I RAGGI U.V.
di Maurizio
Partini
L'ozono presente nella
stratosfera costituisce uno scudo protettivo contro la maggior parte dei
raggi UV provenienti dal sole filtrandoli prima che questi raggiungano
la popolazione.
Negli ultimi decenni la
concentrazione di ozono nella stratosfera ha cominciato ad
assottigliarsi, una delle cause di questa alterazione è attribuibile
all'effetto di inquinanti prodotti dalle attività dell’uomo e rilasciati
in atmosfera.
La diminuzione della
concentrazione di ozono nella stratosfera non è stata rilevata in modo
uniforme intorno al globo, esso risulta particolarmente rarefatto in
corrispondenza del Polo Sud e per questo motivo è entrato nell’uso
dialettico corrente il termine “buco nell’ozono”.
Lo strato di ozono
risulta particolarmente importante per la salute umana in quanto i raggi
UV sono così energetici da poter scomporre molecole come quella del DNA.
La radiazione UV se non convenientemente filtrata può far insorgere
sugli umani malattie come i tumori della pelle, malattie delle cataratte
e deficienze immunitarie, oltre che provocare danni alle specie
vegetali e agli ecosistemi acquatici: i raggi solari non filtrati
inibiscono gradualmente la fotosintesi clorofilliana, con conseguente
minore crescita delle piante e minore produzione di fitoplancton
oceanico, il primo anello della catena alimentare marina.
I raggi
ultravioletti coprono
l'intervallo di spettro elettromagnetico da 100 a 400 nm. e sono
classificati in base alla loro lunghezza d'onda in:
-
raggi UVA da 315 a 400 nm;
-
raggi UVB da 280 a 315 nm;
-
raggi UVC da 100 a 280 nm.
I raggi UVC e gran parte
degli UVB vengono assorbiti dai componenti dell'atmosfera terrestre:
ozono, ossigeno, vapore acqueo, così che, al suolo giungono
fondamentalmente raggi UVA con una bassa percentuale di raggi UVB.
La progressiva riduzione e poi il divieto
d’uso di
clorofluorocarburi
(CFC), gas brevettati nei primi decenni del secolo scorso e da allora
prodotti e utilizzati in grandi quantità come refrigeranti per impianti
frigoriferi e condizionatori d'aria, propellenti per bombolette di
aerosol e come agenti schiumogeni, sembra poter migliorare il fenomeno
del “buco nell’ozono”.
Come dicevamo
l’esposizione umana alle radiazioni UV può provocare effetti acuti e
cronici sulla pelle, sugli occhi e sul sistema immunitario. Negli ultimi
30 anni, in tutto il mondo, è stato osservato un notevole aumento
dell'incidenza dei tumori della pelle nelle popolazioni di pelle chiara.
Non abbiamo ad oggi evidenze scientifiche che avvalorino il nesso
causale fra il deterioramento dello strato di ozono e l’insorgenza di
queste malattie mentre è una certezza che lo stile di vita delle
popolazioni abbia influito negativamente su tali patologie.
Le abitudini scorrette
di lunghe esposizioni alle radiazioni ultraviolette solari durante le
vacanze e l'opinione diffusa secondo la quale l'abbronzatura, anche
invernale, è alla moda e salutare, hanno condotto le popolazioni dei
paesi più ricchi ad un costante aumento di esposizione ad UV.
Nell’attesa di poter
riunire i risultati di studi separati delle varie comunità scientifiche
nonché di ARPA ed AUSL, indagini volte alla quantificazione dei vari
gradi di esposizione ad UV in sede ambientale (sole) ed in sede
professionale o comunque su richiesta (lampade), è necessario adottare,
con urgenza, programmi educativi mirati ad accrescere nell'opinione
pubblica, la consapevolezza degli effetti nocivi delle radiazioni UV, e
ad incoraggiare cambiamenti nello stile di vita che arrestino il
continuo aumento dei casi di tumore cutaneo e di malattie degli occhi.
In Francia l’uso di
lampade abbronzanti è vietato ai minori e la Gran Bretagna si sta
allineando ai transalpini. L’allerta arriva anche dalla IARC (Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro) che fin dal 1992 ha
classificato le radiazioni UV nella categoria di rischio 1: cancerogeni
per gli esseri umani (precedentemente erano in categoria 2:
potenzialmente cancerogeni), mentre la rivista medica Lancet Oncology
precisa che l’esposizione ad UV prima dei 30 anni aumenta del 75% il
rischio di sviluppare un melanoma.
