Navigando su questo sito web si accettano i cookie utilizzati per fornire i Nostri servizi. Per maggiori informazioni leggere l'informativa sui cookie

SPAZIO MOTORI HOME PAGE- Testata giornalistica telematica autorizzata dal Tribunale di Napoli con n.5141-Dir. Resp. Dott.Massimiliano Giovine Il primo periodico telematico di informazioni ed inserzioni auto,moto,nautica,trasporti,viabilità,ambiente,sicurezza stradale,ecc.Testata Giornalistica autorizzata dal Tribunale di Napoli-registraz.n.5141-Provv.del 27/6/2000-Direttore Responsabile Dott.Massimiliano Giovine - © Tutti i diritti riservati

|HOME|

|Presentazione|

|Note/GeRENZA| Cookie |

|Lettere|

|Spazio Motori "Ambiente"|

|Inserzioni gratis|

|Links auto|

|Links moto|

|Links utili|

|Assicuraz. web|

Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

|C E R C A|

Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoMOTORINO: in 2 anche a 16 anni
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoAuto, quanto mi COSTI
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoL'auto ITALIANA riparte dal lusso
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoAuto e TECNOLOGIA oggi
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoBMW serie 2 Gran Tourer 7 posti

GLI INTERNI DELLA BMW SERIE 2 GRAN TOURER

Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoMoto D'EPOCA: ritorna la tassa?

TOYOTA MIRAI AD IDROGENO"MIRAI": idrogeno anche per casa

LA TOYOTA "MIRAI" AD IDROGENO

CARPOOLING IN TEMPO REALE EICMA moto: 73°edizione

CARPOOLING IN TEMPO REALEPRA o Motorizzazione?

CARPOOLING IN TEMPO REALERicerca sui SINISTRI in Italia

CARPOOLING IN TEMPO REALECARPOOLING istantaneoCAR POOLING: condividere l'auto

L'automobile elettrica in Italia: possibile?Auto ELETTRICA: utopia?

SEGNALAZIONI LE SEGNALAZIONI DEI LETTORI. Scrivi anche Tu!

KTM super Duke "R"

Pillole/News
Rubrica "Spazio AMBIENTE"
ARCHIVIO articoli
Scrivi a:redazione1@spaziomotori.it

 

Scrivici

Torna alla Home page

 | Gerenza |

 

I RIFIUTI: UNA RISORSA DA VALORIZZARE

di Floriana Infantino

 

DEFINIZIONE

Per rifiuto si intende “qualunque sostanza oppure oggetto di cui il suo detentore si disfi o abbia l’obbligo di disfarsi” (CEE 75/442 ); o qualunque sostanza oppure oggetto che derivi da attività umane o cicli naturali che venga abbandonato o destinato all’abbandono (DPR. 915/82).Tutto ciò che l’uomo costruisce o utilizza, prima o poi diventa rifiuto. In una società come la nostra, basata sull’utilizzo smisurato dei beni di consumo e risorse, il vero problema è come disfarsi dei rifiuti, evitando di appesantire l’ambiente per noi e per le generazioni future; ben diverso da ciò che succedeva una volta..nel passato, quando la società ruotava attorno l’agricoltura e la maggior parte dei rifiuti alimentari venivano riutilizzati per alimentare il bestiame e per concimi, mentre gli altri rifiuti venivano bruciati nei camini e stufe, per non parlare del fatto che ogni oggetto aveva una lunga vita,passava da generazione a generazione e spesso quando si rompeva, veniva ripetutamente riparato..si buttava via ben poco. Oggi l’aumento del benessere economico e dei consumi, fa crescere l’abitudine a usare gli oggetti per poco tempo,gettandoli via per sostituirli con dei nuovi, facendo spazio alla politica dell’USA E GETTA. Nell’ultimo decennio questa tendenza sta per essere arginata dalle continue normative in materia ambientale,che tendono sempre più a considerare il rifiuto come una risorsa, a guadagno di una visione più corretta dello sviluppo compatibile con l’ ambiente.

