SCHUMY
IS BACK AGAIN!
Il ritorno di un campione
di Roberto Maurelli
Dopo
una stagione 2009 inedita, ma anche molto caotica per via delle
incertezze regolamentari, del cambio al vertice della FIA e degli
scandali a ripetizione, finalmente questa prossima stagione di Formula 1
si annuncia molto più intensa dal punto di vista sportivo.
Le modifiche introdotte sulle vetture e
l’aumento del numero dei team schierati al via, infatti, dovrebbero
avere come effetto quello di riportare lo spettacolo sui circuiti del
Mondiale. Vedremo se questi ennesimi stravolgimenti saranno sufficienti
a restituire al pubblico quelle emozioni che da troppo tempo vengono
promesse senza risultati tangibili.
Ad ogni modo, quello che maggiormente
contribuirà, a mio modesto avviso, all’incremento dei sorpassi sarà la
presenza in ogni gara di ben quattro campioni del mondo. Accanto ad
essi, tanti vicecampioni, più e meno giovani, e qualche giovane promessa
da seguire con attenzione.
Le vicende del mercato piloti, inoltre,
hanno riservato una serie di sorprese che non potranno che acuire
l’agonismo in pista.
Mi spiego meglio. In primis, la presenza
degli ultimi due campioni del mondo, Button ed Hamilton, entrambi
inglesi, nel box McLaren si preannuncia esplosiva; solo la
determinazione in auto e la capacità di fare squadra faranno pendere la
bilancia a favore dell’uno o dell’altro. In Ferrari, d’altra parte, si
gioisce per l’arrivo di Fernando Alonso, un pilota che ha dimostrato di
essere velocissimo, costante e coriaceo, ma soprattutto eccellente nel
capire e nello sviluppare il mezzo. Proprio quello che è mancato a Kimi
Raikkonen… A completare il quadretto idilliaco in quel di Maranello, il
ritorno di Felipe Massa, dopo il terribile incidente della scorsa
estate.
Peccato che questa festa sia stata guastata
circa un mese fa dalle voci sempre più insistenti, e poi confermate, di
un ritorno di Michael Schumacher alla guida della neonata Mercedes, ex
Brawn Gp, ossia la scuderia campione del mondo in carica. Non sono
mancate da parte della dirigenza parole di rammarico che celano una
rabbia e un fastidio ben più profondi di quello che si lascia intendere.
Anche i tifosi si sono schierati prevalentemente contro il loro passato
beniamino, accusandolo apertamente di tradimento nei confronti della
“Rossa” con cui ha vinto ben cinque titoli consecutivi.
È inutile negare che quando accenderò il
televisore mi sembrerà quasi impossibile vedere il casco di Schumy
nell’abitacolo delle frecce d’argento. Eppure non me la sento proprio di
formulare un giudizio negativo sulla vicenda.
In Ferrari non era disponibile un volante
già da due anni, da quando sono cominciati i primi contatti con lo
sponsor del Banco di Santander e con Alonso. A Massa non si poteva certo
chiedere di farsi da parte per cedere il posto al campione tedesco,
anche perché il pilota brasiliano è in debito di un mondiale (quello del
2008) con la fortuna e con la squadra…
Detto questo, e assodato che l’irrimediabile
voglia di ritornare a correre si era accesa, cosa avrebbe dovuto fare
Michael? Continuare a gravitare nell’orbita Ferrari con un patetico
contratto da “superconsulente”, quando sentiva la necessità di
sfrecciare in pista e lottare ruota a ruota con i suoi avversari del
passato?
Il passato… Quello proprio non può essere
dimenticato e, credetemi, quel passato Schumy se lo ricorda bene, lo ha
vissuto con un’intensità incredibile. Però adesso ha di nuovo fame…
Ricordate? Lui è il cannibale!
E poi in fondo mi piace pensare che questo
ingaggio in Mercedes sia anche un modo per ripagare la casa di
Stoccarda. In fondo è stata proprio la Mercedes che lo ha inserito,
quando era ancora un ragazzo, nel suo programma di giovani talenti del
motorsport. Ed è stata sempre la Mercedes che ha finanziato il suo
ingresso in Formula 1 al volante della Jordan in quella gara di Spa del
lontano 1991. Poi le strade si sono divise, complice un certo Flavio
Briatore, ma non sono certo mancati tentativi di approccio quando la
Mercedes è rientrata nel circus come partner della McLaren. A quei
tempi, però, c’era di mezzo un Ron Dennis di troppo.
La sua gestione non convinceva Michael, come
d’altronde non ha mai convinto del tutto neppure la Mercedes… Ora però
c’è Ross Brawn al muretto e con lui, ancora una volta una vecchia
conoscenza, è tutta un’altra storia!
Molti dicono di amare questo sport, ma solo
chi veramente ne sa cogliere la magia può comprendere quali incredibili
storie di passione, di tenacia, di gioia, di dolore, si celano dietro
l’aurea dorata che avvolge i piloti, le squadre, le scuderie.
In fin dei conti non mi importa poi così
tanto se Schumy non sarà al volante di una vettura rossa. Per anni ho
avuto il privilegio di poter assistere alle sue prodezze e, mentre lui
riscriveva la storia di questo sport io ero lì, incollato davanti al
televisore oppure sui circuiti di gara. Se nei prossimi anni riuscirò a
vedere anche solo la metà di quello che ho visto finora, ne sarà valsa
la pena. Grazie Schumy…
Roberto Maurelli |