IL
PROGETTO “ROSIA MONTANA” TRA RISCHI E BENEFICI
di
Mihaela Ilie
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INTRODUZIONE
Rosia Montana è una piccola località mineraria nell’ovest
della Romania e da 15 anni è la scena di numerosi scontri amministrativi
e mediatici provocati da un controverso progetto. La compagnia canadese
Rosia Montana Gold Corporation intende sfruttare i giacimenti d’oro e
argento in zona, ritenuti i più ricchi in Europa. Rosia Montana Gold
Corporation è joint-venture tra la società canadese Gabriel Resources
(80% delle azioni) e l'azienda pubblica rumena Minivest (19, 3 %).
Questo sfruttamento provocherebbe incommensurabili danni ecologici e
patrimoniali nella zona.
Roşia Montană (in
latino
Alburnus Maior), è un comune della
Romania
di 3.176 abitanti, ubicato nel distretto di
Alba,
nella regione storica della
Transilvania.
Il comune è formato da un insieme di 16 villaggi: Bălmoşeşti, Blideşti,
Bunta, Cărpiniş, Coasta Henţii, Corna, Curături, Dăroaia,
Gârda-Bărbuleşti, Gura Roşiei, Iacobeşti, Ignăţeşti, Roşia Montană, Şoal,
Ţarina, Vârtop. La città mineraria è situata nei
Monti Apuseni
nella valle del fiume Roşia (Fiume Rosso).
Le ricche risorse minerarie della zona sono state
certamente sfruttate fin dall'epoca romana, ma probabilmente anche
prima. Le miniere d'oro a conduzione statale sono state forzatamente
chiuse nel
2006,
anche perché costituivano un ostacolo all'ammissione della Romania all'Unione
Europea, ma la società
canadese
Gabriel Resources ha intenzione di riaprire le miniere su vasta scala.
Questa prospettiva ha causato discussioni pesanti, in quanto il progetto
farebbe temere la distruzione dei reperti di epoca romana; c’è anche il
rischio del ripetersi dell'inquinamento da
cianuro
verificatosi anni dietro a
Baia Mare.
D'altro canto, la società canadese ha promesso di bonificare almeno una
parte dell'inquinamento provocato da 2.000 anni di gestione
incontrollata delle miniere che ha aggiunto acidi e metalli pesanti al
ferro che dà al fiume Roşia quel colore tipico da cui trae il nome. Il
progetto della RGMC prevede di sostituire i vecchi processi produttivi
con altri più moderni ed aderenti agli standard imposti dall'Unione
Europea, aprendo però quella che sarebbe la più grande miniera d'oro a
cielo aperto d'Europa.
Un’iniziativa di questo tipo deve essere analizzata con
oggettività da specialisti competenti considerando il rapporto tra
rischi e benefici. Le conclusioni di quest’analisi devono essere
presentate all’autorità che ha la responsabilità di approvare e
sorvegliare la realizzazione del progetto, per prendere la decisione
giusta. Il beneficio principale del progetto sarebbe la nascita di nuovi
posti di lavoro in una zona con gravi problemi economici e il
miglioramento della vita della popolazione. In questa zona c’è bisogno
di un investimento però si devono analizzare i rischi e si deve
analizzare se questo beneficio è giustificato dalle conseguenze e dagli
effetti negativi previsti.
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BENEFICI PREVISTI
Benefici per RMGC
Rosia Montana Gold Corporation detiene l’ottanta per
cento delle azioni della ditta e dunque otterrà la maggior parte del
profitto. In più, la RMGC beneficerà di una diminuzione delle imposte e
delle tasse doganali da parte dello stato romeno per un periodo di 10
anni come conseguenza della realizzazione del progetto in una zona con
gravi problemi economici.
Benefici per la popolazione della zona
Il progetto crea nuovi posti di lavoro in una zona con
gravi problemi economici: 200-550 posti nella fase iniziale della
costruzione, 2000 in fase di costruzione e 500 posti nella fase
operativa. Questo beneficio è relativo perché il numero dei posti di
lavoro è comunque basso, ha carattere temporaneo, e il progetto attirerà
anche i lavoratori di altre zone che si sposteranno lì sia per cercare
un lavoro sia per il bisogno di lavoratori qualificati e specializzati
non presenti attualmente nella zona. Altri benefici del progetto
sarebbero la qualificazione professionale della popolazione di Rosia
Montana e gli incassi statali provenienti dalle imposte locali pagate
dalla popolazione.
