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LA "QUESTIONE ECOLOGICA" OGGI
di Filippo Budelli
L’ecologia è la scienza dell’ambiente che studia la
corretta convivenza dell’uomo con la natura. La tematica conosciuta come
questione ecologica pone oggi sotto forma di problema ciò che
nella seconda metà del XIX secolo si andava lentamente scoprendo, e cioè
che la Terra e le specie viventi che la popolano formano un sistema
unitario, le cui parti che lo compongono hanno influssi le une sulle
altre, secondo rapporti a volte armonici e capaci di adattamento, altre
volte conflittuali e competitivi per la sopravvivenza.
Il termine “ecologia” venne per la prima volta introdotto
in campo biologico da Hernest Heinrich Haeckel (1834-1919), intesa come
“scienza dei rapporti dell’organismo con l’ambiente”. Dunque una sorta
di “economia della natura” avente per oggetto lo studio delle relazioni
scambievoli tra tutti gli organismi viventi riunite in un solo e
medesimo legame, il loro adattamento al’ambiente che li circonda, le
loro trasformazioni e la loro lotta per la sopravvivenza. Il vocabolo
ecologia è oggi soprattutto legato a quel risveglio delle coscienze cui
stiamo assistendo ai nostri tempi in riferimento al rapporto
uomo-ambiente; una responsabilità che guarda anche alle generazioni
future, giacché il futuro dell’uomo sulla Terra si lega a un equilibrato
rapporto tra le diverse componenti dell’ecosistema cui apparteniamo.
Concetto strettamente connesso a quelli di sostenibilità e sviluppo
sostenibile. Uno degli strumenti più utili e più efficaci per gestire il
rapporto uomo-ambiente e per assicurare il mantenimento dell’equilibrio
ecologico, è sicuramente il parco, inteso come area protetta gestita
sotto ogni aspetto (ambientale, paesaggistico, sociale, economico,
politico, ecc.).
In Italia i parchi tutelano oltre 57 mila specie animali,
tra invertebrati (56.168), e vertebrati (1.254). Tra questi si contano
93 specie di mammiferi, 473 di uccelli, 58 rettili, 38 anfibi, 473 pesci
ossei e 73 pesci cartilaginei. Per quanto riguarda il patrimonio
vegetale, invece, le aree protette della penisola ospitano più di 6.000
specie, che rappresentano circa il 50% della flora europea, e di cui il
13% è costituito da specie endemiche, ovvero esclusive del nostro Paese.
Ma nella maggior parte delle aree protette la presenza dell’uomo crea
forti impatti e non è da sottovalutare. Per questo motivo assume
rilevanza primaria una strategia di gestione che prevede la
realizzazione di reti ecologiche, sia interne ad un’unica area protetta,
sia che si interconnettano ad altre con lo scopo di creare un sistema
sempre più integrato.
Il nuovo criterio di tutela della natura, basato sulla
priorità di conservazione della biodiversità, orienta gli sforzi verso
la conservazione, il mantenimento e il rafforzamento dei processi
naturali dai quali dipende la sopravvivenza degli ecosistemi, i veri e
propri serbatoi della biodiversità. Ecco che il fulcro delle politiche
ambientali si sposta dalla tutela delle specie alla tutela degli
habitat, dalla tutela dei singoli siti alla tutela degli ecosistemi e
dalla dimensione nazionale a una internazionale.
Significato di Rete ecologica: strategia di tutela
della diversità biologica e del paesaggio basata sul collegamento di
aeree di rilevante interesse ambientale-paesistico in una rete continua
e rappresenta un’integrazione al modello di tutela focalizzato
esclusivamente sulle Aree Protette, che ha portato a confinare la
conservazione della natura “in isole” immerse una matrice territoriale
antropizzata.
