LA PROduzione di
biogas da reflui animali
introduzione alle fonti energetiche
rinnovabili
di Aniello
Venturiello
dall’agricoltura di oggi all’energia del domani
L’inarrestabile esaurimento delle tradizionali fonti
energetiche ed i conseguenti aspetti economici legati a questa
situazione di carattere internazionale, stanno sensibilizzando
sempre più le diverse politiche nazionali sulla necessità di
produrre energie alternative che per le esigenze umane possono
essere inesauribili. In particolare la biomassa costituisce un
potenziale interessante nell’ambito dell’economia di ciclo Il biogas
ottenuto dalla fermentazione di substrati organici, quali le
deiezioni animali, risulta essere di particolare interesse per gli
allevatori poiché rappresenta una nuova fonte di reddito e la sua
produzione viene incentivata dai governi di molti paesi attraverso
specifiche sovvenzioni.
il biogas e il relativo recupero energetico
Da molti
anni ormai è avviato lo sviluppo di sistemi di produzione di energia
elettrica basati sullo sfruttamento di fonti energetiche
rinnovabili. Il biogas è una di queste fonti energetiche. Grazie
alle nuove normative in materia di autoproduzione, al riconoscimento
del valore ambientale dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e
ad una tecnologia ormai collaudata, è oggi possibile produrre biogas
per la cogenerazione di calore ed elettricità a condizioni
vantaggiose. Il Centro di Ricerca Ambiente e Materiali dell’ENEL ha
condotto, nei primi anni 90, in collaborazione con il Centro
Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, un’indagine a vasto
raggio nella Pianura Padana sulle potenzialità del biogas
producibile a partire dai liquami zootecnici. Dall’indagine è emerso
che la cogenerazione di energia elettrica e calore mediante biogas
può dar luogo a evidenti vantaggi, sia in campo energetico, sia in
quello ambientale. La cogenerazione può inserirsi convenientemente
nell’impiantistica dell’allevamento, in particolare nel caso in cui
debbano essere realizzate apposite opere per assolvere ai sempre più
pressanti vincoli normativi in materia di smaltimento dei liquami.
La finalità è quella di promuovere il biogas come fonte rinnovabile,
evidenziandone gli elementi normativi e tecnologici, permettendo la
visione di un quadro realistico e utile dell’uso del biogas
nell’ambito della moderna pratica zootecnica. L’impianto è basato
sulla digestione anaerobica di reflui zootecnici con produzione di
biogas e relativo recupero energetico. Con il termine biomassa
solitamente si indica un vasto insieme di materiali di natura
estremamente eterogenea. In questo caso:i reflui zootecnici sono
costituiti da deiezioni animali su grigliato e letame. La tecnica
per il recupero è quella di utilizzare digestori riscaldati,
costruiti e progettati per accrescere la decomposizione anaerobica e
massimizzare il recupero del biogas. Il biogas, composto in buona
parte da metano, è prodotto durante la decomposizione anaerobica
della materia organica presente nelle materie prime organiche
animali e vegetali. La digestione anaerobica è economicamente
vantaggiosa se paragonata ad altre tecniche di gestione dei rifiuti
animali. L’impianto è concepito e dimensionato al fine di avere un
risparmio energetico e garantire l’autosostenibilità dell’aziende.
descrizione del processo di digestione anaerobica e
delle fasi di trattamento
L impianto
può essere schematicamente suddiviso in cinque sezioni principali:
·
Sezione 1 - ricezione e pretrattamenti
·
Sezione 2 - preparazione del substrato
·
Sezione 3 - digestione anaerobica con produzione di
biogas e recupero di energia
·
Sezione 4 - separazione frazione solida e liquida
del digestato
·
Sezione 5 - trattamento di rimozione dell' azoto con
impianto SB
sezione 1, ricezione e pretrattamenti
Come
premesso in ingresso all impianto arrivano:
a) Reflui
zootecnici: letame e liquame bovino
I reflui
zootecnici provengono dalle bufale. In particolare all’impianto
arrivano:
·
Letame: deiezioni solide
·
Liquame: deiezioni liquide
sezione 2, preparazione del substrato
Vista la
tipologia e le caratteristiche dei materiali in ingresso, sono
previsti pretrattamenti atti ad alimentare i digestori con un
substrato omogeneamente miscelato, triturato e preparato al fine di
ottimizzare le dinamiche biologiche dei ceppi batterici metanigeni.