Benefici per lo stato romeno
Lo stato romeno detiene solamente il venti per cento
delle azioni della RMGC, dunque la parte del profitto che gli spetta è
molto ridotta (circa 4,4 milioni di euro all’anno, una somma irrisoria
paragonata al profitto del RMGC).
Dunque i benefici per la ditta RMGC sono certi ma i
benefici per lo stato romeno e per la popolazione di Rosia Montana sono
minimi e discutibili.
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RISCHI DEL PROGETTO
Aspetti economici e sociali
Il progetto RMGC per l’estrazione dell’oro e dell’argento
a Rosia Montana dovrebbe avere una durata di 17 anni. Questo significa
che alla fine di questo periodo di estrazione la zona rimarrà senza
posti di lavoro, con un numero molto alto di disoccupati determinato
anche della presenza di una popolazione arrivata dopo l’inizio del
progetto e stabilita lì nel tempo.
Il progetto incide su 38 % della superficie della
località e su quasi 1800 persone che devono essere trasferite. Si
prevede anche la demolizione di 740 case e di alcune chiese con i loro
cimiteri. L’operazione ha determinato una reazione negativa forte da
parte degli abitanti anche se un numero abbastanza alto di persone ha
accettato le offerte attraenti di compensazione finanziaria da parte
della ditta.
Secondo la Legge dell’Amministrazione Pubblica e la Legge
delle Miniere, gli abitanti della zona hanno diritto a un referendum,
una modalità legale di consultazione della popolazione per quanto
riguarda i progetti che incidono sulla modalità di utilizzo del suolo.
Questo referendum non è mai stato fatto.
La località dove saranno spostati gli abitanti è Piatra
Alba ed è una zona senza risorse idriche, il terreno è degradato, la
superficie offerta da RMGC a ogni famiglia è di 250 m2,
insufficiente per l’agricoltura. Le case presentate da RMGC richiedono
spese di mantenimento che le persone con redditi bassi non si
permettono. Le esperienze anteriori di spostamenti in altri paesi
mostrano che aumentano la mortalità, specialmente tra gli anziani e le
persone malate e determinano la distruzione della coesione della
comunità, determinando nello stesso tempo delle difficoltà economiche.
Lo spostamento di alcune famiglie dalla zona può determinare la
diminuzione del numero di abitanti sotto quello considerato necessario
per la presenza di un’unità sanitaria oppure delle scuole.
In più, il trasferimento degli abitanti senza la loro
volontà non è compatibile con i principi CEDU (Convenzione Europea dei
Diritti dell’Uomo), facendo eccezione solamente i casi di interesse
pubblico. Romania ha firmato questa convenzione dunque le autorità
romene non possono approvare legalmente il trasferimento.
Un numero significativo di case di Rosia Montana sono
edifici di patrimonio. Queste, essendo uniche, non possono essere
spostate e sono state incluse nella così detta “ Zona di patrimonio
nazionale di importanza eccezionale”. Malgrado la presenza degli
elementi di sicurezza e della barriera forestale intorno alla zona di
lavoro, queste case non resisteranno alle esplosioni ripetute.
Aspetti storici e culturali
La località Rosia Montana detiene reperti archeologici di
grande interesse scientifico, di valore inestimabile, uniche in Europa e
nel mondo. L’estrazione dell’oro potrebbe condurre alla distruzione di
questi reperti e questo sarà una perdita irreversibile e cancellerebbe
la possibilità della costruzione in futuro di una zona di turismo
culturale, una soluzione economica durevole a lungo termine.
Rosia Montana è la più antica località miniera della Romania, sono stati
trovati dei reperti antichi risalendo a 1870 anni fa. Gli scavi
archeologici recenti hanno identificato per la prima volta a Rosia
Montana dei lavori in miniera risalendo al periodo dei Daci. Inoltre qui
sono presenti dei templi romani, degli edifici fortificati e delle
gallerie romane. Quest’ultime possono essere visitate anche oggi, la
gran parte delle gallerie essendo ancora sconosciuta.
Un altro aspetto è quello dei reperti di superficie. Qui
ci sono arrivati vari popoli, specialmente dalla Dalmazia. La zona
Alburnus Maior è stata abitata ed e sfruttata intensamente e
praticamente non esiste un posto senza tracce del periodo romano (il
centro storico di Rosia Montana, le gallerie romane, le case risalendo
al XVIII-XIX del villaggio Rosia Montana). Questa zona rappresenta una
delle più grandi concentrazioni di reperti antichi dell’Europa. Gli
scavi archeologici possono durare tanti anni e possono offrire dei
risultati rimarcabili.
