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di Giuseppe Capitanio
Si è aperto quest’anno, con l’inaugurazione
da parte del presidente della repubblica francese Sarkozy, il salone
dell’auto di Parigi che si è tenuto dal 2 al 17 ottobre.
Il tema, che ormai da decenni occupa e
preoccupa le case produttrici automobilistiche rimane costantemente
invariato: ecologia.
Sempre meno petrolio, sempre più energie
alternative, ma allo stesso tempo comfort silenziosità e prestazioni. Ma
nonostante temi così rilevanti e importanti che potrebbero salvare il
mondo, l’attrazione dei numerosi visitatori è stata focalizzata dalla
potenza che nell’automobilismo è sinonimo di velocità.
Le auto che sono state prese d’assalto da
occhi sognanti erano: le supersportive.
Era presente il marchio del cavallino
rampante di Maranello, che ha presentato i nuovi modelli, quali la
Ferrari SA Aperta che verrà prodotta in un numero limitato di 80 vetture
che solo in pochi, anzi pochissimi potranno permettersi, ma che migliaia
e migliaia di appassionati potranno sognare, e la California, che è
stata prensentata con la sigla”HELE”, sigla che sta per “High
Emotion Low Emission”
e che tradotta in italiano
significa ”alte emozioni, basse emissioni”. Ma la Ferrari non era la
sola casa di supersportive presente, infatti è stata esposta anche
l’altra emiliana docg: la Maserati. La casa del tridente ha presentato
la nuovissima Maserati Granturismo MC Stradale, che è l’auto più veloce
della storia marchiata Maserati: essa infatti può raggiungere i 300 km/h
e vantare 450 cavalli di pura potenza italiana.
Dulcis in fundo è stata presentata la rivale
della Ferrari a partire dagli anni ’60, la Lamborghini, che presenta la
Sesto Elemento, che non sarà immatricolata per uso stradale, ma è una
concept car, servita solamente al fine di far capire come il gruppo
Lamborghini sia capace di lavorare la fibra di carbonio, appunto il
sesto elemento della tavola periodica degli elementi.
Oltre alle supersportive italiane erano
presenti, al salone, marche di superlativa eleganza e da motori
ruggenti, come Audi e Porsche. Il prestigio americano ed inglese era
presente al salone con Jaguar e Lotus, oltre alla nuovissima Corvette e
l’audacia inglese di Bentley.
La rivelazione più inaspettata del salone è
stata comunque la Lotus, in quanto ha presentato 4 modelli che verranno
prodotti e immessi nel mercato mondiale dal 2012 al 2016. Che nello
stabilimento inglese, qualcosa bolliva qualcosa in pentola era già stato
avvertito, ma erano solo intuizioni, previsioni che sono state poi
confermate al salone; ricordiamo però che da qualche anno alla Lotus
lavorano alcuni ex ingegneri e designer del cavallino rampante!
Come già citato, il tema predominante del
salone, oltre alle supersportive, è stata l’ecologia.
A tal proposito sono stati presentati vari
modelli “anti inquinamento”, che se pur mantenendo uno spirito da corsa,
hanno sprigionato altre potenzialità: sono Renault DeZir e Fisker
Karman, due ibride che a breve vedremo sfrecciare silenziose per le vie
d’Europa.
La casa sud-coreana Kia Motor mostrava al
suo stand la nuovissima suv diesel-hibrid, una super ibrida anti
inquinamento dotata di un motore da 1.7 litri e capace di sprigionare
115 cavalli. Il marchio ceco Skoda, mesi fa, annunciò la sua presenza al
salone di Parigi con una gamma ecologica, passati i mesi, oggi, la Skoda
ha presentato la “GreenLine”, una linea di autovetture ecologiche, con
consumi ed emissioni di CO2 ridotte del circa 35% e composta da Yeti,
Superb Fabia, Roomster e l’icona della casa, l’Octavia uno dei modelli
di punta da anni della casa ceca.
Accanto ad auto da sogni alcune case
motoristiche come Hiunday, Ford ed Opel hanno presentato vari modelli
accessibili a tutti e dai consumi limitati, sempre però con un occhio
rivolto ad un pubblico giovanile, che vuole anche buone prestazioni.
L’ampia partecipazione di marche e modelli
ha decretato anche quest’anno il successo del salone dell’auto parigino.
(G.C.)
Motori 2 tempi o 4 tempi?
Questo è il dilemma
I motori a scoppio si sono sviluppati con
due tipologie: quelli a 2 tempi e quelli a 4 tempi. Il motore a 4 tempi
è sempre stato l’organo motopropulsore principale in campo
automobilistico ed è sempre stato un ottimo motore, che oggi anche
grazie all’impiego dell’elettronica è divenuto quasi un meccanismo
perfetto. Il motore a 2 tempi, invece è presente, alternandosi a quello
a 4 tempi, in campo motociclistico.
