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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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IL RECUPERO DELL'OLIO VEGETALE. I BIOLIQUIDI

di Anna Milone

 

Il termine ambiente può essere inteso con più significati, un significato che può variare da un contesto ad un altro.

Può indicare lo spazio che circonda le cose o le persone nel mondo in cui si muovono o può essere l'insieme di tutte le condizioni che permettono la vita degli esseri viventi.

Si sono susseguite diverse teorie per dare maggiore attenzione alle questioni ambientali, fino al riconoscimento di un diritto all'ambiente, ponendo lo stesso tra i diritti fondamentali dell'umanità.

Con questo nuovo modo di tutelare l'ambiente che circonda ogni individuo fu istituita nel 1986, una legge che definì l'ambiente un bene pubblico. Con due sentenze storiche si definì il bene ambientale come un bene immateriale unitario qualificandolo come valore primario ed assoluto.

Ad oggi i principi fondamentali in materia ambientale sono quattro:

chi inquina paga

prevenzione

precauzione

sviluppo sostenibile

 

Tra il recupero dei rifiuti e il loro utilizzo per uno sviluppo sostenibile troviamo la raccolta dell'olio esausto vegetale (olio fritto).

Perchè raccogliere gli oli esausti vegetali?

L'olio alimentare esausto è un residuo che proviene dalla frittura di oli di semi vegetali, più raramente da olio d'oliva. Le alte temperature a cui viene sottoposto causano una modifica della sua struttura polimerica, si ossida e assorbe le sostanze inquinanti derivanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari. La sostanza residua ha l'aspetto di un fluido viscoso e denso, di colore da giallo a rosso-bruno e un odore abbastanza sgradevole, ha perso tutto dell'originale purezza e genuinità: si è trasformato in un rifiuto speciale, causa di grave inquinamento qualora non venga effettuato un corretto smaltimento e se disperso nell'ambiente.

Bisogna quindi prestare molta attenzione alla gestione del rifiuto, non è possibile abbandonarlo nel suolo e/o nel sottosuolo o anche smaltirlo nelle acque superficiali e sotterranee attraverso la rete fognaria, anche in presenza di depuratori.

Basti pensare che un litro di olio esausto vegetale versato nell'acqua produce una sottile pellicola, di circa un chilometro quadrato, che impedisce l'ossigenazione di flora e fauna provocandone la morte.

 

Opportunamente trattato, invece, può essere riutilizzato come base per oli lubrificanti, avviato alla produzione di asfalti e bitumi, o impiegato per produrre mastici, coloranti e saponi industriali.

Recuperare l'olio vegetale esausto migliora la qualità dell'ambiente e porta un risparmio energetico.

Il rifiuto si trasforma in risorsa: l'olio rigenerato costituisce anche la base per la produzione di biodiesel.

Il biodiesel è un prodotto naturale utilizzabile come carburante in autotrazione e come combustibile nel riscaldamento.

Il biodiesel è ottenuto da fonti rinnovabili ed è un combustibile con caratteristiche simili a quelle del gasolio, con la differenza che quest'ultimo è derivato dal petrolio.

Rispetto al gasolio non è esplosivo, è biodegradabile e atossico e riduce del 50% circa le emissioni di ossido di carbonio e di quasi l'80% quelle di anidride carbonica.

Il fabbisogno energetico del paese è in continuo aumento. Nell'Unione Europea il mercato ammonta a circa 1,370 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti del petrolio) dei quali effettivamente il 42% derivanti da petrolio e la rimanente parte fornita dal gas naturale, dai combustibili solidi e da altre fonti.

Inoltre l'uso del biodiesel nei motori riduce in gran quantità l'ossido di carbonio, gli idrocarburi incombusti e la fumosità.  Le emissioni sono nettamente inferiori per il biodiesel, mentre le emissioni di ossidi di zolfo sono sempre nulle. La produzione di anidride carbonica è azzerata.

I biocarburanti possono costituire una valida alternativa ecocompatibile ai combustibili fossili.

Entro il 2020 l'UE si è prefissata di aumentare almeno del 10% la quota di energie rinnovabili nel settore dei trasporti. I biocarburanti utilizzati per raggiungere tale obbiettivo devono soddisfare specifici requisiti di sostenibilità. Pertanto i biocarburanti non possono essere originati da prodotti di aree ad elevata biodiversità, come aree protette, oppure aree ad alta concentrazione di carbonio, come foreste e praterie.

Per questo motivo si sono stabiliti standard di sostenibilità senza eguali.

I sistemi di certificazione riconosciuti a livello Europeo fanno in modo che tali standard siano raggiunti grazie a metodi di gestione esemplari in termini di trasparenza ed affidabilità

I criteri di sostenibilità hanno pertanto lo scopo di distinguere quei biocarburanti di cui è possibile dimostrare un valore ambientale e sociale, poiché il loro utilizzo porta ad una riduzione di gas a effetto serra, rispettando i terreni ed evitando un impatto sui prodotti agricoli destinati alla produzione alimentare.

Detti criteri si applicano anche ai bioliquidi per evitare che i prodotti che sarebbero stati utilizzati come biocarburanti e che non soddisfano tali criteri,siano utilizzati come bioliquidi.

Gli operatori economici della filiera dei biocarburanti e bioliquidi possono dimostrare di essere conformi ai requisiti di sostenibilità grazie all'ottenimento di una certificazione di conformità il certificato di conformità della sostenibilità dei biocarburanti garantisce l'attendibilità sia delle informazioni volte alla dimostrazione del rispetto dei criteri di sostenibilità sia delle informazioni ambientali e sociali fornite dagli operatori economici appartenenti alla filiera di produzione del biocarburante o bioliquido.

Anna Milone

 

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