Ogni anno nel mondo,
secondo dati OMS, insorgono tra i due e i tre milioni di tumori della
pelle di tipo non-melanoma e approssimativamente 130.000 di casi di tipo
melanoma seguendo un trend in crescita dal 1970.
Il melanoma in Italia fa
registrare ogni anno circa 7.000 morti cioè quasi il 15% in più di dieci
anni fa.
Mentre non è stato
ancora possibile stabilire una soglia di induzione per gli effetti a
lungo termine da esposizione ad UV (per esempio la soglia di insorgenza
di tumori cutanei), è stato abbastanza semplice determinare
l’esposizione efficace di soglia per l’insorgenza di fenomeni a breve
termine quale l’eritema solare. L’eritema è la risposta biologica di
natura infiammatoria che si manifesta con arrossimento della pelle in
seguito a reazioni fotochimiche dovute ad esposizione ad UVB – UVC
(180/325 nm).
Si è convenuto che
l'eritema è presente quando si manifesta un arrossamento appena
osservabile, il metodo per quantificare il fenomeno ha portato
all'introduzione di una grandezza dosimetrica particolare, la Dose
Eritemigena Minima, o MED (acronimo di Minimal Erythemal Dose).
La MED corrisponde
perciò alla dose di radiazione UV che provoca il minimo arrossamento
osservabile da un occhio esperto sulla pelle esposta.
Uno studio condotto
dall’ISPESL su lavoratori outdoor agricoli operanti nella campagna
Senese ha dimostrato che già nel mese di Aprile la MED dei lavoratori
campionati, superava di 6 ÷ 30 volte la MED di soggetti caucasici
debolmente pigmentati. Il lavoro ha accertato che alle nostre latitudini
l’esposizione ambientale ad UV da radiazione solare per i lavoratori
agricoli outdoor è già elevata nei mesi primaverili, che l’insorgenza
dell’eritema cutaneo e l’aumento dei radicali liberi è correlato
direttamente alla dose efficace dell’esposto mentre sempre alla dose
efficace può essere correlata l’insorgenza di patologie a lungo termine
( es. tumorali) ma non la loro gravità che ha carattere stocastico.
L'industria
dell'abbronzatura artificiale della pelle si è sviluppata enormemente
nell’ultimo trentennio, spinta dal cambiamento degli stili di vita e
delle mode, il massimo del suo sviluppo coincide paradossalmente con la
dimostrazione scientifica che è in atto una riduzione dell’effetto
filtro portato dallo strato di ozono nella stratosfera, e con l’evidenza
clinica degli effetti negativi a lungo termine dei raggi UV.
L’aspetto
contraddittorio ed edonistico della società dell’apparenza evidenzia che
mentre ci tuffiamo negli integratori alimentari, nelle sostanze
antiossidanti, nelle “polverine” per l’eliminazione dei radicali liberi,
parallelamente usiamo ed abusiamo del succedaneo solare: le lampade
abbronzanti. Nelle cosiddette lampade UVA ad alta pressione
l'abbronzatura dovrebbe essere prodotta dalla sola componente UV-A., la
componente maggiormente pigmentogena e quindi apprezzata dall’utente. I
filtri del solarium hanno la funzione di eliminare le componenti UV-B,
UV-C e IR e quindi sono le caratteristiche dei filtri che determinano lo
spettro effettivo di questo tipo di sorgente nelle applicazioni
cosmetiche e che fanno l’effetto del corrispettivo filtro naturale
atmosferico.
La rottura del filtro,
il suo deterioramento o la sua sostituzione con un altro avente diverse
caratteristiche di trasmissione spettrale comporta un cambiamento delle
caratteristiche effettive della sorgente radiante e la conseguente
possibilità che si verifichino effetti indesiderati o danni come eritema
ed ustioni cutanee. Nelle apparecchiature per l’abbronzatura artificiale
che utilizzano lampade UV-A ad alta pressione l'intensità della
radiazione può essere anche da 5 a 10 volte superiore al valore massimo
della UV-A solare alla nostra latitudine con le conseguenze immaginabili
per gli esposti.
Pe i
motivi sopra esposti l’Azienda USL 7 di Siena ed in particolare la
Sezione Agenti Fisici del Dipartimento della Prevenzione, ha elaborato
uno studio di disciplinare da proporre alla Regione Toscana per
l’emanazione di linee guida da applicare nei centri di abbronzatura,
allo scopo di fornire un indirizzo applicativo che orienti esercenti ed
utilizzatori ad un uso consapevole di lampade e lettini solari, al fine
di prevenire il più possibile condizioni espositive maggiormente
rischiose ed i conseguenti danni sulla salute dei soggetti esposti, in
linea con le raccomandazioni emanate in materia dalle principali
organizzazioni internazionali a tutela della salute. Inoltre qualsiasi
impiego di tali apparecchiature con finalità terapeutiche deve avvenire
unicamente in strutture sanitarie.
