SALVAGUARDIA DEGLI HABITAT MARINI.
RIDUZIONE DELLO SFORZO DI PESCA NELLE ACQUE COSTIERE ITALIANE.
CON FINALITA’ DI SALVAGUARDIA DELL’ECOSISTEMA MARINO
ANALISI
DELLA POLITICA COMUNITARIA SULLA RAZIONALIZZAZIONE E SVILUPPO DELLA
PESCA E DELL’ACQUACOLTURA COME POSSIBILE CONTRIBUTO AL MIGLIORAMENTO DEL
RAPPORTO APPROVVIGIONAMENTO ITTICO PER FINI ALIMENTARI / SALVAGUARDIA
RISORSE ITTICHE
PREMESSA
GENERALE
Il sempre
maggiore bisogno di attingere alle risorse del mare per fini alimentari
ha portato come conseguenza che negli ultimi anni si è registrato un
costante impoverimento delle risorse ittiche.
Questo
fenomeno ha determinato la necessità di trovare fonti alternative di
approvvigionamento ittico che non siano direttamente derivanti dalla
pesca. Il costante aumento dello sforzo di pesca collegato al
progressivo impoverimento delle risorse ittiche del mare e dei laghi
oltre a mettere in crisi alcuni comparti della pesca, ha richiesto una
particolare attenzione da parte degli organi di governo comunitari,
centrali e regionali, al fine di avviare una politica che oltre a
perseguire le finalità di sostegno all’industria di settore debba
comunque tutelare il bene comune mare.
Così come
strutturato oggi, nel settore della pesca non si coglie un indirizzo
unitario che tenga in considerazione degli interessi degli operatori e
dell’interesse comune legato alla tutela del “bene” mare.
Si e’
avvertita invece un sorta di gara da parte degli operatori del settore a
realizzare unità da pesca sempre più potenti, all’utilizzo di attrezzi
da pesca anche non consentiti, ad orientare la pesca, con battute di
frodo sempre più frequentemente nelle zone ove questa è regolamentata se
non vietata, vedasi riserve marine. L’obbiettivo di tanti è diventato
quello di realizzare il massimo profitto, nella speranza della “ grande
pescata“ che ammortizzi agli elevati costi che questo modo di agire
comporta. Perché oltre alle spese di armamento del moto-pesca, sulle
spese totali incidono il basso prezzo all’ingrosso del pescato e le
frequenti ed onerose sanzioni che tali comportamenti scorretti
comportano. Conseguenza di tutto ciò è che la piccola pesca locale,
quella fatta da barche condotte dal singolo pescatore che giornalmente
trovava sostegno in questa attività, sta scomparendo, perché sempre più
spesso le loro reti calate in zone che in altri tempi risultavano
pescose, oggi vengono salpate desolatamente vuote.
Non essendo
motivo principale di questa analisi ma essendo uno dei problemi che
hanno portato a generare questa situazione di crisi latente del settore
pesca, è doveroso dare una motivazione delle cause che generano un
prezzo basso del pesce all’ingrosso mentre al dettaglio il prezzo è
sempre più elevato.
Da sempre il
pescatore è stato vittima di coloro che avendo mezzi finanziari elevati
hanno sfruttato il lavoro di altri per trarne il massimo profitto.
Questo succede in tutte le attività agricole e non poteva non colpire
anche le attività legate all’industria della pesca.
All’arrivo in
banchina il pescatore deve necessariamente vendere il prodotto al
grossista che gli assicura il ritiro di tutto il pescato, non può
cercare di vendere indipendentemente il suo prodotto, perché se questo è
possibile in certi periodi dell’anno e per piccoli quantitativi, diventa
impossibile nell’arco dell’intero anno e in special modo per i grandi
quantitativi. Ecco che allora è il grossista ad imporre il prezzo che
calerà quando il quantitativo del pescato è maggiore, ma non salirà mai
eccessivamente quando sarà minore. Quando però questi andrà a vendere
al dettaglio il prodotto raddoppierà sempre il prezzo, determinando un
aumento considerevole del prodotto esposto sul bancone del dettagliante.
In questa
maniera il pescatore cerca sempre di guadagnare aumentando i
quantitativi pescati, favorendo però esclusivamente il guadagno del
grossista.
