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  • Non parlare al conducente

  • NON CI CREDO, MA NON SI SA MAI

di Gioia Magliozzi

 

Londra, 31 ottobre 2011 - La RED Driving School, una delle catene di scuole guida maggiormente in crescita in Gran Bretagna, ha reso noti i risultati di una serie di sondaggi, condotti su un congruo campione di automobilisti, per smascherare le principali fonti di distrazione alla guida.

Chi ha famiglia numerosa, non faticherà a trovarsi d’accordo sul dato che portare bambini in macchina sia la causa più incisiva di distrazione, con un enorme 31% di automobilisti inglesi distratti dai bisticci della prole.
Il secondo posto, invece (un buon 28% di conducenti lo pensa), è dei “backseat drivers”, cui va anche l’onore di un’espressione pressoché intraducibile in italiano: i “guidatori del sedile posteriore”, infatti, sono i passeggeri dell’auto che irritano il conducente con consigli non richiesti sul modo di guidare. Sarà capitato a chiunque di esplodere, una volta nella vita, nel classico rimbrotto: “Allora, guida tu!” (preferibilmente, marito vs moglie e viceversa).
Non sorprende, inoltre, che al terzo gradino del podio (20%) si piazzi l’uso dei telefoni cellulari (si spera, in ogni caso, con l’auricolare).

Ulteriori distrazioni: la musica ad alto volume, per il 13%, e il fumo in auto per appena 4 automobilisti su 100.
Dominic Cohen, della RED Driving School, sostiene che “ci saranno sempre distrazioni, durante la guida, ma è importante che i conducenti imparino a evitare o ridurre il maggior numero di cause possibili di distrazione, sia prima, che dopo l’esame di guida.”

L’insegnamento della sicurezza stradale, comprensivo anche di questo genere di argomenti – e che aiuti quindi a comprendere i potenziali pericoli della strada, anche quelli provenienti dall’interno dell’abitacolo - è  un impegno serio che dovrebbero fare proprio tutte le scuole guida.
(G.M.)


NON CI CREDO, MA NON SI SA MAI

Alzi la mano chi, davanti a un gatto nero in procinto di attraversare la strada appena prima del nostro passaggio, non si è sentito quantomeno in difficoltà sul da farsi.

Cambiare strada, accostarsi a destra per lasciar passare prima di noi un inconsapevole automobilista, o tirare dritto, tanto non siamo superstiziosi?

Il sito Web Chiarezza.it, un comparatore online di polizze assicurative che ha portato in Italia l’esperienza di Confused.com, leader in Europa nella comparazione delle polizze auto, ha  recentemente reso noti i risultati di una ricerca leggera ma seria sulle credenze popolari legate alla guida.

Cominciando dal sempreverde proverbio “di Venere e di Marte, non si sposa né si parte”, passando per la brutta reputazione dei gatti neri, fino agli innumerevoli ornamenti degli specchietti retrovisori o dei cruscotti, si delinea un quadro di superstizione diffusa fra gli italiani al volante.

Secondo quanto emerge dal sondaggio, mentre il 30% dichiara di essere completamente estraneo a queste pratiche, ben il 60% degli intervistati ammette invece di credere a riti e superstizioni, pur non facendosene influenzare più di tanto. Solo il 10% incarna l’italiano scaramantico, che non nasconde una vera e propria dipendenza da gesti e gingilli per allontanare la sfortuna.

Sono proprio i “ninnoli” appesi allo specchietto i portafortuna più gettonati (13,5%), siano essi dadi di peluche, oggetti o pupazzetti di ogni genere.

Pare invece sia caduto un po’ in disuso il classico cornetto rosso (3,8%), particolarmente amato dai guidatori partenopei. Solo l’1,9% si affida a icone religiose come rosari, crocifissi e immaginette sacre, magari accompagnati da una frase che invita a moderare la velocità. La squadra del cuore è presente con cuscinetti e gadget sul 3,9% delle auto degli intervistati.

Un cenno a parte va dedicato a quell’1,9% che crede che il riflesso di un CD sul lunotto riesca a impedire agli autovelox la lettura della targa.

Ma questa, più che superstizione, è una vana speranza.

Davvero, nell’era degli ABS, ESP, e Airbag, equipaggiare la nostra automobile con un amuleto ci fa sentire più sicuri?
“Questa indagine conferma la consapevolezza che gli italiani hanno dei rischi che si corrono quando ci si trova al volante”, ha dichiarato Serena Cellamare, Responsabile Comunicazione di Chiarezza.it. “L’importante è che chi si mette alla guida presti attenzione a tutte quelle misure di sicurezza che garantiscono la prevenzione di incidenti, spesso causati da piccole disattenzioni e dalla poca prudenza”.

Che sia un portafortuna colorato, o una fotografia, o un gesto rituale a rammentarcelo non importa: già questo può aiutarci a ricordare di mantenere alta la vigilanza.


Gioia Magliozzi


 

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