 

CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI: In base alla normativa vigente  (D.lgs.152/06) vengono classificati in:    

-secondo l’origine:   a)RSU -  b) Rifiuti speciali

-secondo la pericolosità: a)Pericolosi  -  b)Non pericolosi

Nella direttiva europea 75/442/CEE oltre alla definizione di rifiuto, al secondo capoverso dell’art.1, viene indicata la stesura di un catalogo europeo rifiuti (CER) che viene applicato a qualunque tipo di rifiuti, siano essi destinati allo smaltimento o al recupero. Ogni rifiuto è identificato da un codice a 6 cifre, l’elenco dei codici è poi suddiviso in 20 classi, ogni classe raggruppa i rifiuti che provengono da uno stesso ciclo produttivo. Nel catalogo viene utilizzata una terminologia comune per tutta la CEE allo scopo di migliorare tutte le attività connesse alla gestione dei rifiuti.

 

RIFIUTI SOLIDI URBANI (RSU): Per rifiuti solidi urbani, si intendono quei prodotti delle attività domestiche, agricole e di piccole imprese. Circa 500 Kg pro-capite è la quantità di rifiuti urbani prodotti ogni anno in Europa; secondo i dati raccolti ed elaborati da Eurostat, all’interno di ogni stato membro vi sono delle differenze, dettate dalle politiche ambientali utilizzate, che portano a questi dati medi. Analizzando questi dati medi, si scopre che per il 42% il destino di tali RSU è ancora la discarica, mentre il 20% è l’incenerimento, il 22% viene riciclato e il 17% viene trasformato in compost. In particolare in Italia, la politica della gestione dei rifiuti è ancora orientata alle discariche, dove viene stoccato il 67%; mentre  il 24% di essi segue la strada del compostaggio e del riciclaggio e soltanto il 9% circa viene incenerito con l’ausilio degli inceneritori e termovalorizzatori. La produzione dei rifiuti urbani è influenzata da diverse cause tra le quali particolarmente incisiva è quella che si riferisce allo stato di sviluppo locale (rappresentato da opportuni indicatori socio-economici).

Inoltre, la produzione di rifiuti risente in maniera sostanziale del grado di popolamento del territorio il quale spesso è solo parzialmente rappresentato dal numero di residenti. Ne consegue che risulti utile calcolare la produzione ricorrendo alla stima pro-capite di essa. I rifiuti solidi urbani vengono distinti in frazione umida e materiale secco; del primo gruppo fanno parte: tutti gli avanzi di cibi crudi e cotti, carta unta o sporca, rifiuti organici, pannolini, rifiuti prodotti dall’attività di giardinaggio,piatti e posate di plastica, escrementi animali, ecc..; mentre la parte secca è quella costituita da materiali differenziati, quali:

-carta (libri, riviste, giornali ,imballi di carta, fusti di detersivi, tetrapack)

-plastica (bottiglie, flaconi di cosmetici, prodotti per la casa, bibite o detersivi in genere)

-vetro( bicchieri,bottiglie,rottami di vetro, barattoli, contenitori e specchi)

Dalla frazione umida si originano composti di alta qualità, che vengono poi impiegati in agricoltura e fioricoltura, mentre dalla frazione secca, attraverso la raccolta differenziata e trattamenti appropriati, si ottiene il recupero di materia e di energia.(Fig.1.1) La parte di rifiuti che continua ad essere abbandonata indifferenziata, subisce un processo più lungo, di biostabilizzazione, separazione e vagliatura, per ottenere sempre una frazione secca, una frazione umida, materiali ferrosi e vetro, che poi finiranno il loro percorso in discarica, nei consorsi-riciclaggio, oppure compostaggio ed anche produzione di CDR (carburante da rifiuti)(Fig.1.2)

Figura  SEQ Figura \* ARABIC 1.1

 

Figura 1.2

 

RIFIUTI SPECIALI: Sono rifiuti speciali, i rifiuti da attività agricole e agro-industriali, i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione,  i rifiuti da lavorazioni industriali e artigianali, i rifiuti da attività commerciali e di servizio, quelli  derivanti dalle attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque ed, infine, i rifiuti derivanti da attività sanitarie, gli oli esausti, farmaci scaduti, macchinari ed apparecchiature deteriorate,sostanze chimiche  (art. 184, comma 3, D.lgs. 152/06). In funzione della pericolosità i rifiuti speciali vengono raggruppati in due categorie: pericolosi e non pericolosi, per subire poi, trattamenti diversi.

