IL RECUPERO DELL'OLIO VEGETALE.
I BIOLIQUIDI
di Anna Milone
Il termine ambiente può essere inteso con
più significati, un significato che può variare da un contesto ad un
altro.
Può indicare lo spazio che circonda le cose
o le persone nel mondo in cui si muovono o può essere l'insieme di tutte
le condizioni che permettono la vita degli esseri viventi.
Si sono susseguite diverse teorie per dare
maggiore attenzione alle questioni ambientali, fino al riconoscimento di
un diritto all'ambiente, ponendo lo stesso tra i diritti fondamentali
dell'umanità.
Con questo nuovo modo di tutelare l'ambiente
che circonda ogni individuo fu istituita nel 1986, una legge che definì
l'ambiente un bene pubblico. Con due sentenze storiche si definì il bene
ambientale come un bene immateriale unitario qualificandolo come valore
primario ed assoluto.
Ad oggi i principi fondamentali in materia
ambientale sono quattro:
chi inquina paga
prevenzione
precauzione
sviluppo sostenibile
Tra il recupero dei rifiuti e il loro
utilizzo per uno sviluppo sostenibile troviamo la raccolta dell'olio
esausto vegetale (olio fritto).
Perchè raccogliere gli oli esausti vegetali?
L'olio alimentare esausto è un residuo che
proviene dalla frittura di oli di semi vegetali, più raramente da olio
d'oliva. Le alte temperature a cui viene sottoposto causano una modifica
della sua struttura polimerica, si ossida e assorbe le sostanze
inquinanti derivanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari. La
sostanza residua ha l'aspetto di un fluido viscoso e denso, di colore da
giallo a rosso-bruno e un odore abbastanza sgradevole, ha perso tutto
dell'originale purezza e genuinità: si è trasformato in un rifiuto
speciale, causa di grave inquinamento qualora non venga effettuato un
corretto smaltimento e se disperso nell'ambiente.
Bisogna quindi prestare molta attenzione
alla gestione del rifiuto, non è possibile abbandonarlo nel suolo e/o
nel sottosuolo o anche smaltirlo nelle acque superficiali e sotterranee
attraverso la rete fognaria, anche in presenza di depuratori.
Basti pensare che un litro di olio esausto
vegetale versato nell'acqua produce una sottile pellicola, di circa un
chilometro quadrato, che impedisce l'ossigenazione di flora e fauna
provocandone la morte.
Opportunamente trattato, invece, può essere
riutilizzato come base per oli lubrificanti, avviato alla produzione di
asfalti e bitumi, o impiegato per produrre mastici, coloranti e saponi
industriali.
Recuperare l'olio vegetale esausto migliora
la qualità dell'ambiente e porta un risparmio energetico.
Il rifiuto si trasforma in risorsa: l'olio
rigenerato costituisce anche la base per la produzione di biodiesel.
Il biodiesel è un prodotto naturale
utilizzabile come carburante in autotrazione e come combustibile nel
riscaldamento.
Il biodiesel è ottenuto da fonti rinnovabili
ed è un combustibile con caratteristiche simili a quelle del gasolio,
con la differenza che quest'ultimo è derivato dal petrolio.
Rispetto al gasolio non è esplosivo, è
biodegradabile e atossico e riduce del 50% circa le emissioni di ossido
di carbonio e di quasi l'80% quelle di anidride carbonica.
Il fabbisogno energetico del paese è in
continuo aumento. Nell'Unione Europea il mercato ammonta a circa 1,370
Mtep (milioni di tonnellate equivalenti del petrolio) dei quali
effettivamente il 42% derivanti da petrolio e la rimanente parte fornita
dal gas naturale, dai combustibili solidi e da altre fonti.
Inoltre l'uso del biodiesel nei motori
riduce in gran quantità l'ossido di carbonio, gli idrocarburi incombusti
e la fumosità. Le emissioni sono nettamente inferiori per il biodiesel,
mentre le emissioni di ossidi di zolfo sono sempre nulle. La produzione
di anidride carbonica è azzerata.
I biocarburanti possono costituire una
valida alternativa ecocompatibile ai combustibili fossili.
Entro il 2020 l'UE si è prefissata di
aumentare almeno del 10% la quota di energie rinnovabili nel settore dei
trasporti. I biocarburanti utilizzati per raggiungere tale obbiettivo
devono soddisfare specifici requisiti di sostenibilità. Pertanto i
biocarburanti non possono essere originati da prodotti di aree ad
elevata biodiversità, come aree protette, oppure aree ad alta
concentrazione di carbonio, come foreste e praterie.
Per questo motivo si sono stabiliti standard
di sostenibilità senza eguali.
I sistemi di certificazione riconosciuti a
livello Europeo fanno in modo che tali standard siano raggiunti grazie a
metodi di gestione esemplari in termini di trasparenza ed affidabilità
I criteri di sostenibilità hanno pertanto lo
scopo di distinguere quei biocarburanti di cui è possibile dimostrare un
valore ambientale e sociale, poiché il loro utilizzo porta ad una
riduzione di gas a effetto serra, rispettando i terreni ed evitando un
impatto sui prodotti agricoli destinati alla produzione alimentare.
Detti criteri si applicano anche ai
bioliquidi per evitare che i prodotti che sarebbero stati utilizzati
come biocarburanti e che non soddisfano tali criteri,siano utilizzati
come bioliquidi.
Gli operatori economici della filiera dei
biocarburanti e bioliquidi possono dimostrare di essere conformi ai
requisiti di sostenibilità grazie all'ottenimento di una certificazione
di conformità il certificato di conformità della sostenibilità dei
biocarburanti garantisce l'attendibilità sia delle informazioni volte
alla dimostrazione del rispetto dei criteri di sostenibilità sia delle
informazioni ambientali e sociali fornite dagli operatori economici
appartenenti alla filiera di produzione del biocarburante o bioliquido.
Anna Milone
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