I reflui
zootecnici, costituiti da deiezione solide (letame) e liquide
(liquame) vengono inviate ad una sezione di accumulo,
triturazione/miscelazione ad alta efficienza al fine di ridurre la
pezzatura del materiale e realizzarne un ottimale miscelazione, e
alimentazione alla digestione anaerobica, per sicurezza di esercizio
e maggiore flessibilità gestionale e nel post esercizio, la sezione
viene suddivisa su due linee alimentate direttamente con pala
gommata. Il materiale viene caricato e pretrattato in un bio
trituratore-miscelatore per ogni linea. Il pretrattamento della
parte solida permette di omogeneizzare le caratteristiche
fisico-chimiche del substrato in ingresso avendo eventualmente la
possibilità di poter pesare e programmare ricette composte da più
materiali vegetali o non avviare a fermentazione. Da ogni linea il
materiale ben miscelato viene avviato direttamente, tramite coclee
di trasferimento, a due linee di digestione anaerobica.
Coclee
laterali di miscelazione e coclea di fondo poste nella tramoggia di
carico per l'immissione della biomassa
Il
dosaggio dei materiali organici è gestito da software dedicato,
tramite PLC, collegato con celle di carico poste sotto il
miscelatore, che permettono di rilevare i quantitativi di materie
prime alimentati.
Un
apposito programma gestionale effettua il calcolo dei rapporti
ponderali e volumetrici dei costituenti le miscele al fine di
garantire il mantenimento dei parametri di processo sui valori
ottimali per assicurare la migliore produzione di biogas derivante
dalle successive reazioni fermentative.
sezione 3, digestione anaerobica con produzione di
biogas e recupero di energia
La biomassa in uscita dalla sezione precedente viene
inviata ad una sezione di digestione anaerobica controllata ad alto
rendimento. La diluizione può essere fatta con ricircolo del
digestato tal quale e/o ricircolo della frazione liquida del
digestato dopo separazione. Il volume effettivo viene suddiviso su
due linee costituite ciascuna da un digestore primario in serie ad
uno secondario. Per garantire una effettiva funzionalità e la
necessaria flessibilità dell impianto viene prevista una digestione
anaerobica con processo di tipo mesofilo realizzato su due linee
indipendenti. Questa configurazione permette nella pratica di poter
contare su due linee indipendenti, ma interconnesse, che anche in
situazioni di fermo impianto per manutenzioni (pulizie, varie, etc)
permettono di by-passare parte della prima linea sulla seconda.
L’impianto è così gestibile con maggiore affidabilità e flessibilità
mirata ad un sicuro maggiore utilizzo medio annuo del gruppo
cogeneratore, in modo da garantire sempre il funzionamento. La
sezione di digestione anaerobica è dunque costituita da due
digestori primari e due secondari per un totale di quattro
digestori, in cui avviene, in condizioni di miscelazione e
temperatura controllate, la degradazione della sostanza organica e
la produzione di biogas.
Il biogas prodotto, contenente circa il 55-60% di
metano, viene accumulato in gasometri polmone sovrastanti i
digestori e da qui conferito alla macchina di produzione di energia
elettrica e termica. Ogni reattore, da realizzare in cemento armato
gettato in opera, dovrà essere dotato di coibentazione per ridurre
le dispersioni termiche, realizzata mediante rivestimento della
struttura in cemento armato per la parte cilindrica verticale con
pannelli di isolamento in polistirene espanso e finitura esterna in
lamiera zincata preverniciata. (K<0,30 kcal/mq.h). La miscelazione
del fango nei digestori è assicurata da appositi agitatori a pale
appositamente dimensionati per garantire una adeguata movimentazione
della massa liquida anche in presenza di concentrazioni elevate.