Sarebbero
opportuni atti legislativi mirati a frenare queste speculazioni che
gravano sulla filiera della pesca, ma in una economia di mercato come la
nostra ciò risulta difficilmente attuabile.
Nell’ottica di
una riforma strutturale del settore, alla ricerca di un nuovo equilibrio
che venendo incontro al singolo pescatore, fornendogli adeguati
strumenti di conoscenza scientifica e finanziari gli consenta di
ritrovare adeguato sostentamento economico, generando quel circolo
virtuoso che non può che portare ricadute benefiche anche
sull’ecosistema marino, dalla Comunità Europea, nasce lo S.F.O.P..
S.F.O.P.
(STRUMENTO FINANZIARIO DI ORIENTAMENTO ALLA PESCA).
La Comunità
Europea con l’obbiettivo di rivitalizzare e rinnovare il settore della
filiera pesca ha introdotto uno strumento finanziario riguardante i
regimi di contribuzione nell’ambito della pesca, lo S.F.O.P. – Strumento
Finanziario di Orientamento della Pesca – istituito allo scopo di
concorrere alla realizzazione degli obiettivi della Politica Comune
Pesca, di contribuire a rafforzare la coesione economica e sociale degli
operatori del settore, e che mira a modificare la politica strutturale
della pesca e a valorizzare i prodotti della pesca e dell’ acquacoltura
nonché delle zone dipendenti da questi settori.
Il legislatore
Comunitario con questo strumento finanziario ha voluto indicare la
strada che deve essere percorsa per salvaguardare il settore pesca e
contestualmente il bene comune mare al fine di riportare il sistema ad
un naturale equilibrio.
Lo S.F.O.P.
sovvenziona progetti di ristrutturazione in tutto il settore e
interviene tra l’altro nel settore dell’acquacoltura, ed anche ai fini
della creazione di zone costiere protette, concedendo inoltre contributi
per attrezzature portuali e ammodernamento di navi, nonché per
interventi nell’ambito della trasformazione, della commercializzazione e
della promozione dei programmi di orientamento pluriennali.
Istituito con
Regolamento n.1263 del
Consiglio del 21 giugno 1999,
sostituisce
i due regimi precedenti che si applicavano uno alla flotta peschereccia
e all'acquacoltura, l’altro alla trasformazione e alla
commercializzazione dei prodotti della pesca. Dal 1994 tutte le
componenti della filiera rientrano nel campo di applicazione dello SFOP.
Vediamo ora quali sono in concreto gli obbiettivi che caratterizzano lo
SFOP rendendolo di fatto strumento settoriale di fondamentale
importanza:
-
rinnovo
della flotta e ammodernamento delle navi da pesca: questi interventi
devono essere compatibili con i programmi pluriennali di
orientamento delle flotte pescherecce;
-
adeguamento dello sforzo di pesca;
-
aiuti alla
piccola pesca costiera;
-
misure di
carattere socioeconomiche;
-
protezione
delle risorse alieutiche;
-
acquacoltura;
-
attrezzatura dei porti di pesca;
-
trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca;
-
ricerca di
nuovi sbocchi per i prodotti;
-
azioni
innovatrici: si tratta in particolare di azioni i carattere
transnazionale e creazione di reti a livello di operatori del
settore e delle zone dipendenti da tale settore. In quanto azioni
esclusivamente finanziate dallo SFOP, il campo di applicazione del
fondo potrà essere ampliato alle misure delle azioni che normalmente
sono contemplate dagli altri fondi strutturali;
-
assistenza
tecnica.
Le azioni
strutturali finanziate dallo SFOP si iscrivono nei programmi pluriennali
diversi a seconda del contesto regionale in cui vengono applicate, tali
programmi variano a seconda degli obbiettivi.
I
principi generali che regolano la partecipazione dello
SFOP sono due:
-
Cofinanziamento:
lo SFOP opera secondo il principio del cofinanziamento;
l'amministrazione del paese interessato deve sempre contribuire al
finanziamento dei progetti. Inoltre, se l'aiuto comunitario si
riferisce ad un investimento, il beneficiario, singolo individuo o
società, deve apportare un suo proprio contributo;
-
Intervento diversificato secondo le regioni:
conformemente
alla politica comunitaria dei fondi strutturali, lo SFOP interviene
sull'intero territorio dell'Unione Europea. Le azioni strutturali
che possono essere finanziate dallo SFOP e che rientrano
nell'Obiettivo n.1 dei fondi strutturali (Obiettivo n.1:
promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che
presentano ritardi nello sviluppo) sono oggetto di un “Programma
Operativo Nazionale (PON PESCA)”.