 

 DESTINO DEI RIFIUTI I rifiuti prodotti possono avere diverse destinazioni:

·         finire nelle discariche;

·         essere bruciati (con o senza recupero di energia utile)

·         essere raccolti in maniera differenziata (separatamente), per subire i necessari trattamenti che consentano il loro reinserimento nel ciclo produttivo (riciclaggio).

 

DISCARICA Nel nostro paese, ancora la maggior parte dei rifiuti segue questa destinazione,cioè la peggiore, perché rappresenta  innanzitutto, un grande spreco di materiali e di energia, e poi perché le discariche occupano grossi spazi, ed è sempre più difficile trovare luoghi idonei nei quali collocarle, anche per le proteste della popolazione locale. Un tempo le discariche erano solo degli accumuli di materiali effettuati nelle buche scavate nel terreno e questo discorso vale, purtroppo, ancora per le discariche abusive.

Le discariche controllate invece sono delle grandi buche dove il materiale viene sepolto e subito coperto. Le pareti e il fondo della discarica sono ricoperti da materiale argilloso. I rifiuti, diventati bio-gas, vengono riutilizzati come fonte di energia. Sotto lo strato di terra i rifiuti si decompongono distruggendosi completamente. Tutti gli impianti sono stati caratterizzati da un importante sviluppo tecnologico, teso ad incrementare costantemente quelli che sono i presidi di sicurezza dell'attività. In tutte queste discariche è stato effettuato e nelle più recenti, è ancora in corso, il recupero energetico del biogas mediante produzione di energia elettrica.(Fig.2)

 

http://montanari.racine.ra.it/iper_agenda21/pic/discarica.jpg

Figura  SEQ Figura \* ARABIC 2

 

L’ INCENERIMENTO  è una tecnologia consolidata che permette di ottenere energia elettrica e fare del teleriscaldamento sfruttando i rifiuti indifferenziati o il CDR. Questi vengono bruciati in forni inceneritori e l'energia termica dei fumi viene usata per produrre vapore acqueo che, tramite una turbina, genera energia elettrica. La quantità di energia elettrica recuperata è piuttosto bassa (19-25%), mentre quella termica è molto maggiore. Tale energia recuperata è da confrontarsi con quella necessaria al riciclaggio. Questi impianti, per funzionare bene,devono trattare i rifiuti con un elevato potere calorifico, cioè quelli che producono molto calore quando bruciano, come la carta, il legno e la plastica, ma non i rifiuti organici (ad esempio, i rifiuti alimentari). Inoltre devono avere degli adeguati sistemi di depurazione dei fumi. Il residuo della combustione è rappresentato dalle ceneri, che costituiscono solo il 15-20% dei rifiuti trattati, e che quindi occupano molto meno spazio nelle discariche. L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nano particelle tossiche e diossine e necessita di sostanze come acqua, calce,bicarbonato che  aumentano la massa iniziale dei rifiuti.  Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze:

- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche

- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso.

L’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare. Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni provocano patologie gravi quali: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. .

 In Italia ci sono 51 inceneritori o termovalorizzatori, sarebbe opportuno disporre di  centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo. Gli inquinanti emessi dagli inceneritori esplicano i loro effetti nocivi sulla salute delle popolazioni residenti in prossimità degli impianti o  perché vengono inalati, o per contatto cutaneo, o perché, ricadendo,  inquinano il territorio e quindi i prodotti dell’agricoltura e della zootecnia. Questo è il caso in particolare delle diossine.             Non a caso, il Decreto Legislativo n° 228 del 18/05/2000 stabilisce che non sono idonee ad ospitare inceneritori le zone agricole caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti.

 

RACCOLTA DIFFERENZIATA La raccolta differenziata costituisce un passaggio centrale,affinché i nostri rifiuti ritornino a“nuova

vita”, permettendo  di evitare l’inutile spreco di energia e materia prima. Un' efficace gestione integrata dei rifiuti si basa,in primo luogo, su una loro corretta differenziazione. I rifiuti non sono da considerare solo come un prodotto di scarto destinato alla discarica, ma una materia prima dalla quale ricavare altri prodotti ed energia. La raccolta differenziata è una modalità di raccolta basata sulla separazione dei rifiuti rispetto al materiale da cui sono costituiti e sul loro successivo conferimento all’interno di appositi contenitori. I rifiuti raccolti in maniera differenziata possono sostanzialmente essere trattati, a seconda del tipo, mediante due procedure:

1.      riciclaggio, per le frazioni secche;

2.       compostaggio, per la frazione umida.