Indirizzi per un
corretto impiego di lampade e lettini solari
Tabella 1 – Principali effetti sulla salute da esposizione a Radiazione
UV e Visibile
Regione spettrale |
Occhio |
Pelle |
Ultravioletto C
(da 100 nm a 280
nm) |
Fotocheratite
Fotocongiuntivite |
Eritema
(scottatura
della pelle) |
Tumori cutanei
Processo
accelerato di invecchiamento della pelle |
Ultravioletto B
(da 280 nm a 315
nm) |
Ultravioletto A
(da 315 nm a 400
nm) |
Cataratta
fotochimica |
Reazione di
fotosensibilità |
Visibile
(da 400 nm a 780
nm) |
Lesione
fotochimica e termica della retina |
Bruciatura della
pelle |
Sono particolarmente a
rischio di effetti nocivi per la salute, e perciò non dovranno
utilizzare lampade ed apparecchiature abbronzanti, tutti coloro che
appartengono alle seguenti categorie:
·
donne in
gravidanza: si ricorda che ai sensi del D.lgs 81/2008 Titiolo VIII capo
V l’esposizione a valori di UV superiori ai valori limite è
espressamente vietata per le lavoratrici in gravidanza. Tali valori
limite risultano superati soltanto dopo pochi minuti di esposizione a
qualsiasi lampada abbronzante. Di ciò dovranno essere portate a
conoscenza le lavoratrici dei centri di estetica.
·
minorenni;
·
albini e individui di fototipo 1 (soggetti con pelle
molto chiara, occhi e capelli chiari che si scottano al sole o alle
lampade e non si abbronzano mai o difficilmente); persone il cui colore
naturale di capelli sia rosso; persone che hanno predisposizione alle
lentiggini;
·
i portatori di malattie del collagene (Sclerodermia e
Lupus Eritematoso nelle sue varie forme, dermatomiosite, poliartrite
nodosa, sindrome di Wegener, sindrome antifosfolipidi, ecc.);
·
i soggetti
in trattamento cronico o ciclico con farmaci fotosensibilizzanti (quali
ad esempio: antibiotici come le tetracicline ed i fluorochinolonici;
antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene ed il naprossene;
diuretici come la furosemide; ipoglicemizzanti come la sulfonilurea;
psoraleni; acido retinoico; acido aminolevulinico, neurolettici come le
fenotiazine; antiaritmici come l’amiodarone);
·
i soggetti
affetti da alterazioni dell’iride (colobomi, aniridie) e della pupilla
(midriasi, pupilla tonica);
·
i soggetti
portatori di drusen (corpi colloidi) per rischio associato a luce blu
intensa emessa dalle lampade ;
·
soggetti
che abbiano lesioni cutanee maligne o pre-maligne;
·
soggetti
affetti da patologie cutanee fotoindotte o fotoaggravate, per
esposizioni a radiazioni UV e IR; persone che hanno sulla pelle chiazze
decolorate anormali
·
soggetti
affetti da xeroderma pigmentosus;
·
Devono inoltre essere cautelativamente considerati
particolarmente sensibili al danno retinico di natura fotochimica i
soggetti i che hanno subito un impianto IOL (Intra Ocular Lens;
“cristallino artificiale”). Si ricorda che occhiali protettivi non
muniti di protezione laterale non proteggono sufficientemente l’occhio
da radiazione UV da direzione obliqua.
Se una persona per cui
non siano riscontrate le controindicazioni precedentemente elencate
decide di utilizzare le apparecchiature abbronzanti, bisogna che siano
adottate le misure idonee a ridurre il rischio ai livelli più bassi
possibili, secondo quanto indicato dalle raccomandazioni e linee guida
nazionali ed internazionali (ISS, OMS, ICNIRP).
Raccomandazioni pratiche per l’utente/utilizzatore finale
a.
Gli effetti dell’esposizione alla luce
solare, o a fonti di luce artificiale che simulano quella solare,
dipendono dalla qualità e dalla quantità delle radiazioni, così come
dalla sensibilità cutanea dell’individuo. Dai dati di letteratura
scientifica internazionale è assodato che i seguenti soggetti hanno
controindicazione assoluta al trattamento con lampade e lettini solari
per scopi estetici: Minori di 18 anni, donne in gravidanza, albini,
soggetti di fototipo 1 e 2. Tali soggetti quindi non dovranno
sottoporsi a trattamento con lampade e lettini abbronzanti per l’alto
rischio associato all’esposizione a radiazione UV.
b.
