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I Sistemi di Gestione Ambientale di processo ISO 14000 ed EMAS
di Francesco
Iannelli
La
prima organizzazione a proporre l'utilizzo dell'Ecoaudit quale strumento
per il miglioramento dell'efficienza ambientale delle imprese è stata la
Camera di Commercio Internazionale (ICC). La ICC, nel 1989, ha
pubblicato un opuscolo dal titolo “Environmental Audit”; nel 1990 ha
adottato la “Carta per uno Sviluppo Sostenibile”, che fissa una guida
dei principi e degli elementi da considerare in un programma completo di
protezione ambientale in cui l'audit costituisce l'elemento continuo di
verifica e, nel 1991, ha preparato il manuale ICC per un'attuazione
efficace dell'audit ambientale. Infine, è stata la Commissione CEE che,
nell'ambito del previsto ampliamento degli strumenti di politica
ambientale indicato dal V Programma d'azione già citato, ha adottato uno
specifico regolamento, il n. 1836/ 93 (pubblicato sulla G.U.
dell'Unione Europea N. L 168 del 20 luglio 1993) sull'eco-gestione e l'audit,
noto come EMAS (Environmental Management and Audit Scheme), con
l'obiettivo di migliorare l'efficienza ambientale nelle imprese
industriali ed informare il pubblico; tale dispositivo è stato
sostituito dal regolamento 761/2001, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
della Comunità Europea (GUCE), serie L n. 114 del 24/04/01. In secondo
luogo si hanno gli standard introdotti dagli organismi che si occupano
della normazione volontaria esclusiva verso l'impresa (non enti
pubblici), a partire dalla qualità.
A tal
proposito sia organismi internazionali, come l'ISO, sia europei, come il
CEN, sia nazionali, come il BS o l'UNI, hanno predisposto norme per i
Sistemi di Gestione Ambientale. A tre anni dall'emissione del primo
regolamento EMAS, l'organizzazione internazionale di standardizzazione
(ISO) ha emesso la norma per la certificazione dei sistemi di gestione
ambientale (ISO 14001), inaugurando così la famiglia di norme ISO 14000
dedicate all'ambiente.
Lo
standard UNI EN ISO si caratterizza per essere una norma riconosciuta a
livello internazionale, pur essendo applicata solo a livello
privatistico, e per la partecipazione aperta a tutti i settori; si
riferisce, infatti, al concetto di organizzazione e dunque anche a più
siti (Verdesca D. et al., 2003). Lo standard è stato poi approvato dal
Comitato Europeo di Normazione (CEN) e successivamente recepito
dall'Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI). Al termine di questa
procedura, la norma ha acquisito la completa dicitura di UNI EN ISO
14001. Essa è così di seguito caratterizzata:
•
SCOPO: La ISO 14001 permette l'implementazione di un sistema di
gestione ambientale (SGA) e la sua successiva certificazione nel caso
questo risponda ai requisiti richiesti.
•
STRUTTURA: la ISO 14001 è costituita da quattro capitoli e tre
allegati (Tab. 1), il primo dei quali (Appendice A) svolge il ruolo di
guida all'uso, dettagliando meglio ogni singolo punto della norma.
•
SISTEMA DI CERTIFICAZIONE: Il Sincert è l'organismo per
l'accreditamento degli enti di certificazione. Possono essere enti di
certificazione solo le organizzazioni e non i singoli, come è invece
previsto per l'EMAS. Sia il Sincert che gli enti di certificazione sono
soggetti privati.
•
AMBITO DI APPLICAZIONE: la norma ha applicazione a livello
internazionale.
•
METODOLOGIA: la metodologia da adottare per l'implementazione e la
gestione di un SGA è quella conosciuta come “spirale del miglioramento
continuo”. Tale miglioramento non viene definito dalla norma, ma viene
stabilito dall'organizzazione stessa. L'impegno al miglioramento
continuo non implica un miglioramento totale dell'organizzazione, ma è
circoscritto agli aspetti ambientali significativi. Questa filosofia è
sintetizzata nel cosiddetto modello del “Plan/Do/Check/Act” (PDCA),
mutuata dai sistemi di qualità (ISO 9000):
-
PLAN rappresenta la fase di pianificazione iniziale nella quale
l'organizzazione individua la sua posizione rispetto alla situazione
ambientale, definisce le criticità ambientali, elabora la politica e gli
obiettivi ambientali da perseguire.
-
DO è la fase di attuazione del SGA, attraverso l'individuazione
della struttura, delle responsabilità, delle risorse (umane,
tecnologiche e finanziarie), delle procedure, ecc.
-
CHECK è la fase di controllo del SGA e di eventuale intervento nel
caso in cui, essendo state rilevate delle non conformità, è necessario
adottare delle azioni correttive.
-
ACT
è la
fase finale che corrisponde con il Riesame della direzione, e
rappresenta il momento di revisione generale del funzionamento del SGA
rispetto alla sua capacità di realizzare il miglioramento continuo delle
performance ambientali.
