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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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SALVAGUARDIA DEGLI HABITAT MARINI.

RIDUZIONE DELLO SFORZO DI PESCA NELLE ACQUE COSTIERE ITALIANE.

CON FINALITA’ DI SALVAGUARDIA DELL’ECOSISTEMA MARINO

ANALISI DELLA POLITICA COMUNITARIA SULLA RAZIONALIZZAZIONE E SVILUPPO DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA COME POSSIBILE CONTRIBUTO AL MIGLIORAMENTO DEL RAPPORTO  APPROVVIGIONAMENTO ITTICO PER FINI ALIMENTARI / SALVAGUARDIA  RISORSE  ITTICHE

 

PREMESSA GENERALE

Il sempre maggiore bisogno di attingere alle risorse del mare per fini alimentari ha portato come conseguenza che negli ultimi anni si è registrato un costante  impoverimento delle risorse ittiche.

Questo fenomeno ha determinato la necessità di trovare fonti alternative di approvvigionamento ittico che non siano direttamente  derivanti dalla pesca. Il costante aumento dello sforzo di pesca collegato al progressivo impoverimento delle risorse ittiche del mare e dei laghi oltre a mettere in crisi alcuni comparti della pesca, ha richiesto una particolare attenzione da parte degli organi di governo comunitari, centrali e regionali, al fine di avviare una politica che oltre a perseguire le finalità di sostegno all’industria di settore debba  comunque tutelare il bene comune mare.

Così come strutturato oggi, nel  settore della pesca non si coglie un indirizzo unitario che tenga in considerazione  degli interessi degli operatori e  dell’interesse comune legato alla tutela del “bene”  mare.

Si e’ avvertita invece un sorta di gara da parte degli operatori del settore a realizzare unità da pesca sempre più potenti, all’utilizzo di attrezzi da pesca anche non consentiti, ad orientare la pesca, con battute di frodo sempre più frequentemente nelle zone ove questa è regolamentata se non vietata, vedasi riserve marine.  L’obbiettivo di tanti è diventato quello di realizzare il massimo profitto, nella speranza della “ grande pescata“ che ammortizzi agli elevati costi che questo modo di agire comporta. Perché oltre alle spese di armamento del moto-pesca, sulle spese totali incidono il basso prezzo all’ingrosso del pescato e le frequenti ed onerose sanzioni che tali comportamenti scorretti comportano. Conseguenza di tutto ciò è che la piccola pesca locale, quella fatta da barche condotte dal singolo pescatore che giornalmente trovava sostegno in questa attività, sta scomparendo, perché sempre più spesso le loro reti calate in zone che in altri tempi risultavano pescose, oggi vengono salpate desolatamente vuote.

Non essendo motivo principale di questa analisi ma essendo uno dei problemi che hanno portato a generare questa situazione di crisi latente del settore pesca, è doveroso dare una motivazione delle cause che generano un prezzo basso del pesce  all’ingrosso mentre al dettaglio il prezzo è sempre più elevato.

Da sempre il pescatore è stato vittima di coloro che avendo mezzi finanziari  elevati hanno sfruttato il lavoro di altri per trarne il massimo profitto. Questo succede in tutte le attività agricole e non poteva non colpire anche le attività legate all’industria della pesca.

All’arrivo in banchina il pescatore deve necessariamente vendere il prodotto al grossista che gli assicura il ritiro di tutto il pescato, non può cercare di vendere indipendentemente il suo prodotto, perché se questo è possibile in certi periodi dell’anno e per piccoli quantitativi, diventa impossibile nell’arco dell’intero anno e in special modo per i grandi quantitativi. Ecco che allora è il grossista ad imporre il prezzo che calerà quando il quantitativo del pescato è maggiore, ma non salirà mai eccessivamente quando sarà minore.  Quando però questi andrà a vendere al dettaglio il prodotto raddoppierà sempre il prezzo, determinando un aumento considerevole del prodotto esposto sul bancone del dettagliante.

In questa maniera il pescatore cerca sempre di guadagnare aumentando i quantitativi pescati, favorendo però esclusivamente il guadagno del grossista.

