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Le calze da neve per auto: il pensiero laterale
applicato al pneumatico
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L’Audi Q3 2.0 TDI 4ST è già
in vendita
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Le dinamiche waverunners Yamaha
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Il QUAD Artic Cat 1000 Thundercat, il più
potente al mondo
di Ernesto De Benedictis
Le calze da neve per auto: il pensiero laterale
applicato al pneumatico
Nel 1980 il norvegese Lotveit, rimasto bloccato con
l’auto nella neve, pensò di utilizzare la sua camicia per rivestire le
ruote motrici e poter così ripartire. L’operazione ebbe successo , e la
sua idea creativa venne perfezionata e commercializzata in molti paesi.
La validità di questa invenzione è dovuta al principio
che la neve tende ad attaccarsi a qualsiasi tessuto, specialmente se
sintetico.
Per questo la scoperta è stata brevettata da un Azienda
svedese che ha prodotto e venduto tra il 2000 e il 2011 più di 1,8
milioni di Auto Socks in poliestere e griglia ferrosa
Negli stessi anni anche la ns. Arexons, azienda italiana
nota per la produzione di prodotti chimici per la cura dell’auto, ha
messo in commercio delle calze da neve simili ma vendute ad un prezzo
molto più basso.
I pregi delle calze sono: in primis, il facile montaggio.
Basta fermare l’auto,tirare il freno a mano e coprire prima la parte
superiore del pneumatico e via via scendendo fino alla parte inferiore;
a questo punto si sposta il veicolo di pochi centimetri e si ricopre
anche la parte della gomma rimasta scoperta. Secondo punto a favore, e
l’aumento di aderenza, il grip fra pneumatici e fondo stradale
innevato. Terzo punto, le calze non provocano le fastidiose vibrazioni
delle catene e non danneggiano i cerchi. Quarto punto, occupano poco
spazio, sono leggere e lavabili. Quinto punto, non ci si sporca le mani,
il kit è dotato di guanti di plastica.
I pochi difetti delle calze sono: si logorano facilmente,
non si possono utilizzare per molte ore e il loro impiego è limitato
solo ai fondi ghiacciati o con neve compatta e si può raggiungere solo
una velocità massima di 60 km/h.
Purtroppo in Italia non sono omologate e qualora si
utilizzino si va incontro a multe, sottrazione di punti dalla patente e
fermo del veicolo.
Si spera che il nostro codice della strada si equipari
alle legislazioni degli altri stati europei e che questo prodotto con
una validità per molti indiscutibile, sia omologato al più presto.
(E.D.B.)
L’Audi Q3 2.0 TDI 4ST è già in vendita
Il nuovo SUV Audi è pronto per essere acquistato. I tempi
di consegna, entro i 60 giorni, sono garantiti dalla casa madre.
L’estetica del Q3 è accattivante, ma ricorda molto quella
della parente stretta Q5. I particolari che le danno un tocco in più
sono la forma raffinata e compatta, la fasce sotto i portelli e le
cornici dei passaruota dello stesso colore della carrozzeria, oltre agli
scarichi luccicanti di cromatura.
Motorizzata con un 2.0 turbodiesel può raggiungere i 100
km/h in 8,3 secondi ed una velocità massima di 213 km/h . Il consumo
medio è di 13,5 km/lt , abbastanza basso data la stazza e la potenza
del veicolo.
La trazione integrale 4S Tronic e le dimensioni non
mastodontiche permettono di guidarla facilmente sia in città che
nell’extraurbano, dove con il duemila TD ben accompagnato da un cambio
robotizzato a double clutch, è molto veloce.
Nei percorso off-road le sue ottime performance
svaniscono, probabilmente per la limitata altezza dal suolo e per le
sospensioni con una progressione alquanto ridotta.
L’abitabilità è, rispetto ad altri SUV, buona, ma nei
sedili posteriori le gambe dei passeggeri non possono essere ben distese
per l’ingombro del vano mobiletto con ampie bocchette dell’aria e la
copertura della trasmissione.
Gli interni dell’abitacolo sono di qualità. I sedili sono
in pelle e alcantara con regolazione elettrica. Il cruscotto è curato e
arricchito di fasce in alluminio e cromature intorno alle bocchette di
climatizzazione. Il volante è ricoperto in pelle ed è fornito dei
comandi della radio. La strumentazione invece, risulta negli standard e
non così eccelsa.
I pochi difetti riscontrati si possono concentrare
soprattutto sulla scarsa visibilità posteriore, dovuta ad un lunotto
piccolo e inclinato, e alle poche dotazioni di serie rispetto ad un
prezzo di vendita che oscilla intorno ai 40.000,00 €.
