Acque Reflue. Eco-Solutions.
Le Living Machines
di
Gianna Servello
(mar.2009)
Le acque reflue rappresentano la
principale fonte di inquinamento delle acque costiere e delle acque
interne.
E come al
solito l’Italia è in ritardo. Dopo otto anni dal termine ultimo
previsto dalla direttiva 91/47 Ce sarebbero infatti, secondo la
Commissione Europea, ancora 299 le zone italiane prive
di norme di legge che regolano il trattamento e il collettamento delle
acque reflue e per questo la stessa Commissione ha inviato un
parere motivato contro l’Italia. Infatti, già dal dicembre del 2000
l’Italia avrebbe dovuto dotare i centri urbani con più di 15.000
abitanti di sistemi adeguati di raccolta e trattamento delle acque
reflue. Il nostro Paese ha già ricevuto la diffida nel luglio 2004 e
adesso ha due mesi di tempo per rispondere. Dopo di che la Commissione
dovrà decidere se portare il caso di “inaccettabile ritardo” davanti
alla Corte di Giustizia Europea.
Ritardi
cronici a parte, concentriamoci ora sui rimedi. Il biologo
canadese John Todd,
recentemente premiato per il progetto di un nuovo modello
economico globale per una regione situata tra i monti Appalachi (nord-est
USA/sud-est Canada) spogliata dalle industrie estrattive, è
famoso
anche per aver ideato le Living Machines (Macchine
Viventi). Queste Macchine Viventi, c.d. Eco-Machines, sono un
sistema di filtrazione a circuito chiuso, che si mantiene da solo ed è
realizzato grazie a modelli ecologici antichi e presi direttamente
dalla Natura. Queste Macchine ecologiche non fanno altro che
accelerare il processo naturale di depurazione dell’acqua. Infatti, le
Eco-Machines hanno la capacità di rendere le acque di scarico
qualitativamente adatte ad essere riutilizzate. Si ottiene un sistema di
trattamento delle acque di scarico utilizzabile da aziende e
comunità, sostenibile perché aiuta a conservare e a riciclare le
risorse naturali, ed anche vantaggioso economicamente per i
ridotti costi di gestione.
In
pratica le Eco-Machines possono essere costituite da un
sistema basato su vasche (collegate) generalmente distribuite
all’interno di una serra o da una combinazione di zone umide esterne e
di Celle Acquatiche interne alla serra. Questi sistemi accolgono i
trattamenti dell’acqua ai vari livelli. Le vasche contengono un’ampia
varietà di flora e fauna: alghe microscopiche, funghi, batteri,
protozoi e zooplancton, ma anche lumache, molluschi e pesci, che
prosperano ed allo stesso tempo demoliscono e digeriscono gli
inquinanti organici che normalmente priverebbero l’acqua di ossigeno.
Per di più vengono generati prodotti secondari di pesci e piante che
possono poi essere venduti. Piante più grandi, come cespugli e alberi
sono coltivati in rastrelliere di fibra di vetro sospese all’interno
della struttura. L’impianto spesso prevede un pre-trattamento
anaerobico, un equalizzatore di flusso, cisterne aerobiche per il
trattamento primario e un ultimo gradino di depurazione che utilizza gli
“Ecological Fluidized Beds” (i Letti Fluidizzati Ecologici) o una
piccola zona umida. Le dimensioni dell’impianto dipendono interamente
dal flusso di rifiuti ed è di solito determinato durante una fase
preliminare di progettazione e visita in loco. Il sistema funziona
analogamente ad uno stagno con zone di trattamento anossico e zone di
trattamento aerobico, ma invece che in un unico corpo d’acqua, il
processo avviene in singole cisterne, creando zone di trattamento
indipendente. Dunque, nelle Eco-Macchine viene creato un robusto
ecosistema tra piante, specie microbiche e distinte aree di trattamento.
Le Living Machines possono essere progettate per funzionare ed
assomigliare ad un fiume, con vortici, correnti contrarie e zone di
contatto nelle quali la vita avrà inizio. Lo sbocco dell’ultima vasca
può essere fornito di un filtro per l’acqua in uscita simile a quelli
installati nelle vasche settiche. Questo eviterà lo scarico di solidi
indesiderati, soprattutto i detriti vegetali nella parte depurata.
L’azoto viene rimosso in una zona anossica dell’Eco-Macchina
attraverso il processo chiamato denitrificazione. Se il tasso di
denitrificazione nelle Macchine Viventi è insufficiente, una porzione
del deflusso può essere riciclata ancora nel reattore anaerobico con
un’ampia aggiunta di carbonio. Un’ulteriore rimozione dei nutrienti
azoto e fosforo può essere ottenuta attraverso l’assimilazione delle
piante e degli altri microorganismi.
Il
risultato? Un efficiente e rifinito sistema di trattamento delle acque reflue
capace di ottenere alti livelli di qualità senza ricorrere a
sostanze chimiche pericolose. Questo sistema naturale di trattamento
fa si che le acque reflue diventino abbastanza pulite da poter essere
riutilizzate: le acque trattate possono essere così scaricate nei
fiumi senza il pericolo di inquinare, oppure possono essere
utilizzate per lavare, l’irrigazione, per i servizi igienici o per
caricare le caldaie all’interno di edifici.
In
conclusione. Le Eco-Machines soddisfano i rigidi requisiti di
trattamento terziario delle acque reflue a costi inferiori rispetto
ai sistemi convenzionali, mantenendo un alto livello di efficienza
energetica. Permettono i più svariati riutilizzi (non potabili)
delle acque trattate. In più i costi dello smaltimento di
fanghi industriali e delle sostanze chimiche sono ridotti al
minimo. Queste macchine sono naturali, ricche biologicamente e
semplici meccanicamente, il che le rende resistenti agli “shock di
carico” del flusso dei rifiuti. Sono facili da gestire e mantenere.
Occuparsi di una Living Machine significa lavorare con ecologie
che vivono e crescono, non con “sacchi di sostanze chimiche”. Inoltre,
dato che le Living Machines hanno l’aspetto di giardini
botanici, trovano posto anche l’estetica e il benessere: sono
ambienti lavorativi di qualità che possono essere progettati per
creare un’attrazione turistica. Sono suddivisi in moduli e si
possono ampliare a seconda delle necessità delle attività economiche e
delle comunità in crescita.
Performance
Esempio dei
valori di afflusso e deflusso del Restorer system/Living-machine
presso il Findhorn Ecovillage a Moray in Scozia, che tratta
gli scarichi per raggiungere gli standards di trattamento terziario
(avanzato) delle acque reflue.
PRIMA DEL
TRATTAMENTO DOPO IL TRATTAMENTO
DBO
250 mg/l <10 mg/l
TSS
160 mg/l <10 mg/l
TKN
40 mg/l <10 mg/l
NH4 50
mg/l <2 mg/l
NO3 0
mg/l <5 mg/l
TP 7
mg/l <5 mg/l
DBO: domanda biochimica di ossigeno (ossigeno consumato dalle acque
reflue)
TSS: solidi sospesi totali (il livello di solidi sospesi in acqua)
TKN: azoto totale Kjeldahl (misura del livello di azoto nell’acqua)
NH4: livelli di ammonio nell’acqua
NO3: livelli di nitrati nelle acque. Il sistema converte l’ammoniaca
in nitrati e poi in azoto gassoso
TP: livelli totali di fosforo
Fonti: genitronsviluppo.com
sito web John Todd Ecological
Design
sito web Living Technologies Ltd
sito web ansa.it
Gianna Servello |