Gli agitatori temporizzabili hanno funzione sia di
miscelazione ed agitazione (per tenere in sospensione il particolato
solido), sia di rottura della crosta galleggiante superficiale. Il
sistema permette una notevole sicurezza nella gestione del processo
di digestione anaerobica in quanto è possibile ridurre i depositi di
materiale e garantire la corretta miscelazione del digestore. Per il
riscaldamento degli scambiatori dei digestori è previsto l utilizzo
dell' acqua di raffreddamento dei motori a combustione interna del
gruppo di cogenerazione (temperatura 80°C). Apposite pompe
ricircolano l’acqua calda in scambiatori che garantiscono il
riscaldamento del digestore. Gli scambiatori scelti sono del tipo
tubolare, con installazione interna ai digestori, il che consente di
ottenere efficienti risultati senza possibilità di occlusione o
intasamento.
Schema Circuiti Principali
A servizio dei digestori viene prevista anche una
centrale termica di riscaldamento con apposita caldaia e annesso
sistema di regolazione della temperatura. Inoltre viene prevista una
adatta strumentazione di controllo delle condizioni di processo.
accumulo del biogas e combustione delle qualità
eccedenti gli utilizzi
Per
l’accumulo del biogas svolto nel processo di digestione sono
disponibili le coperture elastiche dei digestori, realizzate con
membrana gasometrica a volume variabile, mantenute alla pressione di
esercizio di 2 mbar.
L'eventuale
eccesso di biogas sarà avviato alla torcia automatica di combustione
di sicurezza.
Particolare della valvola di sovrappressione del gas
Digestore della cupola gasometrica colma di Biogas
Portelli a tenuta per consentire l'accesso al
digestore per gli eventuali controlli e/o manutenzioni
Cassone dosatore per automatizzare le operazioni di
alimentazione del digestore
riutilizzo del biogas e gruppi di cogenerazione
Il gas
prodotto, prelevato dal gasometro, dovrà essere inviato ad un gruppo
di cogenerazione per il recupero combinato di energia elettrica e
termica. Il biogas deriva da una sezione di digestione dotata di
trattamento di desolforazione biologica, come precedentemente
descritto; oltre a questo il biogas prima della cogenerazione viene
inviato ad una batteria di essiccazione per raffreddamento, composta
da uno scambiatore di calore e da un gruppo di raffreddamento a
ciclo frigorifero. Tale sistema consente un ulteriore abbattimento
dell’idrogeno solforato ed un miglioramento delle condizioni
operative del motore di cogenerazione. La potenza termica
recuperabile deriva dal ciclo di raffreddamento del motore e
mediamente il 60-70% viene utilizzata per il riscaldamento, mentre
la rimanente rimane a disposizione per altri utilizzi. Il motore é
direttamente accoppiato al generatore elettrico. I gas di scarico
del motore alimentano un generatore di acqua calda al quale
affluisce anche l'acqua di raffreddamento del motore stesso:
quest'acqua calda viene utilizzata per il riscaldamento dei fanghi
di gestori. Per sicurezza si prevede l’utilizzo di un gruppo di
cogenerazione, composto da due motori di cogenerazione, uno di
riserva all' altro e ciascuno con le caratteristiche sopra
descritte.
sezione 4, separazione frazione s olida e
frazione liquida digestato
Il
prodotto in uscita dal digestore secondario (detto digestato) viene
inviato tramite pompaggio ad una fase di separazione della frazione
solida dalla liquida da cui si ottiene una frazione solida con un
contenuto di umidità dell’ordine del 75-80% e quindi stoccabile in
platea, ed una frazione liquida che viene inviata ad un impianto di
depurazione esistente.
La sezione è costituita da un separatore centrifugo
installato su apposita struttura di supporto con scarico diretto del
digestato solido sulla platea di accumulo e scarico del digestato
liquido in apposita vasca di stoccaggio. La frazione liquida può
essere stoccata in apposite vasche o inviata a smaltimento o
trattamento, mentre la frazione solida può essere accumulata su
superficie pavimentata con raccolta percolati. Il digestato solido e
quello liquido, dopo trattamento, verranno periodicamente riportati
all’allevamento di provenienza.
sezione 5, trattamento di rimozione
dell’Azoto con i mpianto sbr
Ogni
giorno nell’impianto viene immesso azoto di origine animale. In
genere si considera di ritrovare lo stesso quantitativo nel
digestato. Nell’anno avremmo allora una quantità di azoto da
smaltire per le quali sarà necessario disporre di un trattamento
specifico per ridurre la quantità di azoto.