La
sola adozione della UNI EN ISO 114001 non può comunque garantire
risultati ottimali per l'ambiente, ma si integra con altre iniziative
relative alla certificazione della compatibilità ambientale dei prodotti
(Ecolabel), con l'introduzione di un servizio di prevenzione per la
salute e la sicurezza dei lavoratori (ai sensi del D.Lgs. n. 626/1994
che ha recepito la direttiva comunitaria n. 391/1989 insieme ad altre
8), con l'introduzione di un sistema di gestione dei rischi industriali
rilevanti presente nell’aggiornamento della “direttiva Seveso”, con la
direttiva per il controllo integrato degli inquinamenti (IPPC) (Nocchi
E. et al., 2007).
EMAS
(Eco-Management and Audit Scheme) è lo schema comunitario di
Eco-gestione e Audit a cui possono aderire volontariamente le
organizzazioni che svolgono attività aventi impatti ambientali
significativi (Ercolani S. et al., 2003). I termini Ecogestione e Audit
sono quindi importanti ed è fondamentale conoscerne il significato per
comprendere le opportunità derivanti dall'adozione di un sistema di
gestione ambientale:
·
Ecogestione
è la
serie di interventi riguardanti le azioni di una organizzazione rispetto
all'ambiente, in particolare, l'impatto ambientale (le possibili
modifiche, positive o negative, procurate al territorio), la gestione
dell'ambiente, la prevenzione
·
Audit
(verifica) è la valutazione ed il monitoraggio sistematico e periodico
dell'efficienza ambientale di un luogo, del suo sistema di gestione e
dei processi destinati a proteggere l'ambiente.
Per
la prima volta, il legislatore non pone dei limiti quantitativi o dei
vincoli operativi, ma delinea le caratteristiche che un sistema di
gestione ambientale deve possedere perché all'impresa venga attribuito
un pubblico riconoscimento della sua correttezza e completezza. Questo
riconoscimento consiste nell'inserimento del sito produttivo che
soddisfa i requisiti del regolamento in un apposito registro europeo e
nella possibilità, per l'azienda, di rendere pubblico questo risultato
con tutti i propri interlocutori. L'adesione a EMAS ha carattere
volontario e implica la valorizzazione verso l'esterno dell'impegno
aziendale nei confronti di una gestione ambientalmente corretta.
L’obiettivo del sistema è infatti quello dell'attivazione delle imprese
verso il miglioramento della qualità ambientale secondo tempi e criteri
adeguati e commisurati alle esigenze e alle disponibilità delle aziende,
dettati più dalle pressioni di natura competitiva e sociale percepite
dall'azienda che dalle prescrizioni normative. Al tempo stesso, però,
soprattutto in un paese come il nostro, la conformità alle leggi
ambientali rappresenta un onere impegnativo e dai confini non sempre
facilmente definibili. Una seconda prerogativa di EMAS è di riferirsi a
siti produttivi e non ad imprese, scelta che deriva dalla
necessità di considerare un ambito di applicazione locale,
sufficientemente omogeneo.
Le attività considerate sono, in una fase
iniziale, quelle industriali. Il Regolamento EMAS riveste, pertanto, un
ruolo di eccellenza nella gestione dell'ambiente, sia per i contenuti
specifici, sia per l'aspetto della comunicazione; questo prevede
l'elaborazione e la pubblicazione di una Dichiarazione Ambientale,
convalidata da un verificatore accreditato, come strumento per fornire
al pubblico, e ad altri soggetti interessati, informazioni sull'impatto
e sulle prestazioni ambientali dell'organizzazione, nonché sul continuo
miglioramento delle prestazioni ambientali (Verdesca D. et al., 2003).
Il regolamento sull'adesione volontaria delle organizzazioni a un
sistema comunitario di eco gestione e audit (EMAS II), dopo un lungo
iter iniziato come già detto nell'ottobre del 1998, è stato approvato
dal Parlamento e dalla Commissione Europea il 12 e il 14 del febbraio
2001 (regolamento n761/2001) e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
delle Comunità Europee, serie L n. 114 del 24/04/01, sostituendo e
abrogando il vecchio regolamento 1836/93 (EMAS I). Esso conferma
sostanzialmente, e in generale anche nella forma, il cambiamento di
politica ambientale che l'Unione Europea ha proposto agli Stati membri
nel 1993 con il primo regolamento EMAS. Un cambiamento basato sui
seguenti due innovativi principi:
• Il
controllo integrato dell'attività di un'impresa.
Si tende, nell'ambito
delle nuove direttive europee già emanate (IPPC, Seveso II, e VIA II ),
a imprimere una visione sistemica nella gestione delle attività
dell'impresa piuttosto che soffermarsi sul singolo aspetto di impatto o
di inquinamento ambientale, e a controllare le modalità secondo le quali
l'impresa stessa gestisce al suo interno le problematiche ambientali, di
sicurezza e di salute dei lavoratori.
• La
sollecitazione e la premiazione di un comportamento volontario delle
imprese verso la difesa dell’ambiente. Una gestione compatibile con la
salvaguardia delle risorse naturali e quindi dell'ambiente ha
l'obiettivo di divenire in questo modo presupposto cardine per
conservare o acquisire un potere competitivo sul mercato, tanto caro al
mondo imprenditoriale. L'utilizzo dell'aria, dell'acqua, del territorio,
delle materie prime, dell'energia non deve quindi essere considerato più
esterno agli interessi economici dell'impresa, ma deve entrare
direttamente, con i suoi costi, nel bilancio economico delle società che
devono quindi operare per ridurne il peso ai fini di preservare la loro
competitività.
Francesco Iannelli |