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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • Le calze da neve per auto: il pensiero laterale applicato al pneumatico

  • L’Audi Q3 2.0 TDI 4ST è già in vendita

  • Le dinamiche waverunners Yamaha

  • Il QUAD Artic Cat 1000 Thundercat, il  più potente al mondo
    di Ernesto De Benedictis

Le calze da neve per auto: il pensiero laterale applicato al pneumatico

Nel 1980 il norvegese Lotveit, rimasto bloccato con l’auto nella neve, pensò di utilizzare la sua camicia per rivestire le ruote motrici e poter così ripartire. L’operazione ebbe successo , e la sua idea creativa  venne perfezionata e commercializzata in molti paesi.

La validità di questa invenzione è dovuta al principio che la neve tende ad attaccarsi a qualsiasi tessuto, specialmente se sintetico.

Per questo la scoperta è stata brevettata da un Azienda svedese che ha prodotto e venduto tra il 2000 e il 2011 più di 1,8 milioni di Auto Socks in poliestere e griglia ferrosa

Negli stessi anni anche la ns. Arexons, azienda italiana nota per la produzione di prodotti chimici per la cura dell’auto, ha messo in commercio delle calze da neve simili ma vendute ad un prezzo molto più basso.

I pregi delle calze sono: in primis, il facile montaggio. Basta fermare l’auto,tirare il freno a mano e coprire prima la parte superiore del pneumatico e via via scendendo fino alla parte inferiore; a questo punto si sposta il veicolo di pochi centimetri e si ricopre anche la parte della gomma rimasta scoperta. Secondo punto a favore, e l’aumento di aderenza, il grip  fra pneumatici e fondo stradale innevato. Terzo punto, le calze non provocano le fastidiose vibrazioni delle catene e non danneggiano i cerchi. Quarto punto, occupano poco spazio, sono leggere e lavabili. Quinto punto, non ci si sporca le mani, il kit è dotato di guanti di plastica.

I pochi difetti delle calze sono: si logorano facilmente, non  si possono utilizzare per molte ore e il loro impiego è limitato solo ai fondi ghiacciati o con neve compatta e si può raggiungere solo una velocità massima di 60 km/h.

Purtroppo in Italia non sono omologate e qualora si utilizzino si va incontro a multe, sottrazione di punti dalla patente e fermo del veicolo.

Si spera che il nostro codice della strada si equipari alle legislazioni degli altri stati europei e che questo prodotto con una validità per molti indiscutibile, sia omologato al più presto.

(E.D.B.)


L’Audi Q3 2.0 TDI 4ST è già in vendita

Il nuovo SUV Audi è pronto per essere acquistato. I tempi di consegna, entro i 60 giorni, sono garantiti dalla casa madre.

L’estetica del Q3 è accattivante, ma ricorda molto quella della parente stretta Q5. I particolari che le danno un tocco in più sono la forma raffinata e compatta,  la fasce sotto i portelli e le cornici dei passaruota dello stesso colore della carrozzeria, oltre agli scarichi luccicanti di cromatura.

Motorizzata con un 2.0 turbodiesel  può raggiungere i 100 km/h in 8,3 secondi ed una velocità massima di 213 km/h . Il consumo medio  è di 13,5 km/lt , abbastanza basso data la stazza e la potenza del veicolo.

La trazione integrale  4S Tronic e le dimensioni non mastodontiche permettono di guidarla facilmente sia in città che nell’extraurbano, dove con il duemila TD ben  accompagnato da un cambio robotizzato  a double clutch, è molto veloce.

Nei percorso off-road le sue ottime performance svaniscono, probabilmente per la limitata altezza dal suolo e per le sospensioni  con una progressione alquanto ridotta.

L’abitabilità è, rispetto ad altri SUV, buona, ma nei sedili posteriori le gambe dei passeggeri non possono essere ben distese per  l’ingombro del  vano mobiletto con ampie bocchette dell’aria e la copertura della trasmissione.

Gli interni dell’abitacolo sono di qualità. I sedili sono in pelle e alcantara con regolazione elettrica. Il cruscotto è curato e arricchito di fasce in alluminio e cromature intorno alle bocchette di climatizzazione. Il volante è ricoperto in pelle ed è fornito dei comandi della radio. La strumentazione invece, risulta negli standard e non così eccelsa.

I pochi difetti riscontrati si possono concentrare soprattutto sulla scarsa visibilità posteriore, dovuta ad un lunotto piccolo e inclinato, e alle poche dotazioni di serie rispetto ad un prezzo di vendita che oscilla intorno ai 40.000,00 €.