Al concetto di rete ecologica è indispensabile accostare
quello di greenway. Il termine greenway ha origine anglosassone e deriva
dalla fusione di due termini: greenbelt, cintura verde, e parkway,
letteralmente strada parco, che risalgono a metà ‘800, utilizzati per la
prima volta rispettivamente da Ebenezer Howard per indicare una cintura
di spazi verdi intorno a una città, e dall’ architetto paesaggista
Frederick Law Olmsted per caratterizzare una tipologia di percorso
viario dotato di una struttura verde con funzione di separazione dei
flussi veicolari e fruizione ambientale.
Attualmente, le strade alberate che un tempo fungevano da
potenziali collegamenti verdi, difficilmente possono ricoprire lo stesso
utilizzo a causa di un maggiore e diverso volume di traffico e di un’
organizzazione urbana mutata nel tempo.
Le greenways possono costituire un sistema di mobilità
lenta sostitutivo, ma non sempre contrapposto, a quello di mobilità
veicolare tradizionale; il concetto richiama quello di rete ecologica,
quindi al collegamento di aree verdi, ma essendo una nozione piuttosto
giovane presuppone una continua evoluzione che porta a significati
diversi. In termini generali si può definire una green way, o percorso
verde, come una via piacevole dal punto di vista ambientale, da cui è
escluso il traffico motorizzato. Questa definizione deriva dall'analisi
del termine greenway, che racchiude due concetti:
• green (verde) che sta ad indicare non solo ciò che è
vegetato ma tutto ciò che è apprezzabile dal punto di vista ambientale e
quindi naturalistico, paesaggistico, storico-architettonico e culturale;
• way (via, percorso) che oltre ad indicare fisicamente
le vie di comunicazione (strade, ferrovie, fiumi, ecc.) rimanda ad
un'idea di movimento, di comunicazione, di attività.
Nel sistema delle greenways rientrano percorsi per i
pedoni, per i ciclisti, per le persone a cavallo, per la fauna terrestre
e acquatica e per tutti gli utenti non motorizzati; spesso questi
percorsi possono essere sovrapposti, in altri casi è necessario
separarli. Queste vie verdi danno la possibilità di connettere le
popolazioni con le risorse del territorio e con i centri degli
insediamenti urbani e, se organizzate puntualmente a livello locale,
regionale e nazionale, si può arrivare alla creazione di una nuova rete
di circolazione a grande scala, soprattutto rispettosa dell’ ambiente.
La Dichiarazione di Lille (2000), sottoscritta dalle principali
associazioni europee che si occupano di vie verdi, stabilisce che le
greenways "devono avere caratteristiche di larghezza, pendenza e
pavimentazione tali da garantirne un utilizzo promiscuo in condizioni di
sicurezza da parte di tutte le tipologie di utenti in qualunque
condizione fisica. Al riguardo, il riutilizzo delle alzaie dei canali e
delle linee ferroviarie abbandonate costituisce lo strumento
privilegiato per lo sviluppo delle greenways".
Si possono individuare sei caratteristiche principali che
contraddistinguono le greenways:
• la sicurezza, in quanto sono percorsi fisicamente
separati dalla rete stradale ordinaria dedicati esclusivamente a utenti
non motorizzati;
• l'accessibilità, per tutte le tipologie di utenti con
diverse caratteristiche e abilità (bambini, anziani, ecc.);
• la "circolazione dolce", legata ad esempio alle
pendenze moderate, che consente di fruire "lentamente" i percorsi
offrendo un diverso punto di vista sui paesaggi circostanti;
• la multi-utenza, in quanto le greenways sono
generalmente percorsi aperti a tutte le tipologie di utenti (pedoni,
ciclisti, escursionisti a cavallo, ecc.), anche se in situazioni
particolari alcuni utenti possono essere esclusi;
• il recupero di infrastrutture e strutture esistenti,
quali sentieri, strade storiche, alzaie, linee ferroviarie dismesse,
strade rurali minori, per la realizzazione dei percorsi e delle
strutture di servizio (luoghi di sosta e ristoro, punti informativi,
ecc.);
• l'integrazione con l'ambiente naturale, che permette
alle greenways di offrire un accesso rispettoso alle aree di particolare
bellezza naturale e di svolgere un'importante funzione educativa
consentendo una conoscenza e una fruizione sostenibile del territorio.