Inoltre i soggetti con controindicazione
all’esposizione cui alle precedenti note non dovranno sottoporsi a
trattamento con lampade abbronzanti.
c.
Fermo restando quanto espresso in a) e
b) prima del trattamento ogni utente dovrebbe sottoporsi ad una visita
dermatologica per valutare le caratteristiche peculiari della propria
pelle, l’opportunità d’impiego dei lettini solari e, se necessario,
programmare esposizioni alle lampade che non eccedano la dose minima di
radiazioni che provoca eritema, diversa per ogni utente.
d.
Non utilizzare lettini solari mentre si
assumono farmaci o si impiegano cosmetici che potrebbero aumentare la
sensibilità individuale alle radiazioni UV. Nel dubbio, farsi
consigliare dal medico. Si riporta in tabella un elenco, da ritenersi
non esaustivo, di agenti fotosensibilizzanti.
Tabella 1: Agenti fotosensibilizzanti (da ICNIRP, 2004).
Agenti |
Incidenza |
Tipo di
reazione |
Intervallo
delle lunghezze
d'onda
efficaci |
Agenti
fotosensibilizzanti dopo somministrazione locale |
Solfonammidi
e prodotti chimici associati (schermi solari, sbiancanti
ottici) |
n.d.* |
fototossica
e fotoallergica |
290 - 320 nm |
Disinfettanti (composti di salicilanilide in saponi e
deodoranti) |
n.d. |
fototossica
e fotoallergica |
290 - 400 nm |
Fenotiazine
(creme, coloranti e insetticidi) |
n.d. |
fototossica
e fotoallergica |
320 nm -
Visibile |
Coloranti |
n.d. |
fototossica
iperpigmentazione |
Visibile |
Catrame di
carbone e derivati (composti fenolici) |
n.d. |
fototossica |
340 - 430 nm |
Oli
essenziali (profumi e acque di colonia) |
n.d. |
fototossica
iperpigmentazione |
290 - 380 nm |
Composti
furocumarinici (psoraleni) |
n.d. |
fototossica
iperpigmentazione |
290 - 400 nm |
Solfuro di
cadmio (tatuaggi) |
n.d. |
fototossica |
380 - 445 nm |
Agenti
fotosensibilizzanti dopo somministrazione orale o
parenterale |
Amiodarone |
Alta |
fototossica |
300 - 400 nm |
Diuretici a
base di tiazide |
Media |
fotoallergica |
300 - 400 nm |
Clorpromazina e fenotiazine associate |
Media |
fototossica
e fotoallergica |
320 - 400 nm |
Acido
nalidixico |
Alta |
fototossica |
320 - 360 nm |
Farmaci
antinfiammatori non steroidei |
Bassa |
fototossica
e fotoallergica |
310 - 340 nm |
Protriptilina |
Alta |
fototossica |
290 - 320 nm |
Psoraleni |
Alta |
fototossica |
320 - 380 nm |
Sulfamidici
(batteriostatici e antidiabetici) |
Bassa |
fotoallergica |
315 - 400 nm |
Tetracicline
(antibiotici) |
Media |
fototossica |
350 - 420 nm |
|
|
|
|
|
|
*n.d. = non disponibile
e.
Prima dell’esposizione, rimuovere bene i
cosmetici, rimuovere le lenti a contatto e non applicare nessuna crema
protettiva solare, né prodotti che possono aumentare o accelerare
l’abbronzatura.
f.
Utilizzare sempre gli occhialini
protettivi forniti. (gli occhiali da sole non sostituiscono gli occhiali
protettivi).
g.
Proteggere dall’esposizione le parti
sensibili della pelle quali: genitali, cicatrici e tatuaggi
h.
Far passare almeno 48 ore tra le prime 2
esposizioni.
i.
Non prendere il sole ed utilizzare il
lettino solare nello stesso giorno.
j.
Seguire attentamente le raccomandazioni
riguardanti la durata delle esposizioni, gli intervalli fra le
esposizioni e le distanze dalla lampada.
k.
L’abbronzatura ottenuta dalla lampada UV
non previene né è in grado di proteggere la pelle dalle scottature
dovute all’esposizione solare
l.
Chiedere il consiglio del medico se si
sviluppano sulla cute persistenti alterazioni (macchie, nei, etc.)
m.
In caso di malattie dermatologiche acute
o croniche, consultare il proprio medico prima di decidere di esporsi
alla seduta.
n.