Sarebbero opportuni atti legislativi mirati a frenare queste speculazioni che gravano sulla filiera della pesca, ma in una economia di mercato come la nostra ciò risulta difficilmente attuabile.

Nell’ottica di una riforma strutturale del settore, alla ricerca di un nuovo equilibrio che venendo incontro al singolo pescatore, fornendogli adeguati strumenti di conoscenza scientifica e finanziari gli consenta di ritrovare adeguato sostentamento economico, generando quel circolo virtuoso che non può che portare ricadute benefiche anche sull’ecosistema marino,  dalla Comunità Europea, nasce lo S.F.O.P..

 

  S.F.O.P. (STRUMENTO FINANZIARIO DI ORIENTAMENTO ALLA PESCA).

La Comunità Europea con l’obbiettivo di rivitalizzare e rinnovare il settore della filiera pesca ha  introdotto uno strumento finanziario riguardante i regimi di contribuzione nell’ambito della pesca, lo S.F.O.P. – Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca – istituito allo scopo di concorrere alla realizzazione degli obiettivi della Politica Comune Pesca, di contribuire a rafforzare la coesione economica e sociale degli operatori del settore, e che mira a modificare la politica strutturale della pesca e a valorizzare i prodotti della pesca e dell’ acquacoltura nonché delle zone dipendenti da questi settori.

Il legislatore Comunitario con questo strumento finanziario ha voluto indicare la strada che deve essere percorsa per salvaguardare il settore pesca e contestualmente il bene comune mare al fine di riportare il sistema ad un naturale equilibrio.

Lo S.F.O.P. sovvenziona progetti di ristrutturazione in tutto il settore e interviene tra l’altro nel settore dell’acquacoltura, ed anche ai fini della creazione di zone costiere protette, concedendo inoltre contributi per attrezzature portuali e ammodernamento di navi, nonché per interventi nell’ambito della trasformazione, della commercializzazione e della promozione dei programmi di orientamento pluriennali.

Istituito con Regolamento n.1263 del Consiglio del 21 giugno 1999, sostituisce i due regimi precedenti che si applicavano uno alla flotta peschereccia e all'acquacoltura, l’altro alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti della pesca. Dal 1994 tutte le componenti della filiera rientrano nel campo di applicazione dello SFOP.

Vediamo ora quali sono in concreto gli obbiettivi che caratterizzano lo SFOP rendendolo di fatto strumento settoriale di fondamentale importanza:

  • rinnovo della flotta e ammodernamento delle navi da pesca: questi interventi devono essere compatibili con i programmi pluriennali di orientamento delle flotte pescherecce;

  • adeguamento dello sforzo di pesca;

  • aiuti alla piccola pesca costiera;

  • misure di carattere socioeconomiche;

  • protezione delle risorse alieutiche;

  • acquacoltura;

  • attrezzatura dei porti di pesca;

  • trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca;

  • ricerca di nuovi sbocchi per i prodotti;

  • azioni innovatrici: si tratta in particolare di azioni i carattere transnazionale e creazione di reti a livello di operatori del settore e delle zone dipendenti da tale settore. In quanto azioni esclusivamente finanziate dallo SFOP, il campo di applicazione del fondo potrà essere ampliato alle misure delle azioni che normalmente sono contemplate dagli altri fondi strutturali;

  • assistenza tecnica.

Le azioni strutturali finanziate dallo SFOP si iscrivono nei programmi pluriennali diversi a seconda del contesto regionale in cui vengono applicate, tali programmi variano a seconda degli obbiettivi.

 

I principi generali che regolano la partecipazione dello SFOP sono due:

  • Cofinanziamento: lo SFOP opera secondo il principio del cofinanziamento; l'amministrazione del paese interessato deve sempre contribuire al finanziamento dei progetti. Inoltre, se l'aiuto comunitario si riferisce ad un investimento, il beneficiario, singolo individuo o società, deve apportare un suo proprio contributo;

  • Intervento diversificato secondo le regioni: conformemente alla politica comunitaria dei fondi strutturali, lo SFOP interviene sull'intero territorio dell'Unione Europea. Le azioni strutturali che possono essere finanziate dallo SFOP e che rientrano nell'Obiettivo n.1 dei fondi strutturali (Obiettivo n.1: promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo) sono oggetto di un Programma Operativo Nazionale (PON PESCA)”.

