RIFIUTI
RADIOATTIVI IN ITALIA
di Gabriele Zaffiri
L'ENERGIA DAL NUCLEARE
Il nucleare ha
rappresentato per molti anni l'energia del futuro, in realtà dopo 50
anni dalle prime applicazioni è evidente una crisi legata al rischio di
incidenti ed allo stoccaggio delle scorie radioattive per centinaia di
migliaia di anni. Qui cercheremo di fare il punto della situazione,
senza scendere troppo sul piano scientifico e senza cadere troppo in
quello politico e sociale.
Il nucleare
in Italia: impianti e rifiuti, secondo i dati in possesso di
Legambiente e del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri:
* impianto di
Caorso = vol. rifiuti in m3: 1878; combustibile radioattivo in tonn.:
186,52; radioattività calcolata in Terabequerel [TBq] (un miliardo di
disintegrazioni al secondo) : 1745205
* impianto di
Latina = vol.rif. in m3: 893; attività [TBq]: 1348
* impianto
Garigliano= vol.rif. in m3: 1872; attività [TBq]: 615
* impianto di
Saluggia= vol.rif. in m3: 1582; combust. [t.]: 2,05; attività [TBq]:
30577
* impianto di
Trino= vol. rif. In m3: 780; combust [tonn]: 14,31; attività [TBq]:
113569
* impianto di
Itrec di Trisaia= vol.rif. in m3: 2701; combust. [tonn:]: 1,68;
attività [TBq]: 4951
* impianto
Plutonio di Roma= vol.rif. in m3: 60;
* impianto
Nucleo di Roma= vol.rif. in m3: 6059; attività [TBq]: 696;
* impianto di
Avogadro S.= vol.rif. in m3: 25; combust. [tonn.]: 79,94; attività [TBq]:
355574;
* impianto di
Boscomarengo= vol.rif. in m3: 247; attività [TBq]: 0,7;
* impianto di
Ccr Ispra= vol.rif. in m3: 2589; attività [TBq]: 186;
* altri
operatori= vol.rif. in m3: 5525; attività [TBq]: 11
BREVE STORIA DEL NUCLEARE
Il nucleare è
utilizzato per produrre energia elettrica dagli anni '50. Inizialmente,
l'entusiasmo per la grande innovazione tecnologica consentì una forte
diffusione prima negli Usa poi in Europa. Col passare del tempo però il
nucleare ha mostrato una seconda faccia, in particolare il rischio di
incidenti. Il disastro alla centrale nucleare di Chernobyl, nel 1986,
produsse radiazioni che si estesero su tutto il continente europeo.
Molti paesi sospesero i programmi nucleari, altri come l'Italia decisero
di fermare la produzione di energia dal nucleare. Il processo di
fissione nucleare infatti comporta un rischio di reazione a catena
incontrollata, tanto più probabile nelle centrali nucleari obsolete e
mal controllate. Altro aspetto poco conosciuto negli anni '50 era il
problema delle scorie. Al termine della sua vita una centrale nucleare
dovrà essere smontata (decommissioning) ed i rifiuti posti in sicurezza
per 100.000 anni, il tempo necessario per il decadimento radioattivo.
Trovare un luogo isolato in cui depositare le scorie intacca spesso il
diritto delle popolazioni locali. Il vecchio nucleare è quindi diventato
un "paradiso perduto" come gran parte delle certezze della scienza. Oggi
la speranza di tutti è nella fusione nucleare, un modo diverso per
produrre energia dal nucleare priva di rischi di incidenti ed in grado
di produrre scorie radioattive da stoccare per soli poche centinaia di
anni. Il primo reattore internazionale Usa-Europa-Giappone basato sulla
fusione nucleare è in corso di costruzione. Entro il 2030 saranno attive
le prime centrali nucleari basate sulla fusione per scopi civili
(produzione energia elettrica).