Dati tecnici in pillole:
Lunghezza/larghezza/altezza: 438/183/160 cm
Peso: 1586 kg
Cilindrata: 1968 cc
N. cilindri: 4
Potenza max: 177 CV
Distribuzione: 4 valvole per cilindro
Trazione: integrale
Freni ant.: dischi autoventilanti
Freni post.: dischi
(E.D.B.)
Le dinamiche waverunners Yamaha
La Yamaha già da qualche anno progetta delle moto d’acqua
da alte prestazioni.
La vasta gamma che parte da una cilindrata di 1.052 cc
dei VX Cruiser, Deluxe e Sport e arriva ai 1.812 cc dei VXR/S e degli
FZR/S si caratterizza per l’utilizzo di uno scafo innovativo in NanoXcel
leggero e resistente.
Oltre a ridurre il loro peso di 25 kg, lo scafo
contribuisce ad aumentarne la velocità, il risparmio di carburante e la
precisione in fase di virata.
I modelli più venduti , sono stati quest’anno, gli FZR/S
e gli FX che sono quelli di fascia più alta, con un motore a 4 tempi di
1.812 cc sovralimentato con intercooler, capace di erogare 210 CV.
Il sistema di iniezione è elettronico per tutti i modelli
e il sistema di raffreddamento è ad acqua.
La capacità del serbatoio del carburante è di 70 lt. per
i modelli FZR/S ed FX e di 60 lt. per i VXR/S. La lunghezza parte dai
3,22 mt. dei VX per arrivare ai 3,56 mt. dei modelli FZR/S ed FX, con un
peso oscillante tra i 330 kg e i 373 kg per le classi racing.
La dotazione standard è composta da uno sterzo
telescopico e una strumentazione con dispositivi di comando elettronici
molto pratici.
Si trovano delle novità non presenti nei primi modelli,
come il CRUISE-ASSIST che permette la regolazione della velocità con un
solo tocco; il NO-WAKE MODE che mantiene la velocità entro i limiti
stabiliti o voluti; il REVERSE TRACTION CONTROL che regola i giri/min.
del motore.
Un’altra pregevole caratteristica delle waverunners
Yamaha è il sistema di gestione computerizzato Y.E.M.S. che controlla
tutte le funzioni del motore: la diagnostica; i tempi di iniezione e l’OTS
che viene attivato al rilascio dell’acceleratore in fase di sterzata,
coadiuvando perfettamente la manovra del conduttore.
Concludendo si può affermare che la tecnologia Yamaha
usata su questi mezzi è veramente di qualità e consente anche al
guidatore meno esperto di provare il brivido dei 60 nodi sull’acqua (
100 km/h) in piena sicurezza.
(E.D.B.)
Il QUAD Artic Cat 1000 Thundercat, il
più potente al mondo
Il thundercat 1000 è il leader indiscusso dei quadricicli,
uscito sul mercato già da qualche anno non sembra possa passare di moda
facilmente e lasciare lo scettro ad altri rivali.
Il suo motore di serie, attualmente ancora il più potente
e il suo telaio performante lo rendono un concentrato tecnologico
potente ed affidabile.
Il motore dell’Artic Cat 1000 T è un H2 bicilindrico a V,
quattro tempi, da 950 cc .
Il telaio lungo e leggero accoglie una sellatura
ergonomica molto comoda per il guidatore.
Le sospensioni indipendenti con ammortizzatori tarabili e
una buona altezza dal suolo permettono a questo mezzo di affrontare
facilmente ogni tipologia di pendenza ed ostacolo.
Le quattro ruote motrici sono inseribili elettronicamente
e la trasmissione è automatica con freno motore integrato.
Il serbatoio posizionato posteriormente e centralmente ha
una capacità di 25 litri , elevata per questo segmento di mezzi, e
consente oltre ad una discreta autonomia di percorrenza anche di
livellare il baricentro con un conseguente aumento di motricità.
Dal punto di vista estetico ha una livrea aggressiva che
viene proposta in diverse colorazioni , che vanno dalle più sgargianti
(verde metallizzato) a quelle più scure.
I QUAD o ATV - ALL TERRAIN VEHICLES , per gli americani,
sono sempre più sviluppati nella motociclistica e stanno prendendo piede
anche in Italia non solo per i percorsi fuoristrada ma anche per quelli
urbani.
La guida si rivela impegnativa, bisogna applicare forza
nello sterzo e spostare il peso del corpo per bilanciarlo in curva e
soprattutto su suoli asfaltati con grip massimo, le ruote interne
all’angolo di curva potrebbero combinarci degli scherzi (alzarsi
improvvisamente).
Insomma si deve imparare a gestirlo e prenderci
confidenza prima di potersi divertire!
Ernesto De Benedictis |