In prima
battuta si ipotizza di avere a disposizione per lo smaltimento del
digestato solido e liquido un area libera. Per rientrare in quanto
sopra descritto è necessario un abbattimento dell’azoto pari a circa
il 30% di quello contenuto nel digestato liquido. L’abbattimento
dell’azoto, finalizzato a poter riutilizzare il chiarificato e i
fanghi sul terreno disponibile secondo la direttiva vigente, viene
realizzato con un impianto di tipo SBR che consente di ottenere una
sequenza di nitrificazione denitrificazione biologica, di seguito
meglio descritta.
reattore sbr
Sul
digestato liquido in arrivo dal bilanciamento viene previsto un
processo biologico a fanghi attivi di
ossidazione del carbonio organico denitrificazione -
nitrificazione - sedimentazione di tip SBR (Sequencing Batch
Reactor). In questo tipo di reattore le varie fasi depurative che
compongono il processo biologico (denitrificazione - rimozione del
carbonio organico e nitrificazione con aria, sedimentazione a
gravità) vengono realizzate ciclicamente in successione temporale
all'interno di due vasche di trattamento alimentate
alternativamente. Ottimizzando la durata dei periodi che
costituiscono un ciclo di trattamento è possibile con questo sistema
ottenere in ogni condizione di carico una resa depurativa molto
elevata in quanto la modifica dei tempi di fase equivale a poter
modificare, rispetto a un tradizionale impianto a fanghi attivi, i
volumi delle vasche di trattamento a disposizione. Al fine di
garantire la massima continuità di alimentazione ed un corretto
svolgimento delle varie fasi, vengono previste due vasche in
parallelo, realizzate in c.a. prefabbricate, con funzionamento
alternato e sequenziale.
Le fasi di processo che vengono effettuate risultano
le seguenti:
·
alimentazione
·
denitrificazione - reazione di ossidazione -
nitrificazione ad aria
·
sedimentazione
·
scarico
·
scarico fanghi di supero
fasi di trattamento
a)
Alimentazione
Il refluo
di alimentazione viene inviato allo stadio di trattamento biologico
mediante un sistema automatizzato. L’alimentazione viene effettuata
alternativamente su due vasche, in successione temporale. Ad ogni
ciclo il volume di liquame influente si mescola con un volume di
miscela acqua -fango pari al 50-60% del volume totale della vasca in
modo da permettere un giusto rapporto tra il liquame da depurare ed
il fango attivo presente nella vasca di trattamento.
Nelle
vasche di trattamento biologico, viene effettuato, un trattamento di
denitrificazione seguito da un trattamento biologico di ossidazione
nitrificazione a fanghi attivi a basso carico.
b) Per la
fase di denitrificazione, dove serva una lenta miscelazione in fase
anossica (assenza
di
ossigeno libero), le vasche vengono attrezzate con miscelatori
sommersi. L'ossigeno necessario invece alla decomposizione delle
sostanze organiche da parte della florabatterica aerobica viene
immesso nelle vasche per mezzo un sistema di diffusione d’aria a
bolle fini. I sistemi di diffusione sono in grado sia di fornire
l'ossigeno necessario al processo biologico sia di determinare nella
vasca una ottimale miscelazione e diffusione dell'aria fornita. Il
funzionamento del sistema di aerazione è predisposto per mezzo di un
apposito programmatore in modo da adeguare l'ossigeno trasferito e
quindi le potenze assorbite alle effettive richieste del liquame in
arrivo ed ai necessari tempi di ciclo. I tempi di ciclo sono
comunque modificabili in ogni momento per adeguare il processo
dell'impianto alle effettive condizioni operative. Durante il
processo biologico a fanghi attivi può essere parzialmente mantenuta
l'alimentazione del
liquame in
ingresso.
c)
Sedimentazione
L'ultima
fase del ciclo depurativo biologico proposto è rappresentata dalla
fase di sedimentazione che viene realizzata nella stessa vasca di
trattamento biologico lasciando in quiete il liquame per un tempo
prefissato, sufficiente ad ottenere la separazione per gravità del
fango biologico. Questa fase avviene in tempi relativamente brevi,
se rapportati ai tempi di residenza idraulica del sedimentatore
degli schemi classici a flusso continuo, in quanto nel processo SBR
la sedimentazione ha luogo in condizioni di quiete assoluta, senza
disturbi da parte di flussi di liquame in ingresso o in uscita.
