cinico e spietato capitalista Potter vuole mettere le grinfie sulla loro attività e non si fermerà davanti a nessuno. Nemmeno a Natale. George, disperato, decide di uccidersi gettandosi da un ponte, in modo che l’assicurazione sulla vita copra i debiti. Viene salvato da un ’aspirante’ angelo, Clarence, che deve compiere una buona azione per meritarsi le ali. Comincia così un viaggio onirico-realistico durante il quale Clarence mostra a George come sarebbero andate le cose se lui non fosse mai nato. Attraverso questa sofferta rimembranza George riacquista speranza e grazie all’aiuto degli amici e dei vicini trova una via d’uscita evitando la bancarotta. Sarà una dura lotta ma il Natale porterà nuovamente speranza e gioia nella sua casa.

La storia narrata è quella di un uomo comune, una di quelle persone semplici di cui oggi sentiamo molto la mancanza, ormai soppiantate da personaggi in cerca di gloria e celebrati di per sé.

Insieme a James Stewart seguiamo l’infanzia del piccolo George Bailey che traccia la sua vita al servizio degli altri, sacrificandosi. È ancora un bambino quando salva miracolosamente il fratello caduto in uno stagno ghiacciato. Il suo sogno è la laurea che può prendere soltanto trasferendosi fuori città. E vorrebbe girare il mondo. Ha la valigia pronta, sta per partire quando decide di rimanere a casa per mandare avanti la società fondata dal padre lasciatagli in eredità pochi anni prima; una cooperativa che fornisce case ai meno abbienti. La prima rinuncia. George non si arrende e tira avanti. Nel frattempo conosce una splendida ragazza concittadina. Il loro incontro è suggellato da una scena maestosa in cui George conquista l’amore dell’amata. Memorabile una sua battuta: “Che cos’è che vuoi, Mary? Cosa vuoi? Vuoi la luna? Di’ soltanto che la vuoi e io la prenderò al lazzo e la tirerò giù. Hey. È un’idea graziosa. Ti darò la luna, Mary”. I due ragazzi si sposano e vanno ad abitare in una vecchia casa umida dove cresceranno negli anni futuri tre figli splendidi. Billy, lo zio maldestro, mentre si trova a fare un deposito di ottomila dollari in banca incontra il perfido finanziere Potter e per sbaglio i soldi finiscono in mezzo alla copia di un quotidiano nelle mani dello stesso. Comincia così il dramma della famiglia Bailey. Potter non restituirà mai la somma.

È la vigilia di Natale, George non ce la fa più e si avvia verso il ponte sul fiume che attraversa la città decidendo di suicidarsi. È vicino al parapetto. Un angelo appare improvvisamente al suo fianco con l’intento di salvarlo. Lo conduce con sé verso tutti i luoghi familiari a George: un bar, le strade cittadine, la propria casa… Niente è più come prima, ciò che i due vedono è quello che sarebbe successo se George non fosse mai nato: la città porta il nome di Potter, la cooperativa è fallita, la casa vecchia e umida è disabitata, nessuna abitazione è stata costruita per i meno abbienti, nessuno più lo riconosce, nemmeno sua moglie rimasta zitella…

Ecco che il messaggio insito nel titolo entra nel cuore di George e di noi spettatori, la vita è meravigliosa e nessun ostacolo o disgrazia può farcela amare con meno intensità. L’angelo ha compiuto il suo lavoro, ha aperto una breccia nel petto dell’Uomo. Tutto quasi per magia torna come prima, George riprende in mano la sua vita precipitandosi a casa dalla moglie riempiendola di baci e abbracci. Un uomo nuovo è entrato in quella famiglia.

Il finale è meraviglioso tanto quanto la vita, allegro, strappalacrime, poetico e forse un po’ scontato ma comunque riesce a regalarci emozioni che nascondiamo dentro di noi ma che per la maggior parte della nostra vita fingiamo di non avere. Una campanella suona, Clarence ha avuto le sue ali da Dio, adesso è un angelo di prima categoria e noi umili spettatori forse, siamo più consapevoli che vivere è un dono, negarne la meraviglia corrisponde a negarne l’esistenza.

 

"Pensavo che La vita è meravigliosa fosse il più bel film che avessi mai fatto. Era il film per la mia gente, un film per dire ai depressi,

agli sconfortati, ai disillusi, ai barboni, ai poveracci, alle prostitute, che nessun uomo è un fallito!

Che la vita di ogni uomo confina con la vita di molti altri. E che se quell’uomo non ci fosse creerebbe un vuoto terribile."  (Frank Capra).

 

Marco Palagi

 

 

 

   

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