Le lampade e i lettini solari utilizzati
a domicilio non sono sottoposti allo stesso livello di controlli di
quelle impiegate negli esercizi commerciali sotto adeguata supervisione
delle autorità competenti. Pertanto, il venditore o il fornitore
dell’attrezzatura deve fornire adeguate informazioni tecniche e quelle
riguardanti la sicurezza di tali apparecchiature abbronzanti. Si ricorda
che gli apparecchi utilizzati per questa finalità non possono che essere
di tipo 3 (CEI EN 60335-2-27).
o.
I danni alla pelle possono essere
prodotti in modo acuto/immediato, ma anche in modo cronico/cumulativo, e
perciò l’utente dovrebbe tenere sempre a disposizione una scheda
attestante il numero e la durata delle esposizioni a fonti di radiazione
ultravioletta artificiale, e le eventuali reazioni avverse. In
particolare, sarà indispensabile la preventiva autorizzazione medica per
riprendere le sedute dopo una reazione di eritema intenso e/o prurito
dalla precedente seduta.
Raccomandazioni pratiche per l’operatore
Non
devono essere sottoposti a trattamenti con lampade UV per uso estetico:
·
i minori di 18 anni;
·
le donne in gravidanza;
·
gli albini e soggetti di fototipo 1 e 2
·
i soggetti con controindicazione all’esposizione indicati
in precedenza
a.
Le apparecchiature UV devono essere
tali da non emettere radiazioni UV che abbiano un’irradiazione efficace
totale superiore a 0.3 W/m2, ponderata conformemente allo
spettro d’azione dell’eritema.
b.
Le ditte costruttrici e i rivenditori
devono fornire le tabelle sui tempi di esposizione basate sulle
caratteristiche delle lampade delle apparecchiature abbronzanti.
c.
Le apparecchiature abbronzanti devono
essere munite di un interruttore programmabile a tempo.
d.
Devono essere messi a disposizione dei
clienti occhiali protettivi con caratteristiche idonee per la loro
utilizzazione durante le sedute abbronzanti.
e.
Non si devono fornire ai clienti, né si
devono loro consigliare, prodotti che abbiano lo scopo di aumentare o
accelerare l’abbronzatura.
f.
Gli operatori addetti devono ricevere
un’istruzione adeguata sui rischi e sul corretto impiego delle
apparecchiature UV, comprovata da attestato, anche in relazione agli
obblighi di formazione dei lavoratori che impieghino sorgenti di
radiazione ottica artificiale prescritti dal decreto legislativo 81/2008
titolo VIII capo V.
g.
È responsabilità degli operatori
professionali fornire al cliente informazioni e istruzioni su come usare
in modo sicuro le apparecchiature abbronzanti.
h.
L’operatore deve informare adeguatamente
il cliente dei rischi derivanti dall’esposizione, e in presenza di
fattori di rischio quali, per esempio, molti nei e/o storia familiare
e/o personale di tumori cutanei, consigliare una visita specialistica
dermatologica.
i.
In occasione della prima seduta il
gestore deve consegnare, al cliente che ne risulti sprovvisto, una
scheda individuale per la valutazione dell’esposizione cumulativa alle
radiazioni ultraviolette artificiali. Tale scheda dovrà riportare il
numero e la durata delle esposizioni, le eventuali reazioni avverse, e
il tipo di apparecchiatura utilizzata.
j.
Il tempo di esposizione raccomandato per
la prima seduta per una pelle non abbronzata deve corrispondere ad una
dose non superiore a 100 Jeff/m2 .
k.
La dose massima annuale da non superare
è di 15 kJ/m2.
l.
Poiché la fotosensibilità degli
individui varia considerevolmente, è consigliabile limitare la durata
della prima seduta a circa la metà di quella di una seduta regolare, al
fine di valutare la risposta della pelle. Se dopo la prima seduta si
manifesta qualche reazione cutanea anomala, un ulteriore uso del lettino
solare è sconsigliato. Far comunque passare almeno 48 ore fra le prime 2
esposizioni.
m.
Le apparecchiature abbronzanti collocate
in alberghi o in centri ricreativi devono sottostare agli stessi
controlli e modalità di impiego di quelle utilizzate presso centri
estetici.
Rif.
Documentali:
·
ISPESL 2009 (Sisto ed altri: La
valutazione quantitativa dell’esposizione personale a radiazione UV per
lavoratori e popolazione)
·
ISS (lavori 1995-2003)
·
ARPA Regione Emilia Romagna
·
ARPAT Regione Toscana
·
AUSL 7 Siena (I. Pinto – Dip.
Prevenz. Agenti Fisici)
·
www.who.int/uv/publications/en/Intersunguide.pdf
Maurizio Partini |