In tale contesto, l'idea di greenway supera quella di una
semplice pista ciclabile incorporando aspetti molteplici come la
valorizzazione e la riqualificazione delle risorse naturali, la
promozione di uno sviluppo sostenibile e di un turismo
naturale-culturale, il recupero dei paesaggi degradati e lo sviluppo
armonico delle città, rivolgendosi non solo ai ciclisti ma a tutti gli
utenti non motorizzati.
Come detto, spesso le greenways sono anche reti
ecologiche, ma non sempre è così. Esistono infatti percorsi che
attraversano centri storici ricchi di storia e cultura ma del tutto
privi di valenza ecologica, ciò nonostante rientrano tra le greenways;
nei casi in cui i percorsi si sviluppino lungo corsi d’ acqua o aree con
vegetazione naturale, allora le vie verdi assumono anche funzione
ecologica. Larghezza, connettività, tipo di vegetazione e di matrice in
cui il percorso si inserisce, sono le stesse caratteristiche che
identificano un corridoio compreso in una rete ecologica, quindi le
greenways possono svolgere le stesse funzioni dei corridoi ecologici
(habitat, barriera, filtro, sorgente, bacino, conduzione), spesso
ricoprendo il ruolo di bio-corridoi che permettono l’ espansione della
vegetazione e il movimento degli animali.
Un corso d’ acqua rappresenta di per sè un elemento
fondamentale, un ambito ideale per la realizzazione di un percorso verde
importante sia per l’ utilizzo da parte dell’ uomo sia per la sua
funzione ambientale. La vegetazione disposta lungo le rive del corso
funge da filtro tra l’ acqua e il territorio circostante, regola la
temperatura dell’ acqua, mitiga l’ impatto negativo delle attività
antropiche sull’ acqua, contribuisce al consolidamento del terreno,
rallenta la velocità di scorrimento e riduce l’ erosione del suolo.
L’ uomo può sfruttare questa utile presenza di verde
utilizzandola come direttrice di un percorso turisticamente fruibile e
con notevole valenza ecologica; la figura riportata qui sopra illustra
una possibile soluzione di greenway lungo un corso d’ acqua, proponendo
delle misure di ampiezza indicative e non vincolanti, che dipendono da
numerosi fattori e che sono molto variabili tra un percorso e un altro e
tra i vari tratti di un singolo percorso.
Se ci si trova di fronte alla necessità di superare zone
umide, paludose o ad elevata bellezza paesaggistica e naturalistica, si
ricorre spesso all’ uso di passerelle sospese che concedono un punto di
vista maggiormente appagante ed esaustivo.
Le greenways sono progettate e costruite per ciclisti,
pedoni, sciatori di fondo, pattinatori, cavalieri, disabili su
carrozzina. E’ importante capire quali tipologie di utenti possono
sfruttarle, tenendo conto delle diverse esigenze di ognuna di esse; la
progettazione deve dunque considerare tutti gli aspetti relativi a
materiali, pendenze e dimensioni dei tracciati, pavimentazioni,
attrezzature lungo il percorso (fontanelle d’ acqua potabile, arredi,
aree di sosta), segnaletica, sicurezza e comfort.
L’ottica delle reti ecologiche e delle greenways non sarà
dunque solo quella della conservazione della natura residua, ma anche, e
soprattutto, la ricostruzione di nuove unità ecosistemiche
(neo-ecosistemi) in grado di svolgere funzioni polivalenti, utili ad un
nuovo modello di sviluppo che eserciti livelli minori di pressione
sull’ambiente naturale ed antropico e che fornisca risorse rinnovabili.
Una rete, per essere considerata efficiente e capace di svilupparsi,
deve essere gestita in modo razionale e cooperativo da tutti gli attori
coinvolti, prima di tutto stabilendo concetti, obiettivi e normative
comuni a tutti, per poi individuare gli spazi e le modalità con cui
agire.
(Gen.2010)
Filippo Budelli |