Proprio
per sfruttare al meglio questa situazione lo spurgo dei fanghi di
supero non viene effettuato nel corso della fase di sedimentazione
ma solo durante la successiva fase di scarico.
d) Scarico
acque depurate
Alla fine
del ciclo di trattamento viene effettuato il prelievo delle acque
depurate. Il refluo viene quindi inviato allo scarico.
e) Scarico
fanghi di supero
I fanghi
di supero possono essere allontanati periodicamente tramite
autobotte.
il processo biologico di digestione anaerobica
La
digestione anaerobica è un processo biologico complesso, per mezzo
del quale, in assenza di ossigeno, la sostanza organica viene
trasformata in biogas (o gas biologico), costituito principalmente
da metano e anidride carbonica. La percentuale di metano nel biogas
varia a seconda del tipo di sostanza organica digerita e delle
condizioni di processo, da un minimo del 50% fino all’80% circa.
Affinché il processo abbia luogo è necessaria l’azione di diversi
gruppi di microrganismi, in grado di trasformare la sostanza
organica in composti intermedi, principalmente acido acetico,
anidride carbonica ed idrogeno, utilizzabili dai microrganismi
metanigeni che concludono il processo producendo il metano. I
microrganismi anaerobi presentano basse velocità di crescita e basse
velocità di reazione e quindi occorre mantenere ottimali, per quanto
possibile, le condizioni dell’ambiente di reazione. Nonostante
questi accorgimenti, i tempi di processo sono relativamente lunghi
se confrontati con quelli di altri processi biologici; tuttavia il
vantaggio del processo è che la materia organica complessa viene
convertita in metano e anidride carbonica e quindi porta alla
produzione finale di una fonte rinnovabile di energia, sotto forma
di un gas combustibile ad elevato potere calorifico. L’ambiente di
reazione, definito solitamente digestore (o reattore anaerobico),
per permettere la crescita contemporanea di tutti i microrganismi
coinvolti, dovrà risultare da un compromesso tra le esigenze dei
singoli gruppi microbici. Il pH ottimale, ad esempio, è intorno a
7/7.5. La temperatura ottimale di processo è intorno ai 35°C, se si
opera con batteri mesofili, o intorno a 55°C, se si utilizzano
batteri termofili.
partecipano al processo i seguenti gruppi di batteri
-
batteri idrolitici, che spezzano le macromolecole biodegradabili
in sostanze più semplici;
-
batteri acidogeni, che utilizzano come substrato i composti
organici semplici liberati dai batteri idrolitici e producono
acidi organici a catena corta, che a loro volta rappresentano il
substrato per i gruppi batterici successivi;
-
batteri acetogeni, produttori obbligati di idrogeno (OPHA:
Obbligate Hydrogen Producing Acetogens), che utilizzano come
substrato i prodotti dei batteri acidogeni dando luogo ad
acetato, idrogeno ed anidride carbonica;
-
batteri omoacetogeni che sintetizzano acetato partendo da
anidride carbonica e idrogeno; batteri metanigeni, distinti in
due gruppi:
a) quelli che producono metano ed anidride carbonica da acido
acetico, detti acetoclastici;
b) quelli che producono metano partendo da anidride carbonica e
idrogeno, detti idrogenotrofi. Mentre il metano viene liberato
quasi completamente in fase di gas vista la sua scarsa
solubilità in acqua, l’anidride carbonica partecipa
all’equilibrio dei carbonati presenti nella biomassa in
reazione. Le interazioni tra le diverse specie batteriche sono
molto strette ed i prodotti del metabolismo di alcune specie
possono essere utilizzati da altre specie come substrato o come
fattori di crescita.