Le azioni strutturali che sono al di fuori dell'Obiettivo 1 : promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo, sono oggetto di un Documento Unico di Programmazione (DOCUP)” che di norma interessa le zone degli obiettivi 2 e 3 (Obiettivo n. 2: favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali – Obiettivo n. 3: favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione). I tassi d'intervento sono diversi a seconda che si tratti di regioni che rientrano nell'Obiettivo 1 ovvero al di fuori dello stesso.

Nell'ambito dell'Obiettivo 1 rientrano le seguenti regioni: Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia.
Al di fuori dell'Obiettivo 1 rientrano le seguenti regioni: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Trento, Valle d'Aosta, Veneto e Umbria.

Pertanto la percentuale di contributo di spesa per ogni misura varierà a seconda dell'obiettivo di appartenenza.

I soggetti beneficiari dello SFOP

  • soggetti collettivi, pubblici o privati (ad esempio comuni o gruppi di comuni, camere di commercio);

  • soggetti economici, singoli individui e imprese (imprese artigianali, piccola e media impresa, ecc.);

  • pescatori e altri lavoratori del mondo della pesca.

Nei periodi cui si riferiscono le programmazioni,  all’Amministrazione centrale è demandata la gestione delle misure relative alla tutela delle risorse biologiche (adeguamento dello sforzo di pesca), al rinnovo ed ammodernamento della flotta e all’assistenza tecnica, nonché il ruolo di coordinamento e indirizzo di tutti gli interventi cofinanziati dallo SFOP, al fine di massimizzare i risultati dell’azione attivata mediante l’utilizzo del predetto fondo.

Come precedentemente accennato l’intervento strutturale nel settore della Pesca è strettamente subordinato al rispetto delle indicazioni previste nei Regolamenti (CE) n. 1263/1999 e n. 2792/1999, relativi allo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP)  mentre il Reg. (CE) 2792/1999 definisce una serie articolata di misure le quali risultano pertinenti con i suddetti programmi operativi.

SOTTOASSE ADEGUAMENTO DELLO SFORZO DI PESCA

Molto importanti sono gli obbiettivi che lo strumento persegue alla ricerca dell’adeguamento della flotta peschereccia  alle reali capacità di sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche marine sulla base dei vincolanti obiettivi fissati in sede di Programma di Orientamento Pluriennale (POP IV).Tali obbiettivi sono perseguiti attraverso l’attuazione delle seguenti misure:

a) Arresto definitivo

L’arresto definitivo dell’attività di pesca è una misura che viene attuata per il conseguimento dell’obiettivo di adeguamento della flotta alle reali capacità di sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche marine.

Le misure di arresto definitivo possono essere applicate solo a navi:

·         di età pari o superiore ai 10 anni;

·         che abbiano esercitato l’attività di pesca per almeno 75 giorni per ciascuno dei 12 mesi precedenti alla data di richiesta di arresto definitivo ovvero per almeno l’80% del numero di giorni in mare consentiti dalla normativa nazionale in vigore per il tipo di nave in questione.

Destinatari della misura sono soggetti privati ed imprese singole o associate in possesso di imbarcazioni di età pari o superiore a 10 anni.

Le predette navi, a norma del Reg. (CE) 2792/99 e del Decreto Ministeriale 22 dicembre 2000, devono possedere i seguenti requisiti:

  • essere state armate ed equipaggiate, ai sensi dell'art. 164 del Codice della Navigazione, per almeno 75 giorni in mare in ciascuno dei dodici mesi antecedenti la data di richiesta di demolizione, oppure, laddove appropriato, eventualmente per almeno l'80% del numero di giorni in mare consentiti dalla normativa nazionale in vigore per la nave in questione;

  • essere iscritte nel registro delle navi da pesca della Comunità Europea;

  • essere operative (al momento della decisione relativa alla concessione del premio (è definita operativa la nave armata ed equipaggiata ai sensi dell’art. 164 del codice della navigazione).