Costituisce quindi, un passaggio fondamentale affinché si possano avviare processi di recupero e reimpiego per ottenere nuove materie e prodotti per il mercato del consumo, senza ricorrere ad un ulteriore sfruttamento delle risorse naturali. Il riciclaggio comprende tutte le strategie organizzative e tecnologiche per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento in discarica o distruttivo. In Italia, il tasso di raccolta differenziata sta gradualmente crescendo (è oggi intorno al 22,7% per merito, soprattutto, delle regioni del Nord, dove supera il 35%), ma è ancora inferiore alle potenzialità. Le frazioni secche più comuni che si raccolgono separatamente sono Carta e Cartone, Vetro e Metalli, Plastica, ma è possibile raccogliere in maniera differenziata anche rifiuti pericolosi come pile esauste e farmaci scaduti ,rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, rifiuti ingombranti, indumenti usati,ecc..

Il  contributo di ogni cittadino, diventa indispensabile per consentire una reale riduzione degli scarti destinati alle discariche e per far sì che  i rifiuti possano rinascere sotto nuova forma.(Fig.3)

 

Fig.3

Dalla frazione umida..viene creato il compost,un concime utilizzato per l’’agricoltura;Il compostaggio consiste in una serie di tecniche atte a favorire lo sviluppo di alcuni microrganismi che demoliscono le complesse molecole organiche in molecole più semplici, le quali costituiscono fattori di crescita per le piante se utilizzate come fertilizzante. Troviamo nel compost batteri, muffe ed anche insetti e vermi che utilizzando la sostanza organica come cibo e la trasformano. Alcuni fattori assicurano condizioni ottimali per lo sviluppo di questi organismi:

- presenza di carboidrati e proteine nel giusto rapporto (tecnicamente definito rapporto C/N): dipende da quali rifiuti vengono utilizzati.

- presenza di ossigeno: il processo di trasformazione della sostanza organica avviene in ambiente aerobico (ricco di ossigeno) la cui presenza favorisce lo sviluppo di microrganismi utili e contrasta le putrefazioni (attuate da microrganismi anaerobi). Dipende dalla sofficità della massa e dai rivoltamenti effettuati.

- la temperatura è un indicatore dell'attività dei microrganismi utili ; deve salire a 30-40 C° nelle prime fasi della fermentazione, a 55-60 C° dopo 15-20 giorni per poi diminuire successivamente. Queste temperature sono necessarie per selezionare la flora microbica adatta ed igienizzare la massa da batteri patogeni e a rendere inattivi i semi di erbe infestanti.

- presenza di umidità (40-60%): è necessaria per la vita dei microrganismi ma in quantità eccessiva crea condizioni di anaerobiosi (mancanza di ossigeno).

 

ISOLE ECOLOGICHE:o centri di raccolta, sono strutture attrezzate per la raccolta ed il recupero di tutti quei rifiuti che per ingombro o per sicurezza non possono essere inseriti nei cassonetti; ne fanno parte: rifiuti ingombranti, inerti, RAEE, pile, metalli, legno, sanitari, vernici, oli esausti.

NORMATIVA Con la pubblicazione del decreto legislativo n. 205 del 10 dicembre 2010 è stata recepita nell’ordinamento italiano la direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti.
La direttiva 2008/98/CE introduce significative novità volte a rafforzare i principi della precauzione e prevenzione nella gestione dei rifiuti, a massimizzare il riciclaggio - recupero ed a garantire che tutte le operazioni di gestione dei rifiuti, a partire dalla raccolta, avvengano nel rispetto di rigorosi standard ambientali. I profili di novità contenuti nel testo di recepimento sono molti ed attengono a tutte le fasi di cui si compone la filiera della gestione dei rifiuti, oltre a recare l’attuazione dei principi, alcuni dei quali certamente innovativi, contenuti nella disciplina comunitaria stessa. L’architrave della direttiva 98/2008/CE, è costituito dalla disposizione che sancisce la gerarchia dei rifiuti. Con essa si stabilisce l’ordine di priorità di ciò che costituisce la migliore opzione ambientale nella normativa e politica dei rifiuti.

