IL RAPPORTO UOMO-AMBIENTE
Lo sfruttamento agricolo nel corso della storia
di Giuseppe Conte
L’ambiente è un
complesso sistema in cui nel corso dei millenni l’uomo si è adattato ed
ha apportato continue modifiche e trasformazioni.
Tali trasformazioni
si sono rese necessarie per colmare le esigenze che esso ha sempre
avuto, fin dalla sua comparsa sul pianeta.
Tuttavia nel corso
di migliaia di anni, l’uomo ha prima circoscritto lo spazio di cui
necessitava, intaccando solo quello utile alla sua sopravvivenza.
Col passare dei
secoli ha radicalmente trasformato la superficie del pianeta,
riservandosi buona parte dello spazio che un tempo era selvaggio e non
dominabile.
Agli inizi traeva
dagli spazi naturali, solo il suolo che si rendeva necessario per
l’agricoltura e l’allevamento.
Tuttavia questo tipo
di sfruttamento non incideva in maniera drastica sull’intero sistema
ambientale.
Ma spostandoci nel
tempo, fino a giungere agli ultimi secoli, la situazione è notevolmente
cambiata.
A partire dalla fine
del millennio scorso, l’uomo ha preteso dalla natura la sottrazione di
spazi sempre più consistenti, riducendo notevolmente l’ambiente
naturale.
L’impatto di questo
uomo, sempre più esigente, ha completamente distrutto buona parte di ciò
che un tempo era patrimonio indiscutibile della natura.
Ciò però, si è
determinato non solo per il continuo e sconsiderato sfruttamento del
suolo, ma anche per il costante e consistente aumento della popolazione,
la quale necessita sempre più di un maggiore numero di risorse.
Questo di
conseguenza porta a rendere coltivabili e sfruttabili sempre più
territori e per fare questo a rimetterci è l’ambiente.
Spesso però, l’uso
che l’uomo ha fatto dell’ambiente, si è mostrato dannoso e
irrecuperabile.
Oggi come nei secoli
passati, e nelle varie ere storiche, l’uomo ha bonificato il territorio
per renderlo produttivo.
Ma se dapprima lo
faceva in modo naturale senza danneggiare il sistema, oggi per le troppe
pretese e l’uso di nuovi agenti, ha comportato che intere aree un tempo
coltivabili, oggi si stanno via via desertificando.
E purtroppo il
fenomeno è destinato a crescere in modo piuttosto rapido, compromettendo
non solo l’esistenza dell’ambiente ma anche il futuro dell’uomo e della
sua vita, visto che, così facendo, rende il suolo improduttivo.
Inoltre, queste
cause e relative conseguenze non si limitano a danneggiare solamente
l’uomo e mettere in pericolo la sua stessa sopravvivenza; infatti
comportano anche la scomparsa oltre che di buona parte della flora,
anche della fauna.
Basti pensare al
disboscamento.
Esso è la causa di
diversi danni al sistema ambiente.
Il “disboscamento”
comporta notevoli conseguenze d’indubbia pericolosità:
- anzitutto priva il
pianeta dei grandi spazi naturali e dei cosiddetti “polmoni verdi”, i
quali generano l’ossigeno indispensabile per la sopravvivenza di
qualsiasi specie vivente;
- lo stesso disboscamento
provoca l’estinzione di piante e animali.
Infatti, sottraendo
habitat a determinate specie, esse di conseguenza non riuscendo ad
adattarsi altrove, finiscono con il passare del tempo per scomparire del
tutto, e quindi arrivare all’irrecuperabile “estinzione”, come è già
avvenuto da diverso tempo, per numerose specie sia vegetali che animali;
- e ancora, i territori
privati della loro vegetazione autoctona, finiscono con il
desertificarsi, poiché, spesso, gli spazi privati di questo bosco
vengono adibiti a pascoli o terreni agricoli e non in modo ragionato.
Infatti, lo
sfruttamento avviene senza alcuna tutela, e l’uso di prodotti dannosi,
rende i suddetti territori sempre più “malati”, portandoli col tempo
alla sterilità totale ed alla loro desertificazione.
A questo fenomeno,
incide in modo cospicuo, anche un’altra problematica: si tratta degli
incendi, spesso dolosi, i quali senza alcun riguardo provocano danni
notevoli all’ecosistema tutto.
Ma quali potrebbero
essere le soluzioni mirate ad impedire il continuo danneggiamento del
pianeta?
Sicuramente chi è
che decide le sorti della terra è senza dubbio l’uomo, il quale dovrebbe
trovare una alternativa per non compromettere la sua stessa esistenza.
Ad esempio, per
quanto riguarda l’agricoltura, ritornare in un certo senso a metodi più
“arcaici o primitivi”, se così li volgiamo definire, ossia a quei metodi
che non richiedono l’uso di agenti chimici, ma si limitano a ciò che la
natura offre.
Potenziando questo
sistema, a guadagnarci non è soltanto l’ambiente, ma è l’uomo stesso,
poiché potrebbe contare sulla qualità di ciò che produce e su tutti i
benefici che ne derivano.
Inoltre questo
comporterebbe la diminuzione del disboscamento (quello dettato per la
ricerca di spazi coltivabili), visto che uno “sfruttamento ragionevole
del suolo”, comporterebbe una durata maggiore nel tempo, senza
richiedere nuovi spazi vergini, evitando di danneggiare e privare
ulteriormente l’ambiente, dei suoi territori.
Purtroppo, tirando
le somme, ci rendiamo conto che allo stato attuale, sono già stati fatti
grossi danni all’ambiente, ma ciò non significa che non si possa
rimediare, anzi è cosa fattibile e assolutamente non più rinviabile ad
un prossimo futuro, per non rendersi conto troppo tardi di quello che si
perde e non sarà più reperibile, mettendo a rischio le generazioni
future dell’intera umanità, ma anche quelle delle altre specie animali e
non dimentichiamo le specie vegetali: anche loro sono utili all’uomo e
sono parte integrante del sistema ambiente.
Ma come possiamo
attivarci?
Basta adoperarsi da
subito e sensibilizzare l’intera popolazione umana.
Renderla partecipe
di quello che ne deriva da una situazione di equilibrio fra uomo e
ambiente, e soprattutto far capire che cosa ci aspetta se si continua a
sfruttare il territorio in questo modo.
Spesso si crede che
quel futuro in cui il pianeta sarà in buona parte devastato, sia
decisamente lontano, ma se non si pone un freno a questo tipo di
organizzazione insensata, esso arriverà in tempi brevi, lasciandoci con
l’impossibilità di tornare indietro e accorgendoci troppo tardi dei
danni che abbiamo causato.
A questo punto direi
che è il caso di riflettere tutti insieme e cercare soluzioni utili e
mirate ad una serena e tranquilla sopravvivenza dell’intero pianeta.
(Mag.2010)
Giuseppe Conte |