PERICOLO DEFORESTAZIONE: COME COMBATTERLO
di Rosaria Lillo
Al giorno d’oggi le foreste coprono una superficie di
circa 4 miliardi di ettari, ovvero il 30% delle terre emerse e solo il
12,7% è protetto.
La deforestazione avanza ad un ritmo spaventoso e spesso
fuori dai vincoli della legalità.
Le ragioni economiche per le quali ciò accade sono varie:
la produzione di legname, la messa a disposizione di terreni al pascolo
e la conversione a fondi per l’agricoltura.
Basti solo pensare che la foresta amazzonica viene
consumata per far spazio agli allevamenti bovini; paesi come Indonesia e
Papua Nuova Guinea subiscono continue devastazioni a causa della corsa
alla produzione di olio di palma.
Il prodotto, infatti, vanta un vastissimo mercato in
Europa e le piantagioni di tale vegetale, negli ultimi anni, si sono
moltiplicate e ultimamente il governo indonesiano ha riaperto le foreste
torbiere alla conversione a colture di palma da olio.
Greenpeace, a
tal proposito, aveva manifestato rumorosamente il suo disappunto,
bloccando una nave che trasportava olio di palma dall’Indonesia
all’Europa ma l’azione è passata sotto silenzio. La deforestazione
continua indisturbata e di questo passo
molti
animali correranno il rischio di estinzione, venendo meno il loro
habitat.
Oggi
la maggior parte delle zone verdi si trovano in Canada, Russia e Brasile
(visto che sono andati perduti i 4/5 delle foreste originarie della
Terra). In quest’ ultimo paese si trova la foresta amazzonica denominata
“il polmone del mondo” per la sua vasta estensione.
Negli
ultimi tempi, per rendere durevole il disboscamento si usa la cosiddetta
tecnica “taglia e brucia” che consiste nel bruciare i ceppi degli
alberi tagliati per evitare che questi ricrescano nuovamente.
In
questo modo l’uomo, oltre a procurarsi il legname e a guadagnare una
zona adatta ai pascoli, contemporaneamente contribuisce ad intensificare
“l’effetto serra” a causa dell’anidride carbonica rilasciata
dalla combustione.
Gli
effetti della perdita di intere foreste sono particolarmente dannosi
perchè danno luogo alla desertificazione e, tra le altre cose,
comportano: la perdita di biodiversità, ad esempio, la foresta
tropicale, contenendo oltre due terzi delle specie animali e vegetali
del nostro pianeta, è un enorme serbatoio di diversità genetica dal
quale attingere per ottenere nuove colture, più produttive o di maggiore
qualità, e principi attivi per nuovi farmaci; eliminata la copertura
vegetale, diminuisce la fertilità dei suoli e aumenta la loro
vulnerabilità all’azione erosiva dell’acqua e dei venti e la
concentrazione dell’anidride carbonica atmosferica. Sempre la
desertificazione ha ampie ripercussioni sul ciclo dell’acqua e un non
trascurabile e irreversibile effetto sociale negativo presso le comunità
indigene che vivono dei prodotti degli ecosistemi forestali.
Sulla
distruzione indiscriminata delle foreste il commissario per l'ambiente
Stavros Dimas ha dichiarato: «Le foreste ospitano la metà delle
specie conosciute. Quando scompare una foresta, scompare anche tutto un
insieme di piante e di specie, con conseguenze disastrose e
irreversibili. Queste preziose risorse svolgono inoltre un ruolo
fondamentale nel controllo del cambiamento climatico. I paesi in via di
sviluppo e quelli sviluppati devono unirsi per preservare le foreste
ancora esistenti nel mondo.