Il motore a 2 tempi è meccanicamente più
semplice, in quanto non vi sono né valvole, né alzavalvole, meccanismo
fondamentale per l’accensione di un motore a 4 tempi.
E’ un meccanismo molto semplice, in quanto
l’iter di funzionamento è banale: la benzina entra nel galleggiante, da
qui passa nell’organo di aspirazione, detto collettore di aspirazione,
la benzina miscelata ad aria (processo avvenuto nel carburatore) entra
nel cilindro o gruppo termico, qui avviene l’aspirazione - compressione
e successivamente la fase di scoppio – scarico. Dopo di che i fumi di
scarico passano attraverso il sistema di espulsione di fumi esausti
chiamato più comunemente con il termine marmitta e vengono espulsi dal
silenziatore.
C’è da fare un’altra distinzione, in quanto
i motori producono energia termica e quindi calore, con il calore i
metalli si dilatano e ciò, all’interno di un motore 2 o 4 tempi che sia,
provocherebbe una grippatura. Per evitare ciò, il motore ha bisogno di
essere lubrificato, tramite olii sintetici e soprattutto deve essere
raffreddato: i tipi di raffreddamento sono due, a liquido e ad aria.
All’inizio entrambe le tipologie di motore
erano raffreddate ad aria, ma con il progresso tecnologico ed
ingegneristico è stato sviluppato anche il raffreddamento “a liquido”.
I motori con raffreddamento ad aria sono
riconoscibili, in quanto sul cilindro sono presenti decine e decine di
alette, che hanno appunto il compito di raffreddare il cilindro, tramite
il passaggio di aria tra queste; in passato alcune moto erano a doppio
cilindro, il cosiddetto “motore con cilindri a V” e quindi il cilindro
posteriore non raffreddava; serviva una innovazione che raffreddasse
anche il cilindro posteriore; ed ecco che nacque il raffreddamento a
liquido. Anche in questo caso è facilmente riconoscibile se un motore a
2 o 4 tempi sia a liquido o no, in quanto sul cilindro non sono presenti
alette, poiché all’interno di esso si trovano dei canali, attraverso i
quali passa il liquido di raffreddamento.
E’ possibile fare anche un’altra
distinzione, poiché come ho già detto, i motori hanno bisogno di essere
lubrificati, e perché ciò avvenga ci sono all’interno dei cilindri dei
condotti che portano olio: esistono motori con miscelatore e senza
miscelatore. In quei motori con il miscelatore, l’olio va versato
all’interno dell’apposito serbatoio, che solitamente si trova accanto a
quello del liquido di raffreddamento; invece in quello senza
miscelatore, l’olio va miscelato in percentuale alla benzina, ogni qual
volta si faccia il pieno di carburante. Solitamente i motori senza
miscelatore sono quelli da competizione, come le moto da cross o le moto
da strada 500cc di circa 20 anni fa. Per gli esperti, per capire se un
motore è a 2 o 4 tempi, basta ascoltare il rumore, se è un suono più
“aperto, tintinnante” il motore è a 2 tempi, se invece il motore è più
“tranquillo” è deducibile che sia un 4 tempi. I motori a 2 tempi sono
più scattanti, agili e veloci al contrario di quelli a 4 tempi che sono
più lenti e tranquilli, ma allo stesso tempo capaci di darti forti
emozioni. Il motore a 2 tempi ha però una pecca; va più veloce ed è più
agile, ma questa tipologia di motore è più soggetta ad usura e quindi
costi e tempi di manutenzione sono molto elevati.
Prevalentemente le case motociclistiche
usufruiscono dei motori a 4 tempi per le moto di grossa cilindrata, ad
esempio dai 250 cc fino ai 1200 cc, anche se viene utilizzato nelle
cilindrate da 50 cc a 125 cc, ma non è molto apprezzato, in quanto per
una piccola cilindrata non è il più adatto: non ha velocità ed agilità.
Per quest’ultime due cilindrate è preferito il motore a 2 tempi, agile e
scattante, perfetto per i ragazzi dai 14 ai 18 anni. I consumi di
carburante variano moltissimo, poiché la benzina ha un tempo di
combustione più basso e perciò è utilizzata nei motori a 2 tempi, dando
ciò che i ragazzi amano, vale a dire prestazioni e velocità.
Le motociclette a 4 tempi al contrario
consumano poco, ma questa definizione di “poco” è superficiale in quanto
il consumo di carburante varia a seconda della cilindrata, dell’uso,
tranquillo o aggressivo e in gergo motociclistico “dalla manetta del
pilota”. In termini di affidabilità, manutenzione e comfort sicuramente
è preferibile il 4 tempi, molto comodo per i lunghi viaggi, ma se amate
non passare inosservati e se potete permettervelo per manutenzione e
consumo, scegliete senza esitare motociclette con motore a 2 tempi.
Giuseppe Capitanio |