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QOROS
di
Simone Pavarin
Di crisi se ne parla ormai da diversi anni. L’Europa è in
piena stagnazione economica che nel nostro Paese significa di fatto
recessione, nonostante gli auspici dei politici che ritengono “la fine
del tunnel” ormai prossima. Il settore più debole è quello
manifatturiero, la produzione industriale stenta a riprendersi in
particolare il settore auto registra valori negativi a due cifre su base
annua. La Fiat è l’azienda che in Italia soffre maggiormente, ma anche
le “cugine d’oltralpe” come la Renault o la Citroen non possono
definirsi immuni dalla forte contrazione dei consumi.
Forse solo le stoiche case tedesche come la BMW e la
Volkswagen mantengono inalterate le quote di mercato, ma ci si chiede
ancora per quanto. Le motivazioni di una tale penosa situazione per
alcuni vanno ricercate in errori politici, strutture economiche non
pienamente liberaliste e da una concorrenza extra europea sempre più
agguerrita che, in certi ambienti ultraconservatori, si vorrebbe
limitare tornando a forme di protezionismo spinto. In uno scenario come
questo le aziende costruttrici d’auto non possono far altro che porsi in
difensiva ed attendere tempi migliori.
Questo in generale, ma non nell’economia a più alto tasso
di sviluppo come quella Cinese.
E’ proprio in Cina, in queste settimane, ha debuttato la
Quoros, una nuova casa automobilistica nata durante la più grave crisi
economica dei tempi moderni. Qoros è un’azienda che in realtà ha mosso i
suoi primi passi nel 2007. Si tratta di una realtà totalmente
indipendente il cui capitale sociale è suddiviso equamente tra la più
grande casa automobilistica cinese, la
Chery Automobile e la
Israel Corporation, un colosso globale del settore auto. L’investimento
iniziale è degno dei due big del mercato a livello mondiale, si parla di
2,8 miliardi di dollari per una struttura produttiva che avrà una
capacità a pieno regime fino a 450 mila unità annue.
Come si evince dal sito della casa cinese (www.qoros.com),
l’azienda è estremamente legata alla sua indipendenza per cui tutto il
ciclo produttivo avverrebbe all’interno della sua struttura, dal design
alla produzione. Questo non significa che la neonata casa produttrice
non abbia già stabilito delle partnership di prim’ordine con
multinazionali d’eccellenza come Microsoft e Bosh. Per quanto riguarda
il management la Qoros ha reclutato personalità di provenienza BMW,
Jaguar, Volvo, ovvero, le menti più brillanti del settore auto a livello
mondiale. In questo esclusivo team di super esperti c’è posto anche per
2 italiani impiegati nella divisione marketing.
Viste le premesse la Qoros rappresenta un altro temibile
competitor orientale destinato a far preoccupare le case produttrici
europee. Ed è proprio ai mercati europei che questo nuovo player punta,
infatti sul sito ufficiale della casa cinese viene evidenziato il tipo
di produzione che verrà implementata: alta qualità ed un design dal
gusto europeo. Se qualcuno avesse ancora dubbi sull’intenzione della
Qoros di puntare all’Europa, questi sarebbero dissolti dalla decisione,
fortemente simbolica, di debuttare sul mercato mondiale al Salone di
Ginevra di quest’anno con 3 modelli: la Sedan, l’Estate e la Cross
Hybrid, rispettivamente, una station wagon, una berlina ed un SUV. Va
immediatamente sottolineato che non si tratta della solita “cinesata” o
di una brutta copia di prodotti europei offerti a costi bassi.
La Qoros è una casa produttrice d’auto che si pone agli
stessi livelli delle sorelle maggiori tedesche per quanto riguarda
qualità design e performance. Tutto ciò si desume dalla sua ammiraglia,
la Cross Hybrid. Il Suv, come si può intuire dal nome stesso, è dotato
di 2 propulsori uno a benzina l’altro elettrico, questo per questioni di
risparmio energetico e rispetto dell’ecosistema.
L’estetica è
paragonabile ad altri Suv europei e giapponesi sia per quanto riguarda
la qualità dei materiali e l’originalità del design. La notizia della
nascita della Qoros è certamente positiva perché una casa
automobilistica di media alta gamma cinese non esisteva ancora. D’altro
canto rappresenta anche un’importante opportunità per i produttori
europei che, vedendosi tallonare da un competitor di tale portata,
saranno costretti a rivedere e innovare le loro strategie aziendali.
Simone Pavarin |