  • L’arresto definitivo delle attività di pesca può essere perseguito mediante:

  • la demolizione della nave;

  • il trasferimento della nave verso un Paese terzo nell’ambito di una società mista ( sono escluse le navi inferiori a 20 tsl o 22 sl e le navi di età pari o superiore a 30 anni;

  • il trasferimento della nave verso un paese terzo in contesto diverso dalla società mista ( sono escluse le navi inferiori a 20 tsl o 22 GT - e le navi di età pari o superiore a 30 anni;

  • la destinazione definitiva alla conservazione del patrimonio storico nel territorio italiano (attività di ricerca o formazione nel settore aulietico, svolta da organismi pubblici o parapubblici italiani, oppure al controllo delle attività di pesca, in particolare da parte di un paese terzo);

  • la destinazione definitiva della nave ai fini diversi della pesca non inclusi al punto precedente (sono escluse le navi di stazza inferiore a 20 tsl o 22 GT).

L’originale della domanda di ammissione al premio di arresto definitivo deve essere presentata all’ufficio marittimo di iscrizione della nave che provvede al procedimento Per quanto riguarda il premio di arresto definitivo si fa presente che il suo importo varia in base all’età della nave, al suo tonnellaggio e alla modalità di ritiro prescelta. Il premio di arresto definitivo è liquidato come segue: 50% a titolo di acconto alla riconsegna  del titolo abilitativo;   il saldo ad avvenuta demolizione della nave o, nei casi previsti, ad avvenuta radiazione della stessa dai registri di iscrizione.      

b) Società miste

Destinatari della misura sono le società commerciali create e registrate nel paese di destinazione della nave o società già registrate nel paese terzo, nelle quali il cedente assume una partecipazione. Tali società devono svolgere un'attività commerciale nel settore della pesca in acque poste sotto la sovranità o la giurisdizione del paese terzo. La nave oggetto di Società mista deve aver svolto attività di pesca sotto la bandiera italiana per almeno 5 anni.

SOTTOASSE RINNOVO ED AMMODERNAMENTO DELLA FLOTTA DI PESCA

Si tratta di interventi diretti a favorire la politica di ammodernamento della flotta, così come di rinnovo attraverso la costruzione di nuove imbarcazioni.

Le misure sono:

a)Ammodernamento di navi esistenti

La misura Ammodernamento pescherecci si sostanzia nella concessione di aiuti pubblici per l'equipaggiamento e l’ammodernamento di natanti iscritti nel registro delle navi da pesca della Comunità. Anche in questo caso, l'obiettivo che si persegue è quello di favorire il processo di ammodernamento della flotta italiana. Per accedere al finanziamento bisogna avere determinati requisiti.

b) Costruzione di nuove navi

La misura Costruzione di nuove navi finanzia gli interventi aventi per oggetto la costruzione di nuove imbarcazioni. L'obiettivo che si persegue attraverso l'attivazione di questa misura è il rinnovamento della flotta italiana.

SOTTOASSE ASSISTENZA TECNICA

La misura relativa all’assistenza tecnica comprende tutte le azioni connesse alla preparazione, attuazione, controllo, valutazione ed adeguamento del programma operativo nonché quelle azioni che rientrano nella funzione di coordinamento relativamente ai rapporti tra Stato e regioni. L’attuazione di tale misura prevede la realizzazione di una rete informatizzata Stato/Regioni capace di garantire in tempo reale la diffusione delle informazioni e dei dati inerenti la gestione e lo stato di attuazione del programma operativo.  Prevede altresì la predisposizione di procedure in grado di assicurare un tempestivo monitoraggio e controllo del programma.

Obiettivo principale dell’assistenza tecnica è quello di migliorare la qualità dei programmi e assicurare la realizzazione efficace ed ottimale degli stessi.