Le azioni
strutturali che sono al di fuori dell'Obiettivo 1 : promuovere lo
sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano
ritardi nello sviluppo, sono oggetto di un “Documento
Unico di Programmazione (DOCUP)” che di norma interessa
le zone degli obiettivi 2 e 3 (Obiettivo n. 2: favorire la
riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali
– Obiettivo n. 3: favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle
politiche dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione). I
tassi d'intervento sono
diversi a seconda che si tratti di regioni che rientrano nell'Obiettivo
1 ovvero al di fuori dello stesso.
Nell'ambito
dell'Obiettivo 1 rientrano le seguenti
regioni: Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Molise, Sardegna e
Sicilia.
Al di fuori dell'Obiettivo 1 rientrano le seguenti regioni:
Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria,
Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Trento,
Valle d'Aosta, Veneto e Umbria.
Pertanto la
percentuale di contributo di spesa per ogni misura varierà a seconda
dell'obiettivo di appartenenza.
-
soggetti
collettivi, pubblici o privati (ad esempio comuni o gruppi di
comuni, camere di commercio);
-
soggetti
economici, singoli individui e imprese (imprese artigianali, piccola
e media impresa, ecc.);
-
pescatori
e altri lavoratori del mondo della pesca.
Nei periodi
cui si riferiscono le programmazioni, all’Amministrazione centrale è
demandata la gestione delle misure relative alla tutela delle risorse
biologiche (adeguamento dello sforzo di pesca), al rinnovo ed
ammodernamento della flotta e all’assistenza tecnica, nonché il ruolo di
coordinamento e indirizzo di tutti gli interventi cofinanziati dallo
SFOP, al fine di massimizzare i risultati dell’azione attivata mediante
l’utilizzo del predetto fondo.
Come
precedentemente accennato l’intervento strutturale nel settore della
Pesca è strettamente subordinato al rispetto delle indicazioni previste
nei Regolamenti (CE) n. 1263/1999 e n. 2792/1999, relativi allo
Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP) mentre il Reg.
(CE) 2792/1999 definisce una serie articolata di misure le quali
risultano pertinenti con i suddetti programmi operativi.
SOTTOASSE ADEGUAMENTO DELLO SFORZO DI PESCA
Molto importanti sono gli obbiettivi che lo strumento
persegue alla ricerca dell’adeguamento della flotta peschereccia alle
reali capacità di sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche
marine sulla base dei vincolanti obiettivi fissati in sede di Programma
di Orientamento Pluriennale (POP IV).Tali obbiettivi sono perseguiti
attraverso l’attuazione delle seguenti misure:
a) Arresto definitivo
L’arresto definitivo dell’attività di pesca è una misura che viene
attuata per il conseguimento dell’obiettivo di adeguamento della flotta
alle reali capacità di sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche
marine.
Le misure di
arresto definitivo possono essere applicate solo a navi:
·
di età pari o superiore ai 10 anni;
·
che abbiano esercitato l’attività di pesca per almeno 75 giorni per
ciascuno dei 12 mesi precedenti alla data di richiesta di arresto
definitivo ovvero per almeno l’80% del numero di giorni in mare
consentiti dalla normativa nazionale in vigore per il tipo di nave in
questione.
Destinatari della misura sono soggetti privati ed imprese
singole o associate in possesso di imbarcazioni di età pari o superiore
a 10 anni.
Le predette navi, a norma del Reg. (CE) 2792/99 e del Decreto
Ministeriale 22 dicembre 2000, devono possedere i seguenti requisiti:
-
essere
state armate ed equipaggiate, ai sensi dell'art. 164 del Codice
della Navigazione, per almeno 75 giorni in mare in ciascuno dei
dodici mesi antecedenti la data di richiesta di demolizione, oppure,
laddove appropriato, eventualmente per almeno l'80% del numero di
giorni in mare consentiti dalla normativa nazionale in vigore per la
nave in questione;
-
essere
iscritte nel registro delle navi da pesca della Comunità Europea;
-
essere
operative (al momento della decisione relativa alla concessione del
premio (è definita operativa la nave armata ed equipaggiata ai sensi
dell’art. 164 del codice della navigazione).