È
inoltre indispensabile inviare un messaggio fermo ai fornitori di
legname che sottolinei la completa indisponibilità del mercato
comunitario verso qualunque tipo di legname e prodotti del legname di
provenienza illecita». Attualmente, pur con grosse approssimazioni,
si stima che le emissioni di anidride carbonica provocate dalla
deforestazione e da cambiamenti di uso del suolo siano di circa 1,6
miliardi di tonnellate di carbonio annue, mentre quelle dovute ai
processi di combustione siano circa 6 miliardi. Problema che si pone è
come combattere la deforestazione per salvaguardare il pianeta più in
generale ma non ultimo per preservare gli ecosistemi forestali e le
comunità indigene. Un rapporto di due mesi fa presentato da
Greenpeace, l’associazione
ambientalista che, dopo
tre
anni di indagini sottocopertura, ha denunciato
cosa sta succedendo in
Amazzonia esordisce così “Un paio di scarpe
Geox, Nike o Adidas, un divano di pelle Chateaux d’Ax, un pasto a base
di carne Simmenthal o Montana possono avere un’impronta devastante
sull’ultimo polmone del mondo e sul clima del nostro pianeta”.
Greenpeace ha lanciato una campagna per la tutela della foresta
amazzonica, presentando uno dei suoi soliti taglienti rapporti
sull'implicazione di alcune aziende nella deforestazione (tagliano gli
alberi per far posto agli allevamenti di bestiame da cui poi ricavano la
pelle, per esempio per farne scarpe).
Ora
Nike e Geox hanno annunciato che non acquisteranno piu' pellame
proveniente da allevamenti coinvolti nel disboscamento e molti
ambientalisti hanno attuato il cosiddetto turismo sostenibile che
prevede alcuni importanti iniziative. Una di queste è il F.S.C. (Forest
Stewardship Council) che si impegna a vendere prodotti in legno
realizzati in maniera da conservare le foreste primarie.
Un'
altra iniziativa promossa da Green Peace è la campagna Scrittori per le
foreste dove già molti scrittori s’ impegnano a chiedere ai loro editori
di stampare libri su carta riciclata. L'obiettivo potrebbe essere
quello di iniziare con delle collane di libri in carta
riciclata, indicandolo in copertina in maniera che il lettore sappia che
non è complice della distruzione delle foreste. "Il clima impazzito,
che adesso ci sta facendo morire di caldo sembra un problema di fronte
al quale siamo impotenti, invece ognuno di noi può dare il suo
contributo affinchè ci siano più alberi sulla Terra, una sorta di
polizza contro il cambiamento climatico" afferma a tal proposito
Andrea De Carlo.
In
Canada il progetto è già stato avviato con successo: J. K. Rowling,
Margaret Attwood e Alice Munro hanno aiutato Greenpeace a persuadere una
parte importante dell'industria editoriale canadese ad introdurre l'uso
della carta eco-sostenibile. Venticinque editori, tra cui Random House
Canada e Penguin Canada, hanno aderito alla campagna. Tutti i titoli di
Harry Potter, ad esempio, sono pubblicati su carta che non comporta
l'abbattimento di alberi secolari e secondo una stima di Greenpeace, tra
i promotori di questa campagna, dal 2001 ad oggi sono stati salvati in
questo modo 12.000 alberi. Un’ultima iniziativa è stata quella di
lanciare da un aereo
per combattere la desertificazione
e la deforestazione confezioni di plastica biodegradabile, ciascuna con
all’interno semi, terreno e concime,
e poi farle piovere su aree in cui la vegetazione naturale si è
degradata. All’interno della “bomba” i semi trovano
tutto ciò che serve per superare i primi, più difficili,
momenti dell’esistenza.
Man mano che la pianticella cresce, il guscio protettivo si scioglie
fino a sparire completamente. L’idea è comparsa sul sito Yanko Design,
che lo accosta ad una
leggenda fiorita sulle rovine della Seconda guerra
mondiale:
si dice che a conflitto concluso un pilota americano caricò di caramelle
il suo aereo e le fece cadere sulle macerie di Berlino. Un gesto come di
risarcimento per i bambini e soprattutto per la sua coscienza
tormentata.
Rosaria Lillo |