Investimenti ammissibili

Le risorse finanziare complessivamente stanziate per l’Assistenza tecnica  saranno utilizzate, inoltre, per finanziare le seguenti azioni che saranno attivate mediante la pubblicazione di bandi di gara:

·       Monitoraggio del Mercato del Lavoro,

·       Assistenza nella gestione del programma,

·       Assistenza per il monitoraggio del programma,

·       Monitoraggio e raccolta dati consumi prodotti ittici,

·       Monitoraggio parametri biologici, ambientali ed oceanografici,

·       Monitoraggio dati produzione acquacoltura

·       Altre azioni di assistenza tecnica attivate dalle Regioni sui loro programmi.

.

SOTTOASSE PROTEZIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE

L’obiettivo principale è quello di incentivare gli investimenti volti allo sviluppo e alla protezione delle risorse acquatiche.

Le misure previste sono:

a) Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche

Soggetti beneficiari

Possono beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative a tale misura:

·  soggetti pubblici;

·       organizzazioni professionali riconosciute;

·       altri organismi designati a tal fine dall’autorità di gestione;

·       soggetti privati.

Sono ammissibili a contributo i progetti che prevedono l’installazione di elementi fissi o mobili destinati a proteggere e sviluppare le risorse acquatiche, nonché la sorveglianza scientifica dei progetti stessi.

b)  Acquacoltura

Soggetti beneficiari

Possono beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative a tale misura:

·         le imprese di acquacoltura.

Investimenti ammissibili

Sono ammissibili a contributo:

·         progetti che prevedono la realizzazione di nuovi impianti di acquacoltura e di maricoltura;

·         i progetti finalizzati all’ammodernamento degli impianti già esistenti compreso i lavori di sistemazione o miglioramento di circuiti idraulici all’interno delle imprese acquicole e quelli sulle imbarcazioni di servizio agli impianti.

c)  Attrezzatura dei porti di pesca

Soggetti beneficiari

Possono beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative a tale misura:

  • soggetti pubblici;

  • soggetti privati.

Investimenti ammissibili

Sono ammissibili a contributo i progetti destinati a:

  • migliorare le condizioni di sbarco, di trattamento e di magazzinaggio dei prodotti della pesca nei porti;

  • coadiuvare le attività delle barche da pesca (come rifornimento di carburante e di ghiaccio, manutenzione e riparazione delle barche, ecc.);

  • sistemare le banchine nell’intento di migliorare le condizioni di ormeggio e di sicurezza al momento dell’imbarco o dello sbarco dei prodotti.

  • Saranno considerati prioritari gli investimenti che presentino un interesse per la comunità di pescatori del porto e che contribuiscano allo sviluppo generale dello stesso e al miglioramento dei servizi offerti ai pescatori.

d) Trasformazione e commercializzazione

Soggetti beneficiari

Possono beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative a tale misura:

  • soggetti privati ed imprese singole o associate;

  • Organizzazioni dei produttori operanti nel settore della pesca ed acquacoltura;

  • soggetti pubblici per i progetti relativi alla sola commercializzazione. 

Investimenti ammissibili

Sono ammissibili a finanziamento i progetti finalizzati:

  • all’ammodernamento degli impianti di trasformazione e/o commercializzazione esistenti;

  • la realizzazione di nuovi impianti di trasformazione e/o commercializzazione.

Sono esclusi gli investimenti:

  • rivolti alla trasformazione di prodotti destinati a fini diversi dal consumo umano ad eccezione della trasformazione degli scarti dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura;

  • riguardanti il commercio al dettaglio.

e)  pesca nelle acque interne    

Soggetti beneficiari :

Possono beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative alla presente misura:

  • pescatori di professione in possesso della licenza per esercitare la pesca professionale nelle acque interne;

  • cooperative di pescatori che esercitano la pesca professionale nelle acque interne;

  • associazioni temporanee di impresa costituite appositamente per le finalità della misura medesima.

Investimenti ammissibili

Sono ammissibili a contributo i progetti di:

  • ammodernamento delle imbarcazioni per la pesca nelle acque interne finalizzato:

  • al miglioramento della qualità dei prodotti pescati;

  • al miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza;

  • alla razionalizzazione delle operazioni di pesca, in particolare mediante l’impiego di tecnologie e metodi di pesca maggiormente selettivi.