La gerarchia prevede che il ciclo dei rifiuti debba essere orientato in primo luogo alla prevenzione, in subordine alla c.d. “preparazione per il riutilizzo” (novità dalla direttiva 2008/98/Ce), poi al riciclaggio, all’eventuale recupero di altro tipo (ivi incluso il recupero di energia) e solo come ultima opzione, qualora tutte quella finora citate non fossero esperibili, si prevede lo smaltimento. In particolare, l’attenzione alla prevenzione dei rifiuti, sia con disposizioni vincolanti (come quelle sul riutilizzo dei prodotti ovvero sulla preparazione per il riutilizzo), sia con disposizioni programmatiche (come quella sui programmi di prevenzione), trova nel Dlgs 205/2010 un rinnovato vigore e rappresentazione rispetto alla disciplina previgente, imponendo un orientamento nella regolazione del settore in linea con i dettami comunitari. In Italia, il quadro normativo sui rifiuti ebbe le basi con il D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (decreto ronchi)

“attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”. Successive leggi, decreti, aggiornamenti hanno arricchito e ampliato il quadro normativo italiano per l’ambiente. Nel 2006, con il D.lgs.152 viene scritto il TESTO UNICO AMBIENTALE, con il quale vengono trattati altri argomenti quali: procedure per la valutazione di impatto ambientale(VIA e VAS) e l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC); tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi; norme sulla bonifica dei siti inquinati; sistema sanzionatorio; risarcimento del danno ambientale; norme in tutela della qualità dell’aria e di riduzione emissioni in atmosfera..ecc.. Mentre nel 2007 con il Dm 185 viene istituito il Registro nazionale RAEE(Rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche). Nell’anno 2009, con la legge n°6 del Febbraio 2009 assistiamo all’ Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

 

I RIFIUTI COME RISORSA Differenziare e riciclare i rifiuti è una pratica importante per evitare di:

·         occupare il  terreno che non sarà più disponibile per altre  attività ;

·          inquinare i terreni e le falde idriche se vi sono dei percolati ;

·         cercare  nuovi siti una volta che la discarica è piena ; le popolazioni si oppongono e i terreni disponibili sono pochi ;

·         anche gli inceneritori non risolvono il problema perché si inquina l’aria e si hanno comunque dei residui da smaltire

Il rifiuto è un rifiuto, ma se differenziato può diventare una risorsa. E’ in atto da anni una nuova politica ecosostenibile che mira a considerare i rifiuti, non un problema ma una risorsa. Secondo ultimi dati raccolti, si conferma la reale crescita della percentuale di rifiuti che vengono differenziati; ciò sta ad indicare che è possibile reinserire nel ciclo produttivo, enormi quantità di materiali che per scarso interesse finivano in discariche ed inceneritori con gravi danni economici ed ambientali. Da non dimenticare che i rifiuti sono un’invenzione umana, perché la natura non produce rifiuti. Partendo dal principio “chi inquina paga”, si sta orientando la nuova politica ad affrontare il problema a monte:il coinvolgimento delle industrie di produzione che immettono nel sistema enormi quantità di imballaggi e materiali che non servono e generano tonnellate di inquinanti  di difficile smaltimento: questo è un primo vero passo per responsabilizzare tutti i soggetti sociali coinvolti in tale processo.

Quindi possiamo dire che la drastica riduzione dei materiali non differenziabili è la prima vera strada da seguire. In passato, ecomafie, classi politiche corrotte e disinteressate hanno portato a situazioni insostenibili. Responsabilizzare i cittadini è un’azione importante affinché si inneschi il processo di “più differenzio-meno pago”; tutti gli interventi di politica ambientale, devono avere alla base la partecipazione attiva degli enti locali, che individuano gli strumenti operativi per concretizzare quanto detto. Il fatto che dal riciclo si può guadagnare, non significa promuovere una produzione forsennata degli stessi; questo processo deve essere svolto nell’ottica della riduzione dei rifiuti. La politica di gestione dei rifiuti adottata fino a pochi anni fa, è in aperto contrasto con un modello di sviluppo sostenibile. Da qualche tempo, si è fatta strada la convinzione che occorra agire secondo una strategia articolata, conosciuta come "Strategia delle 3 R" e che coinvolge sia i consumatori che i produttori.