-
L’arresto
definitivo delle attività di pesca può essere perseguito mediante:
-
la
demolizione della nave;
-
il
trasferimento della nave verso un Paese terzo nell’ambito di una
società mista ( sono escluse le navi inferiori a 20 tsl o 22 sl e le
navi di età pari o superiore a 30 anni;
-
il
trasferimento della nave verso un paese terzo in contesto diverso
dalla società mista ( sono escluse le navi inferiori a 20 tsl o 22
GT - e le navi di età pari o superiore a 30 anni;
-
la
destinazione definitiva alla conservazione del patrimonio storico
nel territorio italiano (attività di ricerca o formazione nel
settore aulietico, svolta da organismi pubblici o parapubblici
italiani, oppure al controllo delle attività di pesca, in
particolare da parte di un paese terzo);
-
la
destinazione definitiva della nave ai fini diversi della pesca non
inclusi al punto precedente (sono escluse le navi di stazza
inferiore a 20 tsl o 22 GT).
L’originale della domanda di ammissione al premio di arresto definitivo
deve essere presentata all’ufficio marittimo di iscrizione della nave
che provvede al procedimento Per quanto riguarda il premio di arresto
definitivo si fa presente che il suo importo varia in base all’età della
nave, al suo tonnellaggio e alla modalità di ritiro prescelta. Il premio
di arresto definitivo è liquidato come segue: 50% a titolo di acconto
alla riconsegna del titolo abilitativo; il saldo ad avvenuta
demolizione della nave o, nei casi previsti, ad avvenuta radiazione
della stessa dai registri di iscrizione.
b)
Società miste
Destinatari della misura sono le società commerciali
create e registrate nel paese di destinazione della nave o società già
registrate nel paese terzo,
nelle quali il cedente assume una partecipazione. Tali società devono
svolgere un'attività commerciale nel settore della pesca in acque poste
sotto la sovranità o la giurisdizione del paese terzo. La nave oggetto
di Società mista deve aver svolto attività di pesca sotto la bandiera
italiana per almeno 5 anni.
SOTTOASSE RINNOVO ED AMMODERNAMENTO DELLA FLOTTA DI PESCA
Si tratta di
interventi diretti a favorire la politica di ammodernamento della
flotta, così come di rinnovo attraverso la costruzione di nuove
imbarcazioni.
Le misure sono:
a)Ammodernamento di navi esistenti
La
misura Ammodernamento pescherecci si sostanzia nella concessione di
aiuti pubblici per l'equipaggiamento e l’ammodernamento di natanti
iscritti nel registro delle navi da pesca della Comunità. Anche in
questo caso, l'obiettivo che si persegue è quello di favorire il
processo di ammodernamento della flotta italiana. Per accedere al
finanziamento bisogna avere determinati requisiti.
b)
Costruzione di nuove navi
La
misura Costruzione di nuove navi finanzia gli interventi aventi per
oggetto la costruzione di nuove imbarcazioni. L'obiettivo che si
persegue attraverso l'attivazione di questa misura è il rinnovamento
della flotta italiana.
SOTTOASSE ASSISTENZA TECNICA
La misura
relativa all’assistenza tecnica comprende tutte le azioni connesse alla
preparazione, attuazione, controllo, valutazione ed adeguamento del
programma operativo nonché quelle azioni che rientrano nella funzione di
coordinamento relativamente ai rapporti tra Stato e regioni.
L’attuazione di tale misura prevede la realizzazione di una rete
informatizzata Stato/Regioni capace di garantire in tempo reale la
diffusione delle informazioni e dei dati inerenti la gestione e lo stato
di attuazione del programma operativo. Prevede altresì la
predisposizione di procedure in grado di assicurare un tempestivo
monitoraggio e controllo del programma.
Obiettivo principale dell’assistenza tecnica è quello di migliorare la
qualità dei programmi e assicurare la realizzazione efficace ed ottimale
degli stessi.
