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IL CANE E LA PET THERAPY
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AD ETTORE...
di Stefania Salemme
Uno degli episodi della letteratura che meglio ci esemplifica lo
straordinario rapporto uomo-animale risale al 450a.c. e precisamente
all’odissea. In essa si narra lo spettacolare incontro tra Ulisse, di
ritorno a casa dopo sette anni di lontananza, ed un vecchissimo cane di
nome Argo, unico a riconoscerlo per poi morire poco dopo.
Del potere benefico del cane ne parlano anche gli egizi; infatti,
durante la dinastia dei faraoni il cane era sacro al dio Asclepio
protettore della medicina e si pensava addirittura che la sua saliva
avesse il potere di guarire alcune patologie.
Il pioniere della pet therapy è stato lo psichiatra infantile Boris
Levinson, che nel 1960, diede avvio alle prime teorie circa il rapporto
terapeutico uomo-animale.
Successivamente il primo studio scientifico circa l’utilizzo degli
animali ed in particolare del cane a scopo terapeutico, risale però al
1972, quando in Inghilterra, presso la York Retreat Hospital lo
psicologo William Tuke comincia a curare le persone mentalmente
disturbate con metodi alternativi allo scopo di migliorare l’autostima
dei pazienti.
Successivamente si apprese che anche in America alcuni reduci della
prima e della seconda guerra mondiale, vittime di enormi traumi emotivi,
erano stati curati con l’aiuto degli animali, riuscendo a guarire in
pochissimo tempo.
Ancora oggi il rapporto uomo-animale rappresenta un universo in continua
e costante evoluzione. In seguito a studi condotti su pazienti malati di
depressione, con carenza di autostima, su bambini artistici e su altri
soggetti psichicamente deboli, si è notato che una costante interazione
con un animale, in particolare con cani, ha notevolmente migliorato il
loro stato di salute generale diminuendo la pressione sanguigna,
eliminando problemi di insonni a migliorando sensibilmente il rapporto
comunicativo uomo-uomo.
Dunque, negli innumerevoli momenti di difficoltà che la vita ci
presenta, non ci resta che chiedere aiuto ai nostri amici a quattro
zampe e sperare che almeno loro, ci capiscano!
(S.S.)
AD ETTORE…
Ciao amico mio, questa lettera te la devo proprio! Da due anni sei
entrato nella mia vita e me l’hai stravolta, con la tua gioia e la tua
allegria me l’hai rivoltata come un calzino.
Ricordo ancora quando sei arrivato: eri un microbo di novecento grammi,
con il pelo bianco arruffato e gli occhietti neri neri come due olive.
Tra me e te è stato amore a prima vista, un amore troppo bello e
complicato da descrivere, un amore che solo un piccolo uomo può provare
nei confronti di un tesserino piccolo ed indifeso.
Poi mi sono trasformata in mamma cane, ti ho allattato e sei cresciuto,
mantenendo sempre parte del pelo arruffato e le orecchie enormi, ma per
me eri e sei il meticcio più bello del mondo.
Adesso sei adulto, ti fai rispettare dagli altri cani, dormi con noi nel
lettone e riempi le mie giornate di gioia ed allegria.
Tra quattro mesi arriverà Viola, la nostra bimba, e sono sicura che hai
capito che nel mio pancione c’è qualcuno, perché sei più allegro del
solito e quando ti accucci vicino a me sul divano, e mi annusi la
pancia, sembri volermi rassicurare facendomi capire che andrà tutto
bene.
Anche se non leggerai mai queste righe, ci tenevo tanto a farti sapere
che se sono così serena e felice, se affronto la vita con ottimismo e se
le mie giornate sono sempre a colori e mai in bianco e nero, è
soprattutto merito tuo, amico mio che hai la capacità di rendere
migliore gli esseri umani che ti sono accanto.
Grazie!!! Per sempre!!!!
Stefania Salemme |