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I PERCORSI DEL CALORE

Come funziona il circuito di raffreddamento

 

di Roberto Maurelli (mar.2009)

 

Il motore è un convertitore di energia termica in energia meccanica. Non tutta l’energia termica originata dalla combustione può, tuttavia, essere trasformata: una grande quantità di quel calore, purtroppo, viene perduta in quanto fuoriesce insieme ai gas di scarico oppure viene ceduta alle pareti metalliche.

Per evitare, allora, che gli organi a contatto con questi gas ad elevatissima temperatura possano riscaldarsi eccessivamente, vi è bisogno di un adeguato impianto di raffreddamento, che deve essere tanto più efficace quanto più estreme sono le prestazioni che si vogliono raggiungere.

Un insufficiente raffreddamento avrebbe effetti negativi soprattutto sull’olio lubrificante, che verrebbe ad indurirsi perdendo progressivamente tutte le sue proprietà e potendo determinare anche il grippaggio del motore. Non sono da trascurare, poi, eventuali problemi di detonazione, di cedimento della guarnizione della testa ed, infine, di scadimento delle caratteristiche di resistenza di alcune componenti realizzate con metalli come l’alluminio.

Per evitare tutte queste complicazioni, i progettisti sono obbligati ad inserire nell’architettura del propulsore un circuito di raffreddamento che, nella sua forma più elementare potrebbe essere descritto così: una pompa dell’acqua che mette in circolo il liquido refrigerante attraverso i condotti che lambiscono le pareti surriscaldate e un radiatore che permette di raffreddare l’acqua a cui è stato ceduto il calore derivante dalla combustione.

Parlando in termini scientifici, il processo attraverso cui l’acqua assorbe il calore dalle pareti metalliche incandescenti è definito convenzione; in sostanza è quello che accade quando bagniamo una pentola bollente con dell’acqua fredda per far diminuire il calore del metallo.

Il compito più difficile è svolto dal radiatore, attraverso cui transita il liquido refrigerante ormai caldo al fine di essere nuovamente raffreddato e rimesso in circolo. I radiatori sono realizzati in lega di alluminio sia per la maggiore leggerezza, sia perché questo materiale presenta un’elevata conduttività termica. In sostanza gli stretti condotti del radiatore, attraverso cui l’acqua viene incanalata, sono costantemente raffreddati dall’aria (durante il movimento del veicolo) oppure dalla ventola; in essi il liquido refrigerante cede rapidamente il calore accumulato ed è pronto per essere rimesso nel circuito.

A questo punto potrebbe sembrare davvero un gioco da ragazzi garantire il perfetto equilibrio termico del motore, ma così non è… I progettisti, infatti, devono tenere conto del fatto che la temperatura delle superfici interne delle pareti metalliche è molto più elevata di quella delle pareti esterne, le uniche lambite dal liquido refrigerante. Di conseguenza diventa necessario utilizzare materiali ad elevata conduttività termica così da facilitare lo smaltimento del calore, ma dotati anche di elevata resistenza meccanica per realizzare componenti affidabili. Proprio per questa ragione (e non solo per ridurne il peso, come alcuni credono!) le teste dei motori sono ormai tutte in alluminio, e non più in ghisa.

L’asportazione di calore, inoltre, deve essere vigorosa ma non eccessiva: il motore è realizzato per funzionare efficacemente ad una determinata temperatura, detta “di regime”, alla quale risultano ottimizzati i giochi, gli organi meccanici non sono eccessivamente stressati, le perdite meccaniche sono ridotte e l’olio presenta la giusta viscosità.

Un altro parametro a cui gli ingegneri devono prestare molta attenzione in fase di progetto è quello della uniformità della distribuzione delle temperature in seno ai componenti stessi. In altre parole, non basta raffreddare, bisogna accertarsi che l’abbassamento della temperatura coinvolga in maniera omogenea tutti i componenti interessati dal riscaldamento, in modo da evitare che alcuni di essi si dilatino in maniera minore di altri. Qualora ciò avvenisse nascerebbero notevolissime tensioni  all’interno delle pareti metalliche.

Infine va ricordato che alcuni componenti non possono essere lambiti direttamente dal liquido refrigerante. In questo caso tale funzione è svolta dallo stesso olio lubrificante, inserito in misura ben maggiore di quanto sarebbe necessario. Nei moderni motori turbodiesel, caratterizzati da incredibili temperature di funzionamento, addirittura si impiegano pistoni raffreddati mediante circolazione d’olio in una canalizzazione praticata in prossimità delle cave per i segmenti. 

A voi la scelta…

 

 

 

 

 

Roberto Maurelli


 

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