Investimenti ammissibili
Le
risorse finanziare complessivamente stanziate per l’Assistenza tecnica
saranno utilizzate, inoltre, per finanziare le seguenti azioni
che saranno attivate mediante la pubblicazione di bandi di gara:
·
Monitoraggio del Mercato del Lavoro,
·
Assistenza nella gestione del programma,
·
Assistenza per il monitoraggio del programma,
·
Monitoraggio e raccolta dati consumi prodotti ittici,
·
Monitoraggio parametri biologici, ambientali ed oceanografici,
·
Monitoraggio dati produzione acquacoltura
·
Altre azioni di assistenza tecnica attivate dalle Regioni sui loro
programmi.
.
SOTTOASSE PROTEZIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE
L’obiettivo principale è quello di incentivare gli investimenti volti
allo sviluppo e alla protezione delle risorse acquatiche.
Le
misure previste sono:
a)
Protezione e sviluppo delle risorse
acquatiche
Soggetti beneficiari
Possono beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative
relative a tale misura:
·
soggetti pubblici;
·
organizzazioni professionali riconosciute;
·
altri organismi designati a tal fine dall’autorità di
gestione;
·
soggetti privati.
Sono ammissibili a contributo i progetti che prevedono l’installazione
di elementi fissi o mobili destinati a proteggere e sviluppare le
risorse acquatiche, nonché la sorveglianza scientifica dei progetti
stessi.
b)
Acquacoltura
Soggetti beneficiari
Possono
beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative a tale
misura:
·
le imprese di acquacoltura.
Investimenti ammissibili
Sono ammissibili a contributo:
·
progetti che prevedono la realizzazione di nuovi impianti
di acquacoltura e di maricoltura;
·
i progetti finalizzati all’ammodernamento degli impianti
già esistenti compreso i lavori di sistemazione o miglioramento di
circuiti idraulici all’interno delle imprese acquicole e quelli sulle
imbarcazioni di servizio agli impianti.
c) Attrezzatura dei porti di
pesca
Soggetti beneficiari
Possono beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative
relative a tale misura:
-
soggetti
pubblici;
-
soggetti
privati.
Investimenti ammissibili
Sono
ammissibili a contributo i progetti destinati a:
-
migliorare
le condizioni di sbarco, di trattamento e di magazzinaggio dei
prodotti della pesca nei porti;
-
coadiuvare
le attività delle barche da pesca (come rifornimento di carburante e
di ghiaccio, manutenzione e riparazione delle barche, ecc.);
-
sistemare
le banchine nell’intento di migliorare le condizioni di ormeggio e
di sicurezza al momento dell’imbarco o dello sbarco dei prodotti.
-
Saranno
considerati prioritari gli investimenti che presentino un interesse
per la comunità di pescatori del porto e che contribuiscano allo
sviluppo generale dello stesso e al miglioramento dei servizi
offerti ai pescatori.
d) Trasformazione e
commercializzazione
Soggetti beneficiari
Possono
beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative a tale
misura:
-
soggetti
privati ed imprese singole o associate;
-
Organizzazioni dei produttori operanti nel settore della pesca ed
acquacoltura;
-
soggetti
pubblici per i progetti relativi alla sola commercializzazione.
Investimenti ammissibili
Sono ammissibili a finanziamento i progetti finalizzati:
Sono esclusi gli investimenti:
-
rivolti
alla trasformazione di prodotti destinati a fini diversi dal consumo
umano ad eccezione della trasformazione degli scarti dei prodotti
della pesca e dell’acquacoltura;
-
riguardanti il commercio al dettaglio.
e)
pesca nelle acque interne
Soggetti beneficiari
:
Possono
beneficiare dei finanziamenti previsti per le iniziative relative alla
presente misura:
-
pescatori
di professione in possesso della licenza per esercitare la pesca
professionale nelle acque interne;
-
cooperative di pescatori che esercitano la pesca professionale nelle
acque interne;
-
associazioni temporanee di impresa costituite appositamente per le
finalità della misura medesima.