  • R come Ridurre i consumi e quindi anche i rifiuti, in particolare, quelli da imballaggio che spesso hanno il solo scopo di attirare l'attenzione del consumatore (a questo proposito, dal 1 ottobre 1998 è entrata in vigore una normativa che impone a produttori e distributori di pagare una percentuale su tutte le confezioni immesse sul mercato)

  • R come Riutilizzare tutto ciò che è ancora possibile (bottiglie, abiti, scatole, elettrodomestici e autoveicoli), diventando consumatori più consapevoli che scelgono un prodotto piuttosto che un altro, perché più duraturo e facilmente riparabile

  • R come Riciclare, raccogliendo in maniera differenziata tutti i materiali che possano essere rimessi nel ciclo produttivo, riducendo la quantità dei rifiuti da smaltire, il consumo di materie prime e quello di energia (del 95%), dal momento che si evita il costoso processo di estrazione

Perché tutto questo possa essere capito dai consumatori e dagli operatori dei diversi settori, ottenendo così la loro preziosa collaborazione, è fondamentale il ruolo svolto dall'informazione e dalle istituzioni incaricate di fornirla, sia a livello nazionale che a livello locale. La normativa vigente, comunitaria e nazionale, conferma l’importanza di raccogliere, elaborare e divulgare tutti i dati relativi ad ogni fase del ciclo dei rifiuti, dalla produzione alla raccolta, dal recupero allo smaltimento, per poter programmare, monitorare e controllare, tutte le attività, le azioni e le modalità di intervento nel rispetto della normativa vigente.

La sfida è passare da un modello di sistema produttivo che consideri la produzione dei rifiuti, una variabile legata a parametri economici, ad un modello fondato sul concetto di massimo recupero alla fine del ciclo dei prodotti e di ridurre al minimo la presenza di composti e sostanze pericolose nei rifiuti generati. Tale sfida deve coinvolgere ricercatori e Amministratori locali, per arrivare ad un sistema socio-economico più consapevole ed evolutivo, in cui utilizzare corrette tecnologie per il trattamento dei rifiuti (ott.2012).

 

Bibliografia:

www.wikipedia.org/wiki/gestionedeirifiuti;

www.educazionesostenibile.it;

www.legambientesicilia/categoryrifiuti;

www.soloecologia.it;

www.miniambiente.it;

www.arpasicilia.it;

www.ecoo.it;

www.novambiente.it;

www.sistriforum.it.

 

Floriana Infantino

 

 


Home pageCopyright 2000/2015 © - Tutti i diritti riservati - All rights reserved - Testata giornalistica autorizzata dal Tribunale di Napoli-registr. n. 5141-Provv.del 27-06-2000.

Editore: associazione culturale no-profit "Confgiovani"- Iscr. ROC n.19181. Direttore Resp. Dott.Massimiliano Giovine - giornalista (Tes. Prof. n.120448, già n.84715).

Direzione, Redazione: via D. De Dominicis, 20 c/o Giovine-cap. 80128 Napoli. E' vietata la riproduzione o trasmissione anche parziale, in qualsiasi forma, di testi, immagini, loghi ed ogni altra parte contenuta in questo sito web senza autorizzazione.

La Redazione non è responsabile di eventuali errori imputabili a terzi, nè del contenuto delle inserzioni riservandosene, pertanto, la pubblicazione.

Nomi e numeri sono citati a puro titolo informativo, per offrire un servizio al lettore. Proprietà artistica e letteraria riservata ©. Vedi gerenza e note legali/tecniche.

|Anno XIV num.4 - Lug./Ago. 2015| - Per informazioni e-mail: redazione1@spaziomotori.it

Sito web ottimizzato per "Firefox", Internet "Explorer 5.0" o superiore - Risoluzione schermo consigliata: 1024 x 768 pixel - >>Privacy/Cookie<<