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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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LA RIDUZIONE METODICA DEGLI SPRECHI COME ARMA NECESSARIA PER CONTENERE L'INQUINAMENTO

 di Tiziana Biasoli

 

Da anni è partita una vera e propria lotta contro il tempo nel tentativo di salvaguardare il nostro pianeta dall'incessante aumento dell'inquinamento che sta iniziando a preoccupare l'intera popolazione mondiale. Tra le varie tematiche ambientali il problema dei rifiuti è sempre cruciale, tanto nei fatti che nella percezione dei cittadini, e lo è ancor di più all'interno del 5° anno di crisi economica e in una fase di forte difficoltà del modello occidentale. Ripensare la gestione dei rifiuti diventa quindi uno strumento per riflettere su come ridisegnare modalità produttive e di consumo basate, da qualche decennio, sullutilizzo crescente e senza limite di risorse.

Occuparsi di rifiuti significa infatti avere a che fare con lultimo anello di una catena che vede al proprio inizio un forte utilizzo di risorse, energia e materie prime. Ridurre i rifiuti, priorità che dovrebbe guidare ogni amministrazione, significa anche mettere in moto azioni, sistemi di produzione e pratiche di consumo in grado di garantire analoghi livelli di servizio e benessere con meno pressione sullambiente e meno utilizzo di risorse. Una sfida che riguarda quindi i cittadini al momento dellacquisto, così come il sistema produttivo e chi eroga e gestisce servizi pubblici. Analogamente aumentare la raccolta differenziata ed il conseguente riciclaggio significa potenziare una rete di aziende e tecnologie per il recupero di materia, in grado di generare ben più posti di lavoro di quanto non siano connessi al semplice smaltimento.  La carenza di una politica nazionale organica relativa alla riduzione dei rifiuti fa sì che siano i Comuni ad avere più possibilità di azione in questo campo, così come spetterebbe ai Comuni decidere che tipo di sistemi di raccolta adottare e come coinvolgere i cittadini per raggiungere alti risultati di Raccolta Differenziata.   

 

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Il Vicepresidente di Ambientante Luson Stefano Diafani ha affermato che In Emilia Romagna serve uno scatto di reni nella gestione dei rifiuti per replicare il modello delle regioni più virtuose come Trentino Alto Adige o Veneto. Questo sarà possibile solo con la diffusione delle raccolte domiciliari in tutti i comuni, a partire dai capoluoghi, come già fatto ad esempio nella città di Salerno, dove i suoi 140mila abitanti posso vantare un raccolta differenziata del 70%. Gli enti locali, a partire dalle amministrazioni comunali, devono recuperare il primato della politica nella gestione dei rifiuti, senza più delegare le decisioni strategiche alle aziende multiutente, che privilegiano nel loro legittimo interesse un sistema fondato sui grandi impianti di smaltimento finale.

 

 

 

 

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Come ha confermato Giulio Kerschbaumer di Legambiente Emilia-Romagna, il rapporto ha evidenziato che le buone pratiche più diffuse sono linstallazione di punti di distribuzione di acqua pubblica, lutilizzo di stoviglie riutilizzabili in mense e ospedali pubblici e la sempre maggior diffusione di progetti riguardanti la promozione di pannolini riutilizzabili sia verso le famiglie, che presso gli asili pubblici. In continuo aumento la diffusione del compostaggio domestico, con una copertura dell80% dei Comuni aderenti allo studio.

 

Vale la pena sottolineare il fatto che i rifiuti possono essere classificati in due famiglie principali: quella dei rifiuti urbani (oggetto del servizio di raccolta pubblico) e quella dei rifiuti speciali (essenzialmente di natura aziendale e al di fuori del servizio pubblico) e che il presente studio si è incentrato sulla prima di queste due categoria. Occorre tuttavia specificare ai non addetti ai lavori, che allinterno dei rifiuti urbani non sono presenti solo scarti da utenze domestiche, ma vi rientrano tutti quegli scarti da attività economiche assimilate ad urbani dai regolamenti comunali. Gli alti quantitativi di rifiuti urbani pro-capite raccolti in Emilia Romagna, rispetto a regioni con analoghi livelli economici e di stili di vita, può testimoniare una tendenza ad ampie assimilazioni, e quindi un transitare nel sistema pubblico di quote non trascurabili di rifiuti da attività economiche.

I dati raccolti sono stati classificati secondo diversi indicatori di performance e secondo le taglie dei comuni (per poter effettuare un confronto tra comuni con stesse caratteristiche). Come sopra ricordato, si sottolinea come le modalità di calcolo della RD, (raccolta dei rifiuti solidi urbani detta anche RSU), del presente lavoro non sono sempre confrontabili con quelle adottate in altre studi: in particolare sono stati considerati nella percentuale di raccolta differenziata solo i flussi di rifiuti raccolti separatamente e poi recuperati.