influenza della qualità del liquame da trattare sulle
rese in biogas
La
biodegradabilità complessiva dei liquami analizzata a livello della
vasca di raccolta delle fognature può variare alquanto, tra il 60 e
l’80%, in funzione sia dell’età del liquame che del tipo di
alimentazione. Una ulteriore classificazione delle frazioni
biodegradabili, permette di distinguere all’interno della frazione
solubile tra una frazione disciolta prontamente biodegradabile
(circa 20% dei SSV) ed una più lentamente biodegradabile, e
all’interno della frazione sospesa tra una frazione sospesa
facilmente idrolizzabile ed una lentamente idrolizzabile.
i vantaggi del trattamento anaerobico dei liquami
In un
contesto di estrema e continua necessità energetica e di elevato
rischio ambientale il trattamento anaerobico con recupero del biogas
prodotto risulta oggi un sistema di grande interesse, in grado di
offrire molteplici vantaggi:
1) Produzione di energia: il trattamento anaerobico in
condizioni controllate porta alla degradazione della sostanza
organica e alla produzione di biogas. La cogenerazione di energia
elettrica e calore mediante combustione del biogas risulta
economicamente vantaggiosa sia per autoconsumo aziendale, sia per
una cessione a terzi, incentivata dalle recenti normative sulla
produzione di energia da fonti rinnovabili.
2) Abbattimento odori ed emissioni inquinanti (NH3 e CH4):
le sostanze maleodoranti che eventualmente si formano durante il
processo (acido solfidrico, mercaptani, ammoniaca) vengono avviate
con il biogas alla combustione.
3) Stabilizzazione dei liquami: l’abbattimento del carico
organico carbonioso ottenibile in digestione anaerobica conferisce
al liquame una sufficiente stabilità anche nei successivi periodi di
stoccaggio; si ha un rallentamento dei processi degradativi e
fermentativi con conseguente diminuzione nella produzione di
composti maleodoranti.
4) Riduzione della carica patogena: la digestione
anaerobica in mesofilia può ridurre parzialmente la eventuale carica
patogena presente nei liquami. Operando in termofilia è possibile,
invece, ottenere la completa igienizzazione del liquame con la
completa distruzione dei patogeni.
tipologie e funzionamento degli impianti di
biogas
Gli
impianti di Biogas di uso e applicazione più frequenti sono
assimilabili a tre distinte tipologie, aventi ciascuna peculiarità
particolari e per questo adatte ciascuna a specifiche e differenti
realtà aziendali:
1)
Impianto a
canale tipo plug-flow o flusso a pistone
2)
Impianto cilindrico
tipo up-flow miscelato
3)
Impianto tipo
super-flow per biomasse super dense
impianto tipo super-flow per biomasse super dense
Caratteristiche principali: il processo di digestione anaerobica
utilizza le deiezioni tal quali (frazione liquida + frazione
solida), con immissione di opportuna biomassa anche in grandi
quantità, oltre il limite di pompabilità. Di norma l’impianto
prevede due di gestori, uno primario e uno secondario. Il digestore
primario di tipo cilindrico, è dotato di un particolare miscelatore
ad asse orizzontale che garantisce la completa miscelazione dei
liquami e della biomassa. Il digestore primario è alimentato
costantemente con liquame fresco e biomassa secondo un piano di
carico prestabilito in funzione delle composizioni e caratteristiche
dei vari complementi di apporto, mentre il liquame digerito uscirà
dopo un tempo medio di permanenza nella vasca di circa 20 – 30
giorni per essere trasferito nel digestore secondario, a sua volta
miscelato ed in grado di recuperare la residua quantità di biogas.
1.
Vasca di raccolta liquidi
2.
Platea di stoccaggio letami
3.
Silos di stoccaggio della biomassa
4.
Bio - trituratore miscelatore
5.
Tramoggia di carico biomassa
6.
Digestore primario
7.
Locale pompe
8.
Digestore secondario
9.
Vasca di stoccaggio digestato
10.
Separatore di liquami
11.
Sala motori
12.
La cabina di trasformazione di energia elettrica
13.
Energia e riscaldamento ad uso proprio
Il tempo
di permanenza nel secondo digestore risulta pari a circa 30 – 40
giorni per una permanenza media complessiva pari a circa 60 giorni.
Digestore:
Pianta e Sezione
Area scarico – decantatore – piazzola: Pianta e
Sezione
Digestori posti in serie assicurano le migliori
produzioni di biogas in impianti tipo super-flow