I risultati delle ricerche del 2001 sono davvero
impressionanti: due templi e altre zone sacre, delle necropoli, delle
così dette thermae, degli edifici dei minatori dalmati colonizzati a
Alburnus Maior, tutto questo dà per la prima volta un’immagine del
paesaggio archeologico in una zona di massimo interesse della Dacia
romana. Gli scavi sviluppati nel 2001 e nel 200 permettono mettono a
luce un fenomeno importante del mondo romani – lo sfruttamento dell’oro
della Dacia.
Dunque le scoperte fatte dimostrano che ci troviamo
davanti a un patrimonio nazionale di grande importanza che rientra nel
patrimonio europeo e mondiale comune. Ovunque in Europa questo tipo di
monumenti sono conservati e messi nel circuito turistico e culturale,
rappresentando una testimonianza importante e hanno un effetto
educazionale diretto.
Questa zona è stata protetta, essendo considerata
Patrimonio Universale Unesco fino al 1977 quando ha perso questa qualità
per colpa delle nuove miniere costruite qui.
Lo sviluppo dei lavori di estrazione dell’oro da parte
della RMGC rappresenta una contravvenzione rispetto alla legislazione
romena e internazionale, non rispetta il principio della garanzia da
parte dello stato della protezione del patrimonio archeologico nazionale
di valore eccezionale.
Aspetti ambientali
Il progetto trasforma un ecosistema importante, una zona
considerata la più bella dei Carpati in un deserto tossico. L’impatto
sull’ambiente si sviluppa nelle seguenti modalità:
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L’inquinamento atmosferico che inciderà su una zona
molto più estesa di quella dichiarata da RMGC;
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L’inquinamento delle risorse idriche;
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L’inquinamento dell’aria;
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L’accumulo di metalli pesanti nel suolo e nell’acqua;
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Effetti negativi sulla biodiversità a lungo termine;
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Il cambiamento dell’aspetto del paesaggio, le
montagne saranno distrutte visto che la miniera sarà di tipo aperto,
non sarà delle gallerie ma scavi aperti.
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Disboscamento di 250 ettari di foreste.
La distruzione del paesaggio caratteristico dei Monti
Apuseni annulla il potenziale turistico ed elimina la prospettiva di una
valorizzazione durevole di una zona concepita per questo. Una zona
inquinata non attira gli investimenti.
Le esplosioni che saranno usate nella miniera aperta
(cinque volte alla settimana) presentano il rischio di vibrazioni e onde
sismiche che possono avere effetti negativi nelle zone vicine,
rischiando il danneggiamento e il crollo di alcune costruzioni e di
alcune gallerie nelle vecchie miniere.
Aspetti tecnologici
La tecnologia usata da RMGC per l’estrazione dell’oro è
il trattamento del minerale con una soluzione a base di cianuro di
sodio. L’utilizzo di questo tipo di tecnologia danneggia seriamente
l’ambiente e l’esperienza del disastro di Baia Mare è rilevante.
Incidenti di questo tipo ci sono stati anche in altri paesi dove si usa
lo stesso procedimento. Per esempio negli Stati Uniti nel 1993 e nel
1998, Guyana nel 1995, Australia nel 1995, Filippine nel 1999. Le zone
in cui sono successi gli incidenti sono zone meno popolate di Rosia
Montana però e hanno avuto effetti meno drammatici.
Questo tipo di procedimento è stato vietato in alcuni
paesi come la Repubblica Ceca, Germania, gli Stati Uniti in Montana e
Wisconsin. All’inizio del mese di aprile del 2002, la Corte di Giustizia
della Grecia ha impedito un progetto in minerario che implicava l’uso
del cianuro nel processo tecnologico (questa sarebbe stato il più grande
investimento di capitale privato straniero in Grecia negli ultimi 50
anni.
L’Organizzazione Internazionale per i Diritti dell’Uomo
ha adottato nel 2000, la Dichiarazione di Berlino che vieta l’uso del
cianuro nelle miniere d’oro.
A
Rosia Montana le riserve d’oro sono molto disperse e sarà necessario lo
sfruttamento giornaliero del suolo per ricavare l’oro. Questo porterà a
degli scavi immensi (cinque montagne saranno trasformate in crateri di
360 m di profondità usando 150 kg di dinamite al giorno. RMGC costruirà
una diga di 180 metri di altezza e il lago artificiale che ne risulterà
(600 ettari) dovrà contenere alla fine 250 milioni di tonnellate di
cianuro. Nella progettazione del lago non è previsto l’uso di un
materiale isolante in plastica per impedire le infiltrazioni di cianuro
nel suolo.