Non sono stati computati a RD i flussi di rifiuti raccolti separatamente ma non avviati a recupero. I valori degli indicatori sono stati confrontati quando possibile, con le medie regionali ufficiali, in modo da mettere in evidenza ancor di più il livello virtuoso raggiunto dai Comuni ai vertici delle classifiche. Nei calcolo dei valori pro-capite sono stati richiesti ed utilizzati i valori degli abitanti residenti. Tra i vari indicatori di performance il dato che primo tra tutti si è ritenuto indicativo di una buona gestione dei rifiuti a livello comunale non è stata la raccolta differenziata, ma i quantitativi pro-capite smaltiti. E questo quantitativo di rifiuti inviati ad incenerimento o in discarica, che ci dice infatti quanto pesano i nostri scarti sullambiente: minore risulta il valore, più incisive sono state le politiche di raccolta differenziata e contenimento dei rifiuti. Infatti un alta percentuale di raccolta differenziata, non sempre è sinonimo di bassi quantitativi smaltiti: comuni di montagna con limitata RD ma produzione di rifiuti esigua possono smaltire meno di comuni con percentuali di RD prossime al 50% che al contrario hanno produzioni annue molto elevate.

Questo approccio consente quindi di limitare leffetto che determina lampliamento enorme di alcune raccolte differenziate (si pensi a quella degli inerti o del verde) ovvero quello di fare lievitare rapidamente le percentuali di raccolta differenziata ma senza incidere veramente sugli scarti prodotti dalle famiglie.

 

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Gli altri indicatori che sono stati considerati nelle classifiche sono:

 

·1) la percentuale di raccolta differenziata, che ci fornisce lindicazione sul materiale destinato ad impianti di recupero dove gli scarti possono essere trasformati in materie prime seconde come nuovo vetro, nuova carta,compost (lammendante derivato da verde e umido) ecc.

 

·2) la variazione di raccolta differenziata tra il 2009 e il 2010, in modo da premiare quei comuni che hanno saputo innovare il proprio sistema di raccolta. Quando è stato possibile si è cercato di indagare i motivi di queste variazioni, in modo da mettertele in relazione con le modalità gestionali adottate;

 

·3) infine sono stati premiati i più alti quantitativi pro-capite di carta e organico raccolti. In questa quarta edizione è stato mantenuto il premio per la raccolta differenziata della carta, in quanto frazione in cui tradizionalmente si sono seguite strade di recupero virtuoso ed è quindi più semplice stabilire una relazione diretta tra quantità raccolte e effettivo recupero. La presenza di molte raccolte multi- materiali, in cui si raccolgono nello stesso contenitore frazioni diverse (es. plastica vetro e lattine, o plastica e lattine) non rende consigliabile effettuare analoghe graduatorie per altri materiali. Nei dati raccolti non è infatti sempre possibile stabilire correttamente la suddivisione delle singole frazioni nel totale raccolto. Inoltre la compresenza di materiali così eterogenei da spesso luogo ad alte percentuali di scarti al momento di dividere e recuperare le singole frazioni. Questo rende ancor più indeterminato il valore preciso dei materiali effettivamente recuperati.

Degna di nota anche la raccolta differenziata dellorganico (o umido).

Si tratta di una frazione di primaria importanza, sia perché su di essa si basano i buoni risultati dei sistemi di raccolta domiciliare di tipo secco/umido, sia perché il recupero dellumido tramite il compostaggio permette di ridare materia organica ai suoli chiudendo il circolo del carbonio organico.

Nonostante la complessità nel mettere a confronto situazioni molto diverse del territorio, sono stati implementati gli sforzi per rendere la classifica il più possibile omogenea nei criteri di valutazione, prendendo in considerazione le realtà che effettuano la raccolta dellorganico nettamente separata da quella del verde. Infine nelle schede avviate ai comuni si chiedeva di fornire indicazioni su buone pratiche applicate sul versante della riduzione rifiuti, e per la prima volta le zone di diffusione della raccolta domiciliare (dove presente), allinterno del territorio comunale.

 Liniziativa nazionale promossa da Legambiente considera Ricicloni solo i Comuni che hanno raggiunto il 60% di raccolta differenziata nel corso del 2010. Fidenza è rientrata a pieno titolo nella graduatoria avendo superato già nel 2007, in concomitanza con lestensione della raccolta porta a porta a tutto il territorio comunale, la percentuale del 60%. Se il limite minimo di raccolta differenziata finalizzato al riciclaggio è stata la condizione per essere considerato riciclone da Legambiente, la classifica o la valutazione è avvenuta attraverso lIndice di buona gestione, che ben rappresenta lazione a tutto campo del governo della produzione di rifiuti materiali messo in atto dal Comune di Fidenza.

 

 

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I parametri di valutazione previsti dalliniziativa, infatti, considerano la produzione totale di rifiuti pro capite (e quindi le azioni di riduzione), la separazione di rifiuti pericolosi, i metodi di raccolta e lefficienza del sistema, la qualità (vale a dire la sostenibilità) ambientale, sociale ed economica del servizio. In questo senso il Comune di Fidenza, già dal 2001 in fase sperimentale e dal 2007 con l'estendi mento del servizio di raccolta porta a porta a tutto il territorio comunale, ha operato nellottica di un costante miglioramento sulla strada della riduzione della produzione di rifiuti, del recupero e riciclo di quanto più materiale possibile e di ciò che mantiene la possibilità di riutilizzo: azioni che non sono ancora esaurite e vedono lintroduzione di nuove raccolte domiciliari, cogliendo linteresse e la disponibilità dei cittadini.