 SOTTOASSE ALTRE MISURE

L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni operative e reddituali degli operatori del settore ittico attraverso attività volte a favorire la riconversione, la valorizzazione dei prodotti ittici e l’integrazione produttiva nonché promuovere l’ammodernamento e la diversificazione delle pratiche di pesca.

Le misure previste sono:

Ø     piccola pesca costiera;

Ø     misure socio economiche;

Ø     promozione;

Ø     azioni realizzate dagli operatori del settore;

Ø     arresto temporaneo delle attività e altre compensazioni

Ø     misure innovanti.

 

Conclusioni

Come si è potuto vedere le azioni messe in campo dalla Comunità Europea attraverso lo strumento finanziario dello  S.F.O.P. mirano a perseguire molteplici obbiettivi nell’ambito della pesca, dall’ammodernamento della flotta peschereccia , all’utilizzo di sistemi ottimali di pesca, al supporto alla pesca di sistemi di programmazione e gestione, al miglior sfruttamento delle risorse derivanti dalla acquacoltura ecc. creando di fatto un eccezionale strumento di aiuto al settore pesca.

Non è semplice convincere il vecchio pescatore ad abbandonare antiche abitudini ormai diventate antieconomiche e fuori dalle logiche di mercato, a privilegio di quelle tecniche innovative che gli consentirebbero di migliorare considerevolmente i propri profitti, consentendo nel contempo  a guardare con più ottimismo al futuro del nostro mare.

Come si diceva all’inizio di questo elaborato, sono sempre più numerose le defezioni da parte dei piccoli operatori del settore, defezioni che non vedono per contro un ricambio generazionale.

Questo comporta anche una perdita di posti di lavoro in un settore  che è  radicato nella cultura del popolo italiano, e che in alcune regioni del Sud  ha garantito il sostentamento di migliaia di famiglie.  

Ecco che quindi la diffusione e l’utilizzo di questo nuovo strumento finanziario destinato allo sviluppo ed all’ammodernamento dei mezzi e dei sistemi di lavoro nel mondo della pesca, accompagnato da adeguato supporto  da parte degli enti locali, può senza dubbio determinare quella svolta che porti all’avvicinamento delle nuove generazioni al mondo della pesca, nella consapevolezza che ciò determini un onesto e decoroso sostentamento, in una ottica che non sia più quella di prelievo sconsiderato, ma di rispetto e tutela di quella che è una fonte di ricchezza per tutti e che si chiama  mare.        

Sicuramente ci sono tanti altri problemi che determinano un impatto negativo sull’ecosistema marino, il riferimento va in primis ai danni procurati a causa dell’inquinamento urbano ed industriale, ma altrettanto  sicuramente è accertato che il danno procurato attualmente dall’eccessivo sforzo di pesca sul prelievo ittico è ugualmente rilevante.

Occorre disciplinare e razionalizzare il settore della pesca, specialmente in quelle regioni che ancora non hanno colto appieno la straordinaria possibilità che questo strumento finanziario fornisce.

In questo contesto lo Stato ha il duplice compito di favorire lo sviluppo del settore, ma nel contempo vigilare affinché, trattandosi di materia  che prevede contributi e finanziamenti, non vi siano infiltrazioni da parte di associazioni criminali che mirano ha trarre ingiusto profitto.

Nonostante sia passato un decennio dell’entrata in vigore di queste norme comunitarie solo negli ultimi anni si sta avvertendo un concreto movimento innovativo che coinvolge tutto il settore. La speranza è che  la strada di miglioramento e razionalizzazione,  intrapresa nel settore pesca, ancorché lenta, sia duratura  consentendo di poter sperare che nel breve futuro  possa realizzarsi quell’equilibrio virtuoso che salvaguardando le sempre maggiori esigenze umane legate all’approvvigionamento ittico per fini alimentari, punti alla salvaguardia delle risorse biologiche del nostro mare.

 

 

 


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