Dati tecnici in pillole:

Lunghezza/larghezza/altezza: 438/183/160 cm

Peso: 1586 kg

Cilindrata: 1968 cc

N. cilindri: 4

Potenza max: 177 CV

Distribuzione: 4 valvole per cilindro

Trazione: integrale

Freni ant.: dischi autoventilanti

Freni post.: dischi

(E.D.B.)


Le dinamiche waverunners Yamaha

La Yamaha già da qualche anno progetta delle moto d’acqua da alte prestazioni.

 La vasta gamma che parte da una cilindrata di 1.052 cc dei VX Cruiser, Deluxe e Sport e arriva ai 1.812 cc dei VXR/S e degli FZR/S si caratterizza per l’utilizzo di uno scafo innovativo in NanoXcel leggero e resistente.

Oltre a ridurre il loro peso di 25 kg, lo scafo contribuisce ad aumentarne la velocità, il risparmio di carburante e la precisione in fase di virata.

I modelli più venduti , sono stati quest’anno, gli FZR/S e gli FX che sono quelli di fascia più alta, con un motore a 4 tempi di 1.812 cc sovralimentato con intercooler, capace di erogare 210 CV.

Il sistema di iniezione è elettronico per tutti i modelli e il sistema di raffreddamento è ad acqua.

La capacità del serbatoio del carburante è di 70 lt. per i modelli FZR/S ed FX e di 60 lt. per i VXR/S. La lunghezza parte dai 3,22 mt. dei VX per arrivare ai 3,56 mt. dei modelli FZR/S ed FX, con un peso oscillante tra i 330 kg e i 373 kg per le classi racing.

La dotazione standard è composta da uno sterzo telescopico e una strumentazione con dispositivi di comando elettronici molto pratici.

Si trovano delle novità non presenti nei primi modelli, come il CRUISE-ASSIST che permette la regolazione della velocità con un solo tocco; il NO-WAKE MODE che mantiene la velocità entro i limiti stabiliti o voluti; il REVERSE TRACTION CONTROL  che regola i giri/min. del motore.

Un’altra pregevole caratteristica delle waverunners Yamaha è il sistema di gestione computerizzato Y.E.M.S. che controlla tutte le funzioni del motore: la diagnostica; i tempi di iniezione e l’OTS che viene attivato al rilascio dell’acceleratore  in fase di sterzata, coadiuvando perfettamente la manovra del conduttore.

Concludendo si può affermare che la tecnologia Yamaha usata su questi  mezzi  è veramente di qualità e consente anche al guidatore meno esperto di provare il brivido dei 60 nodi sull’acqua ( 100 km/h) in piena sicurezza.

(E.D.B.)


Il QUAD Artic Cat 1000 Thundercat, il  più potente al mondo

Il thundercat 1000 è il leader indiscusso dei quadricicli, uscito sul mercato già da qualche anno non sembra possa passare di moda facilmente e lasciare lo scettro ad altri rivali.

Il suo motore di serie, attualmente ancora il più potente e il suo telaio performante lo rendono un concentrato tecnologico potente ed affidabile.

Il motore dell’Artic Cat 1000 T è un H2 bicilindrico a V, quattro tempi,  da 950 cc .

 Il telaio lungo e leggero accoglie una sellatura ergonomica molto comoda per il guidatore.

Le sospensioni indipendenti con ammortizzatori tarabili e una buona altezza dal suolo permettono a questo mezzo di affrontare facilmente ogni tipologia di pendenza ed ostacolo.

Le quattro ruote motrici sono inseribili elettronicamente e la trasmissione è automatica con freno motore integrato.

Il serbatoio posizionato posteriormente e centralmente ha una capacità di 25 litri , elevata per questo segmento di mezzi, e consente oltre ad una discreta autonomia di percorrenza anche di livellare il baricentro con un conseguente aumento di motricità.

Dal punto di vista estetico  ha una livrea aggressiva che viene proposta in diverse colorazioni , che vanno dalle più sgargianti (verde metallizzato) a quelle più scure.

I QUAD o ATV - ALL TERRAIN VEHICLES , per gli americani, sono sempre più sviluppati nella motociclistica e stanno prendendo piede anche in Italia non solo per i percorsi fuoristrada  ma anche per quelli urbani.

La guida si rivela impegnativa, bisogna applicare forza nello sterzo e spostare il peso del corpo per bilanciarlo in curva e soprattutto su suoli asfaltati con grip massimo,  le ruote interne all’angolo di curva potrebbero combinarci degli scherzi (alzarsi improvvisamente).

Insomma si deve imparare a gestirlo e prenderci confidenza prima di potersi divertire!

 

Ernesto De Benedictis

 


 

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