Le modalità di elaborazione dei dati raccolti, stabilite dalla Giuria, non hanno tenuto conto di alcune tipologie di rifiuti che, seppur raccolti separatamente, non sono state normalmente avviate al riciclaggio (rifiuti pericolosi) e non sono entrate nel calcolo di efficienza (inerti e la parte di spiazzamento stradale avviata a recupero); da ciò deriva un di scostamento dei dati percentuali di raccolta differenziata indicati dal rapporto al 66,3% rispetto a quella complessiva registrata nei dati comunali 2010, pari al 68,33%. Il riconoscimento per il Comune con la minor produzione di rifiuti pro capite da smaltire è andato a Fidenza di conseguenza si conferma Comune Riciclane e conquista il primo posto tra i Comuni dellEmilia Romagna con popolazione superiore ai 25000 abitanti, (la classifica differenzia i comuni con meno di 5000 unità, quelli con più di 5000 unità ed infine quelli con oltre 25000 unità).

Avanti tutta, quindi, con la raccolta differenziata, che nei primi mesi del 2011 ha già confermato un trend positivo di crescita. Da questi dati però si evince che le amministrazioni locali che ottengono i migliori risultati in quanto a prevenzione, riduzione dei rifiuti, aumento della raccolta differenziata e dei quantitativi di materiali riciclati sono anche quelle che hanno adottato il sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti urbani. Su questo non c’è dubbio: porta a porta batte raccolta stradale 3 a 0 a tavolino! Questo grande successo quindi mette in luce l'iniziativa "porta a porta" mascherando in parte la meno efficiente raccolta stradale ma, dal momento che è il risultato quel che conta, in questi termini hanno espresso la loro soddisfazione l'assessore alla sostenibilità ambientale Fulvia Bacchi Modena ed il presidente di San Donnino Multi servizi Giannarturo Leoni.

 

«Il risultato dimostra indubbiamente la conferma del trend positivo già riconosciuto negli anni precedenti soprattutto a livello regionale, ma allo stesso tempo ci sprona a raggiungere traguardi più importanti, che possano avvicinarsi ai risultati delle regioni più virtuose. Per questo lassessorato ha già approvato un progetto di tranciabilità dei rifiuti, che sarà realizzato dalla San Donino Multi servizi, allo scopo di consentire lidentificazione degli utenti che conferiscono il rifiuto indifferenziato, quantificare e determinare i flussi di rifiuti, porre le basi per lintroduzione di un sistema tariffario puntuale, mettere a sistema e ottenere una procedura certificata per tracciare i rifiuti domestici e quelli assimilati agli urbani».

 

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«Il riconoscimento di Ambientante premia lo sforzo dellamministrazione comunale che dedica allambiente risorse e progettualità, ma premia anche limpegno di San Donnino Multi servizi. Oggi i rifiuti devono essere considerati una risorsa da riutilizzare e stiamo lavorando per migliorare sempre più il servizio e i risultati. San Donnino Multi servizi ha vinto un bando regionale per la tranciabilità dei rifiuti. Il progetto, che sarà presentato più avanti, partirà l1 gennaio 2012».

 

E' tuttavia necessario osservare che una più attenta gestione    

dei rifiuti tramite una corretta raccolta differenziata non è considerata, oggi, come un'arma sufficiente per combattere l'inquinamento ambientale.

Altrettanto importante appare infatti l'eliminazione degli sprechi alla fonte. Gli imballaggi troppo voluminosi, quasi sempre ottenuti da derivati del petrolio, l'utilizzo eccessivo di vuoti a perdere in plastica (spesso il costo del contenitore supera quello del contenuto) e l'uso assai disinvolto di oggetti  usa e getta non solo concorrono a un sensibile aumento dei prezzi dei beni di consumo ma delegano la responsabilità del loro smaltimento esclusivamente ai cittadini, quando questa dovrebbe, invece, essere condivisa anche dalle ditte produttrici.

Un esempio? Una bustina di pepe del valore di pochi centesimi è normalmente venduta in un contenitore di plastica (che a causa delle ridotte dimensioni difficilmente finirà nella raccolta differenziata) al prezzo di circa 3 euro.

E' per questo che oggi vanno diffondendosi iniziative (quali quella della distribuzione di sale , zucchero e detersivi alla spina) meritevoli di attenzione e di incentivazione.

Si tratta di iniziative utili sia al portafoglio del consumatore  che all'ambiente e che rientrano nel principio fondamentale  che l'umanità deve perseguire il fine di raggiungere uno sviluppo consapevole e sostenibile da parte del pianeta che la ospita. 

Bibliografia

www.arpa.emr.it

www.sottobosco.info.it

www.greenbiz.it

 

Tiziana Biasoli

 


 

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|Anno XIV num.4 - Lug./Ago. 2015| - Per informazioni e-mail: redazione1@spaziomotori.it

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