Investimenti ammissibili
Sono ammissibili a contributo i progetti di:
-
ammodernamento delle imbarcazioni per la pesca nelle acque interne
finalizzato:
-
al
miglioramento della qualità dei prodotti pescati;
-
al
miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza;
-
alla
razionalizzazione delle operazioni di pesca, in particolare mediante
l’impiego di tecnologie e metodi di pesca maggiormente selettivi.
SOTTOASSE ALTRE MISURE
L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni operative e reddituali
degli operatori del settore ittico attraverso attività volte a favorire
la riconversione, la valorizzazione dei prodotti ittici e l’integrazione
produttiva nonché promuovere l’ammodernamento e la diversificazione
delle pratiche di pesca.
Le misure previste sono:
Ø
piccola pesca costiera;
Ø
misure socio economiche;
Ø
promozione;
Ø
azioni realizzate dagli operatori del settore;
Ø
arresto temporaneo delle attività e altre compensazioni
Ø
misure innovanti.
Conclusioni
Come si è potuto vedere le azioni messe in campo dalla Comunità Europea
attraverso lo strumento finanziario dello S.F.O.P. mirano a perseguire
molteplici obbiettivi nell’ambito della pesca, dall’ammodernamento della
flotta peschereccia , all’utilizzo di sistemi ottimali di pesca, al
supporto alla pesca di sistemi di programmazione e gestione, al miglior
sfruttamento delle risorse derivanti dalla acquacoltura ecc. creando di
fatto un eccezionale strumento di aiuto al settore pesca.
Non è semplice convincere il vecchio pescatore ad abbandonare antiche
abitudini ormai diventate antieconomiche e fuori dalle logiche di
mercato, a privilegio di quelle tecniche innovative che gli
consentirebbero di migliorare considerevolmente i propri profitti,
consentendo nel contempo a guardare con più ottimismo al futuro del
nostro mare.
Come si diceva all’inizio di questo elaborato, sono sempre più numerose
le defezioni da parte dei piccoli operatori del settore, defezioni che
non vedono per contro un ricambio generazionale.
Questo comporta anche una perdita di posti di lavoro in un settore che
è radicato nella cultura del popolo italiano, e che in alcune regioni
del Sud ha garantito il sostentamento di migliaia di famiglie.
Ecco che quindi la diffusione e l’utilizzo di questo nuovo strumento
finanziario destinato allo sviluppo ed all’ammodernamento dei mezzi e
dei sistemi di lavoro nel mondo della pesca, accompagnato da adeguato
supporto da parte degli enti locali, può senza dubbio determinare
quella svolta che porti all’avvicinamento delle nuove generazioni al
mondo della pesca, nella consapevolezza che ciò determini un onesto e
decoroso sostentamento, in una ottica che non sia più quella di prelievo
sconsiderato, ma di rispetto e tutela di quella che è una fonte di
ricchezza per tutti e che si chiama mare.
Sicuramente ci sono tanti altri problemi che determinano un impatto
negativo sull’ecosistema marino, il riferimento va in primis ai danni
procurati a causa dell’inquinamento urbano ed industriale, ma
altrettanto sicuramente è accertato che il danno procurato attualmente
dall’eccessivo sforzo di pesca sul prelievo ittico è ugualmente
rilevante.
Occorre disciplinare e razionalizzare il settore della pesca,
specialmente in quelle regioni che ancora non hanno colto appieno la
straordinaria possibilità che questo strumento finanziario fornisce.
In questo contesto lo Stato ha il duplice compito di favorire lo
sviluppo del settore, ma nel contempo vigilare affinché, trattandosi di
materia che prevede contributi e finanziamenti, non vi siano
infiltrazioni da parte di associazioni criminali che mirano ha trarre
ingiusto profitto.
Nonostante sia passato un decennio dell’entrata in vigore di queste
norme comunitarie solo negli ultimi anni si sta avvertendo un concreto
movimento innovativo che coinvolge tutto il settore. La speranza è che
la strada di miglioramento e razionalizzazione, intrapresa nel settore
pesca, ancorché lenta, sia duratura consentendo di poter sperare che
nel breve futuro possa realizzarsi quell’equilibrio virtuoso che
salvaguardando le sempre maggiori esigenze umane legate
all’approvvigionamento ittico per fini alimentari, punti alla
salvaguardia delle risorse biologiche del nostro mare. |