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IL SISTEMA FRENANTE

Componentistica e funzionamento

di Roberto Maurelli

 

In un sistema frenante a disco (il più comune ai nostri giorni), la decelerazione è garantita dall’attrito tra pastiglie e dischi: il pedale del freno aziona un pompa idraulica che permette alla pinza freno di agire sulle pastiglie, spingendole a contatto con i dischi sui quali si genera una enorme forza d’attrito. Ovviamente questo attrito determina anche il consumo e l’usura dei componenti in questione. Sarebbe sempre auspicabile che ogni automobilista conosca il funzionamento dei freni e che sappia come intervenire qualora si manifestino strani rumori provenienti dal complesso disco-pinza, ma ciò avviene assai di rado: ecco perché in questo articolo cercheremo di chiarire come vengono costruiti e come funzionano i freni.

Cominciamo dalle pastiglie: queste sono spesso oggetto di molte attenzioni da parte degli appassionati perché la frenata è fortemente influenzata dal loro potere d’attrito. Spesso quelle montate di serie vengono scelte tenendo conto più della durata e del costo contenuto piuttosto che delle prestazioni, pertanto sostituirle con una versione più sportiva non sarebbe una cattiva idea per chi vuole  incrementare le prestazioni della propria vettura in modo semplice ed economico. Bisogna però ricordare che il materiale di attrito delle pastiglie deve assolutamente essere compatibile con quello dei dischi; per questo è fondamentale attenersi alle indicazioni dei produttori e ai consigli di un meccanico esperto. I parametri da considerare per effettuare la scelta sono, oltre al coefficiente d’attrito, anche la capacità di mantenere prestazioni costanti in un ampio range di temperature, la prontezza di risposta nella fase iniziale dell’azionamento del pedale e, non ultimo, il livello di rumorosità, inevitabilmente destinato a crescere con l’aumento dell’attrito. Una volta sostituite le pastiglie ricordate di procedere per qualche centinaio di chilometri a media velocità, evitando le frenate brusche e prolungate: ciò permetterà un adeguato assestamento con i dischi.

Altro elemento essenziale è il liquido dei freni; ne esistono vari tipi, contraddistinti da particolari sigle precedute dalla dicitura “DOT” che indicano lo standard di qualità offerto dal prodotto. È importante ricordare che aggiungere un DOT 5 ad un DOT 4 non migliorerà le prestazioni dell’impianto frenante ma, anzi, ne comprometterà pesantemente l’efficienza; allo stesso modo utilizzare un tipo di fluido diverso da quello prescritto o indicato sull’impianto risulterà pericoloso per il funzionamento della vostra vettura! 

Per quanto riguarda i dischi, va detto che la loro attitudine a garantire un’adeguata potenza frenante, durata, rumorosità e progressività dipende da: a) diametro del disco; b) disegno della superficie d’attrito; c) raffreddamento. La prima voce non pone particolari difficoltà: è evidente che quanto maggiore è il diametro del disco tanto maggiore sarà la superficie di attrito su cui agisce la pastiglia e, di conseguenza, l’efficienza della frenata; inoltre, a parità di condizioni, dischi più grandi lavorano a temperature più basse pur offrendo la stessa decelerazione. La grandezza, però non è tutto e spesso anche dischi molto piccoli possono fornire prestazioni davvero eccezionali se la loro superficie è progettata con alcune accortezze. Per quanto riguarda il disegno della superficie, il disco può essere liscio oppure forato e/o baffato; le forature e le baffature, infatti, fanno sì che la pastiglia, durante la sua corsa venga ripulita da quelle impurità che inevitabilmente si depositano sulle superfici d’attrito. Per quanto riguarda il sistema di raffreddamento, si distinguono i dischi pieni e i dischi autoventilati; questi ultimi, più efficienti, presentano delle piccole aperture nella zona di contorno del disco che permettono all’aria di entrare ed uscire assorbendo il calore dell’impianto. Tutte queste caratteristiche, come è evidente, vengono seriamente compromesse quando l’eccessiva usura dei componenti determina rigature oppure ruggine sul disco.

Un particolare che spesso viene trascurato è la pinza freno. In realtà l’attrito di cui abbiamo parlato finora può generarsi solo perché, all’azionamento del pedale, una pinza con al suo interno un piccolo pistoncino spinge la pastiglia contro il disco. Ne esistono due versioni: la pinza flottante, più semplice ed economica, e la pinza a pistoni opposti, più complessa ma più efficace. Nel primo caso il pistoncino si trova solo da una parte del disco, mentre nel secondo caso vi è un pistoncino per ogni lato che, azionato dalla pinza, va a serrare il disco. Solitamente il sistema a pinza flottante prevede l’utilizzo di un solo pistoncino, mentre nel caso della pinza a pistoni opposti possono essere impiegati anche più pistoncini per lato (nell’impiego sportivo si arriva facilmente ad otto pistoncini!). Esistono dei pratici kit di montaggio che consentono di abbinare le pinze migliori per il proprio impianto frenante senza alcuna alterazione degli ingombri che impedirebbe la circolazione del liquido all’interno delle tubazioni flessibili.

 

 

 

 

 

Roberto Maurelli


 

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