I depositi di
scorie devono distinguersi in depositi di scorie di III categoria (le
più pericolose da stoccare per centinaia di migliaia di anni) ed i
depositi di scorie di II categoria (generalmente di natura ospedaliera,
meno pericolose e con un tempo di decadenza radioattiva di poche
centinaia di anni). Tutte le centrali nucleari sono state fermate
dall'esito del referendum del 1987, tramite il quale il popolo italiano
ha votato contro l'uso del nucleare per scopi civili.
INCIDENTI
NUCLEARI (ALCUNI POCO NOTI)
1964. Garigliano (Italia). Guasto al
sistema di spegnimento di emergenza del reattore. Si è andati vicino
alla catastrofe.
1967. Trino Vercellese (Italia).
Fessurazione di una guaina d'acciaio di una barra di combustibile con
conseguente chiusura della centrale per 3 anni. Per buona parte di
questo tempo la centrale ha scaricato nelle acque del Po trizio
radioattivo.
1969. Garigliano (Italia). Sette arresti
alla centrale per guasti.
1969,
febbraio. Latina (Italia). Arresto alla centrale di Latina per mancanza di
alimentazione alla strumentazione (a marzo si avrà ancora un grosso
guasto alla stessa centrale).
1974 Maggio, Casaccia (Italia). Si spacca un
recipiente contenente plutonio. Non si sa altro.
1975, 22
novembre, Italia. Due navi americane, la portaerei J.F.Kennedy e
l'incrociatore Belknap, a bordo della quale vi erano armi nucleari,
(come testimonia l'allarme in codice "broken arrow" che fu lanciato dal
comandante della sesta flotta americana e che indica appunto un
incidente che vede coinvolte armi nucleari) si scontrano al largo della
Sicilia. La Belknap prese fuoco e fu gravemente danneggiata, ma
l'incendio venne fermato a pochi metri dal magazzino che conteneva le
armi atomiche.
1978 Maggio, Caorso (Italia). Il giorno del
collegamento della centrale con la rete elettrica (26 maggio '78) si
sono avute fughe limitate nel reparto turbine. Ci sono valvole che non
tengono, strutture portanti, come i tiranti che sostengono i tubi del
gas radioattivo, mal progettati con calcoli sbagliati.
1998, 1
maggio. Catena delle Alpi. Le autorità di controllo francesi scoprono
elevati livelli di contaminazione da cesio 137 sulle Alpi, causati dal
passaggio di rottami ferrosi provenienti dall’Europa dell’Est.
2003, 17
ottobre. Arcipelago de La Maddalena (Italia). Sfiorato incidente nucleare: il
sottomarino americano Hartford s’incaglia nella Secca dei Monaci a poche
miglia dalla base di La Maddalena dove solo l’abilità del comandante
riesce a portare in porto il mezzo avariato. Il licenziamento di alcuni
militari induce a pensare che il rischio corso non sia stato risibile.
2006, maggio. Laboratori Enea della Casaccia
(Italia). Fuoriuscita di plutonio, ammessa solo quattro mesi dopo, che
ha contaminato sei persone addette allo smantellamento degli impianti.
RIFIUTI RADIOATTIVI IN ITALIA SUDDIVISI PER CATEGORIA [2^
e 3^]
La quantità
attuale di rifiuti radioattivi italiani di 2^ e 3^ categoria sarebbe
pari a circa 90.000 metri cubi [m3]. A questi si aggiunge una media
annuale stimata da usi medici ed industriali di circa 1000 m3 all’anno.
Le scorie di
2^ categoria comprendono: scarti di lavorazione, rottami metallici, liquidi,
fanghi e resine esaurite, derivanti in modo principale dalle centrali
nucleari, dagli impianti di riprocessamento e dai centri di ricerca. Un
tipico reattore nucleare ne produce sui 100 m3 l’anno. Queste restano
pericolose per almeno 300 anni.
Le scorie di
3^ categoria
comprendono: combustibile nucleare irraggiato e dalle
scorie primarie del riprocessamento, derivanti dalle centrali nucleari e
dagli impianti di riprocessamento. Un tipico reattore nucleare ne
produce sulle 30 tonn., che corrispondono una volta riprocessate, a 4 m3
di materiale vetrificato.
Queste restano
pericolose fino a 250.000 anni.
Gabriele Zaffiri |