Il cianuro non è l’unico pericolo; i fanghi e le sostanze
che risultano dal processo tecnologico presentano alti rischi di
inquinamento per il contenuto di metalli pesanti tossici estratti dal
minerale che non possono essere neutralizzati. Anche le sostanze usate
per neutralizzare il cianuro hanno effetti negativi visto le grandi
quantità accumulate nel lago artificiale. La tecnologia prevista nel
progetto per la distruzione del cianuro con l’aiuto del biossido di
zolfo in serbatoi posizionati all’aria aperta rappresenta un altro
possibile agente inquinante.
A causa della presenza del cianuro, esiste la possibilità
della formazione dell’acido cianidrico (un gas molto tossico) durante
l’estate con la conseguenza delle piogge acide.
Inoltre, dal punto di vista geologico il suolo di Rosia Montana,
specialmente il punto dove sarà costruito il lago artificiale è soggetto
a frane. Lì, il suolo è formato da strati di argilla che alternano con
strati di arenaria molto permeabili. Le frane produrranno delle onde che
potrebbero superare la diga e metteranno in pericolo la città vicina,
Abrud.
Aspetti legislativi
Un aspetto molto importante è la compatibilità del
progetto con la legislazione europea. Una ricerca realizzata da esperti
giuridici dell’Istituto di Diritto Europeo dell’Università di Vienna
intitolata “La compatibilità del progetto minerario di Rosia Montana con
i principi e le normative dell’Unione Europea e la legislazione della
Comunità Europea” arriva alle seguenti conclusioni:
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il progetto Rosia Montana non rispetta la Direttiva
di Valutazione dell’Impatto sull’Ambiente 85/337/EEC del 27 giugno
1985 e la Direttiva 2001/42/EC del Parlamento Europeo.
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Il metodo usato per la separazione dell’oro con il
cianuro non rispetta la Direttiva 80/68/EEC del 17 dicembre 1979 che
riguarda la protezione delle falde acquifere.
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Il trasferimento imposto della popolazione della zona
non rispetta l’Art.8 della CEDU. Le persone i cui diritti
fondamentali sono stati lesi hanno in presente la possibilità di
difenderli davanti alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.
Il documento menziona ancora che la situazione in cui
Gabriel Resources Ltd detiene 80% e la parte romena detiene solamente
20% delle azioni della società Rosia Montana Gold Corporation
contraddice il criterio di “interesse pubblico nel beneficio economico
del paese” che giustificherebbe alcune misure di trasferimento della
popolazione.
Il progetto non rispetta neanche la Convenzione di
Berlino (10 ottobre 2001) che prevede il divieto dell’uso del cianuro
nelle miniere che si trovano sul territorio dell’Unione Europea.
La conclusione generale del documento è che il progetto
non corrisponde ai criteri previsti nell’Articolo 8 della CEDU e non
rispetta né la legislazione ambientale dell’Unione Europea né i principi
di base e gli standard CEDU.
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MISURE ALTERNATIVE
Le misure alternative devono risolvere a lungo termine il
problema della disoccupazione e della povertà della zona. Queste misure
devono basarsi sulle risorse rigenerabili della zona, sul turismo
culturale, la ricchezza archeologica della zona può rappresentare un
punto di attrazione. L’inserimento della zona nel patrimonio UNESCO come
parco archeologico aumenterebbe il numero di turisti e i fondi
dell’Unione Europea per poter continuare le ricerche archeologiche.
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CONCLUSIONE GENERALE
Mettendo in bilancia i benefici potenziali e i rischi del
progetto di Rosia Montana risulta che nella forma attuale il progetto
non può essere considerato come “interesse pubblico nel beneficio
economico del paese” e i benefici privati non possono giustificare i
rischi. La conclusione è che l’iniziativa deve essere abbandonata prima
di produrre delle conseguenze disastrose.
Bibliografia
-
“Rosia Montana Project DFS -20Mt/a – Definitive
Feasibility Study”
– GRD Minproc Limited Resource Service Group Pty. Ltd., Minproc,
Knight Piésold Limited, Planning Alliance, 14 August 2001, 30
Settembre 2002.
-
“Comments on the Rosia Montana Project”-
Ion Stelea, Istituto Nazionale di Geologia.
-
“La compatibilità del progetto di Rosia Montana con i
principi e le norme della legislazione UE e CE”-
Peter Fischer, Università di Vienna.
-
“Comments on the Rosia Montana Feasibility Study”-
David M. Chambers, Center for Science in Public Participation.
-
“Punto di vista sul destino di Rosia Montana”
-prof.
Ioan Piso.
Mihaela Ilie |